La Nuova Europa - anno I - n.4 - 31 dicembre 1944

-- 31 dic. 1944 L~ NUOV:A: "EUI!61'~ --'----------=-----------------p- •~ dibattiti ora Intrapresi sugli-scrittori _ILSECONDOQUARTO tra le due guerre, se non sempre conducono a un equo giudizio, tutta· 1 via postulano l'esigenza, con i pole· inici e magari precipi.tosl dissensi ver- n.uo, canto spiegato, costruzione spa• zmle compOSizione articolata, e co- sl via. • Su questo processo, avvenuto per in· time necesSità indlpendentt dalle con• <liziopi politiche, che influsso ebbe la politica del ventennio? Uno di inibizio– ne, l'altro di cristallizzazione-. In misu• ra appunto del cresciuto bisogno di e· stendere e approfondire i suoi domini' oltre la cerchia dell'io come mera sen• sazione, per esprimere in tcrmini d1 poesia motivi di storia, sociologia. mo· raie, crescevano gli lmpedimcnti cster· ni al libero sviluppo di una tale lette• ratura. Nè per il solo romanzo, defiJ1i• to l'epopea della democrazia, ma per le altre forme nelle quali il sentimento e il giudizio sul proprio tempo assumo• no un'evidenza Csplicita e diretta Un moralista può trovarsi ai ferri corti an– che più presto cli un narratore. 'tura. Al termine dell'inchiesta, cadu· so il paasato,'<ll una nuova lettera• D EL s E e o L o fa l'asprezza e perentorietà dei con· 1 tr~~a. fbs;l~~;occ8~!~~e~oC:U~~~ia:;s: nascere. La cercavano tanto, e In tan- t~;-o;~rite~~~è cf.~v: ~n~et:~ov~~~bre, Tale premessa ne implica un'altra .che Procurerà, dal di fuori, una certa 1 sorpresa. Ed è che la letteratura de– stinata a fiorire nella libera stagione appena dischiusasi attraverso i tragici cancelli della guerra, fu seminata nel– l'inverno del dispotismo. ?l'lentre quella che si esaurl nel ventennio nero era sorta e aveva fruttificato, tra la fine e il p1incìpio del secolo, nel perlodo più democratico di cui abbia goduto l'Italia. La letteratura ebbe concor· danze assai sensibili con l'ìmperiali· smo, il nazionalismo, il razzismo, il dittatorismo, prima che Questi idoli .trionrassero nella pratica, e prese In· vece a distaccarsene proprio quando prevalsero con una aggressività fatta legge. Cosi Il fascismo che, sterilissi· mo di fermenti culturali, era come CO· stume e linguaggio l"ultimo prodotto di un gusto già in pieno disfo.cimen· io, il dannunzianesimo al punto d 1 in· crocio con il futurismo, ebbe il mo· numento celebrativo delle sue ambi· zioni parecchio tempo innanzi di ve– nire al mondo: precisamente nel 1903, con la L,aus vitae. Quella immaginosa e sontuosa can– tata, di eccelso addobbo lessicale, pre• annuncia un'epoca politica e insieme conclude in anllclpo, anche per il fat· to di spingerla, al culmine del fasto formale, la letteratura che avrebbe do· vuto corrispondervi. 1 vi sono i miti della « stirpe dominatrice», il dlsprez· zo per le dottrine ugualitarie, il su· perumanismo che invoca il «despo– ta li, gli «uomini dalla mascella bellui na e dal mento di selce•• l duci ineso· rabili e insonni dal breve motto che scrolla cumuli enormi dl forza», la di· yinità stessa concepita come un mo• struoso tiranno « carico di .delitti e di oltraggi, iiigombro di prede,, la guer: ra come supremo ideale dl primigc• nia eroicità spinta fino «all'ultima strage». Fino all'atroce «canto amebeo» tra vincitori e vinti: sadica esaltazione di crudeltà cd empietà, per pascersi di e carne cruenta n, bere «vin rosso di ve· ne al banchetto feroce», strappare le lingue ai caduti e darle alle scrofe, sbat• tcre i bambini come cuccloll «sul mar· tno del ginecei violati•. Infine, il trion– fo: « Voliamo voliamo cavalli - di fuo– co sul fango dei vinti! ». Dopo quarant'anni la carica profeti· ca di tanta ferocia verbale agghiaccia. Per tutta l'Italia, sulle schiene dei mor– ti e dei vivi, passano i carri della stra· ge. E nessuno è più vinto di chi ere· dette a.Ila protervia sonora dl questi :versi. •Sul filo di ul1 deteriore dannunziane· simo (l'Alcyone è fuori causa) divenu· :to abito e norma di vita, anzi divisa d.i· sciplinare, si arriva dove siamo. Ma la letteratura dell'ultimo ventennio, in ciò che lia di originale, non corre su quel filo. La reazione al dannunziane– simo, spiriti e forme, è tra 1. suoi co· stanti, quasi fissi, motivl conduttori. Sappiamo: spesso la reazione. fu solo apparente, intenzionale. Sul principio, ad esempio, l'avversione dei crepusco• lari consistette, almeno ln parte, nel so– stituire alle I;audi il J>oema varadisia· ._ co. In seguito, tanto pèr fare un altro caso, l'attenzione e la soggezione si spo– starono dal D'A. solare· a Quello nottur– no, che certo era scrittore più intimo, e parecchia prosa, cominciando dalle Cose viste di Ojetti, si ispirò alle Fa· ville del 11w.olio. :Meno risaputo è che esistono rispondenze, ndnostante la di· chiarata opposizione, tra il gusto dan· nunziano della parola per la parola e la ricerca della parola essenziale arca· na, scavata, tratta dagli abissi della pa• gìna bianca con magica scansione sii· fabica, quale pub trovarsi in Ungaret• li: le Laudi e L'AUeoria essendo ad e· stremi opposti, ma appunto ad ·estremi cosl opposti che finiscono- col toccarsi. E si toccano fatalmente ne11'analogo ·equivoco della parola goduta o sofferta per se stessa, come musica: 11 tutta ,suoni, qui tutta silenzi. Pur nelle ricadute· e nei compromes· si, il proPoSito di reazione, a distanza, r prevalse. Gli stessi esempi citati ci por– :tano in un clima che, se mantiene pun· '.ti dt··contatto con la più duratura arte /dl D'A., è estraneo al dannunzlanesl• mo politico e pratico. Più importa no– 'tare che, a un certo momento, si com· ~-~~~~co~\~ffr:J. st~~~~!; 1~~11'Aj,:;;~: rlenza, di tutto il mondo, italiano ed europeo, da cui egli ~ra venuto fuori. I -~~!:;1:~~~;l~~~~~s~~~· ::~~~!\1!~~:~ come altro si voglia chiamarlo. Qui il travaglio, Qui il me1ito della più re· centc letteratura, durante un periodo che non coincide con l'ultimo ventcn· nio, perchè era cominciato prima e con– tinuerà ancora, sebbene proprio sul se• condo quarto di secolo si appuntino og– gi le accuse. · Quali? Le stesse che Questa lettera• tura ha rivolto, noli da oggi, contro di s~. nello sforzo aULocritico di chiarirsi, per salvarsi. 'l'ale, cominciando, il carat· tcre di frammentismo, nell'accezione più lata, che si fa risalire a scrittori di diversa e contrastante moralità, da Soffici a lloine. e che è sopravvissuto anche dopo la trasformazione subìta ad opera dei rondisti col loro risolvere il frammento in saggio compiuto e perfi· no classicamente eon:iposto. A parte che, volendo stabilirne l'ora è Il luogo di nascita, usciremmo non pure dal ventennio o trentennio, ma addirittura dall'Italia e dal secolo, sarebbe ingiu· ato guardarne solo la faccia negativa. In c1uanto esso comportava, insieme al· la molecolare e Irrelata serie di s!nso· le notazioni impressionistiche (cosl nel suo clescrittivismo pittorico che nelle :~l~~~~:; 131 ::~ii~1~ 11 ~,f~~~l~tivà~:c ~l~~ni~ ciose impalcature clas$ictstiche e ali~ degenerazioni del tardo verismo. Di qui l'avversione per 1a narrativa e Il teatro, lo straripante autobiografismo, l'inflazione liricistica, l'esasperato ego• tlsmo, il disinteresse per « l'altro da sè », per ogni aclere\\za al fatto sociale; ma· altresì l'impegno di costruire sul vivo, sull'immediato, sul concretg. del· le cose, partendo dalla cellula del fram· mento, intimamente posseduta, dopo le macchinose esteriorità della roman· zcria pseu,Jo·naturalistica e la lcssico– g:rafia dannunziana. Per questa duplice funzione di tra– passo, frammentismo e impressioni· smo, mentre da un lato aspirarono a una scrittura veloce, intensa e scm.uo– sa, più esclamativa che affermativa, più di effusione che di rappresentazione, povcra di rapporti logici e rlcca di ana· logie immaginose, con molte figure e pochi · caratteri, assai colori! e $Carso disegno e nessuna architettura, dall'al• tro affermarono, negli itinerari diari• stici, confessioni ed csami di coscien– za, la riammissione del sentimentd mo· rale. divenuto in alcuni (Slatapcr, Jahier). addirittura moralismo. e, La fi~e della prima guerra europea trovò la nostra letteratura press·a po• co a questo punto. 'l'ra l'uno e l'altro conflitto, volendo schematizzare, si pub dire che la sua maggiore asplrazionc sia stata di portare avanti, su direzio· nl varie ma in definitiva concordanti, la stessa esperienza. Fino a un ideale punto di arrivo che è la riconquista dell'unità spirituale, nell'artista, contro lc disgregazioni decadenti; il suo rl· collocarsi uomo 'tra gli uomini dopo tanto superumanismc cstetiz;,.Jntt.!, ,con la coscienza che la pura liricità com– porta la piena eticità. La. riprova più convincente (ma non uni.ca ) ò nella diffusa ten~enza a passare dal fram– mento, e poi dal saggio, al romanzo. Che significa non spostamento da uno ad altro genere letterario, ma tentati· vo di attrarre nell'Ispirazione artistica una più profonda, complessa organica e reale umanità: di superare la. pura !~~fi~~~~~e d1hi1t!:~~a~~! 0 J~l\~~~ 0 isf:c: contemplazione di se stesso per càpirc e ritrarre anche l'altro eia sè; di risali• re dalla natura morta al ritratto, dalla scena di genere al dramma, dalle lm· pressioni Immediate e saltuarie a una vasta e varia vicenda d'uomini. am· bienti, costumi, passioni, idee, intères· si, rappresentata con comprensiva partecipazione e insieme cot' armonio– sa obbiettività di giudizio morale. Se nel primo quarto di secolo si era mol· to parlato di immediatez.r.a espressiva, illuminazione, tocco di colore, abbozzo. paesaggio, valori tonici e fonici, sensa• zione aurorale e alogica. nel secondo più frequentemente si parlò di ritmo narrativo, prospettiva nel·tempo, ordl· nl di memoria, durata, discorso conti· Fuori. dell'cgoarchla era la statola· t.ria; Intorno alla torre cburnea girava la cloaca massima. Parecchi preferì· rono stare chiusi in sè J>ersalvare un poco cli se stessi. D'altra parte la man· canza di reagcnti attivi. per far preci· pitare il formalismo, favori l'arcadia e l'accademia. fl manieri-31110, che è H sottofondo di ogni letteratura si ten• ne a galla più del consueto. L;esempio estremo di questo ctistallizzarSi fu la ventennale conservazione J)OStuma del futurismo sotto i sigilli dell'ufficialità. Non cade invece a proposito l'accu• sa di autarchismo letterario. Si sa che spesso è indice di provincialismo, ln arte, prop1;0 la smodata moda all'in– ternaz!onalismo. Al tempo di Verga l'immismone della narrativa italiana nel naturalismo euro1>eo,,coincise Con l'approfondimento di elementi addi1it• tura rC'g;.onalistici. Oggi nnsidia del provincialismo non supera quella dt un affrettato .universalismo. Il luogo dell'aozionc, per alcuni· narratori, è troppo spesso 111 .un punto qualW1que della terra: alla Saroyan. La Sicilia di Vittotini e li Piemonte dl Pavese sono tL'iciU un poco dalla geografia, di• ventando qualcosa come un 4~ o 50. stato degli Stati Unlti. Nel che, sotto U riguardo letterario, può esserci nicn• te di malf.:'. S\ vuol solo notare che se, venti ann,i fa, nei rondisU era talvolta più umanesimo che umanità, nei neo· realLsU è oggi, n9n cli rado, più L-O• smopolitismo che cosmicità. 11 moto letterario cosl schcmaLizza• ==================..,.======.,.,. ~~l'i~~~;~~e;i;;-~:i P~~ò\O~~~Wu~~ sivo del o-usto ma perchd vt rh:onosce all'altra opera. I nomi, eccoli: da Al· un 111-ezzo espressivo det suo stesso varo a Moravia, da Palazzeschl a Bac– m.ondo morale. Fenoment di questo ge• chelli, da Lori.a a Bllenchl, da Tecchl' DIFESA DI VITTORINI F tùvio L<>ngobardi in un vivace ar· ticolo attacca, su Cosmopolita del 9 Dicembre, l'onestà letteraria di Vittorini. Secondo lui Vittorini nella sua auai ammirata Conversazione In Sterna manca a quell'onestà. « Ostenta profondità che non ~ in grado di rag• giungere, si assume delle responsabilità di cui non pu(}, ( e lo sa. Qitt .sta il ma· le) sopportare il peso. I suoi uominL. si esauriscono tuttl in wta enunciazio• ne che volendo nella sua sintesi essere pregnante ed evocatiua, 110nva viù in là di una rettorica che suona falsa alla lettura come un soldo bucato. 1 suoi personaggi portano irrimediabilmente i seoni di una Com.piace11za letteraria in cui l'autore inaridisce ie proprie possi· bilità, quando non gU serva d'ammanto per -la propria impotenza, .. Questa noi chiamiamo viltà intellettuale e dunque mancanza di onestà•· L'accusa, dall'agone letterario. sbocca nel campo morale. Questo non ci scan· dalizza, perchfl ci sembra ora di smet• tere -un certo agnosticismo critico e ci se,nbra opportuno che si chiami in cau• sa, col letterato. t'uomo intero. La di· fesa implica appunto l'umanità di Vit· tortnt insieme con la sua arte, quella umanità che ha trovato. specie nel suo ultimo libro. un linguaggio che per no! è assoltttamente adegualo, qualunque sia la sua origine e comunque 'lo st possa qualificare. Le accuse, mosse da Longobardt. non sono stolte o 1lloniche,· vl sono incluse osservazioni uiustc e rilievi fondati; ma so,to come deformate dalla volontà di vedervl pecche rmoralt e di negare l'e/• (tcacia, la virt·il inslta nel suo tono o mantcra. « Allo ste~so modo Vittorint sfugge all'impegno con se stesso preso e col lettore ricorrendo all' ausiUo a buon mercato dt una formula tecnica, del resto twn farina ciel suo sacco... Questa che ora è soltanto una formula, ha origine, com'è naturale, da wt moto vivo e profondo. Essa aveva al princl· pio il suo incanto specialmente nell'o• stentato non lntervento della facoltd intellettuale ordinatrice e armoniz-zatrl.· ce•· ln reaUd 11caso di Vittorini è quel– lo di un autore che trova nel modo di altri scrittort una corrisponde11za. una armonia alla quale si intona non per una veUeitit .... cerebrale o un fatto pas• nere non sono affatto strani o rari. Bau· ~!~;w;~~~?1:~~~~n~~: 3 ;:~~: :e~!;~ :i-A~~!ncz~~~~ :t~rt~~~i srt~f:. cau, BenedelU, Bernari; tacendo d'al• na d'Annunzio?, i classici. st intonano trl, e dei più giovani. per non cadere a una lunga e grande tradizione, ne as· nel catalogo, Ma solo per maggiore smnono immagtnt e miti e li vtvt[tcano evidenza espositiva abbiamo caratte· col porli a un intenso e nuovo fuoco,· Mzzato l'evoluzione del quarto di se· sl può dire che tutta la letteratura , colo dal punto cli vista della narrauva, «intonata» e solo sfugnono a questa e in part.!.colare della llarrativa neo1 legge oli scrittori che si buttano a ca· realisl'ica. Qualcosa di analogo, per po[ttto nell'esperimento. ViUorini (e tiassorbire nella scnsaz·lone la rlfles• tt caso st ripete con Pavese) st b into· slone, nel sentimento il ragionamentQ, nato a una letteratura che ha vrofon- nella liricità l'eticità, tn sè l'altro da damente conosci.uto e amato, la amert- sè, si ritrova anche nelle altre forme cana più recente, proprio per la sua ca• d'arte. Si veda, per la pacsia. almeno vacit<ì di dar vigore espressivo a un Monttlle e Quasi.modo; sul t>iano dl mondo miovo, in un realismo riscattato una narrativa di fondo ptù lirico o dalla cu1>avassività romantico•europea. più tmpressionistlco: la Manzln1. o che negava. in fondo, mi destino all'ttO· Comisso; nel corteo de1 metafisici, em– mo. La sua immaoinazione può essere blematict e surrealisti, i tre re magi: violenta. il suo sentimento del ma1e Bontempelll, USi, Landolfi; tra i sag• acuto: viue nell'animo di Vittorlnt una gisti: Baldlni e Cecchi, l d!oscuri del· fondamentale fidllcia. la fiducia che la l'elzeviro (prcfetiamo questa qualifica tragedia r, la sofferenza seruano a un tipografica a quella esteUstlca e am· do-mani minliore. Da ciò, onni tanto. la bigua di prosa d'arte, come se la nar· leggerezza poetica del tocco e tma gioia rativa fosse prosa non d'arte). Se virile. più, virile di qu.ella cli Saroyan, molta pacs\a contemporanea è inccn– da tutti ammesso conie suo modello. trata sulla formula dell'ineffabilmente Longobardi parla di un « ostentato a?nbioiio, molta pros.."lva sotto l'inse- 11onintervento»: discorso che andrel>be gna del ragionato lirismo. Ma nell'ir· meglio 11erla Stein o per Joyce. C'b tn· razionalismo della prima è spesso più vece tm ammirevole e deciso interven• macerata intelligenza e cultura di to di Vitlorini. non il banale tnteruen- quel che sembri, nel ragionare della to dell'autore che ·commenta i suoi per• seconda non r>oca stanchezza e perfino sonangi e dice la sua. ma il personale sfiducia nella ragtone. Le due corren· e im7>egnativo intervento di chi non st ti non potevano co17ere cosl vicine nasconde dietro la pagina. Conosciamo, senza contaminare. le acque. vur trowo, una scrittura estatica, un Questa è la nuova letteratura? Una lirismo tutto affiorato e stemperato, una rdsposta espl:cita esige una domanda mitificazione di stati d'animo sospesi e precisa. A chi chiedesse se t.utt.a qu( « disvonibili ». figure e episodi• che st è la produzione del ventennio, rispon· risolvono tttttc in musica (e la musica derei di no. Mancano gll scrltto11 che, è tutt'altra di quella di un canto pie- maturatll nel periodo precedente, occu• no: t spesso sillabata e tisica come La parono di sè parte del nostro: Piran· fontana malata di Palazzeschi); le re· dello, De.ledda, Panzlni. E qualcuno ce1tti cronache letterarie italiane sono che vi trovò, dOPo morto, un sintoma– piene di tali esempi. Vittorlni invece uCO riconoscimento: Svevo, Tozzi. A pre11de l'illtera responsabilità àelle sue chi poi. volesse sapere se il gruppo fioure, della sua Sicilia, dJ sua madre, di cUl sopra è l'espressione già rag· del Gran Lombardo, dei suol poliziotti, giunta di esigenze creative che forse ll fa agire, muovere e parlare secondo solo oggi dispiegano la loro completa una sua precisa intenzione. Stt un con- realtà, 1ispondcrel no' due volte, a di· trappunto che ha un senso e che tende fesa dcgli stessi lnteressau. 1'1a se st a informarci e a ammaest1arci Il !in• intendesse dndicare il punto d'arrivo' at· guagoio che adopera è tutto di uno spe• ·tuale della nostra letteratura, il più' ciale rilievo, su. un tono di insistenza vicino al gusto, ·alle idee, agli tnteres• che a volte può esagerare e spiacere. si che sorgono alklra, con la mano Ma è l'insistere di una versona convin· sul petto, rtsparlderei che, per quanto ta, che mette nella sua voce una robu• ne so, e sebbene ne sappia poco, que,. sta e sdeonosa passione. sta a mc parc che sia. u. m. A. PICCONE S'l'ELLA

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