Nuova Repubblica - anno V - n. 41 - 13 ottobre 1957

(184) nuova repubblica (Dis. di Dir,n llo..,·chiF DOTTRINA EISENHOWER - (( lm1>0ssibile addottrinarli: son troppo distratti» I LET'rERA DA PAHIGI LEPAROLE INCROCIATE di GIUSEPPE ANDRJCH L 'OPINIONE pubblica francese è giunta a un tale grado di scetticismo e .d'indiff.erenza che ben pochi si interessano alla crisi ministeriale. Benché i gior– nali vi dedichino dei titoli vistosi in prima pagina, si direbbe che la maggior parte dei francesi ignora di essere senza governo. E questo scetticismo ha invaso gli stessi ambienti ministeriali e ministeriabili _::l in fondo, si tratta sempre delle solite poche dozzine di persone - respinti tra il desiderio di e~sere ministri e il timore di compromettersi in una situazione in cui nessuno _..!,. dico nessuno - sa cosa decidere e .che cosa fare. Le difficoltà di questa -crisi - e del governo che in un modo o nell'altro dovrà risultarne - consistono ap– punto nella .mancanza di un contrasto tra P.irettive diverse, anzi nella mancanza di una direttiva qualsiasi. De Gaulle, di· cui di tanto in tanto qualcuno si ricorda, se non al ti:o per deferenza verso il massimo esponente degli anni della Resistenza, ha lasciato capire, attraverso ie sue consuete dichiarazioni sibilline, che neanche lui ha u·n programma qualsiasi. E i singoli partiti non hanno più un programma neppure loro, e socialisti SFIO e «contadini» di" Pinay non si distinguono più che per il settore che occupano all'Assemblea Nazionale. E' vero che l'Assemblea s'è divisa sopra una deter– minata questione, cioè" ha dimostrato l'esistenza di due opinioni contrastanti, tanto che il governo Bourgès-Mau– noury s'è trovato in minoranza e ha dovuto dare le di– missioni. Ma questo dissidio verte sopra una questione puramente illusorià, una specie di gioco delle parole incrociate inventato da alcuni ministri, si direbbe per passare il tempo: la cosidetta legge-quadro sull'Algeria. Non credo che nessuno tra i suoi creatori si sia mai illuso di fare una legge applicabile. Essa non fu prepa– rata infatti né per servire all'Algeria né per servire alla Francia, ma solo' per presentare all'assemblea delle Na– zioni Unite qualche cosa che facesse vedere che la Francia ha delle idee larghe e generose nei confronti dell'Algeria e propone soluzioni radicali (che sarebbero stati tali forse dieci anni fa, ma che oggi fanno ridere). Le destre, o quelle che per tradizione si considerano le destre malgrado i loro nomi, benchè praticamente nulla più le distingua dalle sinistre, hanno votato contro questa legge, tanto per far ve.dere che esse sono più pa– triote e più nazionaliste (niente concessioni!); il loro voto, sommato a quello massiccio di 145 comunisti, ha fatto bocciare questa legge « a vuoto». E il ministero è caduto, ecco tutto. Adesso si tratta di 1~imettere insieme, press'a pOco con gli stessi uomini, un ministero simile ai pre– cedenti. C'è qualcuno, all'estero sopratutto, che spera - o teme - che questa strana situazione sfoci in un - movi– mento rfvoluzionario di destra o di sinistra. Ma i rivolu– zionari di sinistra sarebbero oggi i comunisti, i quali si guarderebbero bene di ci-ear grattacapi ai russi, che fanno la loro politica·, ~n una guerra civile che sarebbe d'esito disastroso appunto perché i russi dovrebbero lasciar schiacciare i loro amici per le esigenze della loro diplo– ffiazia. E la Francia non è San Marino. A destra ci sono dei fierissimi antirivoluzionari che ~arebbero capaci dei peggi0ri massacri: basta leggere, per convincersene, i loro organi settimanali sibilanti di odio e incitanti maurassianamente all'omicidio: Rivarol, Aspects chzla France, la Nation Française ... Ma l'opinione pubblica non ne è al corrente, perché nessuno legge quei giornali praticamente clandestini, benché esposti_ vistosamente in molte edicole, e i loro seguaci son gente disposta a muo– versi solo quando si sente spalleggiata da qualche ·Hitler invasore, di cui corre a mettersi a servizio. n· (t patriottism9 » della gen_te di destra, quello «puro», è generalmente di questa specie dappertutto. Del resto questa categoria di gente non ha nessuna rappresentanza diretta nel parlamento; gli stessi poujadisti superstiti non vanno molto più in là del loro fatidico grido: abbasso le imposte! E se c'è qualche elemento facinoroso, come Tixier-VignancoÙrt o l'ex poliziotto Dides, son più spa– ventapasseri che altro. Certamente nella SFIO c'è un'opposizione, ma in pra– tica essa non riuscirebbe a impedire a Guy Mollet dj tornare al _potere per riprendere In politica disastrosa e vergognosa (per il socialismo) del ·passato. E i tenaci e valorosi gruppetti di opPositori di sinistra fanno dei magni– fici settimanali, certo più diffusi di quelli della destra, ma la cui eco non penetra che molto indirettamente nelle ,._Assemblee parlamentari. Vi sono uomini, un po' in tutti i campi delle sinistre, o nache degli uomini semplicemente « liberi», che sentono questo stato di disagio morale. Perfino Maurice Garçon,. della reazionarissima AcCademia Francese, ha provato fl bisogno di dimettersi dalla Commissione già scelta .:la Mollet per lo studio della salvaguardia delle libertà demo– cratiche e dei diritti della personalità umana in Algeria, perché s'è accorto che quella Commissione rappresentava una presa in giro dell'opinione pubblica e di coloro che ne- fr.nno parte. Mendès-France appare molto riservato; è certo ch'egii non si considera come messo in pensione, e molti pensano che toccherà a lui - ma come? ma quando? - il compito di liquidare l'Algeria, la causa prima di tutti questi guai. Ma probabilmente egli non accetterà di farlo che Quando~ non ci sarà più iÌ pericolo di _veder insorgere, a risultati ottenuti 1 una folla di scalmanati a gridargli traditore e venduto. · E' inutile nascondere che la situazione politic::i è umi– liante per la Francia, e dalla politica straripa in altri rami– della vita, attraverso, per esempio, la <(letteratura» ùi Françoise .sagan. Questa situazione è tanto meschina, che non è neppure (< pericolosa »... 5 LE 'flWVA'l'E DEL - lH'l TA.'1'01:tE FRANCO RECLU COM UN I STI di VJCTOR ALBA E , NOTA a tutti la storia del principe di r~onaco _. che chiedeva in prestito comunisti al Quai d'Orsay per poter beneficiai:,e del piano Marshall. Qualcosa di molto simile, ma questa volta reale, sta prepar.indo il generale Franco: egli chiede infatti comunisti non al Quai d'Orsay o a Palazzo Chigi, ma, al comitato centrale del partito comunista spagnolo in esilio, cioè in realtà al Crem1ino. E li ottiene. E' interessante raccontare i particolari di questa sto– ria, che h'a certo altri aspetti segreti, sui quali possiamo fare soltanto delle congetture. Nel marzo del 1951~ gli operai di Barcellona ·scesero in sciopero. Fu quelìo il primo sciopero generai~ :;;otto unp. dittatura, prima ancora di Berlino. e di Poznan. Precedentemente era giunto a Barcellona un certo Lopez Raymundo, dirigente comunista catalano di secondo pia– no, inviato dal partito e abbandonato dal partito E:: '.a po– lizia franchista, per fargli pagare alcune sue « devia- • zioni ». Franco affermò che lo 'sciopero generale di Barcellona era opera di comunisti, mentre questi iion erano riusciti a esercitarvi alcuna influenza. In realtà lo sciopero era stato promosso dai falang-isti per questioni di rivalità interna, e trasformato dai sindacalisti, riusciti a sostituirsi ad essi, in un movimento popolare di· protesta. Lopez Ra}'mundo fu accusato dalla polizia di essere il responsabile dello sciopero. I comunisti ne approfit– tarono per presentarsi come i veri organizzatori. Lopez Raymundo fu condannato a morte, ma poco tempo dopo la sua, pena venne commutata. Nel 1953 - caso unico dopo la conquista del potere da parte di Franco -, Lopez Raymundo fu fatto uscire da11a prigione e im– barcato. Quindici giorni più tardi giungeva a V~ra-Cr-~z,. nel Messico, trasforìnato in eroe dalla propaganda co– munista. (Bisogna confrontare questo fatto con l'ese– cuzione, avvenuta qualche mese fa, del colonnello Be– neyto, rientrato in Ispagna, malato, e arrestato dopo poco tempo. Confrontare anche la sorte di 1 Beneyto, che non !u mai comunista, con il fatto che il generale Vic~nte Rojo possa rientrare senza esse1·e arrestato, malgra-do che sia stato non solo capo dello stato maggiore re– pubblicano durante Ja guerra civile, ma altresì sotto– messo completamente agli ordini dei comunisti. Infatti bi– sognerebbe dire non «malgrado», ma piuttosto «a causa», come si vedrà. I visti facili E' normale nel Messico che un esule rel.)ubblicano spagnolo, quando desidera rientrare in Spagna, debba domandare un passaporto al rappresentante ufficiale del generale Fanco (il Messico non ha ·relazioni diploma– tiche· con la Spagna di _oggi). Uguàlmente le mogli e i figli dei rifugiati devono attendere delle settimane, quelche volta dei mesi, prima di ricevere l'autorizza– zione di Madrid per rientrare. Molto spesso questa au– torizzazione viene rifiutata. · Da quattro o_cinque mesi, Lopez Raymundo ha co– minciato una campagna fra· i suoi compagni del pr;rtito comunista spagnolo, incitandoli a rientrare in Spagna. « Il nostro lavoro politico è là », egli spiega. Questi com– pagni, spesso, si lasciano convincere. Il partito gli paga il viaggio, gli dà il denaro per vivere in Spagna, o fa in modo che altri membri, divenuti nel Messico pro– prietari di ditte comrrierciali, li nominino rappresentanti.. E, vedi caso, -nonostante che· la ··polizia di Madrid pos– sieda uno schedario completo di tutti i rifugiati nel Mes– sico, essi ottengono rapidamente il passaporto franchista e il permesso di rientrare nella Spagna di Franco. NiPnte è ~ccaduto a nessuno di essi. E, di nuovo, bisogna dire, non «malgrado» che siano comunisti, ma « a causa }> di questo, appunto. Si rimpatria rlalla Russia Nel corso di ·un anno, èJ.ualche migliaio di giovani spagnoli educati in Russia sòno tornati in Spagna. Si po– teva suppore che uno stato poliziesco come quello di Franco si sarebbe interessato pér scoprire fra· queste migliaia di rimpatriati quelli che -potevano essere dei. veri e propri agenti comunisti. Nulla è stato fatto al riguardo. A favore di chi questa negligenza da parte di una polizia dittatoriale? A che cosa è dovuta la rapidità con , cui i servizi diplomatici franchisti hanno accettato i co– munisti presi improvvisamente da una profonda nostal- gia della patria? , E' difficile rispondere con certezza. Ma tutto sembra indicare che Franco, il quale ha sempre ripetuto - bu– giardamente - che c'è solo da scegliere· fra lui e il co– munismo, voglia disporre di un partit~ comunista orga– nizzato, in una clandestinità tollerata, per utilizZar!o come spaventapasseri, allo stesso modo in cui lo fanno certi dittatori latino-americani. · Può darsi che Franco - il quale incontra nel S'?no (segue a pag, 6, 3.a col.)

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