La Nuova Europa - anno II - n.29 - 22 luglio 1945

-- 8 - ----:-------------LA NUOV..4 EU.ROP..4-------------- 22 lugllo 1945 -- R ICORDERO' sempre fa bella Im– pressione che mi fece Proga nelle J)()CM ore in cui vi sostai durante il mio viaggio di rltomo dalla Germa– n.Ja tn Italia. Sapete meglio dt me ciò RITORNO ~ era acroduto negli ult4ml giorni D l di maggio In città. dove t tedeschi sl crono abbandonati ad attt di tcrrort: smo contro la popcJaz.lone- Le nume- PRIGIONIA ~1:~~sere::_trXà~~a\~ ~~~: 1 ~:i fn~ daHa guer,ra, inteli villaggi distrutti, contravo per Te strade aveva delle rac- resi deserti e silenziosi come se 1~r oc fclio!.. TutU • si sorridev-.1no fra di un miracolo oi fossimo trovali di due 1loro. Giovanotti armati (l partigiani di millenni più avanti nel ticmpo e vedes– i n1 che aveva.o combattuto contro l te- simo le rovine di una oivHtà passata. deschi uscenti da11a città) e rngazz-e (L'ltaLia ~ mollo più danneggiata che volont-arte CftSimpegnav{ln0 t servizi ia Gem,ania. Ln questa sono di.st.rotte · pttbl >W.ci . T utti si aiuta\·ano l'un l'allro le città. da noi è il pa-ese che è òistrut• e oiasc\mo era grato all'altro per oiò to). 'I'utlo ciò non faceva che aocrcsce– ohc faceva. Quel popolo m•cve. rlacqu..i- re il nostro senso dl sfiducia. stato allora la sua libertà e se ne ren, rucordo anche che un. giornale pub– eleva conto: qwesto signifu:::av-ano fc rac• bWcava una fotografia òl Parrl. I miei cc sorrid-enti e quel commovente sian: compagni l'ossiervavano con un sorri: clo òl ogni singolo per alutorc fa sua ~· ~;nJi~% sg~~~o.c!;gn e~ 1 ~~~o 8 ! ~:!'1~n~~~ ~~~,~~i~~~f u a;~~1~~ c~noopiN: H capo dt un gov-erno che nicrl cli passaggio in vi3gg\o per le loro si rls~tu che non Indossasse una quar– case. Anche essi eran persone che ave' che divisa con alamari e decorazioni. vano riacquistato da poco la Joro Hber- E poi. come si polcva avere fi:ducla in tà, dopo anni di sofferenze solto tr ne- un governo che era lf primo ad am– mico comune. E gli abilantl di Praga m~ttere di poter domani veni~ sosU– li accoglievano come dei fraOOILi.da- Lluto da un ak.ro. che prima d. agir~ vano loro da mang\are. u facevano pas• aveva bisogno dJ comporre tante. d~ ~1;~ per primi dove c•er.1da Care una ~ri:~z~ot~~ii~~ ~? ~or:~\ c:;;~~e - Vedete. sembravano vorerct dire. - era fa frase che tornava Il più. soa cosl ~ vive e cl si comporta era gente vente sulla bocca del miei colleghi, 1; 1 :;~~à -;d ~l~~tt~~ 1 ~r~:~~ t.~~ ~;;~ ir~serii~t~r~a~~1ri'~~tc~i~ 0 1U~t ~- brava di trovarsi. anzichè In una città il complesso d'tnrerlorltà che sempre moderna. In una Svizzera mWca e ll• ha covalo negli animi Italiani, che è bcrlmia alla SChilfor. esploso in tutta la sua violenza e di Ricordo anche che tr primo pensiero cui if fascismo, con le sue manie di che m.i venne In mente. doPo aver v1s- superiorità, non è stato altro che una suto q;..zellecommoventi accogl,ie.nze e manircstazlone 1nverU.ta. quel magnifico slancio di fraternità pa• Tutto cib era rnolto lrtsle. Eppure tria che c'era In ci:lscuno verso tutti. questo era l'animo con cui riprcnde.:– fu per l'Italia: poter assistere nel mio vano contatto col nostro paese questi 00('90 ad uno spettacolo come questo! ufficiali di ritorno dalla Germania: Da circa due anni erav3mo senza noti• cioè una buona parte della nostra zi:c df'lla p..'llria. Che cos.1avremmo tro- classe cMrigente che domani in una v·éllo! Italia libera avrebbe dovuto essere la Il primo incontro con l 'H.il !a fo ebbi mediatriee fra Il governo e le masse. ol Brennero, quando dopo tonti mesi Questa classe considerava come cose ·ri\''l!dl kt ca.r.1e scalcinata unlronne di del tutto estranee al suoi Interessi l un nostro ferroviere: e cruclla \'\5ta ml problemi di cui parlavano l g(ornall, commosse un poco. C'erano anche ar- la vita e la dialettica ded. partiU, si cun.f soldotf del ricostituHo esercito, spaventava alla notizia .di uno sclope– ciascuno vcstdto a modo suo con \nd1J. ro e leggeva con scelttca curiosità le menti e a"1'14angloamericane. E' que• notizie tiguardanu li governo. Non ,;ta una prerogativa che in seguito ho eravamo ancor rientratt e già affiora: sempre notato nel nuovo esercito: eia: va in noi uno del soliti mali che ave• SC1.mo \" tJOl vestire a modo suo. Noi li va afflitto Ja vHa poliUca Italiana. al• asse<Havamo cU domande. eS9i 11lspon- tra causa der trtonro fascista: rapati• elevano vagamente. Adep:50che crava, ticità della classe dirigente. Pur senza mo In Ttalla, nel nostro paese. avrem- conressarselo questt urnclall pensava: mo potuto finalmente perdere quelfa no con un pé,•dl nostalg1a al governo cksolante 9ens..17'tone o~e avevamo avu- fascista, quel governo cosl comodo to per tanto temJ>:O, W essere del dc- pe.rchè era perfettnmcnte Inutile sror, ~\a~~~l~&e~~~I:;.:;:~•s~enn~ ~~•af~f~~ ~~i~~n~~hfe~~f~èc~~~n~s~~!~: eh~ cl proteggesse. Si . domnndavano sarl politici con t quali dover fare l not17Àe cM Bon001i e dlef governo. nomi conti Naturalmente non 11 governo e cose di cut là In Germania u<Wvamo rasa.Sta degli ultiml annl; ma quello, J>?rlare come di cose lontane e favolose. per esempio, del qufnqucnnlo 193().36, ~r::~= ~=~t!rie~~ri:r~~~~ ~~:n~e~u~~ait d!vas~~~ !b~:~~~ dell.l luna. Domandammo se c'era una tiravà a campare. In fondo questo è ntitort~à ita~ana alla quare rtlvolgerd. ancora 11 loro tdeale Politico come, Noh cera. I avremmo trovata a Bofza. del resto quQllilo di ogni borghese 1ta, ~~~~o;,;~,;~~~;\,1 ~!~'~rit~Fid"e~ !!ano chC si rlspelti. D'altra parte, Bo<-mle c:t,e,glt Atrstriao!. G!i Amerrlcanl non cl avevano dalo nulla o quasi nuf• ta durante Jt mese di \;aggio)'. Anche J)Cl ~1!! 0 ~ n~~hne°'l'ombra di un'au: LIBRI STRANIERI l miracoli, al meno in politica, non esistono. Pretendere che quegli stessi ufficiali, I quali eran stati per tanti anni la borghesia del clima fascista, dimostrassero Improvvisamente un3 CO· Scienza polltlca, sarebbe stato preten• dere li mtr.1colo. La f)Opolazlone ci stava a guardare fra lncurtosita e Indifferente. Pensam– mo che dò dipendesse dal fatto che eravamo ancora ln llOne tedesche o te· deschizzantl. Invece a Bologna, dove facemmo un'altra lunga tappa, la me• desima accoglienza. Cl sentivamo con• slderati come degli estranei dagll Il.a• llani stessi. Per le strade venivamo guardati con sospetto, quasi come una banda di mtserabill capaci èli derubar– ti o contro 1 quaU bisogna stare tn guardia. Dovemmo constatare che cl trattavano con spirito maggiormente fraterno Boemi ed Austriaci che non gli IUl!ani. La constatazione era a– mara. Il campo di smistamento, almeno li nostro, era pessimam.ente organizza• to. Reduci dalla Germania e profugh< clvi~ che dal Nord ritornavano nel Mezzogiorno, uomini e donne ammuc– chiali alla rinfusa un po' dappertutto Insieme a masserizie di ogni genere, scarsità d1 cibo e di acqua, sudiciume e baraonda. Ad ogni distribuzione di rancio avVCnlva la più gran confuslo• ne, mentre alcuni dirigenti credevano di metlere un po' d'ordne per il solo fatto che gridavano più forte degli al• tri. Due ufficiali inglesi, eleganti e silenziosi. osservavano quella massa di stracciont Proprio in quel giorni, su un &1iornalecittadino compat·ve un lnfollce articoletto in cui si paTlava della 1>crCcttaorganizzazione del cam• pt di smistamento e delle loro buone condizioni sanitarie. dell'amore frater– no con cui l reduci venivano accolti, dell'interessamento con cUl le autorl· tà alle.ate aiutaVano gll organi locali. I eommenU nel campo furono dlsa• strosl: la solita. camorra, cambiano le forme di governo ma la sostanza è sempre la medesima, l'italiano .sarà scm1>re trattato come carne da macel• lo, ecc. Era Il trionfo dello scetticismo e del eomp !es.so di inferiorità. I colleghi urAclall che comandavano U campo cl trattarono in un modo stTano, un po' come dei noiosi rompi– scatole; un modo che non saprei esat– tamente definire ma che non era cer– to ti modo dl trattare con del colle– ghi. Era Il nostro primo incontro con gli ufficiali ·rimasti in patna. Questo loro trattamento contrtbul ad a.cere.: scere. quel penoso sentimento che ave, vamo avuto per due anni, dl essere cioè del declassati. Non dico che que– stri non fosse stata nè più. nè meno la l'URSS. e di ooserva2lonl originali. i>ar 1 le miniere degli Urali alle trecento va; rietà di albicocche di una fattoria del• l'Uzbekistan, dal cadetti delle scuole millbrt che devono Lmparare almeno due Ungue straniere all'assoluta lndif• Ceren.zarispettosa del russi per la vita privata del loro capi, è una lettura ali tamente interessante e prezioSa. torlt!i ltallana. Appena 11 treno 9! fet'• mb vidi venirci Incontro la tonaca nera e svolazzante dt un prete. che oi por– tava Il saluto ed il benvenuto del Santo Padre. C'era un servizio di nsalstenza orgarùzzato dal Vaticano. Ci diedero i.'3 mangiare e d caricarono su ~ 9Utocarri. Si aveva l'impressione che la Oliesa fosse l'unica forza organizzata eeislente 1n ltallia. W. E. JJ.urghardt Dubols, Color and Democ-racy Colonies and Peace. New York, Harcourt Brace e Co. - L'autore, che è considerato In America uno dei l.eader della razza negra, affronta in questo libro u problema delle eolonie. uno dei più Interessanti del prossimo futuro. Egli sostiene la responsabilità George Millar. Alaquis, Helnemann, particolare degll Stati Uniti nella SO' London, - E 11 resoconto di tre me: luzione di tale problema, sia per l'es. si di vita con i maqui-S francesi, vlS• sere questi una democrazia, sta per la suta da un inglese lanciato con il pa– forte minoranza negra che in es.si vive, racadute a Digione il D day. fino alla In parità di dlriti e di doveri con gU Uberaz~onc della zona da parte degli altri cittadini. Fino a che Ie potenze allealL sorte che et eravamo meritati. Erava, mo I membri di quella borghesia che per ventidue anni aveva tradito i suol compiti di classe dirigente e che, eni trata nell'esercito, aveva ancora una vNta mancato facendo pass!vamente acc3dere •ciò che accadde l'8 settemi brl:! cd I giorni seguenu. Sentivo una prnfonda coerenza fra ciò che la no• stra classe aveva fatto, e ciò che ave• vamo pol sofferto nei camt>I di con: centr.imento. Senza \"Olerlo, erano ot• timi g!l1~t-izier1 I tedeschi che non cl c..:nsld~1 avano ufficia 11, e i nostri stes– si soldati che cl coprl\"ano del loro d~sprezzo. l\Ia che lo sappia, nessuno de-i miei colleghi ha mai pen&.1toque• sto. Per tutti, noi eravamo dei Poveri ilUl()('Cnti, vittime dell'incapacità de! scncrnh e della crudeltà fascista. If che, magari, nel su~ effetti tmmedla: ti sarà anche stata la verità: ma era solo una conseguenza, non la causa. A clò si aggiunga che Il nostro senti• mentallsmo dl Italiani cl aveva spin• to ad autoesaltarct perchè avevamo saputo resiStere al mallratt:lmentt sen• za aderire alle richieste tedesche. Ci eravamo abituau a considerarci quasi degli eroi, mentre In orealtà non ave, vumo fatto altro che li puro e scm• plice nostro dovere. Ma credo che sen• za quella convinzione svariati di noi non avrebbero resistito. Tutto questo però non giust.rn.caaffatto le accogllen• ze del nostri colleghi. A poco a poco, in ciascuno di noi sl face,•a strada il sentimento che or• mal non saremmo tornati ad essere noi stessi altro che quando fosS.mo tornati In seno alle nostre famiglie. L'Italia non era più per noi quel comi plesso organico che è una nazione: era l'estremo disgregarsi di una socie• tà, t,;dotta ad un atomlstlco agglomeo rato di individui o, al massimo, di famiglie. Solo più tardi ho saputo di che cosa era stato capace durante l'anno precedente il popolo italiano. atrralel, lato per ta lolla comune ln tutte le su.? classi, dall'operalo al proresslonl• sta: quel medesimo popolo che .adesso cl si J1rc~entava cosl distratto ed In• differente. Allora l'ho anche glusUfica• to, almeno in parte. Ho l'Impressione C'he gli italiani siano stanchi, stanchi dt un lungo petiodo di atUvllà parti• giana, stanchi perchè, una volta spen1 to Il perlv<lo romantico e garibaldino della rivoluzione, non sanno ::love trO' Yare ! nu~vi impulsi 1:>ercont'nuare nella via tntra;,resa. Una plcco!a con 1 seguenza di questo fenomen, cli ge,i nerale stanch<c:zzasono le cattlve aca. coghenze che ver.::::0110 riservate al re= duci dalla Germania ed ai profughi dl o~nl genete. Le barrdcate sono finite: ades..--0 Llrngna ricostruire. Occorre tirar fuori 1e qualità che si etrr rmano a\;a ò1stam·a. che sono da noi re qua 1 JUà più d'ftiMll, per cogUere ti frutto di quanto è stato fatto finor.1. Questa è la difficoltà, soprattutto per un p0: polo come 11tallano nel quale virtù e vizi sono cosl intimamente fust che spesso t. secondi hanno Impedito dJ poter godere di quel frutti che le no, strc qualità et avrebbero fatto· mert, tare. GIAHPIERO CAROCC[ Ludwlg dà consigli sul modo di comi portarsi in Germania. non prima però dl avercl !ornito una desc,·tz}cne dc1 carattere tedesco, In t•~rm:nt sctent11 fici, ché per l'autore il carauc:-e è una realtà effettiva. Egli sosCen'° che la conoscenza det carattere tedesco avrCO' be risparmiato al mondo quC6ta se, conda guerra. I consigli che Ludwlg dà Poi ai soldati alleati sono alquanto duri nel conrronu del suol compatriotti: non offrire sigarette, non parlare mai tedesco, non stringere la mano al te-i deschi, comportarsi come vincitort, e non dimenticarsi mai di essere in un paese nemico. Adesso vedo quante gtusttncazlonl può Portare a buon diritto U governo per questo suo assenootsrno. quante ctU~ ficoltà et mrebbero state da sur,orare per potersi far subito scnt4re. Del r,e. sto. lo mt llmJto a riferire 9empllce• mente !,e nootre prime lm.presslonl Ha• Jìaine. senza discute-re se ooae fossero ft'ttlSte o errate- Esse hanno una certa imPOrlanza In qoonto rap,presentano la prima reazione di reduci ohe ritornano cW fronte ar nuovo stato dì cose. continueranno a considerare le colonie come terre di srruttamento e !onte di Robert Payne. Chiung Kino Diar,;,1------------- profittl, vi sarà sempre il pericolo. al• Halnemann, London. - Se poco sl sa l'infuori di ogni altra considerazione, della Russia di Stalin, ancor meno CO· di rivolte delle popolazioni indigene e noscluta è la Cina di Ciang Kai SChek. di lotte tra le pote.oi :e colonlalL Di alto interesse è quindi questo diario di due annl di vita in mezzo a quel po– Everette Holles. Un.conditionei Su-r- polo dl quattrocento milioni di anime. * render, New York. Howell. Sorkin e narrata dall'autore. giornalista e pro• '.Afcuni miei comwsml avevano oo- ~- <b11~ 1 g~ 3 r:;:i~~/~~~~fC:e~fa ~~ ~~~~~~~I r:t~•i~itià'ca~~: 11 àrnin:e~~ owlsklto clei giornali!. Vi si parl'ava di incondizionata della Germania. seguita zlone che da otto annl combatte con part,lti. c!idlfflcoltà parlamc.ntar!. d' un giorno per giorno, fedelmente ed ob• Indomabile v3lorc l'aggressione giappo• cerio Par.ri che aveva fonnato un nuo: blettivamente. sen?.a cedere al dcslde; ne.se. vo go\~·nq eoc. I mle4 compagm sooo- rio di interpretare e giudicare soggettt• ~v~~o~~J:~ ~= ~~~~~:! ?~:~ vamente avvenimenti e figure. politiche, sotto n regime delle quali la Richarcl E. Lauterbach. Tltese Are ;\~a n~~~:a!ffi~r:~°;,/~. ~~t::.:.;~~Qur:~ Jii:;è ::~:cJ~ r1colosamente ,i ricordi delfa propa: dall'autore al suo ritorno l.n America, ganda fascista.. che tante volte avcr.1. dopo una permanenza di un anno in dcnl~Tato l'Italia liberale. I debo« go: Russia in qualltà di corrisr>0ndente spe: ~rnl lnropa,ci di tutelare gli Interessi clale del Time e di Li/e. Un anno speso del. loro cittadint e solo intenti ad una nello studiare minuziosamente. profon– po!~Uca di piccolà gnLppl. che si dlSin• damente, senzn preconcetti o pregiudi: 1.crcssavano dcl!le ne.:tli 1neccssltà d~r zf la vita della Russl.t In guerra. E' una ~1_çsc.A qiò si agg.iunim ohe avçvnnio opera ricca di dati, di notizie in gran S i1 v,isto u11.:i.. ~rtJc d'ltaua. d'oy-astat.a parte ignorate fuori ·dél confini de{• A. C. Pigou, La.pses /rom full Em• pl.oyment.. Macmillan, London. - L'a: cuta analisi dell'autore che si può con– siderare Il maggior economista inglese vivente, si sviluppa intorno al motivo centrale di quello che per l'autore è Il maggtor ostacolo al piano Beverldge: i salari alti e rigidi. The Moral conquesl o! Genmmy, di Emi! Ludwig, Garden City, New York, Dauble and Davan Co. In questo 11: b'ro, scritto particolarmente "ler le trUJ?PC. ~llcate c1.1eoccupano il. Rèich, LIBRI RICEVUTI IWA' EREMBURG: Il s~condo gfont~. Romanzo.- E.dizioni Leon.,n;Jo. CIACO~IO LEOPARDI: I canti- - A cu., ra di Luigi Russo-Sansoni. AI...FREDO ORECCHI-110: Febbre '" S► cllia. - Cosmopolila. R. ':\1'. DE ANGELI$: Panche ala.lte. Romnnzo.- Atlantica. CIUSEPP!i: STALIN: B0l8trolsmo e ca.i pitali.imo. Con inLroduz.ioncdi WOLF CIUSTL - Edizioni Leonardo, Roma. MAX WEDER: L'etica prote1tante e lo aplrtto del ca1.rltali&mo. Introduzione di ER~ESTO SESTAN.- Edlzlonl Leonardo, noma. C. SOTGIU: La libertd di stmrtpa - noma, Ed. del •Pensiero giurld!oo 1>e– twlc,, HJ.13,L. 35. MARCELLO VENTUROLI: I giorni d~ l(Jna~lo. - Sandron.

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