La Nuova Europa - anno II - n.8 - 25 febbraio 1945

. ' -- 25/ebbr. JO,JS --------------- L .1 N U O V .1 EURO P .1 ------------------ 7 -- VIAGGIO I L R ·I Dl FORTUNA DISCUSSIONI tro corrente» .negll ideall del neo-so– cialismo illtunlnista e umanista. Jnte- E POLEJIJICHE ressante. anche se non approfondito e pet' certi ast>etti anche ingenuo il tcn- ~!'. -·NESSUN ITALIANO HA f;~r~nf ~ai;"ia<;:~~1riàv~v~:i~a~~t;1~1;fii1~i SUL R011'JA VTIC[SMO à~\~~oc~~tt~:.1aa1~~~~~~ i l f O li · bile in quella autentica di· tJlitc e nel :rRADITO · ~[i~f: sè,c1trnii~~\ nu~ eser6~t~v~-~otl~~~ DOPO quarant'Annl dagli studi del suo sottoprOdotto, desunato alle masse di colpo contro quelli che fino ad -un'o- i\~uont e del Borgese che richiama- dal vari Minculpop attraverso quell'ai·• I L treno move arrancando lcntlssI- ra prima. benchè ocllatl. benchè odia• rono stl1 princip'!o del noSlro se· te minore che è la propaga11da. Il capi• mo, alle otto. S'è fatto buio: qual~ ttssiinL erano 1 suoi compago.t d'arme. colo l'attenzione sulle battaglie lette• toto· « Propaganda dl massa» (che è ~~~~~lf: ~~!f' h!r.:fr::~r:~,~rlit f!~acj'_~; l~f;t~· ~ri.~~~o s~';i\iob:~ ~~r~:;~t:t:rE~~~l~'.{:;l ttr~~f t ;i] ~l~:~tr;;~~ un popolo· che non poteva più nè fare - I _tedescht sono tedeschl. . di ·una racd:hta organica e il più pos-. se che ne è stato d1ipe, mer\terebbe di . fa guerra nè fare la pace. è possibile - Non i:.ono uornlnj, sono macchine. sibile completa dei testi e documenH esser conosciuto e divulgato a parte. f ancora cantare'! A\'giovani sl: e forse è Sono macchine, sono mull, sono •do· di quelle polemiche. quasi tutti di dif· Ma tut.tp il libro, nella p6lemica anti· il segno non di una vile spensieratez· ve li metti li trov! », sono mangiasego. ficile conSultazion\?. talvolta inacessibl· totaHtaria e nelle aspirl'lziOni a nuove z9 ma (Il qu-e1Ia fiducia nell' avvenire sono assassini a scatto meccanico: non li O addirittura sconosciuti. forme politiche e sQ5:!ialt-della libertà che è propria dei loro freschi anni: so quante cose e quanti epiteti furono Questa fatica è stata affrontata da modernamente concepita, è ,vivace e · · forse è un augurio: forse Ja implicita detti jntorno ai tedeschi: « e c'è pure ~~i~~a~e~~;~~o~i~ ~:: {~:::~n~~~:i~;~ !t~~~:~~?v~ ~~r f;'.~ 11 !'!? g~g~~: 1 1 ;a~~~ ... ~~:C 1~ 11 1risc~~~,:,og : !!alf,~ta1las~~~~~\~g~v~~;:ur, i~:~t~;v~u~~1!i1\~!~~ 1 \ 1~: le di sWdio in due vo.Juml d;;?gli• Scrlt· compensa, per così dire, talune soluzlo• una tirannia straniera e perciò si re· tienu ». Su questa parola si fece l'ac- tori d'Italia» del Laterzn (Discu.sstonf ni affrettate ed acerbe. dirne. Pure qU'i'l canto ml suona Jugu· corda, o così mi parve. E ognuno di e Polemiche sul romanticismo. Bari bre e desolato. <nrei soldati prese a raccontare i suoi 1943}. Dal fondo del vagone qualcuno pro· incontri e i suol fatti personall con i I crJteri seguiti dal Bellorini sono testa: - Cantate? non c'è da cantare tedeschi. in Russia, in Grecia. in stati esposll nella nota fi1wle eh~ se– Jl'la da piangere. Africa. condo la consuetudine accompagna i te· Quàlcuno risponde: _ Che c'entra? , Io p~ns~vo Il~ desti~o de~l'Halia. Nel· sti 'del classici laterziiani. La data· di sl canta ~r aiutarsi: abbiamo fatto l appp1e1~za essa è \enut~ meno ad partcn;,,a non poteva che' essere il 1816, centinata m ch\lometrl a piedi, senza un patto, ma non era foISe un patto. l'onno in cut con l'arllcolo <lella signo· mangiare e senza denaro. fascista: non_ m~l sent.1,~oda_lp';ese: un ra di Stael Sulla maniera e L.' 1 ,owù :-- Che c'entra? - dic~ ancora un al- patt? <h sc_luav1tù.e d rnciv1!là. Hitler delle traduzioni s'iniziò Quel cinquan• u·o - anche dietro i funerall si suo- stes:so, nel ~uo ~ltuuo ~lsco1so, ha am· tennio dl discussioni che ci porta si· 1 marcia funebre messo che l ltaha. c_rarimasta estranea no alla Storia della letteratura ttalia· nal..,a~zf, sghignazzanlentl, risate. Dl all'oper:i. ~1.ussohmana: e J"accontano na del De Sancus: tratto in tratto il treno si ferma. c~c a 1 ~i_vislo face!.Se d~re al noS t rl :Ma il periodo in cui le polemiche si. - Ora verranno i tedeschi, Eccoli: d:plima.tici: e 1:,-aGe_rm_amaav~va. !~ accesero con maggiore veemenza è il sono l.. nmrnzi alla stazione. :~a~~e~nn~~~~o a~l~~-lgt~~:~.lit~ ;arf~ decennio che va dal 1816 al 1826, Un treno tedesco è fermo su un bf· contro natura, imposto con la violen- quando il .,Sem1011esulfa mitologia narJo. vigilato da senunelle. :Ma nes· -za. non può imp~gnare un popolo. Nel app:i.rso nel '25 segnò l'estrema riscos– G\mo cl molesta. Quando l giovani si fatto, l'Italia era stata essa tradita dal sa ciel classicismo, duce Vincento Mon· ~on rinfrancati. scendono a_ prender suoi governanti e dall'alleato, proprio ti. Il Bellorinl, per non restringere la 1 acqua o a (ar qualche pr~a. ~el buio con quell'impegno che le imponeva una scelta. ha preferito limitarn~ i "limiti appena schtarlto dalla l_un~ passano guerra non sua. contraria alla sua cli· cronologici. I-fa preferito cioè darci la con le loro scarpe sul p1eò1 del vic_l· gnità nazionale. alla sua trailizione. ai più abbondante m·esse di documenti del nt, sulle spaUc. sulle teste, dove capi. suoi interessi. La Germania nazista periodo ]816·1826,rimandando ad un'al• ta. tra g.Ji urli degU scavalca~t. considerò l'Italia come una colonia dl tra raccolta quelli del periodo seguen· Jl treno riparte: sbuffa, indietreggia: vassalli invase ,·irtualmen'te tutta la te, abbastanza noti, deJ resto e meno :e« la macchina non glle la fa•): _lenta· penisol3, se ne servi a tutti 1 suol col'no- Interessanti. E ha escluso di propohito mente rl~ale: st ferma anc~ra: r1p~en di. negandole poi anche quello pèr cul le lettere di quel tempo, pubblicate più de fa sahta per qualche chilometro. si n fasciSmo, nolla goffa idea di una· ra· tardi, e gli sc11tt1 più volte riStampati ferma. Slamo tra le v1gne. In uno scat· ptda e facile preda era entrato tn guer· del Monti, del Foscolo, del--Berchet, del ~o i glovan1 che tra }'altro hanno rame ra: la Germailla fece infattl l'arm1sU- Manzoni e del Leopardi. DIZlONARIODELLEIDEE CORREN1'I li Dicliom,aire <les iddes reçues di: Flaubert e l~ nltr~ pnginc dei Suol tac· culn!, dove soleva appuntare come un pittore nel suo album di schizzi e di ricordi i tratti pili edificanti dell'uma– na stupidità, aspettavano da tempo un divulgatore. Ed Enrico Galluppi ha fat• tQ nssai bene a darcene una traduzione (Di::lonarto deUe idee correnti, Roma, « Astrolabio», 1944) anche per eSpro– priare profitti illeciti che qualche in· tcllc~tualoidc fascista aveva fatto di questo monumento della satira anti– borghese. Il bello,.è che H libro .(voglio dire if suo nucleo vitale; che è costituito dal Dfzi~arioJ. ammetterebbe una lettura ingenua, dei borghesi fascisti e neo-fa-. scisti. Si presterebbe insomma a diven· tare. con Qualche oppot:tuna aggiunta e addattamento, un tnfallib\le vade·me– cwm, Ma l'atroce divertimento va 1i• mandato a tempi peggiori, Quando sarà consacrato U reK"no dell'indifferenza e saremo divenuti « obbiettivi ~ abba· stanza per porre sullo stesso pianQ il sacro vox populi, vo."r Dei, e la pro· fana massima di Chamfort che « ogni convenzione comune è una sclocchez· za, giacchè conviene alla maggioranza». CARLO MUSCETTA ,.1.n nessun paese cera pane i) st pre- zio con la Francia at danni dell'Italia. LO spoglio sistemallco deUe 1iviste cip1tano al lembl della strada !-errata e vlctantiO che fossero occupati .la Cor- letterarie dell'epoca, dalfa Biblioteca gettano un Ur.to più gtotoso di quello sica, Nizza e Savoia. la Tunfsia e quan· Italiana all'Antolo(li<i e numerose al• che_ a scuola, ci apprese Senofonte. del to dCll'impC'r,ofrancese if fascismo prc· tre; è stato completato dalla rLStam.pa g1•ect,chf ~vevano scoperto . !f mare: tendeva per la sua guerra. Tutto ciò di rari opuscoli riportat.i P,er intero o, - L uva. l uva! senza dir l'onta p~r cui l'esercito ita• se poco importanti, nei passi più si· D'un subito if treno 91 vuota. Ben liana. fu sempre abbandonato sui cam- gnifìcativi, col riassunto delle parli o• """"'""'""'""'""'""'""',,,,;""'""'""'...,. J)OChisiamo restati al nostrl posti mal- pi di battaglia più disperati, in Africa messe. E infine, una ricca apperulice fermi._ La vendemmia Sl protrae quan· e in Russia e dovunque. afflnchè 1 te• raccoglie tutti i versi del Porta contro to la tung{l SO!ta del treno: le torme deschi potessero comodamente ritirar• classicist-i e le ,traduzioni di taluni risalgono soltanto al fischio della mac- sl e scampare. scrilt.t che sl rlfe1iseono alla e roman• china. carlche dl grappoli slcchè sem· Nessttn italiano ha tradito 1a Germa• ucomachia » italiana, tra cui quelli fa· brano sllent e baccanti. Alcuno porta nia, lnnanzl a Dio. se non Corse·Musso• mosi del Si.smondi e del Goethe. un tntero sacco dl ·uva, e lo dispensa lini: neppure il re, quali che siano le e 1o sperpera. sue responsabilità verso l'Italta e per CONTRO·CORRENTE Anche l'uva può dare un po' di eb· le quali dovrà rispondere ai pa~se. Non ~[~~~;~hf 0 ~~tr.a -"'~~~~t;~~:ren~ ::~~ ~s;?en~vd!a C~Si(t~rt~g ia~ i 1; ~cg~~~o~ r saggl raccolti sotto questo tltolo da nare un organetto a fiato, r~facendo dl, ravvedersi; polchè un patto nefando Paolo VittorelJl .(Edizioni di « Giustizia con arbltrH e svolazzi e con parocchie non può esset· valido: .romp~ndolo egli e Libertù », Cairo, 1944) non pretendo· -s:tonature re canzonette In voga: per· compiva un atto di rlparaztone verso no di essere che un orientamento offer– fino quella Lill Marlen che soltanto ila l'Italia, dopo il quale egll doVlà ritrar- to da un giovane ai suoi coet;mei sui ))OCO aveva cessato d' essere un' epl· si ed abcllcare, come Si dlce abbia già più attuan problemi ettco·politicl. E demla. fatto. Si pub rimproverargli dl non per questo vanno letti come un docu– . · Dtvorano r,\wa a manciate. Dice un aver saputo compi-ere con politico mento di sincero sforzo per raggiunge· soldato napoletano: - Io la mangio « machlavclllsmo » quell'atto che fa tal· re una chiareiza di posizione di fronte ~~re 1 ;or1:;i·1tY~te~~J1c 1g11:9i~n· 1C..01 ~f ~: 11 ~n gi 1 ra 5 3r~~~t/1J~r i!d~ i\at~ il~ ~~~'SOc~ri~~!fon~~~s~;;~n~s;.~m~;;ia~~~~ BvGIE DI UN UOMO QUALUNQUE· U N cotale ha ojferm<Uo che io ho collaborato oUa Stampa diretta da Signoretti. Quel cotale t1on. è solo un bugiardo; t a11cheuno sciQcco. Tutti sanno che io non ho sc,-.Uto più una 1•iga nella St-ttmpa dalla fine del 1925, qua11dodi Sionoreut o similt non c'era neppiire fombrn. .' Un'altra bugia è che io abbia colf,1bo• · rato al Lavoro (di Genova), organo fascista. Ifo scritto nd Lavoro, 11w so· lo Jìnchè esso è rima-sto proprietà dt Caneiu, e dei suo gru7>po. DeL 1·esto, ver quanto ho scritto, lì " a{trove, con .. · ta quel che ho scritto, che s~mpre e cla:ppert·utt-oè stato immune <la qualsia· ~i co1icessione aL fascismo. - I. s. lucca acino per acino, no~ addenta a quanti Sl fermano alle apparenz.e: do· e in genere le esp~rienze totalitarie grandl bocconi II grnppolo. I ·graspi vcva sapersi accordare In tempo con porta le masse allo smarrimento e gli acini caduti 1nsudicinno anche più le Nazioni Unite, sicchè l' arresto di della coscienza individuale di re• Ja sudicia vettura. e n tmpltoqulo Che Mussolini signUlCasse la fine della sponsaOllità e di dignità umana• Il si spande febbrile e pittoresco sembra guerra. e Hltlcr si trovasse dl fronte Yiltorell\ trova questa sua strada « con ~:cc~1~ 11 ~;t~tu;~~~cf ~ie~n I~u~fga o~:rf al G~~;~~at~~; 1 ~;;! 0 ·sostanza deile cose, """""'""'""'""'"""""'""'======"'e==========="' - Immaginazione mi sento strisciare pel l'Jtalla con ,questo doloroso armistizio, l>e soltanto di esso.re restato fascista. Se proprio ci tenete. noi siamo anche disposti ad ammettere che t fascisti tradivano l nazisti: era una gara dl traditori. Ma con l'armistizio l'ltalia vera si li0'erava dl un tradlment_o in– fame, compiuto ai suoi danni e a dan– no della società umana. L'Ital;a sarà inter,1mente riscattata· quani:lo combat· terà a fianco delle Nazioni Unite, per riprendere la sua collaborazione alla civiltà. Ancora guerre? si può chled'er questo a un popolo avvtllto? La trage– d:a Italiana purtroppo non è finita. mi, slcchè vedo quel treno passarci ln– nanz.i tanto più carico clet nostro che un grido di swpore si leva n'èlle no– stre vetture. Non ci pentlamo di non nverlo aspettato a Roma: che cosa uvremmo fatto per tante ore di attesa? Qui almeno il t'l:?mpofu pieno di rac– conti e innocui litigi, e talvolta pe1; due minuti s'è pur dormito, sognando quei sogni afosi e lugubri che si le• vano quando si dorme incomodi; ma ove ogni tanto appare come sole un volto amato, un sorriso amico. corpo l più immond:. parassiti. non compie ma ripara un- tradimento: Più tardi le voci e i gridi si calma• restaura la sua verità politica e. mora· no. Si ode fa gente dormire. Dana re- le, Mi torna .in mente un passo d-èi te del finestrino la luna illumina quel Promessi Sposi, ove, dopo aver descrlt– grovigllo dt cor!')l. ritti, seduti. sdraia· to lo stratagemma a cui ricorrono Ren· ti: alcuno· dorme a bocca aperta, altri zo e Lucia penetrando di notte nellil spenzola la testa che a un tratto prc· casa dt don Abbondio per comp;l:?re il clpita come ghigliottinata:' altri, sedu· matrimonio, il Manzoni esce a dire co· to, poggia il gomito stil ginocchi e la mc quei poveretti ai quali dal ·pavido faccia sul palmo della mano: gli sve• curato è stato fatto un sop1·uso. sem· g,11 mangiano l'uva. bevono alle bor- brino ora i suql sopraffattori: 1·accc, fumano: il fuoco della loro siga· a, ln mezzo a questo serra serra, non l'Ctta si'rradla vivido quando aspirano. poss:am lasciar dl fermarci un mo• Siamo In viaggio da quattro ore e mento a fare una riflessione. Renzo. abblam percorso dodici chtlometri ap- che streyitava di notte in casa altrui, vena. E sempre aspettiamo la perqul• che vi s'era introdotto dJ soppiatto, e - slzione tedesca: e et spoglieranno, na· teneva il padrone stesso assediato In sconélete orologi ed anelll, fate spari- una stanza, ha tutta l'apparenza d'un , re il denaro»: è un tema che si ripete oppressore; eppure, alla fin de' fatti, : a grande orchestra da ore. I reduci era l'oppresso. Don Abbondio, sorpre- ! ~~~~~1~n~u gIL:!~ 0 o~u ~~tt" t~e~i~ !ite~f~~ f:11:~g~ia~~!;f;1:,t1;t~~e~~~~ ~ irnnno potuto dlsarm~u:e tut.ta la trup- parrebbe la vittima, eppure, in realtà, ,_pa. La notizia" mi frusta H cuore. Ma era lul che faceva un sopruso: Così va subito alcuno P.rotesta che f,u,dopo tut• spesso il mondo ... voglio dire. cosl an· -to, una bella prodezza! e aggiunge, su dava nel secolo decimo settimo•· ; per giù: - Avevamo soltanto i fucili Or chi, dl Q,uesto paragone manzo· 1 e fummo attaccaH sl-calmente e dl sor· niano dicesse mvece che esso Si atta• r :~~~~r1~~; vp~~u~ot~~~ ibac:t~~ea~i~ :~:r::;ft~~~ f~ ~~:s~~<;t~~e l~~e;:t~~ nn solo a farci consegnare te ·armi. E avevano ricevuto un torto, mostrereb· Tutti questi pensieri mi passano per la mente Q anz~ mi soff.ronO nel capo che s'è fatto pesante: tra I lezzi di corpi e di parole che sono intorno. Anche la luna. dtetro il 1:eticolato ilel finestrino, s'è fatta sporca, Volgo ora le spalle alla porla, aggobbito sulla va· ligia, coi piedi imprigionati tra gli scar• pon1 del compagni di viaggio. e non vedo le campagne. li treno· è sempre µiù affaticato. e a un. puhto si ferma sfinito. Attesa. Bisognerà che da Ro· ma giunga una nuova macchina. La mt-zzanotte è passata: due ore della notte son paSSatc:.anche il diretto che avremmo dovuto prendere a Roma fa in ternpo a J~arcl indietro. Rleeco per'1>000 a levannl tn1,pledi, a voltar· I soldati affamati eh' erano-. ancora dlsceSi alla caccia dell' ttVil e d' ogni frutto, a rtempir le borrarec e le bot– tlgl!e, rientrano quando finalmente s'o• de n rumore della macchina che giun· ge d:1 Roma per noi: uno straJ)po, u.n urto che cl fa indietreggian?, un fi· sr.hlo lungo; e ll viaggio ricominc:a. Tutte il sudlclume <Jeltreno-e li va– pore nero della macchina, P?rtato dal vento. mi si addensa nelle :vesti. suda· te, nelle narlc: Intorno al collo: s1 ag• gruma sul viSo. si accumula. nei ca· pelìl. Le punte della barba !11~dolgo• no sui pari come se per uscll'e faces· sE:ro fatica contro l'arida ~ntata del treno In torsa. · .FRANCESCO ~'LORA

RkJQdWJsaXNoZXIy