l'ordine civile - anno II - n. 17 - 1 settembre 1960

Spedis. in abb. poatale - Gruppo 11 l'ordine civile RIVISTA-QUINDICINALE Anno II • n. l 7 1 settembre 1960 Una copia L.. 100 Editoriale: Resistenza e Stato - Il PSI dinanzi alla frattura di Giovanni Baget-Bozzo - Comu– nismo e sinistra borghese in una situazione prerivoluzionaria di Glauco Licata - Peguy e la città antica di Domenico Petrì. Note e commenti: Il generale e l'Europa • I voti che non contano - L'insurrezione di Varsavia - I presup– posti politici dello sviluppo economico (di Giacinto Gindre) - Olimpiadi - Stati Uniti e Cuba. Opinioni e dibattiti: Alcune osservazioni sulla sinistra d. c. di Luigi Anfossi. Polemiche: L'oo. Nenni e la politica estera italiana - È mancato il "fumus,,. Documenti: Attesa della salvezza e collettivismo di Gaetz Briefs. Resistenza Il mese di luglio ha visto il coronamento del tenta– tivo comunista di ridare nuova vita all'antifascismo; da quel momento un mantello di indecente ipocrisia si è abbattuto sui partiti e sulla stampa. La Resistenza e l'antifascismo hanno cessato di es– sere parole di significato universale dal momento in cui, in loro nome, la religione fu oppressa, l'autonomia na– zionale e statale di mezza Europa conculcate e disperse, la libertà civile annullata: dal momento in cui la nuova Grande Alleanza si rivelò infinitamente più cinica, meno rispettosa del diritto e dei propri principi che non l'an– tica Santa Alleanza. Da quel momento c0;Joro che ave– vano sentito nella Resistenza la lotta della verità e della civiltà contro un neopaganesimo diventato ormai solo dispotismo e barbarie, non potevano più in verità usare quelle parole, come espressione militante dei valori. La tirannia le aveva irrimediabilmente violate. Si poteva certo onorare la Resistenza e l'antifascismo, ma per ciò che erano stati nella coscienza degli innocenti e dei giu– sti, non per quello che erano nella politica dei potenti. Il legato della Resistenza nella storia esiste. Il na– zionalismo non è più un ideale, lo Stato nazionale non b è iù un--mito, il "{ore passe droit" può essere soste- e Stato nuto solo contro coscienza. Sotto tutti i mali, tutte le debolezze, tutti gli opportunismi, le oppressioni e le violenze che coprono la faccia dell'Europa, essa ritorna a essere come una famiglia. Il "sangue d'Europa" non è corso invano. La via è libera a dei grandi compiti co– struttivi. Ed in questa prospettiva della Resistenza in spirito di verità, come è p~ssibile non riconoscere la nobiltà del nemico? Di colui che. morì per fedeltà, che combatté per solidarietà, - per onore: colui che combatté nonostan– te sapesse della sconfitta, che morì senza la speranza della vittoria e che, anche . se ha già ricevuto il , premio eterno, è ben in diritto di ottenere anche quello tem– porale, il rispetto se non la gloria? L'onore è il supremo motivo, quando ogni altro è venuto meno: esso basta a fare gli eroi, e concorre a fare i martiri. Ma in.vano cercheremmo dei sentimenti giusti ed onorati nei " santoni " della Resistenza o negli sfruttatori politici di essi, dai politicanti comunisti, so– cialisti, democristiani, ecc. Per questi professionisti esi– stono solo delle occasioni politiche: nel piccolo mondo del potere, in questo mondo astratto e separato dalla realtà del popolo italiano, tutto è tattica e _niente è ve-

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