l'ordine civile - anno I - n. 9 - 1 novembre 1959

pag. 2 l'ordine civìle '--=---------------------------------------------------- comun-i, che non sono senza riferimento alle effettive esigenze attuali ,dell'umanità. La politica di ·potenza a livello mondiale raggiunge faticosamente il piano dell'ordine civile ed umano. Il problema di una legge trascendente lo Stato, di un in– sieme di norme, di principi, di valori metastatuali, che sem– brava inconcepibile all'Europa moderna, esce gradualmente dalla zona ,della penombra e dell'utopia e diventà realtà. Gli Stati ,debbono, riconoscere una più sapiente ed universale lèg•ge, che non dipende dalla loro volontà e che' è chiamata a trovare sanzione anche nel diritto ,del genere umano. • E tuttavia il- ·Cristianesimo, rinvigorendo e preservando il ·principio- ·de>lla legge non scritta elaborato dalla filosofi.11, classica, non aveva atteso i tempi presenti né le ecatombe dei milioni di vite ,del ,secolo XX per affermare il ·principio .della soggezione •degli S~ati ·a una legge più alta di loro. Nei tempi successivi alla crisi ,deU'Impero romano, la Chiesa si preoc– cupò di portare la società barbarica a un liveHo più alto ,di civiltà e di diritto, facendola partecipe della tradizione clas– sica liberata ·dal paganesimo nel Sa-ero Romano Impero. Si può dunque veramente sostenere che l'affermazione di un ordine civile la cui validità non dipende •dalla volontà dello Stato, :dinanzi a cui la respublica .particolare non è mo– ralmente libera, sia negazione ,della civiltà? o non bisogn11 piuttosto affermare che essa ne è i•l primo princÌl')ÌO? Ma j dice : il problema •delicato è la tesi ,della -competenza delh Chiesa nell'ordine morale. La ·Chiesa cattolica, diversamente dal protestantesimo, sostiene la sua competenza n·ell'ordine della legge naturale, nell'or,dine morale: ora attribuire una tale competenz·a alla Chiesa significa sottometterle gli Stati. Per un cattolico la Chiesa conosce infallibilmente la legge naturale: e ·deve vigilare a che i cristiani la osservino fedel– mente. H Cristo non è venuto a sciogliere la Legge ma a com– pierla. Non conoscere la legge naturale, per una religione che chiede. che le intenzioni ·portino il frutto •delle buone opere; sarebbe non essere in grado di compiere proprio ciò a cui è destinata: cioè a condurre gli uomini di buona volontà, at– traverso la fede e le buone opere, alla vita eterna. _Ma questo a che cosa conduce se non a porre un altissimo potere a tutela ·del diritto e del-dovere :della coscienza? Forse che Stato e coscienza mora-le .coincidono? Liberalismo e sto– i·icismo possono affermare ciò: l'ottocento, età « ingenua >> del genere umano, p-oteva credere queste •Cose,ma il nazismo ed il comunismo ·sono la drammatica conseguenza, la dolorosa espiazione, la definitiva ·confutazione •di tale errore. Chi può oggi sostenere la tesi ehe andava congiunta alla precedente, della contraddizione tra •Chiesa e ·coscienza umana? Chi nel 1959, cercherebbe ancora nella Chiesa cattolica la raffigura– zione storica del Grande Inquisitore? E se il vincolo della vera fede avesse dato più spazio alla verità e meno all'errore, non è pensabile, pur facendo, come in questo tempo si deve, ampio spazio all'infedeltà dei fedeli, che l'avventura tota– litaria e la spaventosa ecatombe non ci sarehbero state rispar– miate? Terribili e misteriosi i giudizi del .Dio giusto e mise– ricordioso. Terribile· certo il male che doveva es~ere espiato da tanto sangue innocente. 11 mistero deH'iniquità ,del tempo passato e del •dono ,di grazia che è nel presente è certo molto più grande della coscienza stordita e banale di qu·esta. ge– nerazione. Ma oggi non è visibile a tutti anche ai non credenti che le sorti della civiltà umana e quelle della Chiesa cattolica sono profondamente legate? E che la Chiesa non viene mai meno neHa difesa ,dei precetti della legge di Dio che sono le norme non scritte .della convivenza civile? Se vernmente il ,mito .del progresso, la fiducia cieca nella spontaneità •dell'uomo e 'della storia stanno venendo meno e una più matura visione dei diritti della ragione, della sa– pienza, ·dell'esperienza subentra dopo tanta ehbra anarchia, se aUo scoppio della. naturalezza e alla sua sconfitta, tiene dietro un tempo dì sapienza, di virilità, di civiltà, ( come ac– cade sotto i nostri occhi nonostante le ingannevoli esperien.ze caginobianco esteriori che sono soltanto le .convulsioni -di un mondo che muore) allora anche il moderno pregiudizio anticattolico ao– vrebbe venir nieno. La civiltà nacque quando -in nome di Dio si disse al potere politico: non ti è lecito. Possiamo ricordare che il primo e supremo non· licet venne dato a di.fesa non dei -diritti della •Chiesa ma ·di quelli della famiglia, non a dif-:sa diretta dell'ordine soprannaturale, ma ,di quello umano e civile? Il non licet del Battista si è continuato poi per tutta la storia cristiana: e che cosa c'è di valido nella civiltà moderna e nello Stato .di diritto che non sia contenuto, in purezza e senza commistione di errore, nella Parola éristiana '? Possiamo dire che la parte migliore e più valida della civiltà moderna consista nel fondare il diritto della ·coscienza umana a non riconoscere altro che ·quello che ritiene esser vero. Diciamo la parte pura e migliore : perchè essa si unisce sto:r-ìcamente a idee false e addirittura contraddittorie con quell'asserto~ Nessuna figura potrebbe in questo senso esser conside– rata più espressiva .della civiltà- moderna, anche da un non· cristiano, dì S. Tommàso Moro. Uomo del suo tempo, .umanista, critico dei difetti del clero e sostenitore ,della necessità dì una riforma: fermo sostenitore dei diritti della Corona, secondo le tradizioni in– glesi: questo è l'uomo Tommaso Moro. Contro di lui sta il priucipe moderno, ·Enrico Tudor, che crede nella forza del potere centrale, nell'autonomia nazionale: il creatore dell'In– ghilterra moderna. Ebbene, in queste due •figure, all'inizio-,dei nuovi tempi, le •due anime della civiltà moderna, ciò eh~ in essa è figlio· della civiltà cristiana che cresce e si perfeziona con ·il tempo, .ciò che è errore neopagano, stanno di fronte: e i due princìpi in nome di cui combattono sono da un lato il diritto ,della coscienza, dall'altro la supremazia dello Stato anche sulle cose spirituali. Da un lato la coscienza, dall'altro il tota-litarismo, che pretende ·di assorbire nella politica anche ciò che dell'uomo è immortale ed eterno: da un .lato-il martire, dall'altro l'apo– stata. S. Tommaso Moro non mosse •mai pubblicamente la mi– nima critica al Re sulla questione del matrimonio e del giu– ramento di supremazia: -disse solo che la sua coscienza gli impediva di giurare, senza indicarne, se non nell'ultima .i;e– duta.. del tribunale che lo giudicò, il motivo. Tale impostazione della sua causa lo fa il difensore universale dei •diritti della coscienza umana, a_qualunque oggetto si riferiscano. Perciò la figura ,di S. Tommaso Moro esprime simbolica– mente e compiutamente la verità che noi qui vogliamo soste– nere. Non c'è contraddizione tra le verità della civiltà moderna e· la Chiesa Cattolica. Tali verità appartengono al suo patri= monio ed è .da esso -che sono state comunicate alla storia umana·. La ·Chiesa e la coscienza umana, la •Chiesa e la civiltà, la Chiesa e la -legge naturale costituiscono una sola e iden– tica causa. La Chiesa è per principio distinta dallo Stato: e siamo convinti che questi tempi, che possono più chiaramente com– prendere l'identità della causa -della -Chiesa cattolica e della civiltà umana, intenderanno la necessità di que ta distinzione che è la condizione della fedeltà di ambedue, della Chiesa e dello Stato, alla p:r:opria norma costitutiva. E ,del resto, questo -dei rapporti tra Chiesa e Stato come quello del rapporto tra Stato e ordine internazionale, è il pro– blema che i nuovi tempi ccpostmoderni » debbono •affrontare in modo nuovo ed originale e al tempo stesso fedele ai grandi, p:i:incipì della legge naturale e nel rispetto della tradizione cristiana. Ogni nuova epoca ridefinisce il uo atteggiamento di fronte ai massimi problemi •della vita civile. Possa l'epoca moderna, nata nella -divisione, cedere al passo a un'epoca:·di unità e di rispetto della verità. . Noi non. ·po·ssìamo che sperare, con la speranza vera, so– stenuta ,dalla fede ehe il Concilio di Papa Giovanni XXIII sia l'inizio -di un tempo nuovo e del tempo dell'unità cristiana e della pace ecumenica.

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