La Nuova Europa - anno I - n.4 - 31 dicembre 1944

1 -- 31 dlc. H),f,t t LA NUOVA E:Ul<OPA -------------------- 9 -- LA CULTURA IGERM'ANICA E NOI e OMINCIA a levarsi qua e là qual· che voce - forse tra non molto snranno cori - contro l'empia e nefasta cultura germanica e contro co– loro che se ne sono fotti propugnatori o t;eguacl in Italia. Non dipende forse in ultima lstanz., Liaessa - si sente dire - se la Germania t! caduta Jlell'abisso dcll'1numanlti1? E non è una specie -cli giudizio di Dio la sua punizione in corso? « Fntc pcnltcnzn », par che cl ,ammonisc;1no i nosu·1 biblici censori, « e riconoscete ln tempo la vostra par– te di errori e cli colpe». Poichè io sono tra coloro cl1e hanno propugnato ln cultura tedesca - in modo tuttavia non esclusivo, e com..: parte d1 vlt.ilc import.uw ..1 della gene• rnlc cultura europea - ml sento chla mato in .causa e rispondo ai censori per quel che mi spett.1. Ebbene. io non farò una palinoc!la. perchè ho la coscienza di non dovere sconfess.1r nulla del mio passato scien· Litico, che' t:.i prolunga senza interro· zlonl o deviazioni nel presente. Jo ho in orrore, quanto chiunque altro Sia dolélto di sano giudizio e dl senso mfr raie, le aberrazioni elci teùeschi ; ma quest'orrore non ml fa dissimulare IP. fonti della mia formazione intellettuJ le, anzi mi spinse a riaffermnrle µiii npertamente, J)Crchè ml dà In forza di asserire con pi\l fondato eonvincimen· to che l tedeschi hanno u-adito la loro missione cultur:-ile. Ciò che ha fatto srnnde la Germa· nla - di <1uclla gramlcz.r... 1 hnperitur:1 che si comJ>enclla nel vnlorl dell'arte, della scienzn, dcli.i filosofia è proprio l'opposto di <1uel chC o~sl · la fa per• versn. Dovremmo noi sconfessare li concetto germ:rnlco dello spirito, che è la più pur.i dlstlllnzlone della trnùi· zione spirituallstlra cristiana e mocler· na, se la Germania d'oggi è cnduta nel più nbletto materialismo ·clc1la raz.z:i e del s.ingue? Propr1o al contrarlo: riba• dendo quel concetto, noi possiamo mi sur:H'e J';:1blsso (li questa caduta. Simil· mente, non vorremo Imputare al serio e rigoroso metodo scientifico del tede– schi se essi htmno fatto della scienza un mostmoso strumento dl distruzio· ne. Nè vorremo ripudiare l'età di Goc· the - un'età In cui la Cermanln era ~:I~m~~~~etàn:1c~r~laar~~1\r~a, d~~: sua interna stmttur.1 ere.ava, per la glola di e1·eare, opere d'arte e di pen• siero a profusione -; se, r1pudiamlG essa stess.1 (Juella sua sorgiva libertù. volle più tardi rinchiudersi nena mo:-· sa di una ferrea org;rnlzz..1z1one· e di uilo statalismo distruttivo di ogni Il· bero movimento sph'ltunle. No, biso· gna difendere la Germania tU Ieri, se si vuol condannare la Cerm:inla di oggi. o disparati e contrastanti. Anzi, polchè sono tratto In causa, debbo pur r:cor• dare che In un libro scr.tto 32 anni ra e più volte ristampato. La filosofi.e. contemporanea, io ho dimostrato che la filosofia tedesca era In piena dcca· dcnza e che fin dnlln metà del scco!o XIX s'era creato nella tr:idlzlone :;cr· manica una frattura o un.i devl:izlonc, che aveva sel'iamentc infìrnrnto tutte le conquiste speculative dell'et..ì prece· dente. Da quel tempo In poi', la tl\sces:.i si è mutat.'l in un precipizio; e se 1>rl• ma qunlche trncciri ciel grande priss:.ito :mcora sopravvivevn, almeno nelle s1.1c secondarie propaggini, oggi non resta altro, se non un pesante e fnrra~inoso apparato scientifico, piegato a glustlri– care m1 contenuto il più che possibile ripusnante ad ogni scienza. Non è c1uesta ln filosofia tedescn c-he noi vogliamo rivendicare; m:1 solt.tlllo <1uella che s'è svolta nel periodo del Romanticismo. Sono cinquant'anni In tutto d'Intensa vita mentale; ma i-ono tut.:ta un'era dello SJ>hito umano. Non pili di tanti hanno fatto la grnndt>z•m della G.·ecia e quella t.lel Rlnascimemo. Jn <1ueicinquant'anni sono stati for– mulati i principi dei <1uall è contt.-st:1 la nostra moderna vita spirituale e tn nome d~I <1uall noi conduciamo nncor oggi la lotta contro Je forze oscure e retrive che vorrebbero travolgerci. f,~' sorto allora il Ci;Jticlsmo kantiano: la dottrina che intrinseca la ragione nel <1u:1dro naturale e nel quadro storico del mondo, e \~oncepisce <Juesta raslo· ne come essenzialmente crlllca, cioè non mai pnsa delle v< rltà domnrnllc·hc che sono il suo prodotto, e come t:.ill, inferiori all'attività che le 1>roduc<!e JK'lla (JU<'Jlev:inno rifuse per (>t;SCl'llC vivificate; sempre intenta a conLrolla• re e ri verificare non solo i suol dati ocsettivi, ma nncl1e se stessa. ~ dal Criticismo si è sviluppato Il nuovo s11i· ritualismo, che prima era dltluso e <Hsperso in intuizioni rai,s0<lichc fui,::a· ci, e nella fìloso1ia tedesca diviene la visione ort:anica di un mondo chL' si fil dall'interno. non per sovrappostzio• ne di eleme-pti come la materi.i, ma per cermina~1one spontanea di un 1w111• cipio attivo, che cresce su se stesso l.J In sè trova la sua direzione, la t.u,1 nonna, la sua misura. Da <Juesta fonte ram))Olla Il nuovo COl"l«'UO della Hbertà: ubi splrll 1~, 1bi libe-rtos. Già il Cristianesimo ave..-~ .li:;i, slmilato i due concetti; già la pr':S!;I sociale e politicn aveva rlvelato l'hn– portanza della libertà come fccond:1trl· ce di opere originali e come lega1,1c ~~~~~~1:1~~ !~1rY~!~;rs~1~ 11 ~1~!~/~ IL S O R R J S O I ;>,~~1J;:: 11 f;,~~i~~'z1~!t;;:;:~e 1 ! 0 ·<,~li t~!!i~~ • rare /ti rcoll<Ì uazlo11ale: quasi che fn>• D [ V O L T A JR E sç 111~ tr< 1 scurarlo il mettere. sull'<w• ' v,so 1l pubblico co1ttro le fals1/icazi111a U NO scrittore fra,1ccse, A11drl! Rous• se,iu.r, 1utU'informarci (in Pi-é sence del 10 dicembre) che la Fraucia, la Russia, il mondo rendo• no omaggio a VoUaire, i cut scritti .sembrano tornare d'attualità, cosl com• 111e11la: « Voltaire b, nel nostro secolo. il p1ù inattuale dcglt scritlori francesi. Eu!i trionfu con un ruzio11alismo che non et basta pii, a.ssolut.amente. Eyli. /011 da la s•w trcrnquillitù su.Ilei 11eyazio11e della fede. Noi viviamo e moriamo t,i wi tumulto di mistica. Egli clrc:t:ltr in wi't.,'uropa pacificata con armouloM compromessi. Q·uell'Eu.ropa ~ morta e ,,ucll(1 che il mo11dopartorisce clolom• samente spera meno dal calcolo deyll uomini che dalla natura dei popoli .. Noi siamo ili Ult'C}}OCOdi fede. Il r.o• mw1ismo d una fede, non meno del crlsllcutc,:.imo. Per <1uanto mostruosa, la reliyio11e hitleriana è anch'essa una fede. /11 ,,uesto mondo di credenze, gti 01,orl confonnisli che si tributano " Voltaire fJl'impedirebbero forse di :;cn• tirsi spaesato?». Quest~ commento sorprende dol-Oro– same,ae, perchè rivela, non solo che e gli abusi 1Jerpetrntl in nome di e:;, ~~·rcf b 11 :/v!io 11 ::!'tt~Z::~/!ct;iap:~ 0 f/ 0 ;,:'; dcml so110sortt· da una frattura d~t• l'u11itd roma,w: nella storia, egli mi ommo11lscc, 11011 vi s0110fratture, ma v'è una co11ti11uitài11i11tcrrotta. Quest,1, dcr 1m • rivoluzlo11ario », 110n mc 1,, saret as-1>cltata!Per lui, allora, non v·~! frattura tra la Uussia zarista e f/1'Cil1, sovieticu? Che ci sia anche co11linWl<i 110,i toglie che frattura vi sia: l'una conccrnc le storia nella sua totalità, l'altrci le si>1uole forme od istituzioni. E.'<liu questo senso amnmto to varla– ·vo <li frattura dell'unità 1·011w,w,mir t1ggl1111oemloche è co11tinuata " ver· sistere il se11tlme11tou11ita·rio, co-m'e nostalofo o come 1cleale. Ho voluto acce1111are a queste criti– che, verchd dcnota110 mio .strn110stato d'twìmo in <1/cuni di coloro che si di– cono, e che dovrebbero essere, in pie• 110 antitesi col ,·ecente passato. Par~• frn.san<lo quel che s'i detto in prece· denza, mi var di notare, nello scrit– tore ,lell'UnH:), trom,a • co11ti1wilù :t e voca • fra,llura •· g. d. r. l'uma11illì è ancora mollo malata, ma1------------– che rifiuta versino I• mediçlne. In. "" mondo fosco e aggromlat.o, dove i volti umani prendono l'aspetto di d11re nrn· scllere, Voltaire vorrebbe porllire, col suq sorriso, mm 11ota d-i mutua com· pnmsione e di su.peri-Ore tollera11zo; e gli uomltd lo respingono sdeu11os(1· meute! Non 11e hanno ancora abba– St(lnza di grint.e truci, di esplo:;ioni fll· notiche di cxW, <li con /lit.ti frlconciliti– bili? Afa. essi dicono, la nostra t u,1'e• 11ocadi fede. Come se la fede fosse tutt'u110 col fmrntismo e fos,e refrat tarla nd ogni luce di royionc e (l(l ou11I vossibililù <li accordo! .411che Voltaire avev<i la sua fede, che non era però <11tcll<i tlel carbo1wio; anche lui com· bat1ev(1ver essa, 11w con armi leooere e scnzo fl bestlllle ~mpulso di schf{I(,· ,ciarc t'avversarfo. Pur-lr<>ppo -Ogyi i carri llrmati e le yrosse bombe sono clivc11tati l't1rmat1,rn ideale de/hl mw· vu fede e si guarda con disprezzo l'a· yilc ed elegante scherma di C1ti si com• v 1 1%v~;, 0 l';11::~:i~~~ -~~~i~~~;; con 11ost1:l· gfrl ,,uei poco cruenti cc1·tami ed mw· lll tornare a modi più umont di vita e di lolla. Sono invece gli osscssiorwtt dul presente, che vorrebbero trnerla ferma in mezzo a questi Ol'rorl. Ala non prcvarran110. NOSTALGIE? I N 1rnn bre11e prolusione al m,ovo Corso òi studi romnni erumdcri 111- , cune eons1tlnllzioni di bmllùe evi– cle11z,1, contro l'abuso rettorico che ~'1 è fallo net 'J)(ISsMimrni deUa • romn· 111tà » e contro le falsificazioni della « u11ivers<1litcì :t romanll ml 1,so <lei mo• den1i 1wzto11alism1. Non pe1isavo di ,wer tletto 11uJI(,di 111101.10, mo solo di aver. espresso tn forma piii recisa dei yi1uUzt che sono di co1mme domfoilJ tro Oli sHulìosi. Mtt uno scrittore dell'Unità, che si firma Belfesor, leva 1a vo,ce con~ro (lUelle che a lut se,n.brmio eresie. J:i:oli ARMONIOSO OTTIMISMO P OS'l'O che Cecil Sprigge t1e abhia riferito le J)llrole co,i es(lttezzri, · Benedetto Croce ti un cerlo p1m· to dell'iute-rVista uli avrebbe drtto: • Il 11uovo 111i11lstc-ro Bonomi ha ma:1· oiurc cOmP<1tlezzuche il vrimo 11tm avesse, e voichè t due PtirUti che hw1· no ri/illl<llo lo loro collt1borazio11eJ.or- 1,ìern,1110 1mu owosizio11e, <1vrà mu:h.c il be,u:Ji,Ho di u,u, OJ>POSizione,che sarà come un simbolo delle future lotte del parl,imenti. Nè è perduta /f: speranz.a che, In un <u.rvm1trcviìt o 111c110 vrossimo, si ricomponua la col· labon,zioue cli t11tti i 1}(1rliti ». Se è così, m>t stc11ttm110a metter.; d'acoord-0 il « be,icJi.cto di un'oppOJi– ::io11e » co,i lo .spertwza che si ricom– ponm1 la cc.1lfobor<1zlo11e ,u tutti t pu-r– Wi. LAI perdita futura di tm beneficio vrcserltc 11011 può es.sereu11asperunza; n.è sperando dt poter ritornare aUa collaborn2Jo11.edi lulti I partiti è co-•i• cesso di considerare come un vantar,· ufo l'att-u11le 110n collaL10-razio11e di ,i.l· c11,1i di csst. Tuttmifo, ricordando le molte lezioni date ,!ti Croce t1Uli avversari elle :;I il!udcv1111t,di llppllcurtr ai suoi rlgu11r– di Il ft1c1le oi11ocodelle contraddizio111, esitfrtmo a pm·la1·c di co1itraddizionc. EJ!ettivamente, 111 sede teorica, pu,) essere un beneficio che oggi due par· tW csca110,1<11 ooueri-10 e un benefi,:io maggiore che ,tomani vi r1e11tri110.M,·1 ti ,wi 1l PtlS$0 SOPrtl riferito illleressll 110,1 tanto ver il giudizio politico·ttt sè, q11011to come rtprOVll di una carot– teri~tfot1 fo11dame11tt1ledel 11e,islero e del tcmverame11to croc.·fono che indu!:e a 1m m•mc.,nioso otllmtsmo, a mw co• strutt1vt1 fitl1icta, n una feeori<la dispn• sizlo11e a ric"vare dal m"le presente 1l bene /ILturo. a. Jl. s. Mn che cosn vogliono renlmentc sconfessare i nuovi censori della cui• tura tedesca? Non certo la musica o la filoloE,1::i, la s101in o la scl.em.1: ma solo contro la filosofia si appunt.1no i loro strali perchè <1uesta, a loro avvi• so, rivela 'pili chi:lrnmcntc l germi di (tuei mail, che poi. svi luppnndosl hanno Jibertà emerge in tu\la la su.l piene.!• :w creativa: conscia di sè e del suo insopprimibile valore, distaccata dal mero arbitrio, fusa con la sua norma, responsabile del suoi atti. Se anche l teòeschi non hanno saputo trarre le conset:uenze sociali e politiche delle loro premesse, <1ueste ultime non sono stnte perciò meno necessarie nl l)en· siero europeo per lntegr:-ire. nll<l luce di esse, le esperienze l:beraH 1ns'lcs1.e frane~. !==================.,,.======== ~%~~tod~t~l~~~~~~1~~:oa1~! ~1t~'ìl dello spirito tedesco 1-:.posasu di una vana illusione. La musica di un Bac-h o di un Beethoven scntm;sce dalla stes• sa profondità spirituale da cui viene fuori la rìlosofìa di un Kanl: o di un He,gel. E la filolOl,.'ia, nella sua app;i• rente neutralità di fronte ad ogni ;n teresse speculativo, è figlia della H.i– forma e del Romnnticlsmo germanico. E la grande storiografia del secolo XIX deriva anch'essa dall'umanesimo filoso– fico e dalla concezlo-ne dello sviluppo s1>iritualc che questo ha formulnto. E la st !-:sascienza positiva ha t suoi In· cunaboll nel n:lluralismo speculativ•l • dell'età precedente. E' una vuna prc tesa quella di sclndeJ·c ciò che in real• tà è lndlssolubllmente congiunto. Ma allora, se b sconfessione della filosofia deve colnvolscre quella cli tutte le al• tivltà che vi sono connesse e che rico– nosciamo come utili cd anzi ind1spcn s.1blll a noi, rh;ultil anche più grave I' nssurdltà della richiesta dei nuovi censori! o \ l Pure, Isoliamo per un momento h fi. losofia tedesca con un procedimemo a• strattivo, come se rosse realmente se· parabile da tutto Il resto, e chiediamo– ci se e quanto siano fondate le accus':! contro di essa. Io mi sunrderò be!l..:! dal di.renderla In blocoo, tanto più che essa comprende In sè sl'lndirlzzi più Ne-Isommarlo elenco del nostJi deblU verso la filosofia tedesca, lo noi\ dlmen• ticherò che noi le dobbiamo la dlnlet· tica. Non importa che ne abbia fntto talvolta m10 sconcio abuso, e che abhi3 preteso chiudere con essa l'orizzonte dello spirito, mentre era destinata nc.J aprirlo sconfinatamente. Senza dlaletu• ca, lo spirito si appiattisce in una cosa, in un OGt:etto dai contorni 1i,;ldi; con essa prendP. rilievo colore e V:ta. Nol sperimentiamo la forza che al dire ccn· ferisce il contraddil'c; noi eentlnmo <'he ogni nostra attività si articola median– te l'intf'.rna opposizione, che essa mc· desima susciw, e che il dramma del contrasti tra gli uomini non è che l'C'· sterna 1>rosopopea dl. <1uesta lnUn:a lotta in cui la nostra ,essenza si dl:-111c– ga e si attua. Noi sappl:imo che c,'l:st\. significhi per la realizzazione dei v:.1lu!'I umnni, del vero, del bello, del bene, il fecondo contrasto coi òisvalorl con:• i:,:pondenll. Solo in vinll delln cllalett!~;:i noi acquistiamo coscienza del c:1ral11!rc s.intetico del nost,ro t-Jlll'ito e della lra sfìgmazione degli elementi costitutivi che (IUCsta sintesi 01>era. , Ricor"<lerò infine che dnll::i. fìlosoli,l tedesca• scaturisce il nostro conct?lto della cultur:1. Anche qui non blso1,;nn trascurare il decisivo contributo clic l'Illuminismo inglese e fr:mcesc ha il;.r to :ill'idea della diffusione e prop:1,1;a• zione della luce Intellettuale: nè la Oc formazione che Io stesso conceno t1..-<te– sco della cultura h;i subho nella fai.e dell'industrializzazione della Gcrmnn1,1, quando i valori intellettunli sono diven• tali anch'essi dei prodotti da esporta· re, anzi da im1>0rre-sul mercato intcr• nazionale. Ma nella purezza della fcn· te, il concetto delln cultura ern schietto come quello dello spiritualismo e del liberalismo, con cui insieme ssorsc1va. Esso operava In intensità quel che l'il– h.lmln\smo francese aveva operato In estensione; anzi, per virtù sua l'esten· t:ionc stessa diveniva l'estrinsecazione di una Interna tensione. E nella patrii\ superiore e comune della cultura, c,,:-ue in un luminoso sopramondo, si placa-irn Il tumulto passionale del sottoposto mondo inferiore, e insieme si rac,.v:l trasparente; anche persistendovi le op posizlon1 e le lotte, <1ueste assumev.ino Il più chiaro cal'attere di una collabo· razione di tutt! a un fine comune. 6 Da queste vette ci costrinsono asce~• dcre I nuovi censori. Dunque - Pss! rib::ittono ironicamente - tutto wt co• mc primn, anzi meglio di primi\? Oun· que. ciù ch'è avvenuto ne-I frnttempo lo un episodio da trascurare. una parcn· \es\ da chiudere? lo rispondo con un energico: no. Ho parlato di un:1 devi;1• zlo11e,anzi cli una frattura che s·~ C'l))C· ra1:1 nello spinto tedesco più di 1111 i.;ccolo fa, e che ora s'ò allarg.tt3 nl punto che non 1-iusciamo più a 1icon· giungere i due margini. Aggiungo an• cor;1 che non è Il c.-isodi scagionare la coltura tedesca, attribuendo la prcsen te caduta a un urto di forze esterne Ed estranee, come lo statalismo e l'indu– strializzazione: a siffatti urti un org<l• nismo s..1ldoresiste, o almeno si sfor;,.a di resistere: il che non ci è stato d.11.0 di osservnre se non in assai scarsa rn~sura nel caso in quistionc. Bisogna Invece francamente ricono– scere che v'erano fin dall'Inizio clel!e incrinature profonde nel blocco della filosofi.i germanlc◄t, nelle quali h,mno fotto breccia gli urtl successivi. C'era <1twlcosa di torbldO, tH s..1tanico. nell'a• nima tedesca, che un osservntore •;;><1~· sio1rnto scopre filcilmente anche nelle ben com1>0ste forme del Romanticic;m,,. C'era una sfrenata passione egogemr!· cn che ottenebrava la visione dello r.pi • rito, che chiudevn in una pes.1nte c.1;>– p.1 l'orli.zont~ della storia, che corrom• J>CVaJ';ntlvità ciel volere In una smo– d:ita·setc di J)Otenza, che ml.naccinva ,Ji desrndnre rnrdente religiosità In •J:ta paurosa Idolatria. Non è qui li ::;!)1''1 ntla1to per fnrc una compiuta dia{;;~:.)<;;; lo ho com!nc!::ito a farl<t altrove, nt.>1\.i ml::i 1-Jttìdel u,ommHfcismo e ml prop,,n– go di contlnunrla in uno studio. i:;fa in corso, su Hcgcl e sul suol epigoni. l...'l conclusione che vorrei trarre òa queste brevi osscrvnzioni è che gli orientamenti odierni della Gcrntanla sono tutt'nltro che u·ascurabl Il nella formulnlone del giudizio sulla Cerma· nla d'icrl e nella valutazione dell'~l'C· dltà culturn!c che essa et ha trasmcs· so. Accettare I 1>rlncipt direttivi dl quel· la cultura non deve significare accct– t11rll passivnmcnte e In blocco, ma va· sllnrll con severo, eppur sereno,.~piri– to C1'ltlco. E' quel che la seria cuhnra Italiana ha sempre fatto. e che ossi ~ nnchc meglio in grado cli fare, pere~~ sii erroii e :e deviazlon~ nelle premes– se rlsult:mo ;issai pili chiari nelle mn· plificazionl delle consesucnzt che ci è dato di constr.tnrc. GUIDO DE RUGGIERO

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