La Nuova Europa - anno II - n.29 - 22 luglio 1945

, -- 22 lugl.Jo 1945 -------------~. L:.t: NUOll:A EUROP.A ---------------- 7 -- ADDIO di ZWEIG L ONTANO nel tempo. Anno 1907. Ellen Key. la grande svedese, au– trice di quel Secolo de-i fanciulli che vorrei veder ristampato e diffuso fra le nuove generazioni, si trovava a Roma, mi voleva bene, e un giorno mi chiese li permesso di presentarmi uno scrittore viennese suo amico, qui di passagg-io. Ln l(cy era già anziana. e al colmo della celebrità. Stefan Zwc!g invece non aveva che venticinque, ven– tisei anni, ed era ancora Ignoto in Jta– jia, sebbene in patria Si rosse fatto no• tare quasi ancora adolescente, a somi– glianza del concittadino e coetaneo. Ugo von Hoffmannsthal. Dell'Incontro m'è 1•imasta nella memol'ia quasi soltamo )'immagine dello Zwclg d'allorn: un giovine signore, sottile e piacente. dai grandi occhi lucilli d'Intelligenza e dal sorriso arguto. ì\11 sembra cli ricordare che fosse un pnrlatore amabile e viva• ce, che replic.1sse con squisita grazia alle entusiastiche battute profetiche della Rey, per la quale egli aveva sti• ma e devozione profon<fa; e ml sembra che fra altri nomi di poeti europei si soffermasse particolarmente su quello di Rilke, che io intendevo per la prima volta. Sì, dovette essere mentre st prendeva ·il thè aJ Castello di Costan. Uno, il ristorante di fronte al Pala– tino, nella luce d'un pomeriggio prima– verlie, che seppi dell'esistenza di que• gli che molti anni dopo doveva seri• Vel'e le Eleyie d-i Ditino. Zweig e la J{ey ne p.irlavano con emozione, som– messamente, quasi nel timore cli of. fenrlerne l'estrema purezza ... Di ir a qualche mese mi giunse un nuniero della Neue Freie Presse con un intero articolo dello Zweig sul mio primo libro: siccome nel frattempo avevo saputo che le sue critiche erano apprezzatissin;J in Germania e ln .Au– stria e che esa era un'autorità nono· stante la sua giovinezza. 1•imasi lusin– gata per tutto ciò che di notevole egli aveva 11llevato In Una donna come arte. come pensiero e come documento :,b,iano. Credo che soltanto quel che mi scrisse il vecchio George Brandes sullo stesso libro ml sia s• 1.to d1 pmi compc1.1so, in Q.'tiegli albori della mia vita .irtistica. Anni e vicende seguirono. Nell'in· verno 1913,1914 mi trovavo a Parigi. Ed ecco. anche l~, fu una persona ami• ca t! di nobile spirito, a •combinare» RIBALTA DI GLORIA N ON sono pochi coloro, così da noi com,3 1'..:Vri, i quali .iccusano Ho]ly. ~\.ovd di decadenza. Effettivamente la produzione americana quale ci è sta· un nuovo incontro fra Zwelg e me: Leon Ba:t:algette, li tracl.uttore e bio– grafo dl Whltman (un altro libro che vorrei veder stampato cla noi, la sua Vita cli Whitman), et invitò a desinare non so più in quale g01·gotte di i\lont• J>m·nasse. Zwclg amava molto Bazal• gette, oltre che per l'ingegno. per la fiera e alta coscienza. Serata deliziosa. C'erano altn due o tre scrittoli del gruppo cli Clartè. Tultl « buoni Euro, pei ),),e questo cì dava un senso di se· rena letizia, quasi di fanciullesca dé– tente al nostri crucci personali. Più fanciullo di tutti lo Zweig, che a Un certo punto dei conversari, dopo molti brindisi con biondo vino alla pace per• petua, uscì inaspettatamente a dire, con sorriso birichino e come assapo– rando in anticlpo la reazione degli astanti: • Però, se domani scoppiasse una guerra, e quest.i dovesse !spirare una grande lirica a un grande poeta, la guerra sarebbe giustificata ... » Un urlo unanime di protesta accolse la boi!lade, e ½weig rideva. rideva. con. tento cli constatare che nessuno era caduto in trappol.1 e che la passione lctternria non prendeva. non poteva prendere il sopravvento sul nostro senso d'umanità. Lui, che al suoi inizi era stato leggermente « esteta •• al se– guito di Hoffmannsthal. ben pi•esto é.'era fatto della missione della poeSia un'idea infinitamente più severa e sa– cra. E da Walt \Vhitman a Verhaeren. da Dostoicwski a Romain Rolland, le sue simpatie, le sue prefereflze s'erano anelate determinando senza esitazione. In che mese di quel millcnovl.>cento• quattordici eravamo? Forse marzo. Io pm·lii da Parigi in .iprile, passai un maggio solitario in un angolo della Provenza fra campi di rose e gelso– mini, e i contadini della fattoria che mi ospitava mi raccontarono un giorno che in un cinema di Grasse i ragazzi eran balzati In massa a fischiare l'immagine sullo sche11no del H:aiscr. Jmpressio– nata, rHeriì il fatto in un articolo rac– colto poi nel mio Anda11do e stançlo. Ora, e mi commuove la coincidenza, leggo nell'ultimo libro di Stefan Zwetg, (llloudo di ieri, Edizioni De Carlo, Ro• ma 1045)_ che lo z weig uella stessa primavera, partito anch'egli da Pa1'ìgi e recatosi in Turingia, s'era rifugiato una sera in lm piccolo cinematografo di Tours. e là aveva. ass-istit9, all'ap• parire di Guglielmo II nella proiezione del suo incontro col vecchio Francesco Giuseppe a Vlenna, a un uragano di fischi scatenatosi d'improvviso nella sala•buia. • Rimasi spaventato - rac• conta Zwelg -. Se la cosa fosse av– venuta a Parigi mi avrebbe ugual– mente preoccupato. Ma che l'odio fosse penetrato anche nell'Interno della pro– vincia e_ nel fonclo di un popolo In– genuo e bonario ml faceva rabbrivi– dire ... » C I N ~: ~~es~~~~.~~i~~ 1 2u 1 ~~~o ~!' 1\ 1 ;~~.;• 1 ~~~e~~i nisce meglio ti personaggio e la sua nè 1•innovata nè mlgliorata. A tuttoggi vicenda di quanto non faccia l'apoteosi i tre film miglio1i sono opera di tre re- propagandistica del film. Vogliamo cli· gisti Importati dall'Europa, 'l'ales of re che ogni propaganda tende a falsi• Manlwttan di Duvivier, J married a fìcare, spesso inconsapevolmente e in wHch cli Renè Clair e J./ombrn del d-ub• buona fecle, la verità complessa e in· bio di Hitchcock. L'ultimo Chaplin è coercibile della vita. E che in sostanza stata una delusione. Hollywood, è vero, li patriottismo non è all'atto il solo an– ci ha dato alcuni buoni fi Jm di propagan- ,r,;-010 cH vista dal quale si può considc– da, come per esempio LCl famiglia Su.Lii· ral'e la carriera di Cohan. van ma il fatto stesso cli eSS:!I' film cli Come in tante altre biografie clnc• propaganda li rencle ai nostri occhi in• matografichc ·americane, 11 concetto feriori ai tre film succitati. anch'essi del prevalente cli questa R.ib <llta di gloria resto nient'affatto eccezionali. lnclub· è quello calvinista del successo come bi:uncnte c'è stata la guerra. :\la anche pietra di paragone di tutte le virtù la guerra è stata vista da Hollywood in morali. Non sappiamo come fosse tn maniera estremamente prudente, con• renltà Cohan; probabilmente non lo sa• veni.ionale, conservatrice. F'orse i mi- pevano neppure il regista e gli altri gl!ori film di guerra, come per la pri· artefici del film; comunque 11 pcrsonag• ma guerra mondiale, li avremo nei gio è calato nella forma solita e fin prossimi anni. qu:.mclo· le moltitudini eia! principio sappiamo che non avre· dei reduci avranno portato a casa e mo sorprese. Lo schema, mille volte diffuso in America !a vera immagine ripetuto, clel ragazzo oscuro che attra– di questa guerra, il suo vero volto or· verso un lungo e duro tirocinio In un riblle e sconcertante. Per ora i film di mestiere qualsiasi perviene fino alle ci– guerra e cli propaganda dì Hollywood me della ricchezza e clella celebrità è sono soltanto ben fatti e molto abili: stato anche questa volta rispettato; e il solito reallsmo solido e cordiale, il Cohan non è dissimile da Edison. da solito humoi,r, il sollto patriottismo de- Lincoln e da tanti altri el'0i democra• mocr,1lìco. Una interpretazione nuova tici. Sgombrato il terreno dalle diffi· e viva non c'è ancora stata. coltà di un'interp1~tazione J)$iCologlca Ribalta dl glorlll non è un film di meno convenzionale, restavano i prirti• guerra ma è un film cli propagancìa. Ve• colari della vita, il travestimento in· dendo il film. ci si.imo alla fine dom.in • somma dello schema, nelle sue appa– dati, se invece che nel Hl-1-1 /UballCl rii rcnze contingenti e storiche. Ribalta glori<t fosse stato prodotto nel w;H, di glorw, più clì qualsiasi altro fi!m del quale altra luce sarebbt! stata gett,na genf're, è 1111'illusu·,1zionedi questi par· sopra la vita di Cohan, lo zar del va- ticotari, di questo travestimento. 1•ictà. E' verissimo che Coh;,m montò JJ gusto tra Ironico e nostalgico del• e diresse alcuni spettacoli a Intenti pa• 1•9uocento ha suggerilo al regista Cur– triottici che fecero epoca; è anche vero ttz sopratutto nella prima parte che che i suoi meriti n,1zlonali furono ri• descrive l'infanzia. l'adolescenza e i conosciuti or non è molto dalla supre- J)l'imi anni della giovenlt1 cli Cohan al• ma -autorità politica degli Stati Uniti. cune sequenze assai divertenti. Vcdla· Tuttavia la frase cli Cohan nel film «io mo una scena comica In un negozio cl1 non sono che un attore di val'ietà » cli ogh1e1 e a base di dolci lanciati In nella sua modestia caratteristica. defì- 1 faccia. botti srasciatc, tubi che casca• « E il ventotto giugno 191'1 - dice Zweig 11cllapagina successiva - echeg• giarono a $erajevo quel colpi che in un solo istante dovevano rompere In mille {rantumi, come un vuoto vaso d'argilla, il mondo della sicurezza e della ragione cost.ruttiva che cl av~va allevati ed eclucati •· Mondo della sicurezza e del la ras10, ne! Stefan Zweig ne traccia il panora• ma con nostalgia straziante. Parla de: gli anni fra Il 1890 e il 1910, quando nessuno di noi avrebbe mai, sbrlgllan• do la fantasia, immaginato la feroce sorte che ci attendeva. Quando tutti credevamo realmente che l'era delle guerre f~se finita per sempre, e un grande fervore di pensiero e d'opere dava alla parola «civiltà» un senso di' cosa raggiunta e intangibile. Coloro che non hanno vissuto in quell'epoca pos– sono forse ritenere retorica questa mia frase, e retoriche. un poco almeno, le pagine dello Zweig. ]\fa noi superstiti sappiamo che cosl non è. E 10 sapeva Zwelg, prim.i di morire. Non si è egli ucciso appunto perchè l'evocazione di quel kmpo baldanzoso e pol di quello vergognoso che gli è succeduto l'ha stremato? Egli ha impiegato in questo libro dalla duplice passione tutta quan° ta la forv,.1.che gli rimaneva {e a u·at 0 ti si s~nte una stanchezza all'agguato, cosi turbante in un lavoratore di tal ),ma). Quando lo udii, sgomenta, della sua volontaria morte, tre anni fa, non mi parve credibile. i\la ora, dopo aver letto questo lungo addio (tm'altra crea– tura suicida n~I cuor della guerra. Vir 0 g\nin Woolf lasciò detto soltanto: « Ad· dio al mondo»: Zweig non pronuncia Ja parola, ma ogni suo rigo ne è Il si– nonimo), orn intendo che egli non po– teva sopravvivere, sebbene mentre seri· veva non ne fosse ancor conscio. Rian– dando il suo felice passato, li suo for– ttmato passato, gli agi, gli studi, i viag– gi, le eccelse amicizie, i larghi successi, e soprattutto, soprattutto rammentan– do la fede nella potenza della POC· sia, pot pass<rndo a clescrivere il primo ciclone sull'Europa e la tregua illuso• ria, e il secondo e più mostruoso coz. zar di popoli, e lo scatenamento sel• vaggio contro la razza d'Israeìe_. ch'era la sua, e la perdita d'ogni bene. e l'an• dar ramingo come gli avi remoti, Ste• fan Zweig suggellava il proprio clestino cli scrittore e di uomo. Appena sessan• tenne, se avesse atteso la fine clel con– flitto e assistito alla vittoria, le opere che ancora forse avrebbe potuto com• piere 11011 sarebbero state mai più gra· vi d'ammonimento di questa, e, meno intrise di disperazione, avrebbero forse tolta a questa una parte del suo asso– luto valore di messaggio d'oltretomba. Aveva molto meditato, Stefan Zwelg, negli anni della feconda maturità, su talune tragiche esistenze di geni, quall Hoelclerlin, l{leist, Nietzsche. e sulla EMA no sul cranio e altre simili sorprese che precorrono l film di Ridolini. Ve· diamo la famiglia Cohan prodursi In cento travestimenti, sulle ribalte an• cara sentimentali del varietà dei pri· mi· annl del secolo. Vediamo sopratut• to la scena assai graziosa di Cohan travestito da cadente vegliardo che noncurante clell'età e degli acciacchi esegue un ballo acrobatico davanti agli occhi esterrefatti della sua futura mo· glie. Anche te scene degli esordi a Nuo– va York sono vivaciss-ime e pur non levandosi sopra la solita pittura cli ge• nere hollywoodiana, raggiungono ef· retti gradevoli in un clima ironico ma mai caricaturale. Il regiSta e gli sce– neggiatori vogliono bene a Cohan e questo gli permette di mantenersi, an che nella ricostruzione di ambienti co– si pittoreschi come quelli del varietà, lontani da ogni estetismo e da ogni compiacimento illustrativo. Nella seconda parte, I t film abban· dona la tecnica rapida. piena di scorci con cui aveva riassunto gli esordi di Cohan e ci da due o tre spettacoli di varietà in formato naturale, prnprio come dovettero apparire agli occhi de· gli spett.ator.i in quei tempi lontani. Questi spettacoli sono ricostruiti con grandissimo lusso e meticolosa c1.ll 'a dei particolari ma se dapprima diver• tono e abbagliano, alla fine i'ngenerano un senso di stanchezza e di sazietà. li personaggio dì Cohan già piuttosto fermo e povero nella prima parte qu\ quasi scompare sommerso in tanta rie• chezza di costumi e di comparse. Tut• t.ivia, alcune di queste sequenze si rac– comandano alla memoria: una sfilat.i cli ballerlne in costume, fotografata, non senza ironica consapevolezza, alla maniera imn'lobile elci dagherrotipi; un tramonto sul mare, proprio da varietà (li cattivo g1.1sto,con Cohan vestito di bianco che si staglia sul fondo di un loro lotta contro il demone. Chl sa, forse le aveva anche invidiate, qual• che istante. lui che non aveva cono: sciuto tali terribili combattimenti, aveva solo tentato d'interpretarli con intelletto cl'amore {non è il biografo un poco come l'attore?). E la tragedla, non insita in lui, lo 1·aggiunse nondi• meno, lo investì, lo fece, nell'ultima sua ora. assurgere allo stesso cielo di que{• !e grandi vittime spirituali ... Non ci eravamo mai Più veduti dopo quella sera di Parigi. Egli era tornato in Italia più volte, ma sempre il caso non aveva voluto che Ol r,ltrovassimo. E più volte lo avevo avuto il progeV to di recarmi a visitarlo .\n quella sua casa di Salisburgo che sapevo bellissi: ma, e mai avevo potuto effettuare H viaggio. Così. mentre andavamo scam: biandoci a lunghi intervalli qualche lel' tera e qualche Hbro, serbammo l'uno dell'altro la nostra Immagine giovanile sempre più lontana. Mi scriveva in un italiano esitante, letificante. poi a un tratto prorompeva in scuse, • sento una certa vergogna di scrivere un italiano di scolare. a Lei » - e qui un compii• mento. E mi chiedeva il permesso dl proseguire in francese, lingua « che mi obbedisce meglio». Non parlava della sua vita •intima, ma soltanto elci suo lavoro e delle vicende del mondo. « Do,, po gli ultimi stupidi ann.i di carneficio, come vo1·J,'elvenire in Italia, patria ciel• la mia madre, luogo dei più cari ri: cardi cli giovanezza mia!),), dice una lettera del dicembre 1919. l suoi itlne• rari terrestri, attraverso le pagine del libro ultimo mi ripetono il suo amore per Vienna, per Parigi. per c'crti aspetti della Russia dei Soviet, e la fedeltà pa• tetica della sua ammirazione per quei giganti scomparsi che anch'io conobbi e venerai, Rodin. Verhaeren, Gorki. e per alll'i che non vidi mai. ma che re• spirarono la .stessa nost.·a aura, Romfiln Rolland, Rilke, Freud. « Pcl!egrtno appassionato :o lo chiamò Rolland. Rol• land • dont J';,imitiè fervente pendant la guerre a eté le plus grande bonheur au milieu du desastre :o- egli mi scrh veva in un'altra lettera. li quale Rol•· lancl disse anche di lui: « ll ain·1c par l'intelligence, il comprend par le coeur •. Paesaggi, ritratti, musiche: collezio• nt, alte discussioni. alte certezze... E poi, sirene d'allarme, bombe, auto•da 1 fé, campi di concentramenti, esi HL •.• E' come se ll lungo spazio d'anni inter, corso si popolasse per me di tanti sue, cesslvi Stefan Zwelg, come se l'amici~ zia rjmasta fra noi sempre soltanto un abbozzo, soltanto una promessa. si svol• gesse o.ra , s'illuminasse, e lo la vivessi iMtera a ritroso, dolce e amara, unica; mente per me, dono che non posso più ricambiare, SIBILLA ALEltAMO ciclo cupo e i1ubiloso; una ripresa del• l'operetta patriottica che consacrò la fama di Cohan, con tutti gli attori in divisa; sopratutto un quadro assa\ di• vertente della stessa operetta in cui U padre di Cohan appare travestito eia Zio Sam e la madre da statua della li· bertà. L'aria facile e allegra dell'ope• retta ci" ripona ai tempi della nostra infanzia. Ricorcliamo di averla udita la prima volta quando il presidente \Vi I· son venne a Roma. Ma dubitiamo che Cohan l'abbia improvvisata per rivai~ sa, dopo essere stato rifiutato all'uffi· cio di leva. James Cagney, un tempo inte,·prcte cli truci pm·ti di banditi, ha disegnato con bonomia e humour, senz'ombra di clivismo. il personaggio del versatile irlandese. La sua piccola statura con• giunta ad una straordinaria vivacità gli assicura la simpatia delle platee. Tutti, gli altri attori sono efficaci ma non più. che efficaci. Una menzione speciale me– rita ;"operatore Howe, per la sua ma~ niera originale di diSporre le luci e dil collocare la macchina da presa ad an• goli insoliti e suggestivi. li regista Curtlz ha confermato le sue note qua• lilà già rivelate in film come Caplain Bood ed altrl. 1\l,Bt-~n·.ro l\lOHA \llA. "LA CIT1'A' LIBERA,. nel numero di (]UCSla ISettimana pub– blica: Mnnlio Lupinnccl: PerclliJ sono un com sen;otore; Note della Settimana dt Lit,c, ro; Alberto '.\loravia: Sulle Masse; Vit: toric ~l.irram.i: J.11ço1ive11ienti deU'eco,10• mia russa ; Cnifo Tulllo Altan: L' cspe, 1 ·i.cm: a dei C,1.,.N.; Fedcl'ieo Spada: Sta• ti, Partii.i e Movl111c1110; Jacques Knyser: La Francia s; 11rc1,arc, a votcirc; A tt;ilio Riccio: Vcrild e Pocsin; Snndro Dc Feo: Diario Mi11imo; Guido Piovene: I primi: tiv& siamo 11oi; Doctrnie11ti, I.,a Libreria, la l'itn Artistica e il diario di Roma a cura di Bruno Romani, GWo Viscnlini, Guido M. Gnttl, Enn'o Flnlnno, l!:rnanuL•IC Farneti, Cassiodo10.

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