La Nuova Europa - anno II - n.20 - 20 maggio 1945

--, 20maggiol945 -------------- L;{ N UQ v;r EU ROP.:A: ----~~------------ 1 --– ·I __ -A_R_T_E __ DE CHIRICO 1945 L A grande mostra d1 De Chfrlco al= la galleria del Secolo ha ridesta: to una vecchia diatriba tra tutti quelli che seguono .(con poco gusto), l'ultima fase dell'arte di questo pitto-, re: De Chi.rico ha sempre dipinto cosl? Il pittore che ci ha dato, nella sua gt.ovin~, le • Piazzè d'Italia• e gll e lnterm. metaflfilci•• è della stessa qualità di quello che opera oggi? Chi risponde di st, se ne serve per una condanna o per una apologia totale del• )'ormai lunga altlvS\à dell'artista. Ecco, a mio pa~re, un caso di quei stlone mal po.sta. E' naturale e facile ritrovare, ln tutta l'arte di un pittore, unità di temperamento. Questo non esclude però opere, o gruppi d'operv, diverse di qualità tra loro. F.d è anche Possibile che i vizi di una certa lndo, ~e. presenti fin dall'inizio, prendano n sopravvento, specie se il successo e 1l consenso attenuano le facoltà crltlche. Non è 11 caso di tentare qui un g\w dtiztiosu De Chlrico: si può fermarne 1Utt'al più qualche appunto. Si parta da certe pasiJle, sclitte da De Chir1co una trenuna d'anni fa, contro l'im: presstonlsmo. La p0lemlca contro l'iinv pressioni.cm10era allora comune, e del re.sto necessaria. Ma credo che in nes: suno fu sentita come tn De Chirico. Egli ml.rava non solo all' 6mpressio– ni&1no,ma nndava più in là ~ esso. La sua fant.aSla egoistica rllfuggiva dal vivo, dal mosso, dall'aperto. Era una fantasia bisognosa del chiuso. e GH ani goli inesplorati della met.aflsica univer• sale, - annota nel catalogo all'ultl..ma mostra la sua esegeta Isabella Far, senza accorgersi che non scrive un prlnclip1o di estetica, ma Ja diagnosi di un carattE-re umano, - si rivelano nel luoghi chiusi, nelle camere e nelle pubblliche piazze, molto più spesso che nella grande e libera natura, tanto e,: scluStvarnente terrestre». · 11 modo dt De-- Chlrico dl respingere la • grande e }il>eranatura» è quello d1 non vederla mal. Sembra che un ope: ralo sep-eto si prodlighi a sua insaputa J)er zisparmiargU Quell 1 odioso spettai colo, sostituendola con una secondn natura, già flssata nell'arte, fatta di QUadrt e stampe_ La 11atura d1 De Chd,. rico è una natura già quadro, che eg1I traduce in quadro una seconda volta 1 aggiungendovi quasi un soVrapplù-di pittoresco. Se.egH. si pone a un ritrati to, non vede un uomo, bensl ti protai gonista di un ritratto anteriore, da trasferire in una seconda effigie. Quella che, egli chiama e l'aria •• e )'aria del quadrll La vita, che egli con• J.empla, è letteratura, è museo, è quat.i trocento, barocco, romanticismo. In es, sa può avere molte avventure, seconj do l'fStro e 1! bisogno di varietlt, sen• ea mal mutare davvero. C'è, nel suci cedersi delle sue vane avventure, lo sforzo, e insieme lo squallore, di una mascherata. Ci par di vedere un amico che si. presenti ora vestito da turco, ora da do~; ma lo riconosciamo a prima \.ista, e lo chiamiamo per noi me. Senza stupare noi guijrdiamo De Chitico mentre trasforma, con Ja pr~ pr1a, alchimia, quadri del Settecento, stampe dell'Ottocento: questa non è forse per lui la natura? Tanto varrebbe stupirsi ohe un altro pittore sl gto"i d'alberi, dt tramonu e dt volU. Questa fantaSia egolstnca e prlgionEe: ra di se stessa permette al pittore un solo personaggio, se stesso. Non un se stesso e naturale 11, che sarebbe già una rottura del1a fatallità, ma un se stesso mascherato, come rlsaliente da una rappresentazione prefatta. Quanti au: toritratt4 ha Ve Chlrico, vestito, nudo, da prtncipe tndtiano ln turbante, da guerriero con l'armatura, coronato d'al• loro? La prigione della sua arte è sol• cata pe-rlodicamente da questo volto mnscherato, che ha una ricorrenza os sessiva: come la landa, nella quale Macbeth coglie gli auspici, è solcata da volti che s1 accendono un atumo, e Poi ricadono nel buio. . L'arte di De Clrirlco dunque non t'ambia mar, se 9- guarda at movenu della sua Ispirazione. Nel suo complesi so, è uno dei plù vistoSi casi di arte sull'art.e (letteratura e pittura) che ci offra la storia. Ma cambia la sua qua, lità. De Chirico vive per noi perchè ebbe, ed in modo più ampio e più poe,: tscb-()1 QUalSlaSi altro artista, l'tntul.: zlone della pittura metafisica. Per es: sa non Intendiamo soltanto alcune se• rie di quadri vanamente contrassegna• te, come le « Piazze d'ltalla ,, i e :Ma: nlchlni •• gll c lnterni metafisici•• ecc., ma tutta una vena del1a sua pitt11ra tento all'lmm«llato effetto· suno spcl(aJ che, più o meno scoperta, la S08tienc tore .Quen~ franche e palesi pennellate, e avvalora. La soluzione metafisica è quel ricami di biacca, quelle luci poste una soluzione poetica, l'unica forse posi alla brava intorno al contorni del volto sibile, <il una plltura egoistica e chlu: per dar loro rtisalto, mirano trnppo evi; Ea fino all'asfi$5ia. SpogHata del stgnl: dentemente a colpirci. Il complesso ~ ficau esoterici, che si volle attribuir- teatrale, ed oserOI dire controrl!ormi• le, Porta quell'impressione quasi di se• sta. Niente di assorto e di raccolto, nlen• conda Vista, come se ogni cosa fosse se te di riservato, come nel vèri clnsslcJ, stessa ed Insieme un'altra, che accom: ma un contatto t,1.·oppo sollecito e impaa pagna gli stati dl solitudine appren: ziente col pubb!!ico,costretto quasi con si\1. E' un modo gelido ed arcano di violenza al consenso. vedere Te cose vive come cose morte. Perchè, tn mancanza dl poesia, in Una tare pittura coITlsponde a uno questa esibizione e propaganda de11a stato dl'lla sensibilità che abbiamo pro: propria virtù, c'è un senso di vanità, vato tutti. Vedendola la prima volta, e quasi di uffiOlalltà. Se usassi un un~ c1 siamo sent,itl scoperti per una parle guaggio ermetico, dirffl un 'estrover9.io : di noi stesst. Ora un arti.Sta tocca Il ~ ne pratica dell'egoismo intellettuale. gno quando la sua inveneione corrt: Vengono in mente, talvolta, quei m()l sponde a una zona della senslbil!ità bil'i e boule », tutti incro.stau dii metaI~ prima oscura, che per esso &i illumina. li e di tartaruga. Anche l'arte consiste nel plantare ban= Ed lnfint perchè (sebbene questa sia diera in un terreno vergine. De Cht: una ragione estlin~a) De Chhico ac, rico metafisico è perciò penetrato nel• compagna questa ull\ma fase della sua la nostra fantasia, ed ha arricchito la attività con una condanna totale del1 fantaSia del mondo. Non vale la con• l'arte moderna .O maestri del\'Ottocento sueta ob.iezion-e,che questa è pittura compresi), con un disprezzo per t me-i letteraria. Per giudicare l'arte non v'è no virtuosi, che non si può trovare glu1 che un metro, l'effetto che provoca In sto. Lasciando i maestri ln disparte. noi. E, per quanto remoto sla da noi tuttli noi sentiamo i difetti dell'arte tra oggi quel De Chirico, per quanto t no- cui viviamo; e come ma spesso Impa~ stri pensieri sl<morivolt.t altrove, non ciata, poco abile, estenuata; e mal st è si Potrà mal parlarne che con grande sentilo come oggt, in tempo di J1S1pli Iispetto; anche se la sua opera di oggt scenze. Ma bisogna anche aver saputo ci sembra di una qualità diversa; anche capire il senso di certe povertà, di cer~ se egll sarà il meno disposto ad acco: te rlnunde; e a queUa che De Chirico gKere qu-estoomaggio postumo con be- chiama la e stupidità» dell'arte contem, nlgnltà. pcranea, non Si ripara certo con una La mostra di ora segna Ja completa vanity fair, nè buttandosi ln un ango: fine della e evasione» metafisica. li lo morto. Di fronte a questo luSSO di1 temperamento prevale sopra l'isp:razlo; mezzi Jj.ttorlct, si pensa con Simpatia a ne, ti vizio originario sopra la fanta, quegli •stupidi• artisti contemporanei, sfia. E' la pittura, divenuta parassita- che non hanno tanta Iicchezza, o l 'h.in , ria, di uno per cui la natura è fatta no sacrificata. SI pensa con rimpianto al di quadri e stampe, e che da questo De Chl11ico di una volta; e i-nfine.aldev trae motlivl diverdi di capricciosa ecci•• to evangelico, quanto ma difficile a un ta:ztone. Dovendo dire francamente pe,r. ricco entrare nel regno dei cieli. chè non vt piace questa raccolta di pae: li poco spazio che ml resta serve per saggi, nature morte, scene di fantasia segnalare la mostra del pittore napole– fuori del t~mpo ln paesagb'i quadr~chl, tano Cristoforo Sparagna alla galle1ia darei• le ra&(.oni.seguenti. Sa1i Carlo. Vl sono quadrt di figure e .,. Perchè nell'insieme dà un senso di d'interni, di forte chiaroscuro, di derh :• chiuso, di soffocato. Si ha l'impressione vazione seicentesca; ma ti meglio è nei d6.trovar,gj, in un finto musw: e che ~ccoll paesaggi, nei quall il colore st1 anche l'artista abbia finito per fare un fa leggero, con certi gi'11gi che ricordano museo di se stesso. Oppure, se si. prefe- ll Toma. risce, c'è un'aria di dramma storico, Alla Com.pana lo scultore Enzo AB= d'un Sem Benelll stravagante. Perchè, senza ha esposto alcune 61.leope,re, tra In una pittura che Jmra ad essere esem: !e quaM una grande acquasantiera d• plare come una pittura classica, la clas: marmo con qunttro putti. E' un arw slcità è lontana. Alla vita quadresca, sta che evidentemente ha saputo appro:i di cul si nutre sempre, De Chirlco non Condirsi nella scultura del passato, e si' può pii'l agg,,junge,redt suo che una n, libera ora dei Rcor<'li di scuola, per, cercn dell'effetto. La sua grande bravu: acquistare una fisionomia sua. r.- sl è, volta tutta in virtuosismo, av GUJDO PJOVENE "G LI Americanl sono entrali a Gel:. senktrchen » ha annunCato la radio In uno del suol recentl bollettini trionfali. Questo nome non avrà detto gran che al più, soverchlato da ben più not! e illustri toponimi nella fantasmagorica rassegna della geogra: fia tedesca cui negll scorsi mesi assi' stemma; ma a me, che pur non son mal 'Stato nella città mineraria delln Ruhr e vi sono anzi una volta passato dinanzi senza fermarmi, ll suo no.me ha S'Ubitoevocalo à1nanzi, con un at– timo di emozione, una figura un tempo fnmUlare, e da tempo e temp0 per sem– pre scomparsa alla mia vista. un amico tedesco di Gelsenkirchen: e Kurt Wln• ter, librato in Homa». KURT WINTER credo del' nostro Trist..:1no,che i temp~ grigi avevan fatto libralo. Egli dirigi, va felice Ja sua serata come un direi, tore d'orchestra ttene In pugno t suoi esecutori con un programma prestabi~ •lito da cui non è ammesso derog:nre. Mostrava agll amici le ultime novità venutegli dall'estero, soprattutto Ubrf A molt{ non plt'l gtovanlsslm! del– l'ambiente culturnle romano, quella •firma• non sarà sconosciuta. Negli anni tra 11 '25 e 11 '39, essa compariva dt frequente nel prospetti di Sélp-gio, nelle cedole di commissione librarla. unite ai llbri soprattutto d'archeologia e d'arte inviati tn esame a biblioteche e privati, generalmente con prec1sa co– gnizione od Intuito degli Interessi, del dcstdeli e gusti delle persone a cul S1 rivolgeva. La prlmn app;u·lzione roma– na clell.i. e firma Wtnter :i> fu In una • Libreria al Campidogllo ::>, accanto a dove sorgeva la casa del 1>0veroFor– migglni; e Il, in ann\ ormai lontani, fc. Cl la prima conosccnz.a·<lell"uomosin• uoJ;ire il cut ricordo vorrei qui. breve– mente fermare. Non era un commerchmte, un uomo d'affari {tutte le volte che tentò di se• stlre tma propl'la llbrerta, a comtnc-lar da quella al Campidoglio, dovè poco dopo chiuderla per assoluta passività dell'impresa). ma uno spirito romanuco fine e senstbllc, 1nm1morato delht cul• tura e della bellezza: uno di quel tede– schi d'altri tempi, della schiera del Waiblinger e del Platcn, che si scalda- . vnno al sole d"Italla, si bearnno della nn.tura e delJ"arte ltaHana. sogna,~;.mo <li morir qui, nella tena dove fiorisco• no l limoni, e spesso restm·an da\'\·ero a riposare per sempre aJl'omOra dei pini di Caio ..Cestio o delle palme cl! Sicilia. Più volte ho pensato che li suo vero ambiente sarebbe stata quella cerchia internnzlonale di artisti r\evo– cat.1 dal Mmioz, che s1. stringeva un secolo fa attorno a re Lmgi di Bavie– ra, e celebrava U suo :,more per Roma nel slmpo$\ a Ripa gr:mde. nelle gite al Castelli, nelle feste di carnevale: il LIBRAIO Dcutschtum In Rom tradizionale degli studi e dell'arte, prima del nuovo fosco capitolo sut Kappler e 1 Dollmann e simile lordura, che un futuro stortco dovrà aggiungere alla nota OJ>eradel Noack. Ma que1 bei temp\ eran da un pezzo p:issau, se anche vent'anni fa sa• rebbe parso incredibile il peggto che doveva venire. Con molta spiritualità in più e praticità In meno di don Ab– bondio, vaso di coccio costretto a viag, giare in compagnia di vasi di ferro, il mio Winter era già largamente spae• sato nell'epoca in cu'l Il destino l'ave: va collocato a vivere; Jl suo &:plritonon era un vaso di coccio, ma per nobiltà e fragilità una coppa <li puro crlstullo veneziano o di Boemia, in un corpo mi– norato, e In temPO ed ambiente poco propizi alla romantica fantasticheria. Uscito da una facoltosa famiglia ebrea romana, aveva fatto da volonta. rio la guerra del '14•'18, era stato gra• vemente ferito al petto, e quella Iesio• ne col bisogno del climi miti e solatii aveva ancor acuito la sua l!Te<1uieta smani~ di viaggiare, dl uscire dall'am– biente famll!are tutto chiuso nei pra– tici negozi, di riSpondere al tradiZlo– nale richiamo del sole mediterraneo. L'Italia era stato nnturalmentc H suo paese d'elezione, e qui egli aveva cer• cato, dandosi al commercio librarlo, dl conciliare le sue Inclinazioni di spirito raffinato e colto con le necessità della vita (venuto In rotta con I suol, non disponeva che di melf.l! ?S.mttatl,assot• tigllati pol ancor plt'l dalle b:irrlere eco• nom!che e valutarle). Amava li bel Il• bro. come tutte ie cose belle, d'un amo– re religioso, geloso, llen:mentc ma• ntaco. Aveva, come ho accennato, un fine intuito che gll faceya scoprire l punti. deboll de! $UOi amici e clienti bibliofili. e questo era l'unico lato del suo carattere che si risolveva In un pra• tlco vantaggio per H suo mestiere: quando giungeva un libro mandato • in esame :i> da Vllnter, anche se ci si trovava seriamente In bolletta e non si sarebbe m:ii pensato di 11ostra ini– ziativa a un acqui.sto voluttuario, era IN ROMA dl pregio che maneggi.ava come relt• diffici1eresistere alla tent:izlone, tanto quie; clava rettura di passi. lmportantl l'opera corrlspondev~ al nostri più per: ,(che talvolta sembravan tall a lui as: senali interessi scientlficl o arttstlcl, sai più che al suol udi.tori) di lettere tanto discreto e allettante Insieme era ricevute dalla patria, da amici e corri' ~~~;i~br~~~ gi~ ~~i d~ n~\v~n{~!n:; f~~~enat: ~~i ~~~-~fnf~~~:lfiii~e~;"11;; buon conoscente, e per qualcuno l'a· comunlcava mlsteriosament1: ritasll di mlco, di fedeltà, delicatezza, premura gio_rnaltcon notizie politiche o cultu: insuperate. rah ghiotte o significative. Ma la sua Fallltc una dopo l'altra le sue perso• gioia era anche di essere ammesso a nali gestioni dirette, e I brevi rapporti f~r parte delle nostre gite, di not allora d'lmp!ègo Jn librerie romane (con una giovani appena laureali e alle prime di queste si ruppe per l'lnconctliabllità armi neg!i .s~udl, della cui comp~gnto., fra ralt.ro del suol ciiterl artlstict di sl ralleg1m-a, e quante fotografie di! p~·~senta~lone del libri ln vetrina, dl ~~e: 1 ;~o~~~t~;~irfit~d, 1 ~~nc~./~;~=: {~o~te ali inestetlco accatastamento colà bile sul braccio, e Il suo sorriso di buon so), egll svolse per lo Più la sua fanciullo! Cosi egli arrivò a conoscere ope~a come agente o commlsslom1.rlo il Lazio· e l'Italia credo come pochi di b1bltot~he e accademie, che serviva stranieri, a famlllarizzarsl con la ttnsua con tntellleenza e diligenza esemplare. e cultura italiana, ad amare dell'Italia Allora Jl suo ufficio era nella stessa sua e di Roma non solo l'esterno volto am1 abitazione,_ che fu pe.r-molli anni al maliatore. ma l'anima autentica, ln tra, yelabro, di fronte a San Giorgio e al: dizione, la storia. Ricordo J:, sua ergo, I arco quadrifro.nte. tn quel silenzioso gliosa felfcltà quando in una delle sue ~ngolo sat~1rod1 antichissime memorie tante imprese librarle aveva escogitalo 1omane, tta 1l Palatino e Il Foro Boa- come emblema <lella ditta la su;1.lnt, cto; Il eRll :imav-:iriunire di qua!.ld? in z!ale w, scivrapposta al n~mc di Roma; quando gli amici per quel ocmutllche viva Roma!, e la anelava mostrando lni .-lbende, o, acc?gltenu serate Intime, t,1, torno agli amici. Come n suo Goethe, ~!~~; <t1~o:~:~~i~~sl~~:c~Ìnl rn:usf~s~ certo anc:fe~li aveva pregato: dalle piccole manie lnnocentl den·ama- Duldc 11!:kn Jupft.cr h_!ct'. uml llcr.i bi.le anfitrione. Tra i sempl:cl arredi mcs fuhre mlch spede!" . della stanza sp!ccm·ano 1c nproduztom Cesti~cs D(!nl:mal tiorbe, le1sc zum. tn bronzo di due o tre squisite opere Orkus hmab ... d"arte antica, la testa dell'erebo di ?iio: Q naco, una statuetta di Afrodite, qualche bel pezzo di porcellana di Sassonia. Su un drappo di ,·elhno azzurro era aperto un manoscritto ln pergamena, tutto preso dalla trascrizione, In artistici <:a= ratterl arcaici. del 'l'rlstan di. Platen: Wcr die Schiinhelt anueschaut rnU A.u· ocn... • Chi ha guardato con i suoi occhi « la Bellezza, è glà orma! consacrato « alla morte; a nulla et sarti pili buono « sulla t.crra, eppur tremerà dinanzi • alla morte, chi ha ~tardato con i suol • occhi la bellezza. Eterno dura per lul e il dolore d"amore. chè solo un pazzo « può spernre sulla terra di soddisfare e a un simile im1>ulso ...». Era un po' l! Cosl avrebbe continuato a vivere, tra l cipressi e gli aU>erldi Giuda de(I Palatino e le antl.che chiese cristiane, fra i capolavori dell"arte cditori:J.le e l suol diletti cimeli, se anche la su:J.vtta, come quella <11 infiniti altri Innocenti. non fosse finita fra i denti della ruota messa ln moto da una diabolica vo1on 1 tà di m:ile. La J)Crsecuzioncrazzial"etedesca sul: le prime non sembrò colpirlo tropJ)O gravemente, perchè ex-combattente, residente fuori di Germania, e credo anch~ solo parzialmente di. sm1guc «1m 1 puro»; ma l'offesa atroce alla .liber~

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