l'ordine civile - anno I - n. 9 - 1 novembre 1959

bi l'ordine civile tono la •nece,ssità di una guida unica, o sia solo trionfo violen– to della parte ·più forte, rappresenta sempre, in bene o in male il logico superamento della democrazia liberale, e quin– di una fase ad essa successiva, anzi la sola fase relativamente 11tabile, •in cui si risolve la precarietà e la contraddizione in– trinseca della ,democrazia liberale che non è vera democrazia. Lo sforzo deU'on. Fanfani per •«allargare l'area demo– cratica » è destinato in ogni tempo ad un clamoroso falli– mento. La spinta centrifuga che nell'illusione ,di allargare i confini, egli ha inteso dare a·l cerchio entro cui quell'area sta sempre più restringendosi, non poteva non sortire l'effet– to di lasciarne fuori coloro che si trovavano alle estremità, oltre ad avvicinare pericolosamente ad essa coloro che si tro– vavano nel centro. Ancora più utopistico è l'altro sogno più o meno segreto ,dell'on. Fanfani di poter raccogliere per :il partito cattolico, nuov·amente la maggioranza assoluta dei suf– fragi. Nel '48 ancora, neHa ma·ggioranza degli italiani, era riuscita a ,sopravvivere nel tremendo sconvolgimento .della sconfitta e della guerra civile, una concezione unitaria dello Stato, ed essi avevano responsabilmente aHid.ato al partito cattolico ('dietro cui vedevano o credevano erroneamente d,i vedere l'autorità della stessa Chiesa) le proprie speranze di far preservare dagli attacchi sovversivi l'unità, e quindi la sa'ldezza ,di ispirazione e di indirizzo, della propria Nazione. Purtroppo la Democrazia ·Cristiana, .fedele ai principi accet– ta ti, e quindi a quell'errata valutazione degli sviluppi politici, credeva suo ·compito quello cli avviare il popolo ad una pre– sunta « maturità democratica >> nel senso d·ella democrazia liberale, ,la quale in realtà dovev·a necessariamente risolversi in forza del ,suo ,stesso principio, soltanto in frazionamento e in ,disorientamento delle coscienze dei cittadini •e dei cattolici stessi. Lo « stato di necessità >> in cui ora si dibatte e dal quale gli è impossibile uscire, era fatalmente inevitabile e ,preve– dibile fin ,da quel momento in •cui essa non volle o non seppe dare a quel voto prebiscitario l'esatta interpretazione storica. L'altra faccia dell'errore è quella della tattica, delle ope• pag. 17 razioni politiche, e con,siste nel 1!ostenere di per se stessa, senza che derivino da un principio ispiratore che le giustifichi, ma solo per motivi di tatticismo, le stesse ·istanze poste dai par– titi marxisti. Ora a prescindere dal fatto che ,l'espediente tat– tico non ha il ,diritto di imporsi nei confronti dell'azione sinceramente ispirata e ·conseguente; e sorvolando sul fatto - davvero curioso - che i fautori ,di queste operazioni pre– tendono di farle accettare senza ritenersi .di dichiarare a·per– tamente che si tratta di tattica, resta indiscutibile che, quando si ,è riconosciuta la preminenza deB'interesse materiale, si è anche riconosciuto ad esso il diritto a determinare le scelte politiche, e risulta quindi assurdo e contradditorio pretendere l'adesione della massa elettorale in nome dei principi•i della religione. La politica diventerà soltanto una contrapposizione di interessi, e per la difesa ,di questi - a parte i pochi che d<ifenderanno con accanimento la loro posizione privilegiata - fa gran massa finirà ·per ,affidarsi a c·hi dimostra con mag– giore abilità, con spregiudicatezza a·ddirittura, perchè parte proprio da una concezione della vita come lotta di interessi materiali, come cozz·o .della forza e della materia, unico mo– tore ,di tutte ,le cose e di tutte le azioni. La religione ,diventerà soltanto una sovrastruttura desti– nala a·d essere rimossa perchè .da questa materializzazione del Cristianesimo non si potrà più contra,stare l'evoluzione della polit•ica verso il materiaHsmo totale. Dove si arriverà? Fin ·dove si vorrà spingersi su questa stra.da? E fin dove esiste la possibilità di trarsene fuori prima di imboccare la china sdrucciolevole? Possiamo solo consta– tare e denunciare che si sta correndo verso il precipizio. E' vero che le vie del Sig-nore sono infinite, e che è proprio della Sua divina sapienza far nascere il bene dal male in cui noi ci precipitiamo. Ma è proprio necessano percorrere Mno in fondo questa vi.a dell'abisso? • Grato dell'ospitalità ANTONIO DE 5ANCTl5 \ MONTEDEI PASCHIDI SIENA ISTITUTO DI CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO F O N D I P A T R I M O N I A L I L. 6.~59,520.778 Fondato nel 1624 Tutte le operazioni di BANCA E CAMBIO CRE1JITO FONDIARIO c· REDI T O AGRARIO Corrispondenti in tutto il mondo DIREZIONE GENERALE : S I E N A Filiali: TOSCANA• CAMPANIA• EMILIA . LAZIO• LIGURIA• LOMBARDIA • UMBRIA

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