La Nuova Europa - anno II - n.8 - 25 febbraio 1945

6 ------------------ LA· NUOVA EU /!OPA --------------- 25febbr. lD45 -- A R T E . ~~c~e lo~yù co1~;t;ti 1~t~~~a 1~t~!Vi~es\~1~~ 1.. I più sottile. Le cose sembl'ano perde• e realtà». come in un fluido che. ne concentri l'essenza. E questo mondo '---------------------------- di delizia, nel quale il prato primave· LA FELIClTÀ OBBLIGA1'0RIA gancvole aria Intellettiva, qÌ:ialche CO· sa di misto tra la voluttà ed il sofisma. .Ma l'astrattezza di. Dc Pisis (quella che abbiamo chiamato' un idill!o coat– to) è psicologica. e non mai pittorica. A LCUNI quadri di Filippo De, Pi· Nel suo 1dilllo egli porta un'avidità Slis sono esposti alla Libreria <li ed una c.•m•icadi vitaliW. eccezionali. Prése11ce, accanto agli scaffali <lei Manipolata la natura. per rèndetla tut· libri. sono tutti impressioni di Parigi. ta gradevole, nessuno poi ch\edc ed c– f,uorchè uno: eccellenti De Pisis. scelti sige quella natura con tantn osUnazlo· col gusto che distingue Présence. pri· ne. Nella sua pittura predomina quel– mo vincolo della nostra cultura con la chi? noi chiamiamo la realtà oggetti· quella francese, ed inizio, speriamolo, va. E' una piltura che cede all'ogget– di rapporti l-lti·etti e fruttuosi. Indub- to çsterno, che se ne lascia possedere; biamente. si sente Parigi, in quei qua- ne compie la trasposizione sopra la te– dri; come si sente .Londra, quanilo LJc la con una passività ipnotica– Pisls dipinge paesaggi di Londra; Mi- Oc Pisis è il pittof'c realista di una lano, quando dlp!nge ì\llfano. Egli rlc- vita astratta, e non potrebbe essere <li– sce in sommo grado a portare nella versamentc, perchè cerca piacere, e sua tela l'aria che distingue ed isola ogni piacere vuole un part11cr. Ccr– una città da tutte le altre. fatta non ti tra·sferimenti dell'oggetto nella pittu– st sa di che: e che rimane poi nel no· ra sono cosl interi e fulminei. che ci stro ricordo, lncl('finita e insieme acu- lasciano in~rtl, se attribuirli all'arte ta, quando 1 rkord!. precisi sono scom· o alla voluttà. Par:gi, ti fiore, la con· parsi. Solo un arrQsla può riuscirci- chiglia, il cesto cli.frutta. entrano nel •rutto il panorama dell'arte di De suo quadro con quanto hanno di più Pisis è in questa sua varietà senza unico, di pili individuale. Sembra di es· stanchezze: una Interminabile serie di sere ch:amati a capire un profumo. a aspetti offèrU nella forma più speciale desc11ivere un sapore, e di riuscirvi e tnelTabil-e:e insieme con la var!ctà. per inca11to. Questo è li segre:to def una grande monotonia. E' come \'C\le- successo anche mondano di De Pisls. 1·e migliaia e migliaia di rose: non ve l suol quadri, anche (luelli p'.ù con· n'è una eguale altra; Cppure JiOllO tutte sueti. ·hanno almeno la bellezza del. rose. Nessuna arte come questa, nem• ·tt•oggetto rappresentato. Sono un ce• meno quella di i\lornndi, ci obbllga a Il- sto cli frutta, un vaso di fiori, un al• mltare tanto i nostri intercss,i. Non ba· bero, anzi quell'albero, unico e irrepe– sta dire che Dc Pisls dipinge solo pae. tibi!e, ch'egli ha visto una volta• Ser– saggi, fiori, nature morte (le figure U· vono a r-.chiamare ricOrdi, a suscita• mane. se v'entrano, e gli stcss~ ritratti, re nostalgie. . sono dipinti come fiori); bisogna oire Nei momenti miglior:. n filtro si fa rile e li negozio dell'antiquario sem– brano comunicare, a lungo andare si riempie at nostri ·occhi di una curio• sa suggestione umana. Come se quel fiori e frutti. quegli alberL quei bei colori. essen(lo tutta l'•umanità di De Pisis, i suoi amici e i suoi giudici, sia· n.o sfor1,aU ad una specie di sugge• stiva.vita dubbia tra l'umano ed il ve– getale, cd a. comporre una SCX!ielàa loro modo. Essi tendono alla intensi· tà. all'espressione. all'anima dt perso· ne vive. E così, come è carica di una intelligenz:1 ambigua, l'arte di Dc Pi• sis è carica di un'ambigua ten-erczza. L',umano nasce tn lui in forme Impos– sibili. in un gioco che mai poll'à tro· vare compimento. Perc!ò la sua ptt· tura non avrà mai una conclusione. Oc Pisis dipingerà sempre quéldri e· gua\m,entc belli. egualmente piacevoli, finchè vi saranno oggelti, su cui tenta- ~~o;~nl~7~~~1 g~rc;;,/~}:.?s~! l~~~e ~uttl l I suol ammlrntor!, v•ed-cndolÒcosl prigioniero di un mondo popolato dl amici inoffensivi e c6mp\acenu. che non muta colore nemmeno nel tempi più gravi, dicono: felice lui! Quelli che lo ao1mirano meno. finiscono per ri(:or– darsi della famosa esclamazione: sem- pre J~l'lllcl. ' ' Noi, che ammiriamo la sua arte sin· ct:!ramente. glwrdlamo con qualche stupore, e anche una certa pena. que– st'uomo condannato ad rtm'et-erna f~– licilà obb~igatorla, mentre il mondo va a pezzi, per dare a noi. quando i1e ve– diamo i quadri, qualche momento di solllevo. GUIDO l'lOVENE si, appena suggerili. che dominavano"' con H loro spento vigore, le scene mo-· notone della vtcenda. · · · Il C1mara e la Pmclemer ~rano esat. .> tamentc intonati; gli altri persortagé{I senza rilievo. senza funzione se non– strumcntàle, erano interpretati con ~':!· vidente impegno. John SteinbeclG h,il. t'accontato il suo dramma sulle traccie'. di una delle tante cronache dell'occ4,). pazione nazista in un paese pacifico.' tiifg~~~!if !l~ ~~~·etae\~1i~;li~~t\ 1 ~ai~:i(/ àll'ìnvenzio•nc. Pure, una fantasia· drammatica veramente fervida avreb: be potuto rendere meno povero di ca– rattere- l'immodificabile s,c.01g.mento dei !atti. 1\la J!episodio era qui, ~rta. mente, un nobilissimo pretesto: quel– lo che ·impoétava all'autore. era la rap,– presenta2itme di una veri~à concettua• le; veriW.~non insolita. contenuta anzi in tutta la propaganda antite<lesca di tutli i po.es! alleati. fin dall'inizio dd conflitto: rivendicazione ciel diritti d-ei'· la libertà intima e soolale. di fronte alla cinica sopraffazione della barba– rie. ! tedeschi sono dannati alla fero– cia. hHenna J. Srelnbeck; una sorta di ineluttahilc fatalità li sJi.,nge a se– minare odio sul loro cammino. quan· d~ ncJ:'in;.!mo vorrebbero, per le ra• gloni clcll'umanitij sopite appena ma non spente \n loro. essere suscltatorf cli simpatia e forse di amore. che Il paesaggio o il fiore di lJe Plsis sono <1! natura diversa da quc111<'!e– gli. altri pittori.• Si sente che egli ha scartato ogni altro· aspetto ciel mondo. ancora prima di dipin,.Bere,dentro l'a· nlmo propi·iQ. $! sente cll"egli sl è por– tato a vivere stabilmente in un mon· do che non cambia mai, privo di sto· Questa 71ietas ncll'iriter'pretazione del· l'intimo dramma ciel soldato germani· co combattuto fra impulsi satanici e richiami angelici, è motivo ormai <li(· fuso n-ella recente letteratura di guer– ra e circolò timidamente anche in quella che dal precedente conflitto tras– se le si1c origini. Questo perenne amo– re cleluso, questo silenzio, questo triste senso della -soHtud:ne che li circonda, l'\mpossiblli tà di ott-enere amore e ti· mo1·e al tempo stesso, congiunta al de' slderio òi composir.ione dell'antinomia, ,--------'-------------------~ sarebbero presenti tutti insieme nel- 1 l'anlma germanica e vi farebbero per- TEATR-O fee\~~! l~~~~i~5;~J:rtl~~~~~-s~c~~~~~:::~ accanto ed ugualmente plausibile l'al· tro che attribuisce una mostr,uosa indi· '-------------------------- pendenza alla ferocia tedesca, un au- tomatlsm,1 freddo che ha smarrito re radici fisiche dell'impeto. La seconda concezione è forse Ji.,ùaderente a que. sto dilagare più 1~centc del1a ·ferocia germanica e rende p:ù semplice la comprensione del torbido sadismo che ~~ ne;,i 1 esi~~!~~. ~~~r;~\~ 1~'~onc31 1 ~!1~~ R.ABAGAS denti assolu?..ionl. anzi gli elogi. Que– sto è un. egoismo perfetto: qul non v'è R abagas è una commedia della ma– altro scambio che di dellile. turltà di VittoRano Sardou; il gu• Questa delizia un po' coatta :ce a nacqu!ton:t1~o~~}~~! ~~it~~!. ec~~.:~: ~~f.~vifÙ)daà~11/ 0 ~;~:~~ e.di cgr:;c Pi~r: giusto, nei primi tempestosi anni della la rende cosl grad~ta anche agli ele· Terza repubblica. quando già la sua no· ganti e al fatui. Avere un quadro di De torietà di esperto costruttore di intri· Plsis era una specie di obbHgo di ogni. cate commedie piacevoli, era larghlss!– casa ,con qualche pretesa di raffinatez· ma. Da 1101 Rabagas, In qucst\ ultimi .za. De Pisis produceva quadri per sod- tempi, si giovò di una fama clandesti· òlsfare alla richiesta, e tutti più o me- na, clcti!vata da un celebre raccosta– no belli. Non vi è pittore vivente che mento del protagonista con la figura comn'lettà cosl <li rado un errore com· morale ili Mussolini. 11 piccolo mesta· t>leto .Se non era altro, un quadro di Dc tore provinciale, che il Sardou aveva Plsls era sempre piacevo1<:,come un creato per il sollazzo del nostri nom1t. mazzo di fiori permanente. Questa sua parve simile, per moltt. aspetti. al no– sicurezza da fiorista, e 1 llmiti Uci suol stro dittatore; e forse, allora, era pos– lnteressi, specialmente sensibili oggi sibilc pensare a uno scio:;:Hmtnto far– ehe I giudizi morali assediano i nostri sesco delle nostre avventure; non man– pensieri, hanno generato i primi dub- cavano davvero clementi ridico]~ all'a– bl sulla sua arte. Molti si sono chi.est\ pertura del sipario e nei primi atti. Si se non cl si trovi dl fronte, p_iùche ad trattava poi di gente comune, da non un fatto d'arte. a un fatto di mondani- consentire tragedie, come awelJbe ac· ti\. E tuttavia non è così, nonostante cortamente sostenuto un trattat!sta gli' Indizi: De Pisis è un grande arlista, aristotelico; per nostra sciagura. la anche se oggi l'atten~ion'e tende a ri· sorte ha smcnlito, mettiamo. Alessan– :voJgersl altrove. · dro Piccolomini; e piccoli uomini han· Non Si saprcbhe trovare. ln llÌ\ta la no fatto tragedia. ·Storia della pittura, un artista che ve- Comunque, la curios;tà del pubbl!co ramente assomigli a Dc Plsis. Vi sono per questa 1>ipresaera grande; e gli ot• l richiami d'obbligo. specialmente ai timi attori del Quirino hanno fatto del settecentisti. compresi quelli ilaHanl; si loro meglio perchè la rarsetta di Sar• ,sa che egli tiene molto a stabilire affi- dou rassomigliasse. in qualche punto nità tra se stesso cci il Guardi; ma In almeno. aWesordio lontano del nostro nessùn pittore· tra quanli noJ chiamla- i:V.ltatorc; Ruggerl ha finanche accen– mo squisiti, J)re~losi, deliziosi, In nes- nato un piccolo saluto fascista, a brac- sun pittore d'idilli. è cosl v:vo come.In ~~1 ~~~~~!~.;~•. ~~r ècli~~~~i,~it~'cdld~~i: ~l~~ { 1~1~ 1 ~~i~o clc:~t!•~il~\0 1~fa:~~- ~;è v~~: magniloquenza demagogica alla,sua_·vo· tn di uscirne· Dc Pisls che I-eobbedi- clna artefatta e affranta. J 1 regista, sce, probabilÒiente non la sente; noi' per suo conto. forz~f!dO i toni. h~ prov· estranei ce nè accorgiamo. E' abba· v<:<Juto a. l'C!ldereUp1chc le fig.!,lrrnede– stanza comune il caso della zit-ella che gli a~cohti ~I ~aba::;as. Cimara, per J~ innamorata de\ ga'tti, taglia a~ eSSi le occasw,~e prmc1pe cl~ i\lonaco, e_rafttOl'': unghie, per timore dl un'infezione, e bersaglio; Sarclou Iav~va cancato d1 perchè umo quello che graffia I-e fa tutte le sue simpatie. I~veva rutto av– librezzo . .Sembra che De Pisls cOmp:a veduto e mite, decorativo e c~nsape• ·lln'operazt'one analoga con tutti gll voi~!con gra.f.OSf:: venature dl noia gen· as])ètt! della natm·a. perchè non ·ab· tiltzia. ~he ben s1 add!cevano ad auto• biano più nè veleni nè punte. Anche Crate_ é:1 1 paese ~osl mmusco!o, con ~m l'·~mlmalè squartnto nella vetrina ..del ese_rc1t~<!Iventiquattro uomrni e qum. beccaio è «obbligato» a· deliziarlo, e a dio; ufficiali._ re t suoi compagni di lotta. poi t-~nta dl ~ovarsene per lnscenare un atten– tato, favorito da un cortigiano, si me• scola abilmente 1n un lntr.tco di corte;. ma l'americana è più abile di lui, più avveduto di lui li princi1:>e, intelligente in ·modo inatteso il popolo. Rabagas. rimane al potere ventiquattro ore; bat· tuto. decide ai cambiare con Parigi 11 teatro delle sue gesta. Sardou ha trattò il suo tipo da una concezione in quei tcmp\ popolare. La Francia seguita alla Comune. creava In serie i rappresentanti della « uran• nla avvocatesca• che era già displa– c!uta al nostro Alfieri quando la demo– crazia francese era ancor'.1 In culla. Il cinismo inlrlgontc cd avido della pic– cola borghesia laureata ln legge. dove· va Poi diffondersi hi tutta Eliropa e Rabagas fare lungo \iaggio. E' dtCfl· cilc pensare che Sardou avesse chiare In mente le ragioni della sua polemica antidemocratica; spirito trop110 super– ficiale, con una fondamentale lndifre– renzà morale, tutto teso a secondare li gusto del suo pubbRco, fu per molti anni considerato maestro di tecnica teau·alc, alto ci<>èa fornire un medio– cre prodotto sei:ucnclo formul-e i:li Sl· curo effetto; la sua preferenza per i temi futili o. ingenuamente melodram– matici, ri\'ela ·anche 'in questa opera i suOl.segni. Rahagas è commedia più intricala di qllanto ti tema non richie– desse; troppo verbosi i personaggi, inu· tile forse o, per lo meno. eccessivam-an. te sviluppato .. l'amoretto tra la figlia del principe ·e il giovane cugino che consente appena un appiglio di tan. gente al fondamc1ùale intrigo politico. Antiquato il dialogo, ma anche len– ta . .senz,1 brio• la recitazione; con un che di, slegato e frammentario che non conscngva di cogiierc con la necessa– ria rapidità alcuni effetti di ,un umori· smo un po' g1,ossol.anoma autentico, di cui la commedia è dotata. - Ruggcri era singolarmente inadatto alla sua parte; attore intelligente. pe• netrantc ma senza impeto, mancava della foga necessaria al suo personag· gio; aningava con una voce flebile e opaca. prc-1:osa p:.?rsottlli notazioni in· teriorl, falsa senza dubbio, per la fa· condta di H.abagas- LA LUNA j;; TRAMONTATA pre11dei-e lo stesso Uscio, lo stesso In· Rabagas rnclta il popc,lo alla rivo!· canto dt una p01·cellana cinese. E' una ta contro cosl ~egno sovrano, rlcor• gran festa in maschera della natura, rendo al _mezzi hplci della _Persuasione in oul tutti gli esseri sono mobll:tatl demagogica: calun!1_ia,_d:rfamazlone, Jn qualità cli portatori di ·delizie. La sp~ulazionc Sl!lla m1sena popolare. ln . Abbiamo riudito, poche sere dopo. sua delizia non è tnai sensuale, alme- un cosl n~eschm_o~,eatro di l_otta_t>Oli· la stessa voce. Ruggeri era u sindaco no nel significato ~omune dt questa J)a- ~;ac~,~~~S t ~c~i~1~fl~::i f!ntl!O r?J:.i~~~~ !Y- t~ ~;ia t~~~~~i;Cf,~t~l~o~~i~e~~ç}~~;~r~ rola. La sensuahtà è troppo scabra l'essenziale ne fa agevole li ridicolo In- d!: morte fin dalle prime battute del per lui, è troppo slmlle • alle un• treccio. Il piccolo avvocato denuncia ilramma. Note aeree. sussurrate, con· ghie del gatto. Se mai, la sensualità apertamente li suo ingenuo pirroni· sunte, come tratte da un Jnterno mo– 'della pittura di De Pi$is è cosl assot· smo. La sua indifferenza morale e quel• nologare su alti temi ideai( Il perso. _Ugllala da assomlgJ.lare ad Una specie la de! suoi compagni è cosi candida· noggio di. Stcinbeck era senza dubbio ambiguél di intelligenza. Si •direbbe di mente car~tte'rizzata, di cosl schematl• convenzionale, di una .convenzione su– i:agionare, -senza ragionare affatto; di co sem1>llc1Smo,< :hc.la signora ameri· ·p~rlorc. tntcrn:P.amoci, ma comunque essere entrat~ ~n una vita. !n cui si ~~~~ 3 31 ~ic~ot~ 1.g,~;~c;~~~ngn 1 ~f;~;~J~~ ~;:v 1 ~~~~~t!o s~f!~iu~u:if~;! ~~~ 1 ~t svolgon? elusw~ r~glonamcnh medlan- per invitare Rabagas a corte, in nome rinnovandone il patetico significato con te colol'l _e luci. Viene da questa ambi· del Sovrano, e privarlo così del favore una recitazione cautn. sempre mante• BUità jl • maslco • dcUa delizia, .un'tn. popolare. Rabagas. accetta: butta a ma. nuta su una gamma pi effetti sommes· ~:n~or~~~-ti~~ ~n~~tip;~tt:~aJ:;,1'0~:i torturatori. Qt.testa visione attribuita ad uom\nt che pure; in tempi non ).ontani, furono pacifici membri della cOrnurilt.à deg{ì esseri civili non può affaccla1'61 alla mente s~nza provocare una grande an– goscia: posslbllltà dl morte dell'umano nell'uomo. , Tema tra&'ico altissimo che Corse tenterà altri scrittori quanilo sarà pos– sibile staccarsi dalla cronaca degli av– venimentl che ancora s'impongono tu· multuOsamente alla nostra attenzione. John Steimbeck ha prefel'ito trovare la catarsi per altre vie. Il suo s!ndaco della cittadina norvegese muore so– craticamente; ~reno p_er alte -medita– zioni sul suo destino singolare e quel• Io dei suoi giudici. li rapporto tra l'uo• mo _e il destino è ricondotto alle 1·a" dici eterne. Fra il fragore <.!egliscop– pi clelJa dinamltc, il ronzio minaccioso deglt aerei a 1uffo. il vecchio sindaco s\ ripropone il problema della morte in termini antichl.ssimi, quelli che da due millenni raSscrenano le anime i:lei giusti _nel supremo trapasso. Ruggeri 1•ecita un brano dell'Apologia di So– crate,· e i suoi giudici l'ascoltano· muti. Corse, comprendendo -le ragioni della serenità della viuima ma impotenti a salvarla. La , carta moschicida» che hanno cvnquist~1ta tiene le moschè nel vischio della ferocia, dice'Steinbeck; è il fatQ che ccntlucc quesll uomini alla perdi– zione; non si ribellano e non potreb• I.Nro farìo; ~no di loro che tenta di• sottrarsi alla l<"gie111frangiblle,per in· ~~~l~~~~tC~ew ll~~\i.~~~~~~ lWaea:~~~lJ\ri pera è tutto in questò fatale conflitto. anmìnz1ato neiìe prime scene. Di qui la staticità del personaggi. Gli ufficia– li tedeschi sono tutti eguali, la diver 1 sità dei loro atteggiamenti è nella gra• dazione di un Identico complesso d}t sentimenti; immol:tle anche l'altro ter-. mine del conti usto rappresentato cléll popolo della cittadina soggetta. Odio contro l'invasore, sabotaggi, agguati" contro l soldati ,..ermantci; tn conse- .i guenza rappresagJTe, fucilazioni, strast1 e nuovo odio e nuove strag1 come sem·· pre. come clappertutto, fino a quando \ ~fe~·~fti~! 1 · ::~~~~1~!~~t~o~~~~nÌ~ 0 ;uvf~;.: J tli barbarie. · · FRANCESCO JOVlNJll ·i /,

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