l'ordine civile - anno II - n. 17 - 1 settembre 1960

pag. 24 sua propria dialettica, precisamente perché si scontra con i limiti spazio-temporali dell'uomo. E ciò è particolarmente vero quando più si insiste sui valori corrispondenti alla cose che si passane, possedere, sfruttare, godere, le quali appar– tengono, di conseguenza, all'ordine economico. Quando la povertà ed il ,bisogn.o appaiono come peccati sociali, è la so– cietà che, per la vita condotta dagli uomini gli uni con gli aLtri, diviene il centro ,di ogni critica e di ogni riorga,n:iz• zaziione. 2) All'eredità dell'impronta categoriale di origine cri– stiana appartiene, in secondo luogo, l'•ulea di umanità. Essfl è intesa, dai cristiani, come la _totalità degli uomini nati dal– l'atto creatore di Dio -e ordinata ad uno stesso fine trascen• dente. Essa proviente dalla Paternità divina e si pone nella fraternità del Cristo; essa è viva nell'unità del battesimo e deUa « santa attesa ». Lo stesso ordine· soteriologico unisce le generazioni passate, presenti e future. ,Invece di essère dispo– sta per l'aldilà, l'umanità non ha più che un qualsiasi destino i1nmanente : la perfezione della « umanità pùra », il pro– gresso, l'e,voluzione ecc. ecc. Per burlarsi dell'idea di pro-, gresso professata da liberali e socialisti, Max Scheler evoca l'ilnmagine di un allegro garzone che « corre e corre senza sa,pere dove va ». Si potrebbe aggiungere :ì « senza sapere a servizio di chi egli lavori e quale sia la sua missione ». E' proprio qui che si manifesta· la varietà delle finalizza• zioni secolari. Si tratta del re$no della ragione, del salto nel regno della libertà, deUa futura società comunista, della so– cietà degli esseri liberi ed eguali, svincolati da ogni aliena– zione? Si tratta del superuomo? Quali sono le esigenze etiche richieste perché avvenga l'emancipazione? Donoso Cortes fa osservare che il socialismo ha trasformato l'etica della carità e della fraternità in amore del lontano; la morale, in elf e-tti, non guarda più ciò che è prossimo, la persona umana ed i suoi legami naturali, ma all'unità più vuota ed -astratta, èon• cepita in una prospettiva di- teologia ·secolarizzata. Ne con• segue che il lontano ignora deliberatamente la persona uma– na e le sue relazioni naturali e collettive, che le svalorizza, se adidiritUura non le liquida, in nome della << umanità » ! L'entusiasta religione deU'umanità, come si è mani/e• stata nel :X:•VJII e XIX secolo, non avrebbe potuto avere per origine la stessa esperienza dell'uomo e dell'umanità. Vi è una t11ascrizfone a partire dal do,miroio della t-eologia_cristiana. E' questo ·un punto che, fino al 1849, P,roudhon ha ben mes,so in luce nelle sue « Cowfessioni di un rivoluzionario ». Biso,gna ammettere che, attraverso questo entusiasmo umanitario, il populus sanctus Dei e la respublica christiana hanno vissuto il' loro transfert secowre. Per molte ragioni il processo è stato lento. Nel XV<Iil- secolo esso si condensò in deismo. Nel XIX-abbandonò per la.strada tale deism,o. 3) In correla:&ioneal conceuo secolarizzato di umanità, bisogna rilevare, in terzo luogo, il concetto egualmente seco– larizz,ato di società. Si pensi,, per esempio, alla potenza magica di questo concetto in Comte, Marx ed altri autori marxisti. Marx dichiara che «,la società non si pone nes,sun compito che non possa assolvere » ; in altri marxisti, come Bebel e Strachen, Leggiamo che la società socialista deU'avvenire fà questo e quello, che permette una cosa e ne proibisce un'altra; in breve, la società collettiva appare qui come una ipostasi, come una entità che pensa, sente, vuole. Essa è l'umanità secolare, l'« uomo ,qualsiasi » in azione. La società in que– stione è la collettività elevata a dignità di persona. Anche qui dobbiamo supporre una trascrizione: quella della Chiesa come comunità di persone, come µnità della cri~tianità. La società, da allora, è la comunità ( emancipata nei ri·guardi di tutti legami sociali, di tutte le istruzioni) degli uomini che vogliono ed agiscono liberamente; tutto ciò che non è scelta - nel senso puramente secolarizzato del termine - scom– pare; restano individui Uberi, emancipati. : 4) Individui, non persone. Non è un caso se, dal XVHI secolo, il concetto' ,di persona si è sempre più separato da quello di individuo. E'- una conseguenza della secolarizza. zione. Il concetto di persona si è formato dapprima nella filo- l'ordine civile sofia storica; ha poi trovato la sua perfezione nella teologia cristiana di un Dio personale eh-e vive in comunità con !Se stesso. L'uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di questo Dio trinitario e pe,-sonale. Bisogna dunque ,che •egli porti in sé dei .tratti 'essenziali analoghi, quelli di una per– sonalità nella comunità -delle persone. E' questo che rende la persona umana ,insostituibile. rJ'ale concetto di persona non si realizza « per mezzo della polis », alla quale esso si oppone e che trascende, ma cc entro la polis», ,nella struttu– razione e nella gerarchia che, sotto tutte le sue forme, esige la città. La - polis, che non è essa stessa una persona e che, per– tanto, non è destinata alta salvezza, deve servire la persona .umana ed il suo destiino trascendente. Tale servigio è neces– sario ed essenziale a causa dell'imperfe7Jion-e della persona umana; è per questo che lo Stato ed altre istituZlionÌ sociali possono esigere da lei obbedienza, sacrificio e collaborazione in tutto ciò che richiede per le necessità deUa salvezza tempo– rale della comunità delle persone. Qui la trascrizione stacca il concetto d-i persona dalle sue radici e dal suo destino teologico. La persona emàncipata si presenta anzitutto -co1ne assoluta, autonoma e coscientemente entusiasta della sua emancipazione ( Giordano Bruno). Si trat– ia, nel processo della secolarizzazione, della fase rinàscimen– talie. Ma il problema è di conciliare la società con questa au– tonomia assoluta della·persona. Allora la secolarizzazione del– la respublica, christiana si scontra con la secolarizzazione del concetto di persona. Tale conflitto 'Si manifesta ùi numerÒse if o•rme; ci limitiamo qui alle sue riipercussioni nel pensiero economlicc:, Il padre dell'economia-politica, Adamo Smith, ave– va tentato di risolvere l'antino111Jia,ammettendo 1tn'armonia prestabilita. Bentha,m respinge questa ,scappatoia; egli cerca - di dimostrare che ,il calcolo ben compiuto dell'interesse egoi– stico include, per così dire, l'interesse altrui. Ma non è una solumone. Berotham stesso se' n'e accorto -e ha dovuto rivol– gersi allo ,stato pe,r assegnargli compiti positivi ed esigere i 1;.uoi ,interventi al f iroe di assicurare il massi:mo di felicità al maggior nwnero possib.ile di uomini. John Stuart Mill è an• dato più ancor lontan·o. Partito dpl liberalismo e dall'utili– tari_smo, egli è giunto infine assai vicino al collettivismo. In Marx il problema delt.aèc•ordo tra la società e l'individu.o viene contràf1atto attraverso una formula vaga seco;,,do la quale, nelw società sociaUsta « la libertà di ciascuno » diver– rà, per la prima volta ,cc la libertà di tutti». Durante 'lo sviluppo economico e sociale dell'era capita– listica, l'individualis11io non ha cessato di sfumarsi; i gruppi eh-e ,non riescono, o ,non ritengono di riuscire a far valere i foro diritti nel ;processo del mercato, delegano la loro auto– no,nia e la loro responsabilità individuale -ad associazioni. Nella 1nisura in cui tali associazioni ottengono risultati e si rafforzano, esse assorbono i doveri e le responsabilità dei loro membri. E più si estende tale assorbimento, più la collet– tività parziale assume la dig,nità di una persona collettiva. 11 proc-essò , conduce progressivamente ad una società plura– lista, in quanto unità, fondata non più su indiv,idui autonomi, jma sua associaz-ioni più o meno autonome. Ona, l'anarchia latente implio,ita in tale stato di cose rischia sempre di con– d.urrt ad una totale collettivizzazione. Ailora la dignità della persona viene attT'ibuita ,ai corpi centrali ed alla loro -dire– zione : , il « duce », il « Fuhrer », , il segretario generale del partito comunista divengono delle persone assolute. Così viene superata l'opposizione tra il concetto secolarizzato di società e quello di individuo autonomo : la società ( od il suo rapp11e– sentante) diviene persona assoluta. A lei si convengono ora gli attributi della ragione e della •libertà, ma anche quelli che essa eredita, attraverso la secolarizzazione, dalw respubl~oa christiana : il car-attere quasi-sacro, la cattolicità, l'infallibi– lità, la scienza della salvezza e l'assoluta pretesa a realizzarla. Il cerchio vien-e allora chiuso. La dissoluzione dell'imma– gine del mo rodò fondata sulla religione e denivante da essa la sua integrazione, genera nelle iase finale della secolarizzazio– ne, una società totmlttaria. A tale società appartengono in pro– prio tutti gli attributi di Dio; tutti, ad eccezione della caritas e della miseri-cordi,a ·Domini. - • ' Diresione, redasione e amminùtrasione: Roma • Via di Porta Castello, 13 • Te!. 561.279 •Direttore: GIOVANNI BAGET-BOZZO - Redàttòre responsabile: DOMENICÒ DE SQSSI Autoria■uione del Tribuaale di Roma 111. 6923 del 30 maggio 1959 ABBONAMENTI: Annuo: L. 2.000 • Sem.: •L. 1.100 Trim.-: L. 680 Tiv, Alls-Gu• • Roma • Via Banohi Vecchi 11 • Telef. 652.576

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