Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

filosofica non lo attrae, anzi lo disturba; egli riconosce la propria ignoranza ma pur scusandosene risulta evidente il valore positivo che ad essa conferisce come libertà dai pregiudizi che offuscano le menti di molti suoi contemporanei. «Egli è certo - scrive - che se mi fosse proibita l'osservazione e l'anatomia delle cose che veggiamo o maneggiamo e fosse d'uopo secondar gli umori malinconici di coloro che si cavano gli occhi, per darsi totalmente alla speculativa in astratto, confesserei la disperazione e confusione dell'animo mio» (p. 35). La critica alla cieca fede in verba magistri si palesa nel rifiuto di Scilla di credere che i corpi petrosi (di origine organica e inorganica) siano dotati di un tipo di crescita analoga a quella dei vegetali. «Conchiglie, echini, istrici, denti (che glossopetre si dicono), vertebre, coralli, pori, granchi, spatai, turbini[...] che alcuni ha giudicato essere generazione di puro sasso e ischerzo di natura sono stati animali [...] Io pretendo principalmente che siano stati veri animali gusci tutti che riscontriamo petrificati fra terra[...] e intendo oppormi alla rotta e smembrata e, per dirla, sognata generazione di coloro i quali vorrebbero che la natura avesse scherzato, per appunto come fantastica il loro cervello» (pp. 14-75-75). Non si può credere alla «crescenza intrinseca» dei metalli nelle miniere, né che «le cave da sé si riempiano di fresco e vegetante metallo». Tutto questo non può essere sostenuto né dall'osservazione né dalla ragione. «Io co' propri occhi - si appella Scilla - ho veduto i luoghi che intatti con le officine antiche si conservano [...] pure se s'abbandonino, non è cresciuta, né crescerà la miniera in eterno» (p. 26). Di fronte al filosofare che collocava conchiglie e altre spoglie di animali marini fra le «pietre figurate», «prodotte dalla Natura», egli risolse di incamminarsi lungo il «sentiero mostrato dagli occhi», e fra le bizzarre forme delle pietre un tempo immaginate cadute nei fondali marini durante le eclissi di luna, o gettate vio131

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==