l'ordine civile - anno II - n. 10 - 15 maggio 1960

bi r ordine civUe Oggi anche in arte astrattismq •e rea– lismo si contendono jl campo, ma chi già in precedenza li.a vinto la partita su entram-bi sembra esser proprio il mate– rialismo. Se il filosofo delle. idee, Pla- • tone, ha prodotto opere concrete .come La repubblica a mettere in luc~ le cau– se di ogni decadenza delle istituzioni politiche, proprio Carlo Marx, materia– lista, ci ha dato Il capitale che è forse l'opera più astréltta che mai sia. stata composta. Il. materialismo moderno cre– de di potersi sostituire alla vuota _cul– tura cosiddetta umanisJica con l'eviden– za di fatti concreti, ma di concretezza il ma terialis~a non può nemmeno par- . lame, perchè hél perduto _quel semio . sp~rituale che d'ogni concretezza e d'ogni. realtà è significato e misura. E d'altra .parte tale situazione. non è certo peculiare ai soli materialisti marxisti, bensì anche a molti che del marxismo si ritengono i nemici più risoluti;· è il comune male di cui è affetto il mondo moderno per aver preteso di liberare il pensiero filosofico dalla religione e dai' mito, dalla teologia e dalla poesia, dal canto ... mentre proprio Platone ci aveva indicata la musica quale arte prima, quale studio sommo, per l'uomo di sapienza e di governo·! Insistere ancora oggi a ordinare il mondo sui freddi dati della scienza spe– rimentale, della statistica; insistere a ispirarci a una socialità fatta di mano d'opera, ore di lavoro, mercati, produ– zione... anzichè • considerare tuttociò come massimamente utile, ma solo in senso strumentdle, continua~e sulla via del tecnicismo ~ del benessere materiale d~ un lato e dello sport e del diverti– mento dall'altro, significa insistere sul doloroso contrasto tra uomini astratti e termini concreti. In altre parole, sig;nifi– ca affermare il materialismo nel lin– guaggio, nel costume, nella po_litica. ATTILIO Mo.ao1N1 (I) Si veda: cc Linguaggio e denwcrazia" • in ORDINE CIVILE - Anno Il, ,n. 7, 1 aprile 1960. (2) Naturalmente - sia detto per .maggior chiai:ezza - la causa .di ciò non è da impu– tarsi ae:li stessi ordini. bensì alla cultura e alla mentalità del mondo laico che ha sentito come astratto ciò che avrebbe dovuto vivere come ideale. Così il distacco degli ordini contemplan– ti dovette per forza tradursi - almeno esterior. mente - in termini di isolamento. Il centenario di "Mirèio,, Compfoti gli stuni universitari nel 1851, Fed·erico Mistral se ne tor-nava al– la fat_toria paterna con neU'a~imo il vi– vo desiderio di realizzare un preciso e orgo·glioso programma che aveva medi– tato dur,ante gli anni di collegio : cc pri– mo, risollevare e ravvivare in Pro-venza il sentime.,;_to della razzla... ; • secondo, provocare questa resurrezione restau, rando la lingua naturale e storica del paese ... ; terzo, rimettere in onore il 1 pro– venzale con l'azione e la fiamma della divina poesia ». ( Citiamo dalla. prefa– zione e traduzione di D. Yaleri, e( Mi– rella » 1 UTET, 1954). \., e La felic-e gi vinezz·a del poeta di -Mail: lane si era sì°lt-a, nei pri:r;ni anni", nel mondo intim? e rist·retto della vecchia casa patriarcale e nella li•bera vita dei campi pieni ~i sole e di vento. 11 ·suo animo si era ,utrito ,di amore familiare, di auaccamento alla terra d'origine, di schietta e .si~cera pietà religiosa ; e la sua fantasia }',era aperta al fascino e al– la suggestion delle leggende arcane che .narra-va-no di.· treghe e di fate. Poi ven: nero gli ann· .del cÒllegio e l'incontro con .Omero e Virgi,lio. Ma un altro in– contro dovevi •esseI'e -ancor più determi– nante nella sua vita: ad Avignone, il pa'i,s_an Mistra~ incont~ò un giovane pro– fessore - Giµse.ppe Roumanille - poi suo amico, ci~e scriveva versi i.n proven– zale e che v•a~heggiava di. promuovere la Rinascita deL~aPro.venza avendo di mira la ripresa dellla tradizione letterl;lria oc– citanica, che !aveva sutbìto una interru– zione di secoU. Il giova~e professore e il giova,nissiIDio discepolo s'in:contr•arono, si capi.rono; •\a foro fede i,nfiammò altri cuori e nel 1854 il desiderio della Rina- . I • scita provenzlale si -concretò nell'ist,itu- zione del Felibrige. Un tale fenomeno di secessione nei I confronti deHa cultura francese 'Poteva - avere la sua !ragion d'es-sere solo se ri– vestiva carattere di necessità, solo eioè I se si manifestava l'urg·enza, da parte di un vero poet;a, di esprimersi neHa lin– gua della su~ patria natale e non nella lingua della p•atria più grande. E que– sto. è ,a-ppuntd i,r caso di Mistral. Ma no- • nostante il sJo sforzo poderoso e nono- I 1 • d'. l • l d' stante : a -creaz10ne 1 ·que :m1raco o 1 • h ' 1 M' " l''d-. d' P poesia e e e Cf • ue10 », 1 1 10m.a 1 ro- venza fata1mènte non poteva riuscire a . I • • • con·qu1stare ·9 a r1conqu1st-are - se SI . vuole - la •1ignità di ,lingua letteraria che aveva avuto nel Medioevo. .Perchè un lidioma ,possa divenire lin– gua è necessafio che essa risponda a tut– te le esigenze ·e ai 1 biso·gni letterari cli tutto un popdlo. Era necessario, nel caso del ,felibrisnio, che i,l neo-provenzale fosse la Hng~a di tutto il mezzogiorno di Francia ; bisognava che servisse non solo alla poe~ia, ma anche aHa prosa e non solo allai prosa semplicemente •arti– stica, ma •a tf.tta la prosa dalla novella al trattato ,s~ientif.ico, al giornale, .alll! rivista; bisognav,a che ·fosse la Engua di tutti i po ➔ti e scrittori della Francia meridionale { anc 1 he d,i Daudet e di mol– ti altri ohe i'4vece scrissero in francese). Così tutta la gloriosa ,letteratura proven– zale moderna non ,è che una letteratura dialettale - il termine non ha alcun I d • 1 • • • I 1· va ore 1spr{1p;iahvo - : a vera 1ngua anche della •Francia merid-ionale è il francese. Il Gilliéron affermava -in ,pro- . posito :che tutti i ,prove·nza,li conoscono .bell'issimo il francese, senza il quale è i~possibile · parlare correttamente il p,rovenzale. Difatti - anche riconoscen– do la paradossalità dell'affermazione - la lingua del Mistral ( che è poi lingùa personalissima), il dialetto ·arlesiano pu: rilic-ato e reso adatto :a funzioni lette– rarie,. è ,molto meno accessibile a tutti i.provenzali di quanto non lo sia il fran– cese. Due provenzali non colti e appar- tenenti ai ·capi ·estremi ,ella regione, pe1· • • • I l capirsi, sono costretti a usare tra oro il francese. Le uniche sbritte provenzali che.è dato rinvenire inltutta la Proven– za son quelle del cc ~uséon arlatén >>, il noto :qmseo etno-gI'aififo di Arles, na-to per iniziativa del poeta. {Val forse la pena ricordare, in qudsta sede, che il Houmanille, nato da Jna famiglia del popoilo, si decise ,a scriJlere in provenza– le •per far comprendere alfa madTe certi suC ver,si che ella non riusciva a capire in francese). I · Un grande poeta 9 un altrettanto grande poema -non ,b,stano a salvare una. lf·?gua. C?sì, un ~apolavoro come cc Mue10 )), scl'1tto per fulto un popolo, è fatalmente destinato la d_iven_ir_e l~tt~– ra di un esiguo· numerl di pnvilegiatl •. Ma q~el!o che per nei cont~ ,(contro la convmz10ne delilo stesso Mistral che consacrò alla causa tutt1 la sua vita) non è il ,Rinascime~to provie~zale,_ i~_vero e solo mir-ac_ol~ ,e pe~ nel \((,Mire_io )). Il poema, cc figlio delil ampre ll, co_s1lo d.e– finì l'autore, cI'ebhe ne~ suo ammo ~en– tamente, ,cc al soffio d~ vento marino, ~l calore del sole e alle af!iche del mae– strale ll, ed era ·già ,co piuto nel 185_6 ma uscì a st,ampa .soilo·rel 1859, ~a Avi– gnone. E' una semplice, semplicissima storia d'amo·re di due giovan,, una delle tante che potrebbe essere ·riassunta in poche pagine; ma intorno ad -essa viene a riu– nirsi tutto qudlo che il Mistral aveva raccolto nel suo cuore di •po·et,a e che ora ri-viveva con l'a-ni~o puro del fan– ciullo e l.e ansie deU'adilescente. 9_uesta su•blime ingenuità r-esa sempre pm fre– sca dall"a semplicità :ella espressione fa del poeta un classi o nel senso più vero d-ella parola, e ,dei•la sua o•pera una cosa unica in tutte le letterature mod-er– ne ,(ehe non soffre il ~aragone -con nes– sun altro ,tenta•tivo epifo, di ~apore dot– to ,o popolaresco, qua e ,puo essere lo cc Hermann und Ho·rotl, -ea l> di Goethe o l'iceUlenspiegel )l di De Coster). Il vecchio Lam~~tine, da~}e ·pagirie del suo « Cours fam1her de hperature l>, entu– siasta, esplodeva di _ar,mir_azione •e _di gioia e tesseva le lo~I r~l ,giovane scrit– tore: cc Un po-eta epico :e nato, un vero p•oeta -omerico, un pribitivo nella no– stra età di de-cadenza, hn •poeta ,che tra– sforma un dialetto vo gare in una lin– gua -classica, un poète qui joue, sur la "guimbarde" de son vi lage, des synp•ho– nies de Mozart et· de Beet,hoven ll, .. E continua per pagine e pagine dense di commozionè a dipinge e immagini e a stabi.Jire paragoni che, anche se non tut– ti accettabi,li - bisogn riconoscerlo - contengono in germe la più giusta va- lutazione critica. I Ma anche questo da.ssicismo ( che non è -p~i imitazione g•rett~ di parole e di versi, .se mai di atteggiamenti) non ,è il solo e peculiare pre~i10 del poema: I~ esso si . fondono i.n ·p~rfetta armoma 1 motivi fondamentali ~dli cui -era nutrito il Mistral: il Cl'istia,~esimo, ·il senti– mento della natura, l'amor,e e il dolore umano. Il tutto esprbsso alla 1 luce di

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=