La Nuova Europa - anno I - n.4 - 31 dicembre 1944

LA-NUOV/1 EUROPA SETTIMANALE DI POLITICA E LETTERATURA ANNO I - NUMERO 4 ♦ ROMA, 31 DICEMBRE 19-14 ♦ IN Q UES1'0 NUMERO: E~n:~,~~~f.~C'f}J.'E1~1 1c/unx°.op_0 ~ LUIGI SALVATORE!.I..I: RITORNO GUIDO PIOVENE: ARTE . .• p. 7 AL L' EQUI L / 8 R l O f · p 1 PIETRO PAOLO TROMPEO: LA CO R· SA NIOBE • , • • •• p. 7 IL POLITICO: ES A Jf E DI CO· SCIENZA • • . \. .• • p. 2 BARBARA ALLA50N: TO-lfAIASO , .. ; LA SETP/JIAN~ •.• • p 2 LUlGI EINAUDI: GOVERNO PAJl· • LAMEN'l'AUE E PRESIDE.\'· JIANN POETA CIVILE. p. 8 G ZIA LE •.. p. 3 GUIDO DE RUGOIERO: LA C U L 7' l'· BRUNO ARCHI: LO SFONDO RA GERMANICA E NOI p. 9 VEL, CONGRESSO LABUR/· PIERO CALA'.\IANOREI: LA CRISI STA • 1 • , , •• , , p 4 DELLA LEl.iALITA' •. p. 10 G A PJCCO~E STELLA: /L SECONDO QUARTO JJEL SECOl.(). p. 5 GABRIELE PEPE: V E e e H I o E NUOl'O MAUXISJCO • P 11 . UllRERTO '.\10RRA. ASPE 1' 'I'O DEL- L' J .V G Hl l.. TE Il RA , •. p, ll ALDO PALAZZI::SCHJ: C U ON ,l C fl E CALOGEBO GARA.Cl: l., ,4. ~ A i\i I 7 1 'A' DEL, PASSA 'I' O R 5 G IME p G PUB B l, I CA IN I T·A L, l A . p. 12 RITORNO ALL'EQUILIBRIO? R JSPU!'\TA. nelle discusslon! sul• l'assetto internazionale la 1>aro– Ja di «equilibrio». Si va in l'er– ca eia più d'uno del nuovo equllihrlo di forze Internazionali da realizzar~ nel llo1>0guerra.Per lo più sl pensa atrU• nlonc Sovietica da una parte. ·at monJo anglosassone datraltra. Si trattere 1 ,1,e. 1,recisamente, di un equilibrio tra for✓.P. contrasta, come nel periodo anterlo, re alla guerra del l\Jl-t. Non ne cambie rebbe sosrnnzlalmente Il carattere li fatto che al conu·asto politico intf'rnJ.· zionale si assoclerebbero quello ec·ono· mlco fra comunismo e proprieti lndl· vlduale. e quello Ideologico fl'a ditt'1tu ra 1>role~1rlae liberalismo democra· tico: Poichè anche questi contrasti t~u Intensificato al punto che ha lnvClitlto tutta la vita del popoli, anzi tutte le vite degli Individui che li compongono, con tutti i ben! elementari della cc,n• vivenza umana. L'abbiamo detto ~là nel primo numero di questo giornale: chi ripete li ritornello che le guerre cl sono sempre siate, non considera questo cambiamento fondamentale. Se– guitando cosl, si arri\'erà non alla di· struzlone llella civiltà (come spes~ si dice), ma semplicemente della specie umana. Intanto slamo già al punto c:i1c la guerra è una lotta totale, d.lsL:ua-· gente preventivamente ciò che si do– vrebbe con es.sa guJdagnare. e tutti.) LA CARTA cui ora non et fermiamo, per non di· vagare) si incarnerebbero pur sempre negli stati contrapposti. e quindi glo• citerebbero anch'essi sul piano rl('lla politica internazionale, A T L A N. T I C A L'idea di equlltbrto non è qualco.s.1 di assoluto, un «concetto puro•· Essa è l d li R OOSEVELT. dopo auer dlchfarato sorta, ne le diverse epoche e a 1,0· il 19 <li.cembre che ltl Carta atla,l• litica internazionale, In relazione con tica nori è ,nai esistita come docu· una egemonia temuta o in atto. Cosi me,tto uf/it:iale, al•rebbe detto il 22 che di fronte agli Absburgo, a Luigi XIV, essa costituisce trn passo verso il miolio• a Na1>0leone,alla Germania del sercn• ramento del mondo e che i suol obbiet– do e del terzo impero. Essa si presenta, tid son.o validi ora come nel 1940. Essi, cioè. non come un sistema organ!c..-o, anfhe quando non. sono s~ati raoolunti'. ma come un • pis all~r •· un esped!en· #-esrsto110 c~me es~stono ali obbfe~tlvl d~ te adatto «ad vltarida mala ma ora 1 "<!Ocumentiche r,salaono a molti secoli o_ra: l'es.perlenza Insegna che un espc- "1!;~~~-bilmente è colpa delle aoenzle. ù1ente simile non evita le g~errc, anzi che riferiscono inesaltamente O incom• contrlhui~e a procurarle: sia che ~1~ piutamente; ma certo questo andlrivlc• dal 1>rlnc1plo le forze comrapponanwu nidi dichiarazioni non, chiaro. Il pun· u equilibrare quella egemonica si ug- to fondamentale da chiarire ~ il seouen• gru1>1>lno per combatterla con le armi. te: i postulati della Carla atlantica sono sia .che (come a\'venne per la guerra una ~emplice formulazione teorica. acca. del lfH-1) a un periodo di pace tn~:aùl· denuca. o un vrooramma del oovernt al• le. In cui le forze equilibrantisi sl sonc., leati?' ~·inte,i<de ehe un proyramma go- fromeggate con le armi al piede, SUC· r~;~rt~iod~o;:~~l: 11 r7:::iee~ra~~~l~à ,~:~ ced~ la. conflagrazloµe. li sistema di un ful!Lro lontano. Un oovenio non è cqmllbno porta con s~ quello del!e ;:..:,• un partito. r tanto meno una srnola filo– ne d'influenza, Molto si discorre oggi sofica, leoiferantc ver l'eternità. di zone d'Influenza, e anche noi ne di· scorreremo presto dl proposito. B,1w.t dire oggi che esse significano ,sse,vi- « ... SPIACEV0LJlfENTE . mento dei piccoli al grandi duraut:? la pace, e peq>etuo fomite 3i secondi per litigare fra loro. Giunti alla guerra, disfatta attraverso ess:i la potenza •!t:C· monlca, sorgono I pericoli di altre e~e– monle, contro le quali si formano nuo· vi aggruppamenti. nuovi spostamenti di equilibrio nuo\'e guerre. QuandJ, dunque, si piirla di equilibrio lntern:i• 2ionale, bisogna precisare: cqulllbrh.> Jnst.abile, ritmo assiduo di pace e 11 guerra. Abbiamo fatw, stiamo facendo tali esperienze In proposito, che non occorre veramente lnsL~tere. Sarà sempre cosi? 11 ritmo sangui· noso è legge Ineluttabile? Taluni lo di· cono; moltissimi lo pensano. Ma alh.1l'a bisogna fare un'oltra constatazione. Le guerre si sono fotte sempre più rovhhl· se, J>erchè sempre più generali nello spazio e sempN J>iùtotalitarie nel mc toclo. Lo sconvolgimento bellico si ~ SORPRESO» I L colom1ello dct RR. cc. Emanuele Santo, addetto al contros1>ionaooio militare, ufficio alle dipe,idenze del s/J/ (serl'i::io informazioni militari), fu i,n·itato in un certo oiorno drt 1937 a trasmetltrc ai suol diiendenti « l'ordl· nr superiore di far uccidue C"arln Ros– selli • (Realtà t>Olltlca,n. 1, p. 121. d/f!~~ l~~sr~of;cfi~~1,!bJjadefeNff t~C.~ Forse. che l'us~osslnio non rir11tra 11el còmpito di t1cssun ufficio, civile o mili· tare. e che esso non può essere ordina· to a 11esswt0?forst•, almeno, elle nun si l'edera rhe cosa ai·esse a che fare fur cisio,ie di Carlo Ro:;seUi con un ufficio di contrO.'tJJionauoin? Sie,itc di tldt< Questo: egli fu. • spi.acei1olme1tte sonJrr. so,., ma comunicò l'ordine vercht aves· se t.'secuziotte. il resto. Per un h>0tetlco guadagno par– ziale. - anche questo si è detto, ma occorre ripeterlo, - si pe!"de tutto. Queste sono constatazioni reallstlche. se altre mal: gli utopisti sono coloro che non ne tengono conto. E allora, è necessario cambiare strada: l'equilibrio non serve, perchè è guerra (totalitaria) esso stesso. o sbocca nella guerra. Oc· corre sostituire qualche cosa di supl!• riore che non si llmiti a controbllan· clare le 01>posteforze. ma le domlm. impedendone lo scatenamento. Oall·t· qutlibrio occorre passare alla federa2io– ne, con un 1>0lere federale capace è. 1 imporsi al singoli federati. E' l'unlc.l alternativa di fronte alla distruzione totale. Dunque bi.sogna tentarla, anche se essa presentasse una so13 probn'Jl liù su mille. Ma del r~sto, perchè dovrebbe csse:--1 cosi sicuro. o cosl probab:le, il falli· mento? Occorre liberarsi dalla scar:.e~– za d'immaginazione, dal misoneismo, dalla cattiva volont..i. Si dichiara im 1>vssiblleciò che non si riesce a con cepire senza un certo sforzo. o, J>lù semplicemente, ciò che non si vuole. E' il vecchio gioco del conservatorismo ir. tutti I cam1>l.C'erano una volta le guerre tra lndl\'lduo e lndh·lduo, tra castello e c:1:stello, il 1: diritto del pu· gno ». Esse scompan·ero. Ci furono quelle tra città e città, e scomparvero. Ci furono quelle tra pro\'incla e pro· vincia, e scombsrver0i Perchè non ,jo vrebbero scomparire quelle tra nazio– ne e nazione? Per· qual ragione se si è costruita una Francia. una Jt3ll3. una Germania. al posto di tanti 1>0terl lo cali rissanll tra loro. non potrà CO· struirsi allo stesso modo un·Europa, un mondo? Perch~ le uniù beillche castel· lo, città. provincia, devono essere sute transitorie, e l'unità belllca nazione do ,•rebbe essere permanl!me? Quelle ~ltré unità bell!che sono scom· parse perch~ forze reali e ideali le han– no .superate. C! aipnoout le forze lde1· Una « sorpresa spiacevole»: ect·o tuc– ta la reazione della coscieriza morale dell'egreoto colo,rnello. Ecco a che ptm to si era arrivati nell'esercito italiarw. - Viù precisame11te, nelle alte. le ptù alte sfere dell'esercito italiano - sotto Il re9lmè fascista: a provare urt se,n plice senso di molestia (cosl come ,,er una seccatura) di fronte a un ordine di assassinio. Ed i so1,ra una ca.sta mili tare diri(Jente ridotta in queste abbo minevoli condizioni che tanti italiani hanno rivosto - e taluni forse ripon· yono ancora - lt, sperrua di salvez::11 del Paese. P_IANI DAL BASSO E DALL'ALTO S CRIVJ:.' Luioi Einaudi (in Risorgi– mento liberale del. 19 dicembre) che 1: tutti facciamo p(a,1i •; s·,n– te-nde. in que11tocaso, piani economici. E tennina l'articolo, così intitolato: 1: Sempre si fecero e sempre si fara,mo 1>iani. Ma clii li fa? Qui il problema si sposta e st rkluce ad una discussione s,ti tuniti di due opposti metodi di compilare pla,li: l'uno che procede dal basso e l'altro elle parte doll·allo; l'uno che nasce dal mercfJt,) libero e l'altro da una autoritd dì 1.:om..an ... -lo. Questa è la uera dlsthlzione sostan,:iale fra i via– ni; 1,on qi,elle che si attaccano a parQle indefinibtli, ni la distinzione I fatta per sceolicre tra l'u,io e l'altro metodo, qu.asi- essi si esclu.da ,io a vic:enda. Vi sono estesi campi nei quali sarebbe er– rore oral·e abbandon11re il metodo dei piani, spo11ta11came,1tenati sul merca to nella cO,l("Orrenza dei molti consu· malori e dei molti produttor;, e i.•i so,io campi, probabilmente non meno estrsi, nei quali sarebbe errore parimenti ora– ve ,wn attniersi al met0<lo dei piani formati d'a11torità dalfalto ». E.'cco una impostazione su cut. mi pare. et sl 1>otrrbbc mettere d'accordo fra le ovposte 1,arti, fra liberisti e ùt· tervenUsli. o «pianisti•· I:.' passar a tlisct..tere, senza vreoiudiziali, i casi si,rgoli vcr dITJctcre circa Topportun1tà o meno del 1~ianodall"alto, e - 1't caso ,,jfermativo -· circa la co1tfezio11e con– cretu del 11iano. &PitDIZfOH& I!( &.890H, POffALII UNA COPIA L. 8 lt e rcall per superare l'unità bellica «nazione•? Solo un cieco nato potreb– be negarlo. Basta Interrogare la co– scienza del popoli, basta guardare al• l'intreccio economi('O internazionale, basta rendersi conto della rete politico– mllitare che in questo momento ,;;te;.;:;o Imprigiona nelle sue maglie tutt.l H mondo. QuesLa rete medesima, a con– flitto finito, come fu buona a costrln– oc.1 e Il mondo nella guerra, sarà buona a tenerlo In J)3ce: s'intende, con gli ag· giustamentl necessari. Basta volerlo: '! non comlndar col dire che non è po.:t– sibile. J>erchè In realtà non si vuo!e, pcrchè. cioè, runa parte o raltra vuol seguitare a combattere per I pro1>ri In· t•:tessl particolari col diritto del 1>u• gno, senza rendersi conto dell'assurd11, e della rovina totale. Se alla fine di questa guerra l governi rimasti padr.:>– ni del cam1>0 non instaurasiiero. •:ol mezzi Iarg'.lmente bastanti che hanna In mano, una pace permanente e giu• sta attraverso un si::;tema federale, ciò s3rebbe pcrchl) non l'avrebbero voluLo. Occorre che I po1>0IIvigilino. e lm· pongano la loro ,·olomà di vivere L'o– pinione pubblica è sovrana nell'imt>e– ro britannico e agli Stati Uniti: noi crediamo clfessa fosse tutt"altro che trascurabile nelrUnione sovietica pri– ma della guerra, e che ,,i sarti ben oo– tente all'lndomani di questa. L'opinio– ne pubblica in seno alle Tre grandl potenze si faccia dunque valere lii frua• te al governi: solo a que~to patto potrà esercitare una vera efficacia quella de– gli altri paesl. In prima linea quella de paesi europei. In politica lnu~rna• zionale, più che In qualsiasi altro cam· 1>0.solo cambiando strada, solo abb:1:i– don.indo le consuetudini, I pregluct,zt. la menLalltà antica, solo volgendo ded• samente le s1>alle al vecchio mondo, sarà Possibile la salvezza. Essere o non essere. LUIGI S..\L\'.-\TOJ-a!l.,LI CANIZIE VITUPEROSA D IETRO i cagoulards - oli e1oec1tto ri deU'assassinio di Rosscllt - c'e• ra du,1que il maresciallo Pètaiti: abbtamo oià preso n-0ta t1el ,rnmem precede ,i.tc, dt questa rivelozro,w s11.Ua quale. e su tutto U movimento clande– stino francese che -aveva Péwitt per, urto dei suoi ispiratori vedi i docurne,a.• ti <ti Realtà J>Olltica, n: l (20 dicembre). Pétain è il • venermWo qe(Jli(irdo », cui si rivolse (volens nol('nS) l'ultmio capo di oover-rio della Francia repubbil· cana prima del crollo nel ot1u1,t0 '40, per saluare la Francia. e elle la saluo facendo quanto era in lui vcr disorw• rarta e cancellarla dalla carta d'Euro– pa. Il si,itstro veoliardo fu salutato v•· ramentc da molti. forse d<U più, in Francia e fuori, come salvatore del suo =~::i:a et!r:sti~1e:;~~~:t~ 0 ~!n~!i :;. flettere che. se il governo fra,tcesc nel oiuano 19·10 fosse pm~sato in Alocria, come volevano tutti coloro che no,t ave• vqno perdtao la testa e non tradiua,to, la salt:ez;:a materiale della Fraticia ci sarebbe stata lo stesso. senza la rovina morale del suo ooverno. L'Europa tra le clue ouerre Ila r<r no3ciuto, e inchinato uri auro • ven~– rando vegliardo 1: il maresciallo l1iii· denburo. Il quale, nè più nè meno (li Pétain, am.·he se per diversi modi. pu.· 011clò alle spalle la democra.:ia repub– blicana, oot·cn10 legittimo del suo pae• se. e la consegnò nelle 111a11idetto stesso nemico dello Germat1ia, della Frcmcla, dtlla democrazia, rJella cittil· tà auropea e dell'umanità: Adol{O Hitler. Altri • ve11.era11.di veoliardl • st pv– trebbero trovare, 11ella storia del ven• ticit1q11eru1/o fatale: altre canizie vltu· verose. Ma contentiamoci, J)er ooot, di (IU~st'! due. l. s.

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