l'ordine civile - anno I - n. 9 - 1 novembre 1959

I cortigiani della distensione Attorno alla distensione c'è una coralità veramente n-0- tevole. I gruppi che componiono il coro sono da dividersi in due categorie: i politici e gli scrittori-giornalisti. La distensione viene colta da alcuni come occasione per creare un alone di simpatia verso i, -comunisti ora che si è sperimentalmente sicuri che non hanno cc né corna né coda ». Dei gruppi politici alcuni sono interessati, e non da oggi a dìre il vero ma oggi con maggior vigore, a creare le condi– zioni perché il fenomeno d.el clericalismo venga per sempre battuto inaugurando una politica finalmente laicista che possa comprendere la sinistra democristiana, i repubblicani ( pochi ma contano anche loro) i socialdemocratici ed i socialisti nen– niani. E' la •speranza di realizzare quella terza forza tante volte auspicata compresa fra il comunismo e tutti coloro che rifiutano il fronte laico-socialista. La logica della distensione e quella del laicismo e del socialismo porterà poi a proba– bili alleanze con il comunismo. Il famoso e auspicato cc centro-sinistra » sembra ora tro– vare il suo tempo politico e la sua occasione storica. La rottura con una parte del mondo cattolico considerato di destra sa– rebbe definitiva e la leadership del nuovo schieramento non potrebbe essere pretesa né dai repubblican.i, né dai socialde-' mocratici né tanto meno dalla sinistra democristiana né dal– l'on. Nenni. In realtà, non .si avrà alcuna leadership politi– ca, ma un colossale pasticciò in cui solo la manovra, la cor– ruzione e l'avventura avranno via libera e sicura. A questo disegno danno una mano parte della sinistra democristiana -che crede n~l dialogo con i] socialismo senza molto hadare alle lesioni che ciò comporta ·nel 'mondo cat– tolico e senza soffermarsi sui principi che sembrano dei por– tafortuna scaduti di moda ma fìssan,lo una politica delie cose sulla quale pare lecito convergen~ ad occhi chiusi. Il discorso però non deve ~oltanto essere visto in questi termini ma deve essere ampliato per abbracciarP- l'atteggia– mento dei cc missionari » delle terze pagine che sembrano voler portare al marxismo il loro ramoscello d'ulivo con il penti– mento per le offese ad esso rivolte in un tempo non molto lontano. Allenati; di tanto in tanto, sulla Stampa e su Il Cor– riere della Sera a tenere lezioni di pedagogia morale si sono sentiti in dovere di offrire la loro cultura per favorire il sor– gere di una piattaforma distensiva culturale quale premessa o stimolo o complemento alla distensione politica. • L'ohiettivo di Montanelli è di sdogmatizzate i due mag- g; ori pa1·1 iti. Infatti così egli dichiara al Paese Sera (lunedì 19 otto– bre 1959): e<... la guerra fredda ha accentuato la clericaliz– zazione del Paese nel senso che i due maggior partiti trovan– dosi impegnati l'un contro l'altro in uno scontro senza vie di uscite sono diventati due chiese, hanno a-ccettato il gove1:no interno del dogma. Ed è proprio questa deformazione dell:t attività politica che si va sfaldando. Credo che per noi intel– lettuali una partecipazione attiva al processo distensivo dehha significare 1nincipalmente un contributo allo sfaldamento dei', la clericalizzazione dei due maggiori partiti italiani )l. Non si ca pisce dal •testo che ,cosa r.;li intellettuali devono fare per 0 clericalizzare i due antagonisti. . Se è vero, secondo lo scrittore, che vivono di dogma biso– gnerebbe eliminare il ,dogma cioè togliere la loro ragion d'essere. Speriamo che Montanelli ci dica attraverso quale pro– c~sso ciò è possibile. Senza voler tocca.re la D.C. che più che una chiysa ci sembra l'insieme di ·var,ie ~- (}fl!J; \ra.st; rntipar, b UI ,,. \., ~ \., di Alberto de ]acobis rocchie vorremmo sapere come ridurre la chiesa comunista alla privazione del suo dogma. Forse Montanelli pensa che ai comunisti bisogner'ebbe togliere il marxismo ai cattolici la religione a cui si ispirano e ricomporre il tutto attorno ai vecchi temi del laicismo. Sarebbe come dire agli uni ed agli altri : fatevi liberali. Di fronte al comunismo che rivendica a sè in sin tesi storica la riduzione ·del mondo a puro fenomeno ideologico escludendo qualsiasi relazione di fede non si capisce quali potrebbero essere i punti di contatto con il comunismo di cui il partito comunista è l'espressione politica. I cattolici ad esempio cosa dovrebbero fare? Ridurre la religione ad un insieme di riti, chiusa nel tempio perché nulla ha da fare con il mondo o continuare a -credere che la reli– gione sia legare il mondo a Dio? •E' possibile una conciliazione degli opposti? Verità e non– verità ·che cosa possono creare? La distensione, cosX' intesa, vorrebbe dire: mettiamo da parte ciascuno un po' del nostro. A questo punto sia cattolici che comunisti dicono no. Nel rap– porto di forza America-Russia potranno mettersi da parte le armi, ma non i principi. La distensione non è traducibile all'interno di un paese perchè i termini del problema sono diversi. Ciò che in piano internazionale si chiama « distensione >> all'interno si chiama cc dialogo >i. Quando Montanelli poi in seguito alla malinconica con– statazione di Chilanti (l'intervistatore): cc non riesco a tro– vare una spiegazione del fatto che i più piccini - gli stati meno grandi e meno forti - continuano ad essere cat~ivi mentre i più irrandi ed i più forti si mostrano mansueti e ragionevoli »,·afferma: e< E' una questione fisiologica. Sempre è andata così._In genere gli omoni forti sono buoni e saggi. E' il piccoletto che si vendica di ciò che non ha. Lo squadrismo fascista era fatto di piccoletti cattivissimi. La debolezza è una cattiva consigliera che spinge al dispetto, alla acidità. alla rivalsa », ci viene in mente la Strada ,di Fellini e non il comu– nismo che è sì un omone forte ma di natura così poco buona e così poco sa,g;gia se è vero che la storia è lì a condannare un'esperienza di delitti da far concorrenza a quell'altro omone ,li Hitler. Questo ~ il dis.corso della forza e non della ragione. Ed è veramente pietoso che si arrivi ad aberrazioni di questo genere. Ma Montanelli va anche oltre e ricorda di aver visto i soldati russi che schiacciavano la rivolta un,g;herese come clegJi angeli biomli avvolti di tristezza perchè dovevano schiacciare gli ungheresi che in fondo erano buoni. La distensione per Piovene invece ( Paese Sera 10 ott.) esclude a pie' pari ogni speranza di incontro <e tipo Pralo– gnan ii. Egli afferma cc che è una balordaggine domandare a Nenni che si stacchi dal comunismo >> anzi meglio che av– venga una fusione tra Nenni e Togliatti altrimenti avremo il paese spaccato in due. Per timore di non aver chiaramente espresso il pensiero dello scrittore riportiamo il passo: « O noi giungiamo alla distensione con le sinistre unite - ed io penso che sarebbe addirittura me~lio una vera fusione -- o avremo sempre il paese spaccato in due i>. Il contenuto di questi interventi distensivi non abbisogna di spjegazioni. Tutto sembra prepararsi per un nuovo fronte popolare laico-social-comunista. Ci pare che queste siano le prospettive. Si tratta di dar vita ad un fronte delle forze progressiste

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