l'ordine civile - anno II - n. 10 - 15 maggio 1960

pag. 4 di una autorità che spazia assai più m alto del culmine più alto da esso storicamente raggiunto. Nella giustizia, e secondo « giustizia naturale », il comu– nismo avèva giudicato gli altri; per la prima volta, una ne– cessità inderogabile di liberazione e di salvezza lo costringe ad una applicazione cc assoluta >> di questa stessa giustizia, tale cioè che non si arresti neppure dinanzi al nome e al nume più potente-onnipotente del suo olimpo. Ciò c-he doveva verificarsi, di contraccolpo morale, si verifica attraverso una inevitabile crisi di antagonismo postu– mo. Il comunismo di Kruscev non ,è più quello di Stalin: per effetto di una incontrastabilmente vittoriosa differenziazione antagonistica che affida a Kruscev il ruolo storico decisivo, per il comunismo, di neutralizzatore ( degli errori) di Stalin. La sola •« novità » maturata dopo Stalin dentro il comu– nismo, scaturisce pertanto dal ribadimento laborioso e peri- I~'URSS non Il discorso di Ba•ku, quello al Soviet Supremo, la viru– lenta campagna .contro gli U.S.A. e l'Occidente intero per l'episodio, vero o truccato non ha importanza, dell'U-2, le recise minacce di rappresaglie alla Turchia, al Pakistan e alla Norvegia, seguite da nuove· a•ssicurazioni ,che la Confe– renza al vertice avrà luogo ugualmente nella forma discreta voluta dai tre Grandi per raggiungere la distensione, sono le più recenti docce scozzesi alle quali Krusciov va sottoponendo da •due anni tutto l'Occidente, ora rassicurandolo, ora de– primendolo in modo ,da disorientarlo, di spezzarne il morale, avvolgendofo in cortine fumogene che gli impediscano, con un esame sereno e spassionato,, di scoprire cosa realmente si nasconda dietro questa tattica contraddittoria e· conturbante. E' mai esistita realmente in Krusciov, dittatore di turno - che come tale è sorretto dalla unanimità dei consensi, compresi quelli dei suoi avversari - -la precisa, decisa e one– sta volontà di giungere alla distensione per realizzare poi un disarmo progressivo e controllato? Se tale volontà in un dato momento è esistita, chi lo ha costretto a far macchina indietro, a intessere un doppio gioco pericoloso per la stessa esistenza dell'URSS? Non certo l'Oc– cidente il quale sinceramente vorrebbe, ed egli lo sa, Ja di– stensione e il disarmo, e neppure i puri, i fanatici, gli ultra della dottrina leninista, e i seguaci di Stalin che Krusciov ave– va già sgominato nel 1956 al XX Congresso del P.C. dell'Unio– ne sovietica leggendo la cinica lettera, il cosiddetto cc docu– mento segreto » nel quale svelava le nefandezze di Stalin, dopo esserne stato il suo complice politico finchè era vissuto. Quale altra forza è dunque ,così potenzialmente :forte da incutere in Krusciov un vero e proprio timore reverenziale e nel contempo ,così poco appariscente da non richiamare che di scol'cio e distrattamente l'attenzione degli Occidentali, il– lusi di realizzare ,con Krusciov la distensione e il disarmo? 'Evidentemente la Cina. Già in un numero di cc Ordine Civile » dell'ottobre scor– so, elencando i primi sintomi premonitori dell'affermarsi della Cina, scrivevamo: « In attesa che la leadership del co– munismo mondiale passi dalla Russia alla Cina, Pekino sta già appostando nei posti strategici le sue vedette, i suoi agenti per captare gli arabi, per guadagnarsi l'Africa nera, per iso– lare l'Europa >l, segnalando inoltre •che l'URSS aveva già av– vertito sin dal 1956 il pericolo cinese dopo gli avvenimenti in Polonia ed in Ung,heria. Krusciov s'illuse di poter riguadagnare il terreno perduto P.. alla vigilia della cel~brazione del decennale della Repub– blica Popolare Cinese, parlò ·con energia a Pekino, avvertendo che « il f~turo stava tra la pacifica coesistenza e la guerra co~ tutte le sue, disastrose conseguenze ii, che il comunismo non bibliotecaginobianco l'ordine civile glioso, in gran parte inconsapevole, di un prius che è _un primum, che è un primato: ,quello della legge {politica) naturale. L'avvenimento ha suscitato risonanze così vaste e pro– fonde, così subitanee e damorose, perchè ha rischiarato al– l'improvviso in termini di controllabilità e giudicabilità uma– na il mistero di Stalin. Questo uomo, insomma, non ha vinto I'in vincibile. Il compagno Kukuruza, il contadino dell'Ucraina: senza passato e senza grandezza, ·ha avuto ragione di un idolo, per– ch'è lo ha esposto con elementare schiettezza al saggio del bene e del male; perchè il fiuto infallibile dell'essenziale gli ha aperto lo spiraglio sicuro onde pe~etrare, abbattendo l'ostruzione fatale, nella chiarezza infantile del sì e del no. « Per la Russia la distruzione stessa ha una dolcezza mortale come quella della neve. Le sue idee sono spesso innocenti e financo infantili: come l'idea della pace » ('Chesterton). ' puo disarinare di Enrico lnsabato può essere imposto •coh la forzà in ogni parte del mondo, poichè « la gente non lo comprendere·bbe e non lo sosterreb– be » e concludeva che cc questo deve essere un principio fon– damentale per noi ii. Mao, Ciu En•Lai e tutti 1 capi comumstl cinesi avverti– rono il pericolo, mortale per il ,comunismo, di una politica che, avrebbe portato Mosca a transazioni e ·a compromessi con l'occidente, a una polit-ica cioè di possibilismo e di immo– bilismo che avrebbe distrutta la sua combattività e Ja sua aggressività messianica. ,Senza prendere di fronte Krusciov, per quattro mesi il governo cinese lavorò in profondi~à_ per intensificare la col– laborazione oon la Russia e rafforzarsi in tutti i campi e in tutti i settori. E poichè la Cina ha bisogno che lo status quo continui sino a quando essa avrà consolidato le basi del suo regime, non si mostrò avversa alla pacifica coesistenza, e pur temperando la sua intransigenza verbale - che era necessa– ria per prendere quota fra i nemici dell'imperialismo colo– niale ed economico degli occidentali - fece intendere che tale ostilità avrebbe potuto essere temperata e forse cancel– lata •qualora la Repubblica Popolare Cinese fosse ammessa all'ONU. Di ciò si fecero ,caldi propugnatori più che Krusciov e il governo cinese, gli uomini d'affari occidentali e soprattutto quell'anima fondamentalmente ingenua del primo ministro Nehru, il quale, alla vigilia ,della conferenza dei Primi Mini– stri del Commonwealth, dopo i deludenti colloqui con Ciu En-Lai, dopo avèr constatato che « la Cina non segue più i cinque principi della coesistenza ii -che lo sviluppo industriale e il suo accrescimento demogra•fico sta diventando un fattore esplosivo il quale potrebbe in un prossimo avvenire mettere in pericolo la pace dell'Asia, dopo aver infine constatato che i suoi colloqui con Ciu En-Lai hanno me.sso in piena luce che le due concezioni dei fatti sono assolutamente antitetiche, e quindi irreconciliabili, egli ha concluso candidamente di re– stare ancora partigiano dell'ammissione della Cina all'ONU, proprio pe1•chè essa rappresenta un pericolo per la pace. Quattro mesi dopo il discorso di Krusciov a Pekino, il punto di vista cinese venne illustrato da Kang Sheng, inviato quale osservatore alla riunione di Mosca dei membri del Patto di Varsavia. Egli si dichiarò favorevole alla pacifica convivenza, negò che la Cina volesse la guerra, ma concluse dicendo che se il suo paese fosse stato costretto alla guerra, cc gli imperialisti reazionari avrebbero preparato la propria distruzione ii. Fu concordata allora tra Mosca e Pekino la tattica della doccia scozzese e Krusciov dovette impegnarsi a conservare la parola distensione dandole però, con una reticenza men-

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