l'ordine civile - anno I - n. 9 - 1 novembre 1959

bi pag. 12 un altro terreno, sia su quello .delle or– ganizzazioni ·provinciali che soprattut– to nel g1·uppo parlamentare. La rissa dunque continua, i gruppi personali continueranno la loro ripro– duzione per scissione. Ed il gioco si tra– sferisce ormai dal governo del partito a quello dello Stato. Il governo Segni era l'obbiettivo dell'opposizione di si– nistra. Il congresso D.C. non lo ha fatto èadere. La lotta ora si trasfe1·irà sul ter– reno parlamentare e soprattutto cripto– parlamentare. Tuttavia ·emergiamo un poco ,da que• sto minuto, soffocante gioco tattico, di cui è difficile intendere per i non ini– ziati, tutte le complesse sottigliezze. Può un paese come il nostro vivere enza un ideale civile, può sostituire a una guida politica, fondata sulla co– scienza, il gioco scatenato degli inte– ressi, delle pa sioni, dei gruppi cli po• tere? La decadenza ,dello Stato, vuol dire decadenza del costume, cleca,clenza della morale, decadenza della vila ci– vile in tutti i suoi aspetti. In Italia esiste il PCI. on lo clicia• mo per ripetere un luogo comune. La pre enza .del comunismo è un proble– ma. La sfida ,del comunismo è una sfi– da culturale e morale a cui la civiltà umana e cristiana d'Europa ,deve anco– ra saper dare una risposta. La coesi.sten– za non è una risposta al comunismo, è una risposta alla bomba H, all'età nu• cleare. Essa è uno stato cli necessità mondiale, non una politica, non lo è per l'Europa, ma lo è per l'America, non lo è per la Ru sia. Che cosa contrapponiamo al comu– nismo? La federazione di dorotei, fan– fani.ani, primaveristi, basisti, ecc., che prende il nome di. ,democrazia· cristia– na? E quale idea, quale valore? Po • siamo contrapporre ·un benessere che poi c'è solo per alcuni? O con tare, co– me è purtroppo il caso, sull'indifferen– tismo, sullo cett1c1smo, sulla rassegna– zione del paese? E' una povera diga. Se i valori di re– ligione e di libertà che difendiamo han– no così deboli presiclii morali e socia– li, allora è facile prevedere che questi presiclii saranno travolti. Questo è un probler:na che ,deve ii1te– res are tutti coloro che attraverso vie diverse sono però in qualche modo le– gati ai valori umani e cristiani della civiltà europea. L'Agenzia d'Europa, clell'on. Pacciar– cli, ha pubblicato una nota, i.n cui si dice tra l'altro : « Il vuoto che lascia la DC nella fi· clucia del paese, dinanzi al comunismo irrompente, deve essere in qualche mo– do riempito se non vogliamo anelare in– contro ad ore gravi e forse tragiche. Un paese in pieno smarrimento può sce– gliere le vie della disperazione. Occorre che gli uomini consapevoli e di buona . volontà faccia no ogni sforzo, fuori dei partiti se necessario, per salvare la li– bertà. Vedremo nei prossimi giorni quanto quest'opera sia necessaria ed urgente>>. Questa ci pare una giusta diagnosi, ed anche un principio cli giusta pro– gnosi. Occorre tornare veramente sia al senso religioso e morale ,dell'azione politica, sia a ·quello ,dei reali compiti e problemi politici ,del paese. Il fondo comune della civiltà europea ed iÌ senso storicamente concreto degli attuali problemi dello Stato è sufficien– te denominatore comune per tutti gli uomini cli buona volontà, a qualun·~1ue tradizione religiosa e ,civile apparten– gano. Ci sono molti miti da relegare in soffitta, ma ci sono problemi comuni ed è possibile un ideale comune, molto più oggi. che non cinque o ,dieci anni fa. Una risposta di libertà, ,degna, non demagogica, non imbelle al e muni– smo, una rispostà ricca cli fantasia, sen– za arida ripetizione cli luoghi comuni, è, nonostante i cortigiani della clisten-, sione e i cultori cli un astratto tecn.ici– smo, un compito necessario e pos ibile. Ha ragione l 'on. Pacci ardi; il vuoto ideale e politico è il nostro vero nemi– co, molto più che il comunismo. Que– sto rischia cli vincere per assenza del– l'avversario. ECONOMIA La svalutazione monetaria in Marocco Il governo marocchino ha preso im, portanti misure 'per ovviare alle cre– scenti difficoltà incontrate dal paese nei settori economico e finanziario. Il nuovo tasso cli cambio della mo– neta marocchina nei confronti della zo– na del franco è stato fissato in 1000 franchi marocchini contro 975,60 fran– chi francesi, mentre 1.000 franchi Eran– cesi equivatranno a 1.025 franchi ma– rocchini. Nei confronti del dollaro U.S.A. è stato fissato un nuovo cambio sulla base cli 506 franchi marocchini per un dol– laro. In precedenza la parità era cli 420 franchi per dollaro e ciò rappresenta quindi una svalutazione ·della moneta nella misura ,del 20,44 per cento. La decisione cli svalutare la moneta non è stata una sorpresa. Il mese scorso il Fondo Monetario Internazionale ave– va raccomandato al Marocco una sva– lutazione neUa misura del 20 per cen– to al fine ·di poter superare le crrscenti difficoltà finanziarie del paese. Queste difficoltà si sono prodotte quando il go– verno •cli Rabat decise cli ,disancorare il franco marocchino da quello francese in occasione della svalutazione cli que– st'ultimo nella misura del 17,5 ·per cento attuata dal governo •cli Parigi nel dicembre scorso. All'inizio di ffUest'an– no, infatti, le autorità ,di Rabat stabili-. rono un -cambio di 1.000 franchi. maroc– chini per 1.175 franchi francesi. Il Ma– rocco in sostanza non seguì l'esempio francese, ma impose controlli per im– pe,clire una fuga di capitali dal paese. A ciò si deve aggiungere la svaluta– zione •della peseta spagnola nella misu– ra del 40 per cento, decisa nel luglio l'ordine civile scorso, e che ha anch'essa contribuito, a rendere più acute le difficoltà econo– miche e finanziarie ·del Marocco. La svalutazione del franco marocchi– no era attesa a causa ·della situazione determinatasi dopo la svalutazione del franco francese per cui in Marocco le merci francesi erano divenute più a buon mercato, mentre in Francia i pro– dotti marocchini erano diventati più cari. Inoltre, con la svalutazione della peseta si erano avute ripercussioni sui prezzi •degli agrumi - settore nel qua– ..e Spagna e Marocco sono in conconc.1- za per l'esportazione - nel sen.so che i prezzi dei prodotti marocchini supe– ravano anche del 25 per cento quelli spagnoli. E ta'1e settore è uno dei più importanti nel quadro delle esportazio– ni del Marocco. I marocchini hanno atteso circa un anno per svalutare la loro moneta e il risultato è che ora sono stati costretti ad una sva.lutazione superiore del 3 per cento rispetto a quella del franco fran– cese. Con la svalutazione il Marocco ha in– trodotto una nuova unità monetaria che si prevede sarà emessa in biglieui nei primi mesi dell'anno prossimo. La nuo– va unità è chiamata « dirham » ed ha il valore cli 100 :franchi marocchini; il franco viene mantenuto come moneta spicciola evitando così la necessità cli un nuovo éonio. Con il dirham v.iene· chiamata a nuova vita una antica uni– tà araba cli peso che significa cc un gra– no », usata come moneta parecchi se– coli fa. L'istituzione ,di una nuova unilÌI mo– netaria completa la rottura con il fran– co francese clesi,clerata da alcuni am– bienti politici marocchini come una di– mostrazione cleU 'indipencl enza poli ticff del paese: e infatti da alcune parti si è sottolineato che la creazione del dir– ham renderà il paese completamente in– dipendente nel caihpo economico. Tuttavia non si può non notare che la riforma marocchina ha numerosi punti ·di contatto con quella francese. Il clirham può essere consi,clera to una moneta cc pesante >l a somiglianza ciel « franco pesante » introdotto in Francia con- la riforma del dicembre 1958. An– che l'entità della svalutazione è un al– tro punto cli analogia e infine in Ma-• rocco è stato deciso un aumento gene-• rale dei salari nella misura- del 5 per cento e l'istituzione .cli una scala mo– bile dei salari '])Cl' compensare gli au– menti che seguiranno alla svalutazione. Anche in Francia, come si ricorcleà fu presa una misura ·del genere. Verso i primi ,di novern bre clovreb-· bero avere inizio negoziati con la Fran– cia ·per la conclusione di un accordo· franco-marocchino sulle questioni eco– nomiche: non si deve dimenticare che gli investimenti francesi in Marocco ammontano a 1.500 miliardi di franchi e che nel Marocco vivono circa 230.000· francesi. Anche con gli altri paesi •della « zona del franco » il Marocco conclu– derà accordi bilatèrali. Le autorità marocchine si attendono-

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