Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

proposito di Gradiva. Ma sento che la spiegazione non basta: un altro collegamento opera in latenza, che si riflette in una frase del racconto del sogno: «una tavola colorata ripiegata... » Qualcosa è rimasto implicato, preso dentro una piega delle immagini botaniche - e mi viene pure in mente ciò che ha scritto Sergio Pinzi in proposito: «il sogno della monografia botanica è una piega nell'Interpretazione dei sogni... » Forse la vera chiave del mio rimando è implicita - a sua volta - nell'osservazione freudiana sul grappolo di idee relative ai fiori, che fanno da ponte fra esperienze indifferenti ed esperienze psichicamente rilevanti. Non credo di essermi sviato dal tema. Il sogno della monografia mi indica una modalità di lettura del racconto di Jensen - di quest'altra botanica e zoologia che vi compaiono. Insomma: di come esse inscrivano la loro funzione nel sistema della natura e nel sistema diegetico. Ciò suppone, come ho detto, lo spostamento anche di Gradiva, per analogia con l'altro libro (la monografia), nello spazio del sogno. Ma quali sono i significanti della natura in Gradiva? Debbo dare per forza come conosciuto l'aneddoto del racconto: il delirio del giovane Norbert Hanold, che crede di ritrovare nella realtà contemporanea una fanciulla rappresentata in un bassorilievo antico nell'atto di camminare con grazia tutta particolare; e che poi è ricondotto alla normalità e all'amore attraverso un processo spontaneamente psicoanalitico. Ciò che mi interessa qui sono le circostanze, le scene, i comprimari di tale processo, che coincide con l'atto narrativo - elementi secondari solo in apparenza, e che rimandano tutti a un ordine particolare di significato. Tale ordine lo potremo definire genericamente come Natura: e la maiuscola, si vedrà, ha una sua ragione. Assegnare a Gradiva questa cifra o sigla, non è arbitra114

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