l'ordine civile - anno II - n. 17 - 1 settembre 1960

P•C· 8 tentan.te . E' altamente distinto. Ed è questo il peggio. E' que– sta l'eresia pericolosa, questa l'eresia che ha l'avvenire >>. ( Veronique, ed. ,cit., p. 392). E' questa eresia che oggi abbiamo dinanzi. Il suo avye– nire è ap,pena cominciato, ma è ormai parte del nostro pre– sente. Ora •essa si manifesta come separazione del Cristianesimo dalla Grecia •e ,da Roma. Bultmann ,ha costituito la dottrina della necessaria mi– stificazione della Parola Divina attraverso l'intellezione e la parola umana: ,e, come sempre acca.dè, l'errore si è rifle&_so in forma, come ,è abituale dire, temperata tra i cattolici. Di qui è nata quella fortunata espressione, di abbiglia– mento ortodosso, che è appunto la '« trascendenza della Chiesa per •rispetto alle culture >>. No: la -storia della Chiesa è tutta presente, in ogni mo– mento. Ciò che la Chiesa ha assunto, ha eternato. Ciò che variano sono delle modeste accidentalità. La Chiesa cresce rimanendo se stessa, non solo nella sostanza, ma nella stessa apparenza. ,I doni di Dio sono senza pentimentò. La filosofia greca, ·il diritto •e la sapienza civile romana sono ormai dote perenne della Chiesa ,d,i Cristo: e chi cerca di strapparle Pla– tone ed Aristotele, chi cerca di strapparle la Grecia e Roma, si trova subito a ledere cose essenziali, mentre crede di muo– versi su di un piano esteriore e còme irrilevante. Pèguy· ha dun1que ben vi~to « l'heresie avec avenir i!: Il nostro •presente, il tentativo ,di •sradicare la Chiesa dalla storia umana, dalla sua storia, dal suo milieu vital. E chi fa ·questo lo fa, dice, per fare avanzare le missioni. E' vero l'opposto. I pagani di_ ieri, la cui voce battezzata è diventata voce della •Chiesa, saranno i corifei ai pagani di oggi. Grecia e Roma, fiore della paganità, saranno ancora una volta « ,pedago~he a Cristo ll. Lo si veda in Pèguy. Egli ha preso tutto il senso della tradizione classica: e da questo è nata in lui ·quella cc mistica repubblicana >> ( il termine ,è suo, ed ha una sua proprietà, anche se non in un senso cristianamente •pieno e proprio) che è stato il suo vero punto di contatto con i ·cc desideri >> e le atte,se -dell'umanità moderna. Tutto il •problema dell'umanità moderna è relativo alla verità ed alla giustizia nell'ordine temporale. Questa esigenza umana, figlia della liberazione cristiana, ·venne come separnta dalla falsa ,filosofia e dalla falsa politica dal suo tronco cri– stiano e contrapposta ad esso: qui ,è 'l'errore dell'umanesimo, qui è l'errore del razionalismo •e -delle forme ,poli-tiche che. dall'uno -e dall'altro sono derivate. Ma il ,senso sacro e misterioso che Pèguy aveva della città antica e della sua fondazione, e èhe egli ha mirabil– mente reinterpretato come salvato e rivissuto nella. Chiesa, città di Dio, gli •consentiva di andare diretto e vivo al cuore di questa esigenza. Nonostante il grande appor•to ,tomista, il pensiero poli– tico cristiano ,si era formato come una ,cc politique tirèe de l'Ecriture sainte ll, senza tenere conto del valore pedago'gÌco C'he specie nelle cose temporal,i aveva la tradizione dassica. Nonostante i .testi biblici contro ,la regalità terrena israelitica, e nonostante la così evidente assunzione in Cristo della figura del re, il •pensiero politico cristiano fo dominato dalla rega– lità e dall'autorità. Più i tempi progredivano, più esso si arcaizzava. .Esso cioè tendeva a fondarsi -sempre di più sull'Antico Testamento e massimamente su Samuele, i Re e i Paralipo– meni. Tale teologia ,cc regalista >> era vista in funzione pole– mica nei confronti del potere pa.pale e venne -coltivata in forma piena dai ,protestanti ed in forma moderata dai galli– cani e dai regalisti. E' -ancora una volta importante notare che la negazione dell'ideale civile classico, dominato dal senso della polis, del~ la ,respuhlica, della ciHà, nella sua concreta personalità, ,di cui espressione sono le leggi e la libertas che ne ,deriva, il .ritorno- all'arcaismo regio, comporta immediatamente una -di- -minuzione del ricono,scimento della regalità di -Cristo e della Chiesa. Una falsa sacralizzazione cristiana della società tem– porale comporta la negazione o la diminuzione della ,figura e dei ,diritti della Civitas Dei, del Regno di Cristo, della Chiesa. La fedeltà di Pèguy alla Grecia e a Roma spezzava la sua Iedeltà all'ancien regime e •gli consentiva di andare oltre, .là o (.;ag r ordine civile dove il grande SJnnto -di Charles \Maurras si era fermato. Essa gli consentiva di cogliere la J11.istica repubblicana -fran– cese, nella sua fonte ,più alta e'più ,pura, là -dove essa si con– fondeva con il ricordo della città antica. Questo lo poneva ben al di sopra dei migliori esponenti della politica repub– blicana francese, -impregnati di ·filosofie inca·paci di -dar vita e di fondare gli ideali della mistica repubblicana._ Nell'ultimo numero -dell'Express, Henry Guillemin rile– va la vicinanza delle tesi -di Pèguy a quella di Maurras, per cui Pièguy ha espressioni di ,stima e di rispetto ( N otre J eunes– se, ed. cit., p. 652) e la confidenza e l'amicizia ,profonda nu– trita per lui da uomini come l'ex-comunardo Vuillaume. E il commentatore laicista conclude: ~e Pèguy era del popolo: non del mondo; egli aveva - e lo sapeva bene - fa ltepuhbliea nel sangue )>. I Del popolo, non del mondo. Questo è un omaggio, inevi- tabile, a Pèguy, catecumeno cristiano. I termini delle due tra– dizioni si mischiano, e sotto ~ali penne, ,quando si parla di lui, ta-nti anni -dopo la sua morte. ·Ma ciò che in lui era come' una dote originaria, costitutiva, era •quest'amore per la •<< città antica >>. Questo amore gli era stato guida a comprendere la Città di Dio e· quella -dell'uomo, e la città dell'uomo unita spiritualmente alla Città di Dio. ·« Voi cristiani non l'avete misconosciuto ( il valore reli– gioso della città antica). Voi l'avete mantenuto trasponendolo sul piano dell'eternità. Quando voi dite "Padri >> cfelfa Chiesa greca e della Chiesa latina: voi cristiani che credete ·nella città di Dio, ,Città, la ,Città eterna. Voi cristiani che adorate Gesù fondatore: a titolo di .fondatore nel tempo e nell'eter– nità : fondatore di una città nuova: fondatore di questa città eterna, fondatore eterno: fondatore temporale, anche. E più la vita si glorifica di aver vinto la morte, di altrettanto si iscrive nell'eterno la forza, il valore e la grandezz_a· e come la dimensione della morte, la grandezza e la dimensione eterna della storia e della temporalità. Voi cristiani, i più cittadini degli uomini : voi di cui ,si dice che lo siete poco. Voi che piuttosto lo siete troppo al contrario, se è ·permesso parlare così. Voi cristiani cittadini, •pazzi ,di civismo, nuovi cittadini al contrario, che avete inventato ed introdotto il nuovo civ,i– smo, il civismo eterno, eredi •degli antichi cittadini, univer– salmente, eternamente cittadini. Così la vostra comunione è, voi lo dite, come una città: come l'antica città antica: la vo– stra c1tta eterna ,è una città come lo era la vecchia e molto venerahile città antica. Ed in molti sensi ella è una città antica ( e quello che è più necessario è che non diventi uno Stato moderno,. che sarebbe la cosa più malsana, più malvagia e -più contraria alla sua salute). E voi siete cittadini: e quali citta,dini. Eminentemente e secondo la pura regola -della città antica, per una applicazione eminente di una regola della città antica, voi siete concittadini del vostro Fondatore. Per– ohé era una regola evidente della ci,ttà antica, che il fonda– tore diventava il ,primo cittadino ,della città nuova, della sua città. E seguendo •questa pura regola, Egli si è fatto, si· è costituito, in diritto ed in fatto, in :ragione ed in eminenza, il primo ·cittadino della -sua città. Egli si è costituito come il primo dei santi: •primus non profecto inter pares, sed primus tamen inter alios >>.( Veronique, op. cit., p. 346 e ss., passim). Ecco la fon della sua mistica cristiana. che illuminava e fondava la -su~ cc mistica >> repubblicana e, rendeva splen– dente del nuovo splendore il ,senso della. classicità antica, di Omero, di .Sofocle, ·della vocazione di ·Roma, che l'aveva con– dotto così in alto. A lui, inna'lzato dalla Fede, la purezza· della tradizi,:me classica, la « purità antica )> appariva a lui in tutto il suo splendore e gli consentiva di ,rimanere fedele ai suoi tre amori " come di una fedeltà pacifica, come ad un solo amore, nella luce di una sola Verità. Se pensiamo non lui doveva diventare il ·cc maestro -in Israele >> ma il piccolo cc tomista ll, allora carico della sua clamorosa ortodossia, ,per intiepidire la ,fede di molti, mentre lui moriva catecumeno, nella luce ,del •battesimo di desiderio, legato ad una solidarietà al mondo -di coloro che non hanno fede { quella stessa solidarietà che poco ,prima S. Teresa ave– va così dolorosamente sofferta), .allora noi pensiamo che il Signore abbia voluto così umiliare in noi non il Battesimo e l'ortodossia, ma l'orgoglio :dell'uno ·e deil'altra. r r

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