La Nuova Europa - anno II - n.38 - 23 settembre 1945

/ ------------------ LA NUOVA EURO P'A: --------------- 23settem.]9,J5 -- ' IL PELLEGRINO NE<;Rr D'AMERICA ca di un mi11istero di carltd. svolto Jor-1 fosse il suo attaccamento alle secofarl se con normale sollecitudine, ma dal celebrazioni in rlcorren1.a delle resti• quale essi llOtt ha,i saputo ricavare l'a- vltà religiose. Al principio di questa bUo dell'·interpretazione un poco pili estate, l'a_rc1yescovo di Napoli, cons:i-• oenerosa nel confronti dei moUvt e pevole d1 più urgenti necessita, ha senUmellti che agitano la strana mol- esortato il PO_POlo_ a desister? dalle Q UELLO che seoue ~ 11 resoconto ARO LDO- d'un fatto accaduto., C!IC ?JUC) ser• virc da apolooo. Lo nfcnsro con I N uno degli anonimi e nmsodict ar– ti.coli di fondo che 1mbb/Jca 11 'l'imcs J..lt.crary Supplement ( 1° scttem· brc) leggiamo osservazioni. e rlllevi di varia 11atura sul (come dice 1L titolo) • poeta e giornalista», B11ro11, e sul suo soou 1 omo in /!alia,· mèt<t, come volle fa,·ta 11arere, di romantico peflearln_ao– glo, o acldirmura di mitico e sprezzmi– te esilio Questa era la terra dei perduti amo- 1'1 e defle strabilianti avventure; la terra clov'coU rincorreva l'is1Jlrazlone. ow·e le cure mortifere e la prlotonitt del co~tume e della decenza nazionali. Ma, dice più tardì la cotitcssa Gufc· cioil, certo buona testimone, come a– matore appassionato eofi sfoloorm;a. ·più elle nella realtà, net suoi cmiti; e titubanza e auasl con f)11dore,perchè vi si palesa un'1t.mUlà che tocca QU(ISi <1lsuhtime, a tmo dl quei vertict uma– ni che la parola non può ragyilmgerc e che richiedono, In cltt U ha osserva• ti, il silenzio della meditazione. Ma ci vuole ti, racconto. se si deve giungere al commento. elle illumina in iscorcio u11a situazione. Un sacerdote, non americano, ma che in America ha vissuto alcuni an• ni, sceulic11Cloper la sua opera una parrocchia di neori, ebbe 1m oiorno da andare ad assistere un oiova11enegro. reo di assassh1io e condannalo alla se- dia elettrica. Passò nella sua cella lun· ohe ore; il co11dam1ato era calmo, pen– tito,· Oli raccontc) la sua vita. Il sacer dote riuscì a confortarlo. Il neoro non dava seont intensi dJ°commozione. Ma alla fiTtt del colloquio volle dire la sua rico11osc·rmza. E oli chiese: • Padre, permettete che 'Vi lttstrl le scarpe n,· r.-iettendos·i voi subito con. la m-iolior lena a questa sua usuale btsvgna. Il sacerdote ton1ò alla varrocr:hia, pii'i sconvollo che se avesse dovuto as– sistere a 1enascena di disperazione u– mana di fronte alla morte. E ai cbllc– ohi della parrocchia. americani, rac· contò il fatto. Essi lo commentarono solo con queste parole: « Oh, questi ne– ori! Non sono buoni ad altro che a /a• re i lustrascari1c ». La reazione det sacerdot: amerlca11t titudine deJ loro fratelli di c_olorc,aua ~~~~~ 1 ~ 1 ~~~ 11 ~;!·;: 0 dtp~~~ 1~ 1 1 ;~~ c:ss~ cura dei q1wu sono prepoS t t. Se sezn- stem:a 11 molto denaro che sl raccoglle bra svento o sopito i1t Europa, un vro• ogni anno al suddetto scopo. Ma l'e. blema razziale, di diverso tono, rinasce sort.izlone non ha avu~o. come era da probabilmente in America, come dopo aspettarsi, alcun risultato: girandole, l'altra guerra, quando già la «difesa• bombe di carta ed arrh1 trionfali, non bianca stimò dt dover insoroerP con ~ù illuminati, come Slno a trent'anni mezzt illeoali e esemplari per rintuzza· fa. da puzzolenti lumicini ad olio, ma re (L contegno dei neori. clle_avevan oo- ~~t~~:h:,ei:a:n~te~~~~!~r~~o d~aJar~:~: duto di una parità assoluta d, dlrUli nel- al completo di tulll gli apparati che l'esercito; peqofo at1zi di allora, vc-r~hè erano stati sospesi per la guerra. l'·lntcrvento americano è durato pfu a Le traclìz~oni papolarl sono dure a /unoo questa volta, i neorì sono .'1taU morlrc, e si potrebbero. anzi, dire a tras71ortali ~i massa oltremare, han prov.1 di b01'nba. 11 seguente ...,curloso fatto la ouerrn tn Europa.-e net Pacl- esempio può giovare a coloro al quali fico. llan. corso paesi vinti abitati da certe tenaci sopravv1wnze sembrar.? biancM, han ooduto di tutti t diritti t~pp~ straordinarie r,er e~sere ~r~ 1 - o dl tutte le pretese dei conquistatori. ~:~ ~r~~~l ~~co~~lg:i~s~~ 11 f uiDf~ 1l 11corodebba esser concessa una tra .Nap0Ù e Sorrento nel I826, su una uguauUm1za di diritti è scritlo nella barca piena di gente ed armata dl una lcooe ma 110a net cuor! cleolt amcrt- vela latina « alta come 1m palazzo». A cani,· che il ncoro possa. f{t- qualche ciascun viaggiatore un marinnlo mo• circostanza, «'superare» il bianco (co- strava. agitandola. una cassetta e grl– m..eoa11·iuomo può su11erare un altro dava u O priatmio! • Ctb voleva dii'('! uomo), lo riconosceranno. neolt Statt che le antmc del purg ,ono :wrcbbero Uniti, solo pochi spiriti, da tlltti consi- aiutato, in caso di pe1 ,rolo, coloro che deratt eccentrici o balzam. E la (Jller• ~v~:~r~ 0 ~~g~~oc,u~~~~~-,:' 1 ~~~~~~~ 0 1 ~: -ra, se avrà offerto maogtorl occasioni to. ILmare fosse disc!'• l mente agitato di convivenza. avrà anche insegnato a cosl che D'Azeglio cbl 3 pentirsi e cli u,~ popolo di natura pac;Jica -t mezz-i non aver messo nel t .-:solo del Pria– della violenza e del tr.rrore. elle Po-' torio più che un mie- o grano». Eh– tra11110esser rivolti, in momenti, spe, bene. dal 1826 sono pa. ,Ili centod!cian– rir.mo brevi, di sporadica frenesia, nove anni e un uomo ti Cl II priatorio » i..ontro la pretesa' « uli11accltt » tnter,ia. c'è sempre. La barca. ha un'aria cosl 110nè certo pm•ticolarmente orossolana Sarà una armi vittoria della civiltil se vetusta da far pens.1rt• rhc sia nncora o cinica,· è auella dcttamericano me- · questo non accade. Tanto orande, che quella del viaggio sud, 1 "110 se~bene, ad dio, coi suoi preoi1«llz1 tenaci, che non è difficile prevederla. :~{~::~ ~\;~~- 1~ 1~ 1 ; 1~il~ti~::;~ 1 ~~~o 1::. cedono nemmet10 dt fronte alla prati• u. m. clare il suo grido: e o· praatorlo fà cal– quanto al costume anglosassone, l'esu– le disperato o fremente ne ern un /e· delc adepto, che non dime11ticava le sue abitudini fino t1elle quisqi,ilie più. 111im1.tc e si comportava in t1ato a Ita• ve·nna o a Pisa come se sl fosse tro– vato fra le nebbie cli Londra. l''urori, s,leoni ed ttmi oli nascevano nell'ani– mo senza che mai ?)erllesse Lo11drn di mira, ne} le sortl della suo fama; e a Londra lo collegava 1m vei-felto « ser– vizio d'in/onnazion, » cli cui sapeva valersi con pronto intuito. dosm1do sapientemente le sue m(f'f1ifcstazloni di ribelle, quanto bastavcr ver gettar brividi e spasimi in quella società; 1I01l tanto. da inorridirla e da farsela 11s01.utamentenemica. L'Italia non oli ~ davvero un surrooato dt patria, n u11amusa (come fu., voniamo, a Sten– dhar),· é 'tm nome, senza vero volto, t lo spazio iii cui IL suo to si mcmlfe· sta non disturbato, Javorit.o an.zt tn qualche ,nodo per la stravagante liber• tà e fnslndacabilità che allora special• ""'===============,...========= mente s'associaua al fatto d'esservi mà o' mare! » ed aggiw•t:"cre che il de· naro r3ccoìto avrebt< ,nsentito di ce– lebrare la seconda fest:1 alla marina grande di Sorrento. O··:tnto alle feste non le ho viste ma le ho ben sentite sotto forma di sparator'♦' diurne e not· turne il cui fuoco non era meno nu– trito dl quallo di una t .:.1tcria contrae· rea, anzi gli era cosi afflne che l mi– litari alleati, d! sog~1 ·rno negli alber· giri e nelle ville del eolfo, si chiede– vano stupiti se per cas, in cucrra non fosse ricominciata: e<I P certo una sin– golare prova di attacr;nncnto alla tra• dizione questo riprcncterc a sparare finte cannonote dopo Jvcre per tanti anni subito le conse,:1.t•nze delle can· nonate vere. Basterabt'lt? auesto a di– mostrare che il ponoto cambia meno rapidamente di quanto i,ell uomini po– litici vogliono farci cre<lerc. • /orastiero •· oooi, fn circostanze cosl diverse e cosl straordlnaTie •. i ,iordicI pelleorinl son passati per le nostre terre a ccn· NAPOLI unafa di mloltaia,· e un ben altro spet- CONVENTUALE tacolo s'b aperto al loro occhi. Ji'ra essi, ionot-t a noi, for~c 1qnott i1' pa– tria, o m1cora perfino tonoU a se stes· st ci saranno stati certi degli scrHto- SE le città fossero definite da quello rl. Avran trovato questi qualche 11uo• che è il loro aspetto più singolare va fsptrazlone nella 11ostra 11atrla · de• Napoli potrebbe chlamarsl una vastata, che pur conscrv<i l<i sua ocn- città conventuale per la moltitudine te dt allora. poco 11mtatt1, fn paesi e ciel suoi edifici destinaU al vari ordini campagne. nei corso d.'1m secolo? Vi religiosi. sacri collegi e case, mortasteri avran reaoito, porta11dosl itt cuore trna claustrali e conscrvatorii di donna. pote11te noslalgta del loro paese lon- Chi attraversa la NaPoll antica e ba· ,1ano. e 1l dispetto ve-r oont atteooia- rocca osserva come, ogni. tanto, il triw 1'J}ento. per ooni uso dif!onne, se,iza, chiaroscuro del balconi e delle finestre queste, volta, nessuna vosa, 1iessu11a tn- sia interrotto aa un'alta parate into• ~1~;:;'~~fra rr, :!~~a~'It;,~~o~ ~;~ 0 ;~ nacata, senz'alcuna apertura, che se· 1 ma memoria e un nome, mli coit riso- para e protegge un silenzioso chiostro nanw diversa da quella del primo ot• <lnlla tumultuosa angustio della strada toccnto;.:. e U loro sc11lime11tonon t adiacente. Tale contrasto richlnma alla più, nemme,io esten1a111ente, ribelle mente cinello che dovevano offrire le olla patria. n rlcordo. il paesaooio clas· maggiori vie di Pompei nelle quali, slco avrà ogni tanto potuto alleviare come ancora tcslimonla la presenza cl! 1a loro pena e il loro clisaolo; vorre,n- numerose botteghe, Eil muove"a un;i mo altresl sperare che la vena e '1 dl- folla non molto diversa da quella della saolo (e forse il rancore) non faccia• mo<lerm1Partenopc: anche Il i rumori 110schermo ora al ricordo umat10, di giungevano con un'eco aftìcvolita nei (JUesta grande e gloriosa avvent1era vasti peristili delle case patrizie. corsa in terra straniera, e dei cot1tatti Un luminoso cd lnUmo spazio verde. e della conosce,iza che la lunga sosta circondato da nrcate, nel quale l'animo :~~s:r~~~,[.~~~·r;ectt1g~~g11~~::ns 1 J°J:,~i si sente invitato a rnccogliersl In silen- il suo slancio, la sull febbre dl libcrtc}. zio pur essendo cosl vicino ai suoni che lo porta a tm folgorante e indi- :~?int~l~~e~~;~i amene ~; ~ i 1\•0 °:: r-a ~ 1 ~~ ;t:; 1 ::,. 0 ; 11 ~;epfttb~~ ;;:t'~~a:,,; 1 eJ 11 ~:tz: pardian~ J?Oesla~ell'inflnlto. T~li sono. ·10 della sua morte. Quei pelleorinl sconoscrnll al plu, t monasteri adornt che ora hanno faticosamente risalito· dl affreschi, di stucc.:ht e di maioliche tutte le nostre strade s01101n genere I che Di Giacomo amò e dl?scrlsse come del liberi, amict ·della llbertcl; amict il cuore segreto della sua città. perciò e t11tellioent~. osservatori (an- Alcuni conventi napoletani. lnsil?me eh.e se talvolta restu ~t contatto) de• con le loro chiese, coprono una super. Oli uomJ,il, capact di intendere i mo- ficie assai v.1sta e compatta in modo da !~~!/ z:1~i~S1;ft~!r:t~~e~:rit~~ ~::~a;;: costìt~l.re_. vere e proprie c~ttadelle. Italia sorel stata cotta da loro, niooari Cosl 11 p1u celebre, auello -d1 Santa circondandone la figura coii la riscr• Chiara, ed 11convento del Filippini. va dell'iimorismo. saremo lti u 11• altro Altri hanno perduto la loro primitiva modo orali del loro pa&saogio,· e as- compagine perché In parte adattati a sai più. che della 11otorictil troppo cla- cascn11e, scuole, J)ubbllcl uffici: Il con• t1wrosa e corrusca <4!lla meteora bJJ· vento degli Olivetani che aveva quat- tonfona. tro chiostri, degll Agostlntani a San conte di Daun un memoriale con cui sollecitava il dÌvleto di ulteriori acQul– sti di case da parte degli ecclesiastici: e ciò verch{i a -sua maestà cattolica • non restasse solo la giurtsd!zione so pra li suol sudditi. senza che t mcdc– sinu Potessero aver modo di vivere e dove poter fare la loro abitazione ...». Pure, in auesta città che può dirsi or• t.lstlcamentc povera rispetto ad altri centri Italiani di minore lmportanz:i stonca, gran parte del carattere pitto• rcsco e monumentale è offerto i,roprto dalle chiese e dal conventi. Via Szi:nt~ Mai·la di CostantinOJ)Oll. che O la più bella. mostra. nel suo breve svolgersi. tre chiese e tre facci.ate conventuali. Un'altrJ. assai meno nota ma singolar• mente tipica. la sulìta Pontecorvo. va su verso la piazzetta Gesù e Marin tra un nltcrnarsl aunsl lnln,terrotto di i,or– Utll ln piperno e nude pareu claustrali coronate da grate di legno o dal bi11n· chi rirchetll e J)il.:istrichç spiccano sullo sfondo del ciclo. Qui si lascia ri destra una modesta casa sulla cui volta d'in– gresso è dipinto un Immenso stemma gentillzlo Cauantl stemmi fanno sfo,:• gio di sé negli androni dei vJcoll napo– letani!) per trovare più innanzi li ve· stlbo!o di un conventino di monache graziosamente affrescato nel Settccen• to. Ma le maggiori sori,resc non sono visibili dalle strade. Ora che tante de– corazioni Interne sono state distrutte o dannegg_lD:te dnlla guerra, acqulstrino un piì1 prezioso rlllevo I parlatori! dipinti a scene di architettura e paesaggio. con aria sorridente e profana, del convento di San Gregorio Armeno e dell'cducan· dato di Regina Coell. Questi aspetti e queste opere di una NaPoll ancora appartata e gelosa sono In gran parte ignoti, non solo al testi dc11eguide ma agli stessi studiosi, men• tre potrebbero fornire argomento per l'Illustrazione di un'arte aderente, at· traverso molti secoli. al costume cd alle trn.diz!oni popolari. u, m. Giovanni a Carbonara. del Benedettini, Perché non è detto che la vita degli ora archivio di stato. Istituti religiost non aderisca ancora L'incremento dato alle fabbriche re· profondamente a quella del popolo, at· Ugiose nel primi del Settecento. e cioè traverso le varie congregazioni e con– quando erano già tn Napoli (come te- fraternite, s:>ecialmcnte nelle forme stlmonla il Celano. che scriveva lntor- che al popato riescono più gradite e no alla metà del secolo precedente) cl~ quelle del pubblici apparati e spet· trecentoquat-tro chiese e centoouaran- facoll. l totto eclitìci conventpall, indusse U giu•. Subito dopo la fine della ·guerra Na– rista Contegna a presentare al viceré poli ha dlmostratò Quanto immutato :Ma qul VQrml conf":uclcre (non fos– s'altro che Per att't1bu1re qualche nesso alle m1e divagazioni) os;111doproporre all'arcivescovo di Nap, , di us.1re la sua autorità ii: una eso: ·1,zlone che po• trebbe avere un effetto meno negativo di quell,a sopra rlcordarn A Nnpoli non si sa come fare per <1nrc un tetto ai sinistrati e ai reduci mentre vi sono alcune decine di convt•nt: auasl deserti nei quali potrebbero trovar )}Osto dl– verse migliaia di persone. Perch{i non lndurre l ,·ari ordini n.· iglosl a p?esta· re 11 loro aiuto per Qucst'opl:ra vera– mente cristiana? Ad una tale proposta ò facile rispondere che occorrerebbe superare numerose cllmcoltà; ma quale vera fol'llrn di pubblico soccorso ò pos– sibile realizzare senza che prima siano state vinte difficoltà più o meno gravi? Sino ml oggi ~ stata occupata solo gran parte della certosa cli s. Mort!no, nota per essere insieme uno del più illustrl monumenti e musei dell'Italia meridio– nale. Ma ciò è stato possibile perché la certosa appartiene allo stato e quin· dl Il fatto di occuparla non veniva ad urtare alcun « particulare ». Int<rnto 1 troppi reduci che sono costretti a stare, Dio sa come, negli ambienti della Cer. tosa, giustamente si lamentaiio e si agitano mentre il comando militare sl acctnge a far murare le arcate del chi<r stro grande per trasformare i portici In loculi abitabili. Inoltre il prezioso matcl'iale del museo è ancora sparso qua e là in campagna e vi rcster-.l, maf custodito per insufficienza di mezzi, 1t lungo tempo che· sarà necessario pri– ma che. liberati gll ambienti, non st sarà pr0;,.ecdutoal costosi resu11.1rlche la presente occupazione avrà reso in· 1 dlspensabiU. "" ) ROBERTO l'ANE

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