Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

I "This, a spreading oak raises a pleasant emotion, by means of its colour, figure, umbrage, [. . .] it is not the colour, strictly speaking, that produces the emotion; but the tree coloured... " Henry Hone, Lord Kames da Elements of criticism Quando all'inizio del '600, fra le raccolte di minerali, pietre e «curiosità naturali», furono disposti sugli scaffali dei primi musei anche i fossili di animali marini, la loro catalogazione fra gli «oggetti petrosi» - desunta dalle opere enciclopediche di Gesner e Aldovrandi - non dava adito a alcun dubbio. Ben difficilmente, infatti, all'interno di questa generica categoria delle pietre si rintracciavano criteri di distinzione che andassero oltre la semplice osservazione e descrizione delle loro caratteristiche organolettiche; in antico era stato addirittura il solo colore della superficie del minerale a determinarne la specie di appartenenza. La prima, significativa svolta nell'ordinamento dei minerali si deve a Gesner, il quale pose alla base della classificazione dei fossilia (dal latino fodio, scavare)- comprendente indistintamente minerali, rocce e fossili - le forme create dalla stessa natura, da quelle più semplici (di tipo geometrico: angoli, cerchi, ecc.) a quelle più complesse («oggetti petrosi» simili a piante e animali o a parti di essi). Gesner, superando anche la diffusa abitudine di classificare alfabeticamente, richiamò quindi l'attenzione sulla morfologia. In questo senso gli stessi petrografi medievali - spesso attratti dagli aspetti mostruosi e abnormi della natura - avevano già sottolineato il carattere anomalo dei fossili rispetto alle «pietre». Ma fu solo nel tardo rinascimento - con il progressivo abbandono dell'aristotelismo, il recupero dei testi dei naturalisti greci e latini e la ripresa dell'osservazione della natura - che 124

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