l'ordine civile - anno II - n. 10 - 15 maggio 1960

bit, pag. 18 una verità artistica che non v-iene mai sacrificata per esigenz·e letterarie o, quanto meno, per partito preso, in una forma ve-rament-e nuova. In ,qu_est·a forrna nuova avviene il miracofo dell'unione tra l'umano e i~ divino, cristianamente e ortodossamente sentito. La realtà ter– rena non è fine a se stessa, ma ha il suo completamento nella realtà trascenden– te; ·e lo spirito del poema può essere riassunto nelila seguente formula mora– le: « la morte è la vita ». Al di là del– la morte è la ricompensa che il C'ielo largisce a chi fa bene, nel trionfo del giusto, del bello, del buono. Questa -cer– tezza, che spira in tutte le pagine di « Mirèio )), e (jhe Mistrnl accoglie, oltre che per intima convinzione, come ret-~·g– gio prezioso dei maggiori, segna la so– stanziale differenza che lo allontana dal Lamartine e dal suo mondo morale. L'amore dei due giovinetti non ·è quel– lo di Dafoe ·e Cleo - -come vorrebbe Lamartine - ; è for,se più giusto -pen– sare Romeo e Giulietta, a Tristano e IsoHa, anche se solo per similitudine. Ma nei confronti di Mirella e V-in-cenzo non ·è lecito pa·rlare di passione amoro- \ - J sa, -chè l'-amore non trova la sua com– pleta spiegazione nella -vita ma nella • moTte, rquasi -come suo ,nec·essario com• pletamento e superamento; e la stessa morte ( morte e non suicidio) altro non è che la condizione -uecessaria perchè « dous cor ami poscon libramen s'ama ». « Mirèio » non è una •tragedia, è un dramma ·cristiano nel ·senso più alto del– la parola, in cui la gioia -e ,i,l dolore -han– no le stess~ ragio·ni di essere e lo stesso ultimo fine; e Mirella, la giovane « vier– ge » eroina, è « martire » e non schia• va dell'amore, la quale -conclud·e la sua esistenza nella certezza di aprirne un'al– tra dove· !',amore non .troverà più ostaco– li. E con •l'anelito a questa pace, in<li– sp-ensarhile ad ogni cristiano in questa vit ta, si chiude il poema: è il coro dei buoni « sante-si >> che hanno assistito al trapasso di Mirella nel santuario : << O belle Sante, Signore della pianura d'a: marezza, ·quando 'vi piace, voi colmate di pesci le nostre reti! Ma la folla dei peccatori •che ,si lamenta alfa vostra por– ta, o bianchi fiori del salso lido, se di pa,ce ha 1 bisogno, colmatela di -pace!». D. F. LETTURE GIOVANNI SPADOLINI: Giolitti e i cat• tolici ( 1901-1914), Le Monnier, 1960. « E' all'Italia giolittiana che questo libro è dedicato ; è alla ricostruzione della inimitabile esperienza storica che sono volti gli studi e le ricerche com– fJendiati nel lavoro di oggi ». (op. cit., pag. VI). Così Giovanni· Spcidolini delimita il 1,uo impegno nella prefazione del li– bro, e più avanti: « l'opera, che com– pleta il quadro della "Opposizione Cattolica " ..... non obbedisce a nessu• na tesi precostituita, non serv e a n es– sima direttiva di azione e cli lot.ta. Il suo fine è uno, e u.n soltanto : d efinire i termini ed i caratteri della politica eccle siastica giol.ittiana..... introdurre u.na migliore comprensione di un pe– r iodo felice della vita italiana, m!{ge• rire nuovi temi di indagine particolare e monografica alla attenzione def!,li stu– diosi, e sopratutto dei giovani studiosi i,. ( op. cit., pag. 10). Non v'è dubbio che l'autore sia riu– scito pienamente nel suo intento. Nelle pagine del libro i termini ed i caratteri della politica ecclesiastica gio– littiana si stagliano netti e precisi, nella cornice di una attenta e larga documen– tazione. E poiché la politica ecclesiastica gio– littiana determina e condiziona in gran parte i disegni e le finalità politiche generali dello statista piemontese, la, comprensione della prima offre una chiave cli eccezionale valore per defi– nire il contenuto ed i limiti delle se– conde. Ma lo studio di Giovanni Spadolini pone in tutta evidenza un altra efo- l,Cl mento che giustifica l'interesse con il quale il libro è stato accolto negli am– bienti cattolici: il valore e l'attualità della linea di pensiero e di azione che ha guidato l'impegno religioso, civile e poli.tico dei cattolici italiani dal 1900 al 1915; linea magistralmente indicata dalla sensibilità re{igiosa e pastorale del grande papa San Pio X. 1 termini ed i caratteri della politica ecclesiastica giolittiana vengono deli– rheati con chiarezza ed efficacia dal– l'autore sino dalle prime pagine del libro. Alla fine di agosto del i901 - es· senclo Giolitti ministro clell'lntern.o del gahin.etto Zanardelli -- si svolge a Pisa una mani/ estazione anticlericale di gruppi rndic-ali e massonici, nel corso della quale risuona il grido di " Viva Bresci ". Il prefetto di Pisa omette nel suo rap– porto di segnalare il fatto' al ministro, ma la cosa giunge a conoscenza del mi– nistro della real casa gen. Ponzio Va– glia, che chiede ·urgenti chiarimenti ll Giolitti. Questi invia un ispettore a Pisa con precise disposizioni di dare piena sod– disfazione agli ambienti di casa reale allarmati da quel fatto; ispettore che dovrà contestare al prefetto l'autoriz– zazione concessa per la manifestazione. Il prefetto si clifende facendo rile– vare che- il fatto segnalato doveva con– siderarsi del tutto trascurabile, e che l'amplificazione dello• stesso altro- non poteva essere che « ..... un -tentativo di rivincita . delle consorterie reazionllrie ecl intransigenti turbate dalla politica sociale dell'epdca nuova >i, ( op. cit, pag. 12). l'ordine civile « ..... Egli ( il prefetto) si richiama. al mwvo indirizzo " liberale " del governo Zanardelli-Giolitti, per giustificare la sua tolleranza (d'alt ronde t.radizionale) in tema di anticlericalismo ii. ( op. cit., pag. 11). Ma « ..... quali che fossero le giust.i– ficazioni del Prefetto di Pisa, quale che fosse il sottinteso conservatore del– l'anticlericalismo, quel grido cli " Viva Bresci " non poteva essere toUerato. La politica sociale di Giolitti aveva pro– prio l'obbiettivo di impedire che quel nome echeggiasse mai più in Italia i,. ( op. cit., pag. 13-14,). « Il problema /ondamentale del ,w.o• vo governo era quello di allargare i consensi attorno all'istituto monarchi• co, di superare l' atmos/era di crisi e cli tu,rbamento e quasi di smarrimento che aveva accompagnato la fine del secolo ..... Nella nuova prospettiva i cat– tolici avrebbero dovuto giocare un ruo– lo diverso da quello esercitato ai tempi della opposizione clericale e del laici– smo crispino : un ruolo di conservazio– ne mod~rata, in una prospettiva che escludeva ogni loro. iniziativa politica autonoma ma presupponeva egualmen• te il rispetto dei valori religiosi, il ri– spetto dei valori di coscienza. Allo stesso titolo i socialisti avrelib~ro do– vuto assolvere ad un funzione di evo– luzione illuminata, di progresso demo• cratico e • civile, volta a fare di ogni nullatenente • u.n conservatore, volta a poggiare le istituzioni sul consenso cor• diale e spontaneo delle masse popolari, soddisfatte nelle loro aspirazioni eco– nomiche, inq1.tadrate in una prospet– tiva legalitaria, partecipi della vita e degli interessi dello Stato >>. ( op. cit., pag. 14-15). Erano dunque queste le direttive del– la politica ecclesiastica giolittiana, di– rettive che si ponevano a fonda mento di tutto il mo disegno po-litico, inteso a fare muovere la vita del paese s1.1, binari di ordinato progresso civile e sociale, a salvflguardia delle istituzioni. Ma l'operare per il conseguimento degli ohbiettivi sopra delineati, ,ton poteva non tenere conto, per la parte cattolica, delle partite aperte che s'era– no venute a determinare con il sorgere della questione ronuina. Il problema si pose a Giolitti in t.ut– ta la sua portata ecl urgenza, ed ef.![i rit enne d i doverlo affrontare secondo un m.et; odo che aveva già adombrato nelle dichiarazioni programmat.iche del suo primo ministero nel 1892: « Non parmi necessario ..... e mi astengo dallo svolgere l'argomento della politica ec– clP..~iastica ». ( op. cit., pag. 353). Discrezione e silenzio erano dunque le su.e parole d'ordine .. « ..... era una linea che tendeva a su– perare i contrasti del decennio più aspro ed in/uocato dell'anticlericalismo, a riportare i problemi pendenti alle più esatte proporzioni, e presentare come acqnisiti e de/in iti i dati essen– ziali dello stato laico, dello stato delle Guarentigie, dello stato del 20 seUem– bre >>( op. cit., pag. 354) nella « ..... più netta consapevolezza della necessità di

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