La Nuova Europa - anno I - n.4 - 31 dicembre 1944

-=- 6-----------------=---- ----..,.LA NUOVA EUIIOl'A --------------- 31 dic. 19-14 -- ICORDO DI CREMIEUX una metodologi.I critica, appresa assai non fu che un'ombra fra le molte om:- R più a contatto cos~ autori che col pro• brc. Non lo vedemmo p:ù. Per noi, do· · . fcssori. Ciò l! anche più in 1t.1lcvonel 1>0un viaggio avvcnuiroso e duro, tu · suo volume Panorama de l<i Llttérat·u• la sosta lunga e Il nuovo esili.o tn ACrl· N ON c·l'ra uome pottico ant.Haso:sta, tà per ogni ratto umano e per tutte le re ltaliennc, dove, come lul scrisse: ca, per lui fu l'amarezza di Vichy. Tal· nè letterato i tarano che, rcsidcn- cose lettcrar:c, riconducevano il ere- « pcrspectiucs et formes se troupent fi..· volta, da oltre !l mare. l'eco cl portava tl ~tPartgl O di J>assaggtoper que- mieux ad una gentilezza pressochè af· o,m!es aucc le souci de mcttre cn lu· rare noti.zie del vccch..:o amico. dell'e– st.a città, non s. recassero a \.1sitare Be- fctLuosa nell'intavolar discorsi. mitre lcs oeuvrcs, Jcs problcmes. Ics brco Cremleux. Ormal In Francia, la le– njamin Crcmlcux. se. nperto cautamen· Il suo volto df. vecchio lsrael~ta della -crlscs, les mouvcmcnts Ics plus sionifi· glslazlone anttsemtttca batteva Il suo tC' l'uscio del suo ufficio nl Quai d'Or· Provenza s'illuminava tutto quando ll catlf pour l'étranocr ». Questi ru il cri- p:eno come una locomotiva a vapore– say non si aveva la fortuna di disUn- \1sitatore aocennava ad un comune a- tlco. L'uomo, e non perchè è mortQ On Crem:cux tcnc\·a duro: continuava a guerc la nota fisionomia del critico mlco Jetteraiho, fosse questo di Spagna quanto è facile attrf.bulre elogi ai mor· tradurre ?~randello, contlinuava a par· francese. allora '.I \'lsitatore si ritirava O d'Argentina. Ma tutto in Itri si ris\'e• ti) gll fu certamente superiore. lare di teatro. a Ginevr.i. Se fosse rima– e si sedc,·a su uno sfiancato divano. r;liava quando si parla,·a dcll'ltata. La Cht scrive questo ricordo ebbe la ra- sto col:'t. oge;t sarebbe vtvo cd ancora Nel silenzio e nel primo buio serale sua barba un poco inargentata. 1 suoi ra fortuna et vederlo spesso a Parigi il suo sorriso giudaico apparirebbe al gli. occhi, durante l'attesa, s; posavano occhi vivao.ssimt erano pieni d1. movi· tra il 1938 cd H 1940, Sulla Ci\•lltà pe- Quai d'Orsay, come una cosa reale in distrattamente sul cartello appeso alla mento. L'Itata? S1, Borgcse e Bontem- s..wn già la minaccia della Wcrmacht questo mondo d: rantasm.i. Ma el~mtna– porta: Presse italic1111c. Poi sul plano pelli erano t rari scrittori Uallant che Il razzismo faceva le sue stragi, t1 mon· to ufficialmente cln una legge Infame, della memoria affioravano t.inU ricordi scrlve\ 1 ano con eleganza Ja lingua fran- do. pur quello democratico. s'tpnotlzza- eglt C'r.:,troppo umano. troppo scnslb!· dell'uomo e di quel Pe" Club che vo• ccse. Naturalmente escluso d'Annunz::o. va sul Fiihrcr, SI accennava all'esilio le per non comprendere che al letterato Je\'a creare uno spir:to mlgi'iorc e r,i.ù S1, Papinl era un vecchio pazzo... col Crem~eux. Per quest'ultimo era più egli do\'eva sostituire l'uomo più attivo. fraterno nel mondo. (ma noi inviava- conosceva come pochi t cUetCi e te dHfìOaleparlarne. Per il suo lntertocu- P,ù energico: l'uomo della reS.:.stenza. mo Marinett\ a proclamare la necessità virtù del nostro paese, e cosl del no• torc era più [acile :iddh·entre alle reto· Arrestato, venne deportato dOt>O una della guerra. per rappresentare. a~con- stra popolo. « I vostri soldati sono ot- r\che formule elci pane salato. e quanto lung.1 permanenza in una p1'\gtone ed vcgni del Pcn Club, cd il visitatore Umi, ma I quach"k-•. ». Conosceva sl!: uo- è amaro salire le altru{ scale. Oggit a in un c:tmPo di concentrnmcnto france· med!.t;n-a sul destino curioso di un uo- mini e la letteratura. Ma forse di que- ben pCnsarei 9: J>ttbaggiungere che li si- La sua mano di scrittore. la sua ma· mo. sacrificatosi in parte per presen- st'ultima era tale cccesstvo e geloso tu• suo ~ntcrlocutorc non era solo a tener no destra era letteralmente frantumnta tare altri sc:r,ttori, J>er tener fede ad tore da prO\'OCarcl'impressione, nello siffatti discorsi. e che tuttt gll ant.c, dal col1>I. dei carnefici. Morl \n Gei-ma• un alto i<leale di nconcillazione uni- ascoltatore, che eg.llnon ammettesse al- stranieri del Crcmleux erano amari e nia oirc:i otto mesi or sono; mori assas· versale, s:a pure nell'umile veste <lei tro esegeta se non se stesso, nè in Fran- tristi. Sònato come tanti altri e noi non cono– traduttore o del buon s.1marltano In• c:ia nè altrove. La guerra gi:unsc alle porte di Part· sceremo mai le sue sofferenze, le sue teUe1wale. Il sonno gravante per que-t La sua memoria era prod\glosn. la g\. P1'ima cf. <1bbandonare quelle stra- torture. Ma.se noi non sappiamo <Sò, locali era incrinato da un'eco lontana. sua sensibilità sottile, Il suo gusto pon· dc 111 cui vivemmo tristt. vedemmo an- vorremmo che gli ltallanl potessero ve– L'usciere diceva: c'est l1d. In fatto, ol- derato. Non per nulla Goldo,:i(e Piran- cora una volta Benjamln Cremlc11x.Ci dere all'ombra dell'eterna notte il suo t.re la porta vetrata et un corridoio_.st dello erano stati gli autori. ci. cui st era disse: «Lei r.mane? Parta. parta•- No: viso <Il francese. d'lsraelita, dt uomo e 1 vedevano i tratti ben noti di colui che fatto l'apostolo; non per nulla Svevo, eravamo incerll ~ dubbiosi. A~b1unse: il movimento delle sue labbra. No: sia· ave\·a studiato a 1'/nstitu( di Firenze. Morav_;aed altri Io avevano visto com- «Per noi la vita sarà dura•- Uscimmo mo certi che durante gli ultimi momen· Da lungi il Cremleux diceva: C'est vous? prensivo e chiaro critico. Oglf., si può assieme dal Qual d'Orsay e lo accompa- ti dell:1 sua vita mortale, eglt pensb an– ma fattosi presso il conoscente, egli -sor-·affermare decls.1mente che la lettcratu· gnammo sino alla porta dcli' ospedale che all'Italia che gll era cara quanto la rideva un poco incerto, quasi l'ospite oc- r:i ~tali.anadeve molto al critico france- m~J.,tare. Quivi cl rivolse un cordiale !+'rancia e che disse: «cara Italia ... ». casionale creasse in lui un disaccordo se assassinato dal tedeschi. sorriso: Il ne /aut pas se /aire prc11dre, Ad~o Cremieux, che la terra ti s;a ;;~~~~c:~1~S~~~~r~ou~~~t;e1 ~~ 1 ~\~:~ 1 An?lJ~1nd,o ~peret qu~ll X,\ SfèÒl~ o ;no1~ieur. Nou~por'ons g~ polds ten leggera: oui c,i verité nous portons un me, l'anU.ca cordtattà api>rcsa net caf- d~~~\n ~~s!'in~~n~h:C:u 0 ~: J~di.!~ (~!~~l~ 1 ~)i~~s cheaup!~ggi;~;:~~\e~\~ poid.s bicn lourds sttr nos épaules. fè delle nostre e..ttà, una desta curiosi- si sJ>()savain llh colla ricca scienza di grande cortile. c l:i.sua uniforme kaki ENRICO TERRACINl CRONACHE DEL PASSATO REGIME 4. _.TRE CA VALLI ~~~~>1~a 1t 1 ;:,~;,~d;t~lc~f 1 f;~~~;_a Ji,~ ci sembra. BJAN CHI cn~ra~~ni;v!~!s!;~5;1~ 0 •d!~g?t~~~• /~~ Il ripartire alla volta ùelle Piramidi 1 N Africa 1 soldati d'Italia combatte- sopra un cavallo zoppo, era anco.-a più rono materialmente e 1dc;ilmcnte bello per un condottiero della sua la loro guerra fatta? Staccali dalla madre patria e dalla Ma non ebbe posato Il piede sul ter- u;stc vicenda politica che Ja piagava rHorio d'Africa che l'avanzata avven- 1uua, sperduti nelle arsure del deser- turosa, come al pigiar di un bottone to un filo li teneva legati a Jet: n di netto Si arresta, e la p..-rn1anenz:.1 sentirono la loro ragione dl vivere dl· delle. trup1>e al di là del deserto di· menticando ti resto. viene ogni giorno più difficile e prc- Un critico militare inglese scrlSSt!nel caria. giorni dell'arnlistizio: « in questa gucr• Il Duce rimane per ben venti g!ornl ra Il soldato Itali.mo sl è bauuto sul in Africa ma ricoverato In un osp<.k scrio soltanJo due volte: sul Cheren e dale di Dcma, colpito ùa una dissen– tn Tunisia•· Sul Chercn difend<"ndo teria così insistente, cosi copiosa. da ·l'ultimo balunrdo della Colonia Eritrea, non concedergli lregua nella durJ glor• e in Tunisia sul punto di levare il pie- nata. E non appena accennò n JJlacarsi dc clat suolo africano. Difesa sirenua non gli rinrnsc che zitl"' zitto, e nella e disperata che soltanto un valore Idea- massimc.1fretta, rltomarscnc a ,·asa. le poteva alinw;llarc. E dire che <1uanclovt chiam.,rono L'Africa Orientale, per la sua post• Scipione l'Africano foste 11 primo a zione bizzarra era destinata a cadcl'e ~~~l~cl~ ~u!~!~~rl~ 0 \n st ~~i· n~1\~ 1~~ ~~ 1 ~i1ilti:111~v~~:/~1~~-~- 1r~l~~~:~~~ ispirata a uno dei \"Ostri fcdell nel sa- dcll'orlginalit~; dopo tanta affannma e Ione cli P:1lazzo Vene~l~. Lui. forse, laboiiosa ricerca creare Il proprio lm non cl crcdè cosl alla prlm:i, ma fece pero t'1UStOd(!,llll'Ole P<,)rtedcll'Inghll· ~~ ;1a~;~_d1 f.:ll'IO credere ai fedeli del· ~r;~~;a;1g\~ 1 ~~~~;~~eT~ 1 lt~ ~'igl~~r~t ~~: E per una volta ~anto vogli.lmo e– gare a questo fr:r gl'impcri della storia, ~rr~~~~~; ~- 1 ~ l~~ .. ~~tlgc~~-(:lt;i tr~~~\ non il suo carattere di originalità. buon mcr<'ato questa volta, con venti Lenta, lunga, monotona, tu Invece l:t giorni d'Africa e colpito dn quel bru- f~i~~-~j!b!~~l'~~al\es~\~f:tg tl~a~;ti,~: tale incon\'entcnte che nve\·u trnspor· lmmoblllzzata all'infinito sul confini del- 10 ~ 1 1 ~~;~~~;~~~,::;;oc~ae \:i:~~~~~~~;~ la Cirenaica, non appena potè muover- era un modo di trattare l'Africa. ~~~:;;~ io~ r~~'tg! ~~~l~~~t~!. 1 lui~~ Nè a\'e~nmo più notizia clei tre ca• v_oltamossa, per ben due volte la fron- ~~ll;è~i~n~,~~n:,~d~~~~ 1 ~l 1 c 1/~i~~ll~li t!era della Cirenaica venne perduta e Oramai la terra ne era cosi,ars;-i, ma ri.conqu!stata fino a che, per ~!1a falla '"'stcapisce che non tremava per ciò la misteriosa nel~a plazzafonc di 1 obruch, vostra rimessa. ~en'~z~~~! ~\;1~ 1 ~"c~ ft~~~~~~r~~n~~ d~~~~~·c~lri1n~.sSM~f1n~~~fo ~~~iv~ poteva avere adeguato S\"iluppo,. glun- non portava fortuna ma aveva tutta genclo ad El Alan:iein a pochi ch;lomc- l'aria d'invertirne il corso o di r~ara– tri da Alcssand1,a. E parve per ,un l!zzarla, quando adclirlltur:i non provo• ~on~ento che con un nor~alc auS1ltO cava una frittata. Bravate bello e In– di rmforzl cl dovessero. arrivare: le a- vitto soltanto quando combattevate Je vanguardle s~ ~ran.o spmte alle SOflte Q_attagllealla finestra. dcl\a città egiziana. Fu un colpo d en· Questa voltn gl'lnglesi attaccane, tn t~siasmo di quei reparti che aye'"ano forze per riconquistare al completo Ja riacqul~tato la bai.danza in ~mora di costa africana. mentre gli americani fo~tuna, le !'etrov1c at~rave1so Il de· sbarcano ln Algeria. Cli eserciti rl'lta– se1to non risposero ne potevano rt- lia e di Germ:i.nla da El A tamein devo– spo~dere alla necessità, le for.!e attese no cedere implacabilmente fino a Tu– ansiosamente non arrivarono mal. ntsl dove gli altri sl uniranno pet Ma un momento vi fu che le Pira· serrarli In una morsa. midi erano In vista. E proprio in quel In questa ritirata la tattica dei te– momento 11 Duce Invia per aeroplano deschi è dl fuggire via via di sorpresa tre cavalli bianchi e, contemporanea- per potersi salvare lasciando gl'italt'a· mcnt?, c?n aeroplano parte anche lui nl a coprire la loro fuga; ragion,~ per per l Af[ ca_. , cut t soldati Italiani che ebbero la ven- Perchc tic ~u~sta volta. tura di salvarsi nell'azione catastrofi- Che cosa s1g111ficaquesto aumento ca. riportarono un rancore lnestlngul– progressh-o nel numero del cavaUl? blle verso 1 loro spietati c<>mpagnidl Risponclcret~: e una nonnale mtsu- lotta. radi previdenza. Si poteva azzoppare il L"lsclato 11 suolo d'Af1;ca con PN· primo cavallo, e si poteva azzoppare fonda amal'ezza dopo tre anni dt sof- ;~c~•~n1fr~fu0~~~io~~; sf./l!u;~r:lg~: i°:.7:3{~ 11 u .~~i~ 1 (a d~~t;f~!r!~ 0 ~;~ cartolina rossa per festeggiare l'impe– ro che non c'è più. Sf affacciò a1 balcone ln arta <11 si· curczza suprema e di trionfo come non mal, e Insieme di spa,•entosa mi:rnccla al mondo Intero. Molti · credevano st proclamasse tmperatore In quell'i· stante, ficcandosl lui stesso sul c!·anto una corona. Peccato. Fu un vero peccato non abbiate salito a quel punto l'ultimo gradino della scala. al nostro fine la vostra fig(1ra sarebbe stata pcrietta. Invece, alle rolle In delirio grlcitiste: « rltoi-neremo! • Con mia voce chf: tcr– rol'lzzava. E anche questa volta, per quanto cosclenzios..1e prolissa sla stata la no– stra Indagine, non cl risulta chiara– mente se all'ltali:rno medio. ti quale aveva la vah·ola aperta quando <;t tro– vava in Piazzn Venezia, non si sia Insinuato In quell'attimo un dt:bbio fugac!sslmo: che foPSe sarebbe stato meglio non venirne via. 5. - I 45 GIORNI Il nuovo governo liberale, cllchia– rava come prima cosa di tener fede alla parola data e che per ciò sarebt.e continuata la guerra. Tutti si i;:uardarono in faccia: e e allora? Perchè? 11 Devono esserselo domandato anche i tedeschi che dnl 25 luglio lnco1r:1ncia– rono a far calare In Italia aercplanl cannoni e carri nrmnti a gran velocltà, rinforzi e riserve varie. Il povero Italiano, uscito da ur. sot• terranco nel quale credeva essersi sper– duto per sempre. eia un'aria lntestl– nale di muffe d'acqua! e di latrine, si ritrova In un'oasi come per lnr.:,nto. sotto il cielo azzurro e con un'au– retta che gli sfiora le guance sotto i vividi raggi del sole. Ma è un'o:-.sl... Infelice. Somiglia molto al recluso che per una_ grazia non più attesa viene prosciolto dopo ventuno anni di car– cere e si sente d'un tratto In mezzo a quella vita della quale si era costruito un'lmagtne tanto bella nel cuore e che lo aiutava a vtve-e. Si guarda intor– no come nel vuoto e svuotati.) lui stesso. SI Incominciò a parlare. senza lm· pegno eccessivo e senza scaldarsi trop– po, di libertà; e le persone peri.lene, poche disgraziatamente, che per ventu– no anni nel silenzio avevano salvato l'a– nima, fecero risentire la loro voce che apparve afona e trasognata, lontana e dolce. Nessuno recrlmlnava, nessnno in· velva. nessuno parlava di odio e di vendetta, ma anzi di unione spiritua– le e pacifica e di un generoso oblio sopra \ passati errori e le pa~ate sventure. A questi, un pooo al1a volla si avvt– clnnvano quelli che avevano ceduto per debolez1.a o per necessità, e nnche per vanità talora, per un fnllacc in– leresse della tc1T:t, facendo a gara a staccarsi di dosso, con bel garbo, quel· la pece di cui non potevano tol!Prare l'appiccicume, scagionandosi un I)('' co• mc le donne che dal marito, o dall'a• mante, vogliono farsi perdonare una piccola Infedeltà o dileguarne il dub• blo. Pur dubita!Ìdo ancora della loro vlrtll e delle loro promesse, egli fnlrà coJ perdonarle. A poco a poco, e plano plano, tutU paSSd\'nno Inavvertitamente dall'nltra parte dove una volta assicurato Il pie– de avrebbero fatto senti.re la propria voce senza sordina. St parlava di libertà come In Arca• dia, In uno stato di grazia e clt p,,csla, nè lo stato d'assedio e il copri~uoco valevano ad Inquinarne la candldPzza; nè gl'lnglesi che c,ramal avevano pre– so tutta la Sicilia. nè 1 tedeschi che con armi e bagagli seguitavano a di· discendere in Italia. Del passato nessuno parlava più o se ne accennava In termine vaso, era· no bastati pochi giorni a farlo diven– tare preistorico. Ogni tanto qualcuno <10mandava fra due sospiri, fra uno sbadigli,:, e l'al– tro: « ma il Duce, dov'è? •· E tutti rispondevano un luogo diverso ma poetico in sommo grado: sopra un bel monte o in riva al mare. in un·1sclctta piena di fascino. E ne parlavano come del personaggio di una favola; nrssu· no rispondeva: e è In galera•• di scat• to. No. E se taluno Insinuava con un accento più rcallst,tco che for~e lo ~~\~~,?e!li';i~d~Sl: 1 ·:i~~ ;~~~o~~~;? 1 f1°.; è possibile? • NC\ngiungeva nemmeno a dire: «speriamo•· Nulla riusciva a disturbare la pace e la tranqullltà nell'oasi. .. infeJ;ce. Chi non esisteva plù., ncanch~ per sentito dire, erano gli uomini del Duce. Dove erano anelali 1 suol fedeli, le sue terribili mlltzle, t moschetllerl pieni di arroganza? Le coorti del so• stenttort senza critiche? I difensori al· l'ultimo sangue? In quarantacinque giorni neSsuno fia– tb, nessuno si mosse, nessuno rt· schlò un unghia per difendere, per liberare la sua divinità In catene, nep– pure I tedeschi usarono una delle loro armi, e l'amico FOhrer si limitò ad in• vlarglt alcuni libri per consolarlo nel• le lunghe ore oziose. Al modo stesso che nessuno per ventuno anni aveva rischiato un unghia per Potersene IL· berare. E t..1cqueroanche coloro che avFvano perduto una paslztone reddltJzla oltre. ogni dire, e ottenuta senza troppo spreco di fosforo a] servizio del Duce. Forse ne avevano fatti tanti che gll bast:tvano. Furono ... un tntcrmezzo bianco que– sti quarantacinque giorni; Jn cui sl' dissero tante parole belle e buone co– me da ventuno anni non sl et"ano udite. DI veramente, concreto c'erano t car• rt armaU tedeschi che seguitavano ad arrivare, ALDO PALAZZESCHI •

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