Può un accento cambiare il mondo? L'ha detto molto bene Gianni Rodari nelle sue poesie per bambini. In una di esse, ad esempio, Como, per un accento che gli è caduto addosso, diventa un comò. Interno o esterno? Omero utilizza poeticamente l'immagine del fiume che percorre la Terra (Okeanos) corrispondente alla concezione mitica di un mondo in cui la Terra è circondata da Okeanos che vi si "sdraia" sopra; questo è infatti il significato di acayanas in sanscrito (con il senso anche di «contenente e richiudente») da cui deriva il greco. Un altro mitema concepisce Okeanos come la vagina o l'utero contenente il proprio bambino: la Terra. D'altra parte il fiume eraclitiano che è «divenire», spazio in movimento, tempo, rappresenta un mitema simile: lo spazio della terra è contenuto e mantenuto vivo all'interno del continuo fluire del tempo. Nel punto dell'innervazione, in cui l'immagine riflessa nella retina si fa propriamente visione, l'occhio è necessariamente cieco. Esso organizza la visione intorno a questo centro invisibile il che significa, anche, che tutta la visione è organizzata per non farti vedere questa cecità. E come se ogni illatenza contenesse, incastonata al proprio centro, un'inestinguibile latenza, ogni luminosità imprigionasse un'intima tenebra. All'animale questo punto cieco resta per sempre nascosto, esso è immediatamente contiguo alla propria visione, non può mai tradire la propria cecità, farne esperienza. La sua coscienza svanisce così nel punto stesso in cui si desta: è pura voce. Solo l'uomo s'interessa alle immagini, conosce l'apparenza come apparenza. 104
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