La Nuova Europa - anno III - n.7 - 17 febbraio 1946

--17febb1·ololOlG------------- L:.f N.U.OV ,t EUROPA----------------- 6 -- Nel VALLESE D OV'ERA incominciata l' Italia? A Algie? A Salnt•].fauI1cc? A J.lar– tlgny? n treno correva, ora su questa ora su quella riva del Rodano; e noi cl s'era incantati a guardare l'acqua. e, lungo l'aC(}ua, I floridi mari di pioppi ciprcsstni che il vento del Lemano, in· lllando la valle, inclinava tutti da una parte, tutti ad un modo, contro Ja cor· i·cnte. A un certo momento si senti d'esse• re in ltalla, sotto un ciclo d'ItaHa. Era un colore calclo clcll'arla, tma nclmla d'oro distesa sul g1·eppl sassosi, un trascol"rerc d'ombrc molli sul dos• si aspri della montagna; era quel frc· mito continuo clel pioppi sul fiume; er,mo 1 volti umani delle case, sempll• cl, umJII, segnati clall'usura e dalla fa• tloosa povertlJ; era la conlusa vegeta• zione cleglJ orti, non plC1 giardini ma orti; erano le facce degli uomini e del· le donne, chiuse facce che mandavano ad ora ad ora lampi di una vita appas· sionata e violenta, contenuta dentro. Era, da non sbaglJarsl, l'Italia. A Slon, Infatti, non cl fu più ùubbio. Nena piazza alberata e per le vie prlnclp.,11 si respirava un'atmosfera 1>lemontesc. larga, ,·lbrata, che susci· tava nello specchio del cuore vaghe immagini di Pinerolo, di cuneo. 41 hTea. Tutto a posto e pulito, negozi, caffè, facciate dClle case, albe11; ma imano. « tribulador del mondo, e ve– scovo Jntegen·imo, Il suo spirito aleg– ;ta ancora, fra Tourbillon e Valère, sune.vecchfe pJetre che g1l fuorono n1· do e donde spiccò i suoi voll d'a<1u1Ja. Oggi Ja ,,aue non ha pl(l l'lmportan· za politica di un tempo non è pii\ Ja '\-1afacile n corridoio aperto tra l'ltaUa e la Francia; ma n ricordo del grande passato, dei died: secoJl d'Indipendenza. comunale sotto l'autonomo governo del vescovi, è rimasto vivo nella cose.lenza del popolo. che perciò sl sente ancora a sempre·qualcuno. Sl racconta, a que: sto proposito, di un tale che nel 1940 spedi da Slon una lettera al canccntcre Hitler a Berlino. La lettera, tntercet· tata dàlla censura mllltarc, Invitava pc· rentoriamente Quel satam1sso n calar le an. n non far pii\ il buto In cospetto dc~ gli uomini .e dl Dio. a venire una buona volta net Va.llcse. dove se ln sarebbero vista e fatta ruor1. a tu per tu, loro due, l'uomo dl Slon e 11 te1·ror del mon· ~fir1TaJ1i!n~~ 1 ~i~:l~}~ 1 :!r~~~ 0 ~!orit~ rJsoltl su quel1e rive dc1l'alto Rodano; perchè non questo. aclcsso? Sempre vivo anche Il ricordo di Ro· ma; onde ,Ja Cl11itasSediunorum sl sente tuttavia sotto la protezione del· l'antica madre e dell'Imperatore Augu– sto; il quale. come testimonia una Jap1· de romana murata nell"atrio del palaz· zo comunale, fu il suo ma;n!fico pa: trono. Nè pare eh'essa rinunci per questo a glorie anche più antiche ed auguste, se sopra la porta dello stesso p.ilauo, ch'è un nobile edificio secentesco, ha fatto incidere, giovanclosi di un'owventurosa IDEA DI om onlnù a e senza apparente intenzione dl la.re dell'humour, una sacra parola da vidica , Jl versetto del salmo 86: « Di· llgtt Dominus portas Slon super om· nl.:i. tabernacula Jacob ,. l1 giorno dopa salimmo a Saviè~. pita proprfa.mcnte al borgo di Saint· Gcrma.ln, ch'è una delle sei o sette f'ra· zlonl del comune sparso di Snvlèse. Era la festa del Corpus Domini: ed era una giornata dl nuvole belle, di lu· minose nuvole azzurre sul monti bru· nt verdl e dorati, · In attesa della processione t: ln costu· me,, cl arrampicammo fino alla gran· dc rovina che porta il nome strano di Chàteau de la SOie, e non è più nep· pure una 1·ovlna. ma un mozzicone In· Cot·mc dl rovina.; alto luogo, donde con Jn v!sta si corre giù lino alla porta del· Jn volle, fino alla svolta brusca che n nume ra girando attorno aU'ultJma montagnn. per gettarsi sul terren vago 9elln plalne, !nel! ncr lago. Altre torri si sco1·gcvano qua e là, ritte sugli spro– ni rocciosi delle due coste; vecchie tor· rt di veùetta, sempre vigiH sentinelle del paese guerriero. Ma l'anima. lassù. er:'l sorda al richiami della storta; beata da quella luce, da quell'aria. da quene nuvole azzurre, da quella lunga onda dl fiume che .appariva e spariva fra U IUngo ondeggiare del pioppi. La storia ci riprese quando. scendcn· do, incontrammo la processione. uscita appena di chiesa e già In movimento per le viuzze del vUlaggio. Pcrchè, da· vanti al baldacchino del Santissimo. marelavn ordinato un piccolo cs<'n·ito cl'altrl tempi_ un corteo storico, appun· to: tapeurs e dragonl e fanti, nelle ,·cc· chle unlfonnl dl Francia, di Napol: e cli chissà dove. In azzurro e bianco e rosso e verde, lucclcanU. halcnnnti: la testa presa nell'eaorme shako o 1rn!· l'elmo lungo chlonrnto; nudi ! br,mdi contro la. spalla o imbracciate le J>e– santl scuri. Spiccavano alla testa d~ slngoU drappclll alcun! capi che sulle feluche dorate lnalberavnno del sontuo– &1 pennacchi dl piume ,·arloplnte sf· mlii a quelli del e selvaggi, nei ballettl secenteschi. Alto splendevano t laharl, gli stendardi, le orlnammc. E tutti pro– cedevano compunti. a occhi bassl, a pie: coli passi. sul rJtmo dl una marcetta che la. fanfara. comunale (In abiti ahi· mé, comunali) sp:i.nclevaal Quattro" velkl tl clella valle. Alln rutilante !fumana facevano spon~ dn, sui due latl. le donne, giovani, vec~ chic, fanciulle, vestite tutte di nero e d'una stessa foggia, cot lunghi capelli annodati a crocchln sul collo. sotto il cappellino di velluto nero dall'arduo cocuzzolo e dalle fal()c ripiegate sugll orecchi. Soltanto le hlmbe Jlortavano grembiuli di colore: le altre, tutte nere– Era n giorno degli uomlnl·puvonl; e le donne stavano n soltanto per ammira~ re. I.Al sera poJ... Ma la sera noi eravamo i,.tJà lontani da Savlèsc e da Slon; correvamo lungo H lago, vedendo splendere laggiù. sot• to l'ombra ,!ella montagna savoiarda. Je luci della costa francese. la lunga Ju· mina.ria di E,·lan. DIEGO VAL~;RI G · vole. Degradare e rendere ipocrita W R I H T quest., aualltà dcll'lncUvtduo colì'hn– porgll In medioc11tà In nome ùi una dm1ocJ~zia male lnte6a e nppl:cata e· non cost tiralo a lucido e rcgolamen· tare come nelle altre Svizzere. Un po' di mo\"lmcnto, un nulla di disordine, un sospetto cli buona J>azzlndappertut– to. l glovanl portavano li cappello ,a sghimbescio, e le r.1gazze andavano con un passo clastico e sciolto, quasi di dani.a. Naturalmente qui scappò fuori anche l'ubriaco, ad tlpostrorarci SULL'ARCHITETTURA golsticamente, ~ Il moderno deUlto so– ctnlc. Vediamo già troppO chiare !e dannooo conseguenze dcll'lnnegsinre sent!mentnlmc1ltC n Demos stoltame-n· col tu, e ad esporci le sue vc<lutc sul p OCHE volte nella storia l'archltet· problema, clclln· rlcostrnzlon~ (« E;t tura ha suscitato come nel tem1>i malntcmmt. comment nous démer- . moderni si vaste e appassionate drr? »). Non cl mancava proprio nulla. discussioni Intorno al suol problemi e Poi, mentre cl aggiravamo per le poche volte u suo slgnUlcato artistico vecchie vie, le anguste vecchie \"le che è stato cosl in pericolo- Con questo non scendono a valle nell'ombra, cavalcate vorrò, ora. ·nprendere I vm1 motivi po– da alti archi di sostegno, cl nvvennP. te-mieiche da decenni sono sul tappeto di pensare a Siena, a Perugia; e uscen· 0 considerare aneora i concetti f\mzio• do Infine verso U monte, In faccia al nali che H1vestOno }a mngglo1· parte due nudi macigni cli Tourbillon e di delle oosu-uzloni moden1e. Ml basta ri· · Valère, su cui sl accampano le rovine scontrilre Che l'opera dl alcuni archi· del castello vcsco\·ile e la chiesa, Inca· tetti moderni, anche tra i più intransi· stellata anch'essa, dl N6tre-Dame, più genti teorici della razlonalittt, metùa· lorte provammo un sentJmcnto d'Ila.• mo van de ·Velde o Wrt-ght.o Groptus ila antlea, dl Umbria, di Etruria. 0 Le Corbusler, presenta rigore orga· r~~~.~~é 1J:r:J!.uen~;t~~· ~~: ~~~11i~3:i°~~~l~t~: ~e":~ ~~z<!.a~ ~~i;~~ i~ ~ ~~,~~;eCh~,?~ :~~~~~tto7u'~~ 1 :en~H~~=!:. lungo Il parallelo, come I nostri: c·le za edile alla quale sia estraneo c1oè un Ticne abbarb!catc alle scale dl sas- impulso' creativo e di fantasia. L'arclll· so. Fosse o non fosse un riflesso dl tet.tura moderna, tuttavia. specie se nostargta, l'lt.111aera 11, In carne ed os· presa nel suo co mp~, risente, come sa, In luce ed ombra amara e ardente l'artè ¼n gene.re , d'una volontà dJ rin· e soav'!. no\·anwnt o, cli q ualcosa di progranuna· (Sari\ da dire che, tino a quell'ora, tJ-co e Polemico che sta alle sue radici l'antico cd lo non avevamo bevuto e che ancora inceppa ll Connularsl nepp1uc un sorso di fe11,1a11t o di schietto d'uno &eatto nrtlstlco. Forse, ,1rv111e; ncp))ure veduto Il color dl ru~ J>erò, si prctend~ anche tfn po' ll'OJ>po bino della dUle). da parte di questa architettura modc1- Si S.'\ che I Vallc,sant sono una gente dl sangue caldo, ·eche le loro loti e elet– torali possono trasrormnrsl tn 1,lccote battaglie dl razi oni, poste a fronte, più che dalle c.ll, ;crscIdee, da puntlgll di prestigio f'aml llarc, da oscure riva• Utà d'amore, quando non sia dall 'am• bizlonc di dare oll"armcnto che sa.le sull'alpe la vacca-rc~na. Non si sa tm·e · ce, o non si dice ubbnstanz.,, che so• mlgllano agl'ltallanl anche nella tena• eia e nell'audacia con cut conducono il 4·woro della terra. della loro terra tutta sassi. Sulle due sl)Onde del fiume, nel fon• do valle, non c'erano, fino :, vent'anni fa, che ghiaie e tc1Tlcelo calcinato; e adesso l peri, i pomi. gli alblcocchl ranno un frutteto solo, da sotto 11 Furka fino a Martlgny. J monti sono oopertl cii vigne a .scaglioni pietrosi che riverberano e moltiplicano il calo· re del cielo: « vlgnes où tant dc rorces s•~pulscnt - lorsqu'un solcU ter1·ible Jes clo1·e ». (Cosl cnntaY.:t quel Rllk.e che scelse appunto questi luoghi per deporvi H frutto della ~ma morte, ma· turato Jn lui sotto tanti soli di divcr· so esilio). Tutta la valle 1n·orondamen· te scavata tra I ghlnccl imm:mt della Jiingfrou e quelli elci Ccl'vino è tn fio– re e in frutto. Una bo11lfk:aeroica. Auclacla, tcna.cln, e sangue caldo: so· no le caratteristiche stesse clel maggior figlto di questa tcn-a Il grandioso l\lat· tro Schlnncr che tanta p.1rtc ebbe nel· le vicende storiche clcl pl'Jmo Cinque– cento; che san dal più mite stato, dal· la miseria natale di contndlnello scal· zo, alla dignità di principe clc1laChic· sa e lu sostenitore dell'Impero contro l:l · Francia, condottiero dl nlUlzic a di· fesa deHa sua vt'Jle e alla conquista di na e non cl si b ancorn assuefatti! nl· l'opport-1.lnitàdi d.lstinguerc archltcttu· ra da edilizia: la pdma con funzioni art::sticl1e la seconda con funzioni esclùsivruilentc pratiche. Se ripercor· riamo ~n la mente inrattl la serie di fabbiiche nmasU?cl a testimonianza dei secoli passati no! dobbiamo sce\·c1c1rc nettamente quelll che sono « monu· menti:) sul piano artistico da auem che sono monumenti (cioè « ammonlmen· ti•) in tutt'altro piano; storico, co· struttivo. funzionale, C4X.. 01 queste due categorie la prlma orfrir;) il minor numero d"esempl - rari infatti sono gli artisti dell'architettura: Brune11e– schi, Palladio, Bernini - e 1a scconcla H maggiore, In quanto In essa andran· no compresi pw·e tutti quegli organi· smi arehJtettore.cl che segnano un'lm· portall7.a storica per l'appllcazlone dl determinate soluzioni cosu-ultivl". Storl· co, pe1· esempio, 1>otrà chl:lmarsl an· che il primo edlf.clo costruito in ce· mento annato e precisamente quello dovuto ai fratelli Perret (Pm1gl, 1003). Seguendo cosl &lm'ile concetto dlscrlm!· nantc non sarà dl•fftclle ,>ienlre alla conclusione che molto spesso l'arte ar· chitcttonlca va co!lf\1sa con l'lngc• gncrta. Non si può ne,gare, ora, che l'archi· tcttura mo&2rna abbia port:\tO delle in· nornzionl particolam1cntc notc,·oli nel campo delle cosruzionl, conrercndo ad esse q1.1elrigore Cunzlonal,c,,<1uclla U· rn~arità conseguente che viene a to· stierle da un diffuso e lnclcflnito ac– cademismo pittoresco, Il quale faceva si che un mc.reato rosse concepito come una chiesa e una casa (l'abitazione co– me un paia.zzo pti.nclpesco. UI. decora· zione. queHa decorazlone più 1,rec1Sa· mente che è stata "1olentemcntc bandi· ta òa-tutti·gll an::hitetti modemJ, non era divenuta in fondo che una sovra· te attr:l,ucndogll le , 1 ll'tl1 dl una divi· struttut·a 1m1tllc. non più un attrdbuto nltà ,., E sono nrrc11nazlonl queste. si nrUsUco. Un architetto viennese, Adol· badl benl' stampate quindi<:! annl fa. {o Loos, ix:rlsse addirittura un articolo L'al'chdtenura 111101-:, non dovr:.\ pili intitolato t: Ornamento e delitto,. essere intC6.'l quale t: un blocco scolpi· In un certo senso si è puntato nel to di materJalc cla costt1.1zlonco come tempi moderni su un concetto classico \llla Qualsiasi tmllazione fostm.:zata. cl'archltcttura, conslderando questa co· L'ardtltettu1-:,, ora, ùeve sprtoEonare mc ®J)OSizlonc dt plenl e vuoti, di luci un contenuto lntlmo, deve esprimere e ombre. E da ciò ne conscgul uno « la vita, dall'·lntmto •· Oovr-:tessere, sviluppo lineare, della massima ridu· tn.,omma t: ln nrmonla con la natura %.Ione a superfici distese e a nitidezza delle cosé e con Jn natura cleH\10010 ,; di voruml. Negare, ora, che prlncipU sar-.). « natura allo stesso modo che gli utlUtart abbiano generato tali forme uomll'U sono naturali,. Da ,1ueste sarebbe assvnio, ma sarebbe altrettan· entinclaz-ionl, ora, 8' p uò ricav are to assurdo non seot-gere ln esse anche quanto \Vt1ght debba al.le Idee i.li Ru· un prodotto dl fantasia. Come si può sldn, Monis e S1>en cet·.c he s criss ero rlS100ntrare Cacllmente ne!l'opera di F. Intorno al 1800- L. Wrlght. A paragone clcll'edlUzia grosso1an_a P. L. \Vrlght è stato S'!'nza dubbio con eccessivo Impiego di clementi de– uno del primi e ptù eminenti novatori corativt'. par1 a una relazione t>lcna di dell'architettura moderna- La sua opera pretese. rnagnUoquente ma confusa, la di teorico e Polemico ebbe risonanza costn.iz !one umana e ragionevol~ di e lmpartanza notevoMs,lme sul concet· \Vi1ght ap)Xlre hwece come una r..?la· tl che Informarono le costruzioni euro- zlonc chiara e pcmmsiva. Se non ,che, pcc del Novecento ed effettivamente 1 gtova rlconoscc1~10, la chlar.:-<iw d un:i suoi scritti ( Al se-rvizto dell'architet· relazione 1lon ta ancora poesia: cl vuo– tura, 1900•1923 e Architettura mo, te qualcosa di p\lt p<.'rsusclt..rc l'estzsi demo, 1931) contengono molte delle della bellezza, ossia, architettonica· premesse e dl)lle illuminazioni che per- mente, una emozione spazinle. Si avve~·, mettono di peneh~re gll lclcall e le te anche lii W1ight da ultimo ehc :I asplrazioni cui mira )'architettura cJl suo pur HmJ>lcJo Ingegno non reall;za qtt<.'Stos"?Colo.Sopra tutto considcrevo- in pieno tm'esprcsb1onc nrchltettomca te ò la sut\ attività di maestro, che sl nssoll.lta nc,l senso ùell'm·te, ma 1>iutto, ~ìi 1 ag 1~T1 ~;~~~a!!~jt~n~~·u-~ito~d~ ~~~t~1iif!!g t~1C~~~~~afe 1 ~t~g~~;:r~s~ ve egli forma. J suoi allievi attraverso cologiche e soc:nll clell'uomo moderno. 10 studio molteplice deHa tcor-la. della Ma questo sl dice, beninteso, dopo aver pratica e di tutte quelle altre attività J)ienamente 1·1con0Sc1uto che 1c sue ccr– che p0S60no essere In relazione con la struz!onl sono Jontane dnl rigid~ e nléi~ architettura. 'futto ciò che sta a deno- v.-matlco runzlonalismo dc}l:t plu gran tare in !ui Il massimo ,rispetto per_ il pal"te dcgtt architetti moderni e che si mestiere, Inteso questo nel senso antico avval,::ono d'un prlnc1plo meno d®ma.~ e pili nobile del .t~rmlne. · tlco, sicchè rornionla. ch'egli rcaUzza In sostanza W nght - come. si può tra uomo, natura, .e<hll clo, attra,·e~ rlc.a,•a1-cdal suo volume Archlletturn una stretta e conveniente collabor.ur ..~ modenio, ora tradotto da Giuliana ne dei v:iri clcmcnO cost n1ttivi riesc e Bal-a«o per gli editori Rosa e Ballo dl dar,cro a un crretto cli gusto sUUstfco Milano eol titolo Architettura e de· tra t più concreti e 1,ersuasivl. ,,wcrozia - è un temperamento llri· \Vtight In crrcttl avverte benissimo co. Egli odia la civiltà clel!a macchina il pcrlcolO della t: nioda • che minaccla e la standardizzazione che impediscono la nuova architettura e di qu:,!e supeI'!! l'intervento diretto d~ll'artlst.a. E~ll so- fìcialltà sia Imputabile a un dato mO! stienc che la macchina t: è qu~ll auto- mento l'estetica clclla superficie e del ma matematico o forza automatica pro- volume Egli tP.ndc verso una sempli-: g.,:!tlatadall'uomo, col b_ronzo e l'accia· clt:.) or8'anlca. a'nttaccademica, che non io, non solo per sost!~Ulre la forza cllmlni quegli elementi espressivi che umana, ma per moltlpiicare la forza aggiungono Intensità e vivezza. ma ~r 1 i~an~v~ ~;~:~~i~~ia~~~~hf~r;:.~:~ r; 0 ;~~~11o~g 1 ~r:hri!i1to~~~e»~aD!t{'jlt:1: macchina si dovrebbetfare un utile e deduce che 11 grande architetto ame~ ragionevole lmpl~go In _mocloche ess? rlcano, che sl rorte 1n.nuenza ebbe su~ noi\ 1·1<1uca, atlZl esaltl le possib!l1tà gli arcMtctU europei .fino n poter di' creative dell'uomo. « La macchina non re che la vera architettura moderna segna la condanna della llbert~, ma europea è sorta oM.reAUantico, se~te attcnclc invece che la mano dell uomo veramente In costruzlone come ore.Ime Ja adoperi, strumento ~nza pari, per umano e la esprime cbn misura Urica. s-ettare le rondamenta di una. vera cle- In Amerl'ca, oerò, 1 conslgt,I di ,vnght mocrnzia 1>. ,vnght c~m~atte in difesa non ebbero quel seguito che si sar~ ~t:~~s~~~!~ 1 \~ t!i{~~ 1 1~ :: C:u\~~ bero meritato, tant'è vero che si diede e di nascer.e e J·inascerc ancora In nuo- largn dif'tu8ione ai • CTattacielo,. da ve ro~c man mano che sorgono fluo- Wrgiht dcfi~\to come « l'apparenza pro~ vt problemi •· Per questo egll sostiene stltutt:\ dcli areh\tetlura che Pr_etende la ncceffi:ltà con Le macchine onclc fa· di C'6Scrc ,, come t: un gorro imolucro vorlre un nuo\·o irnpulSO C!"Cativoln· cli muratura imttaztonc, sopra uno di.viduale. « L.'\ <:hilk;, senza di esso. sc~letro di acdalo '!• come • u~~ non può che morire di morte misere- sfn.1ttamento con,merciale o un SC'ffiiJ;l~

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