Nuova Repubblica - anno V - n. 41 - 13 ottobre 1957

nuovll repuhhlica Comitato dlrettlvo1 TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIOPARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione I GIUSEPPE F.~VATI. Oirez. e redn.t Firenze, Piazza Libertà 15, tel. 50-998. Amm., Firenze, Piazza Indipendenza, 29, teL 483-207/8. Autorlz. Trib. Flranze del 30 dicembre -1952. Printed in ltaly. St. Tip. de cla Nazione•, Flretize, Via Rlcasoll8. Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato L. 50. Abbonamentit annuo per Italia· e. Francia L.1500~ sem. L..-.800, trim. L. 450. Estero, L. 2000, 1100,-600, Sostenitore L. .10,000. .CIC post. 5/6261, cla N\JoVa ltaliu, Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'lnlzlo del mese. Per pùbbllcità rivolgersi all'Amml, _nlstrezione. Tariffa, l. 15.000 per Inserzioni di mm. 70 per colonna, e Nuova Repubblica • • settimanale Potìtico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. ·1027 del 21 .,luglio 1955. ManCXcrlttl, fotografie, disegni an– cbe se non Pubbli_catl, · non si restituiscono. Diritti riservati per tutti· 1 Paesi. Il perlod.k0 viene lnV!ato gratu-itarnente ln saggio a chlunque ~"• f~~la !l~hlesta. Spedlz. In 8bbonam: postale G~. Il•. -----,-------------------- 184 - ANNO V • N. 41 15 O'.f"I'OBRE ·.1957 . L. 40 BRIGHT-ffN di PAOLO VJTTORELLI I L CONGRESSO laburista svoltosi la settimana scorsa a Brighton è stato un po' come quei combattimenti · , che cessano per mancanza di combattenti. Ma a Brighton il combattimento non è neppure cominciato e quelle poche avvisaglie polemiche che vi sono st&te avevano un carattere assolutamente marginale, Un - ri– lievo, purtroppo, che s'impone subito. Non si può, infatti, considerare H richiamo ai prin– cipi socialisti fatto dall'ex esponente della tendenza mo– derata, Morrison, . come una presa di posizione della sinistra. Morrison aveva coltivato p_er molti anni la sPe– ranza di succedere ad Attlee come leader del partito e non riesce ancora a consolarsi di essere sfato battuto, oltre un anno fa, da Gaitskéll. Notl ha presO neppur~ corpo una posizione di frazione dell8. sinistra di base, che si raggruppa attorno al settimanale The Tribune~ dal momento che Bevan, sia sul programma' economico, sia in politica estera, è rimasto solidale còn la direzione del partito. Solo qualche sindacalista non ha celato il suo ma– lumore, ma il prestigio del leader del sindacato dei tra– sporti, Cousins, è stato sufficiente per impedire un'op– posizione massiccia dei sindacati all'impostazione di po– litica estera della direzione, al piano di pensioni per la vecchiaia e al programm~ economico. La.,.ragione di questa guerra nòn guerreggiata, di ciuesto congresso relativamente anodino, deve ricercarsi nel fatto che i laburisti sono persuasi che, dopo le con– tinue perdite elettorali subìte recentemente daL conser– vatori in tutte le ultime elezioni parziali, Macmillan non potrà rimandare a lungo lo scioglimento anticipato del– la· Camera' dei Comuni. Essi prevedono quindi che, con una pressione costante sul governo e sull'opinione pub– blica, si dovrebbero presto avere le elezloni politiche, che 'normalmente avrebbero invece dovuto svolgersi nel 1960. Dando quindi per scontata questa loro previsione, i laburisti si sono comportati, al loro Congresso di Brigh– ton, come un partito bene ordinato si comporta di solito in un congresso pre-elettorale. · E' inutile esaininare se q'uesla previsione dei labu- 1·isti sia giusta o sbagliata. Per attenersi ai dati di fatto, conviene qui ricordare che il primo ministro Macmillan ha dichiarato, subito dopo il Congresso laburista, che egli non intende procedere ad elezioni anticipate; d'altra parte, poco prima che avesse inizio quest'offensiva labu– rista contro un governo che risulta oggi chiaramente minoritario nel paese, il partito conservatore avevà chiamato a dirigei-e le proprie sorti organizzative un uomo relativamente giovane e audace, Lord ·Hailsham, che è uno dei maggiori teorici del pensiero conservatore moderno. L'effetto di questa pre.visione è stato però abba– stanza deprimente sull'andamento del congresso. Parec– chi degli uomini tradizionalmente noti come i ribelli, da Bev3n a Crossman, si sono comportati con quel ~enso di responsabilità, ma 'anche con quella mancanza di vivacità, che è propria a chi sente di avere già un portafoglio ministeriale sotto il braccio. Ne:;suno potrà rimprovèrare a Bevan di avere re– spinto la proposta di rinuncia unilaterale della Gran Bretagna agli esperimenti atomici, qualora i laburisti ·giungano al potere. Un atteggiamento dello stesso tipo, che dall'opinione pubblica inglese venne considerato di– sfattista, costò a·i laburisti, nel 1935, una cocente scon– fitta elettorale, sebbene la maggioranza dell'elettorato fosse ostile alla politica di crescente connivenza col fascismo dei conservatori. Ma, dal futuro ministro degli esteri laburista, ci si sarebbe anche aspettato qualcosa di nuovo, specie dopo il suo recente incontro con Kru~ sciov, ci sL Sarebbe aspettata una definizione più decisa della posizione indipendente che la Gran Bretagna po– trebbe assumere sul piano intèrnazfonale chinman<lo al potere un governo laburista. Anche la mancanza di battaglia sul progr aroma economico, che non si sa bene ancora 1 dopo le rècenti ESCE LA DOMENICA. polemiche di stampa su Tribune, se fosse stato vera– mente approvato dalla totalità~ dei membri dell!esecu– tivo uscente, compreso Bevan, iascia piuttosto perplessi.· Che i laburisti si rifiutino di mettere in guardia~ in anticipo i gruppi industriali dei quali si apprestereb– bero a nazionalizzare le fabbriche se vincessero, le· ele– zioni si può anche capire: è un atteg°giamento respon– sabile e prudente. Ma che il congresso si sia quasi total– mente disinteressato del nuovo principio della compar– tecipazione azionaria dello Stato al fine di nazionaliz– zare, senza mutarne il regime giuridico, le industrie che interessano la colleftività, è cosa, almenÒ, piuttosto scon– certante. Insomma, se l'alleanza congressuale tra Gaitskell e Bevan, che ha indotto l'Observer a forgiare· l'espres– sione bevskellism, ricordando l'espressione butskellism, adoperata nei passato dai bevanisti per acciisare Gait– skell di fare la politica economica del conservatore Bu– tler, ha e.certamente restituito stabilità al partito, essa gli ha tolto una parte di quella vivacità che faceva del laburismo inglese un eunto di richiamo per la sinistra socialista nel~Europa occidentale. ·se le elezioni politiche dovessero avvenire in Inghil– terra entro il prossimo congresso, ossia entro un anno, questo patto di non aggressione potrebbe anche e..ssere giudicato in modo positivo. Ma se questa previsione fosse sbagliata, allora il Congresso di Brighton potrebbe risultare un congresso che ha frenato quella crescente vivacità dimostrata dalla· classe operaia inglese negli ultimi tempi, determinandola a irrompere disordinata .. mente contro gli accordi ai vertici,. proprio nel momento che farebbe più comodo ai conservatori. (Dis. di. Dino Doulli) BOltGIIESIA EROICA - u Alle ore 4 passerà su Roma, cerchiamo dj es sere disinvoUi n · ALLA VIGILIA DEL CONGRESSO DEL PSDI .. SENZA · SORPRESE I L CONGRESSO nazionale del partito socialista de– mocratico, che si terrà a Milano dal 16 al 20 otto– bre, si preannuncia senza sorprese. Passata la eufo– ria unificatoria suscitata in tutte le varie correnti nelle quali il partito è diviso dall'incontro di P:ralognan fra Nenni e Saragat, la contesa fra le correnti stesse si è inasprita, fino a. giungere alla stupefacente rottura fra il leader e Matteotti, e allo sgambetto dato a quest'ul- · timo per farlo cadere dalla segreteria del .partito, so– stituendolo con un ben scialbo personaggio. Non è che Matteotti avesse repentinamente cambiato politica: egli intendeva che il partito, con la prudenza necessaria, operasse· sul piano delle· nuove prospettive aperte dagli orientamenti del PSI, per una più vigorosa e concorde politica socialista, ·in attesa che maturassero le condizioni per la riunificazione organizzativa dei due partiti; e intanto riteneva necessario che il PSDI passas– se all'opposizione, specie dopo gli affronti che gli erano stati inflitti dagli alleati democristiani. al governo. Chi aveva repentinamente cambiato politica, come tutti ri– Cordano, era stato Saragat, col seguito dei suoi negretti, i quali ritenevano indispensabile la continuazione della èollaborazione governativa... fino a otto giorni dopo, quando le dimissioni dal governo Vennero clamorosa– mente annunciate dallo stesso Saragat, dopo alcuni mi– steriosi colloqui con Segni e Fanfani. Questi fatti, e la forsennata polemica con il PSI, sono noti poco meno che agli iniziati. Eppure sarebbe sommamente istruttivo che fatti e vicende venissero con– tinuamente ricordati, per qvere una spiegazione dei loro sviluppi; delle forze presenti e di quelle esterne che pre– mono per imporre a Questo parti'to i suoi alterni atteg– giamenti. Quattro correnti principali dunque, oltre a una serie di cori-enti «locali» che non si sa bene come siano orien– tate e impediscono serie previsioni sul prevalere almeno formale delle prime, si presenteranno in lizza. La destra, che fa capo ad Alberto Simonini, Paolo Rossi, Paolo Treves, propone puramente e semplicemen– te, e diciamo pure con coerenza, la ripresa della colla– borazione tri-quadripartitica, chiede il rafforzamento dei rapporti dell'Italia con i paesi del Patto Atlantico, e quanto alla Wlificazione socialista non la rifiuta, a patto che il PSI rompa coi comunisti e accetti i principi della cosiddetta Carta di Francoforte. « Autonomia socialista» (la corrente di Matteotti) ritiene finita la necessità della cosiddetta solidarietà de– mocratica (collaborazione obbligata al governo con la DC), auspica una più vigorosa .iniziativa socialista e una intesa politica fra· i due paptiti sociaHsti per prepararne l'unificazione, ritiene non superato il processo di disten– sione internazionale e quindi necessaria una azione in– tesa a eliminare le ragioni immediqte di maggiore fri– zione fra i1 mondo sovietico e quello occidentale; e pro– spetta un piano economico che potrebbe essere agevol– mente accettato. èome base di discussione da tutti· i so– cialisti. La corrente che fa capo a Saragat non prospetta cose diverse da quelle enunciate dalla destra. Se, più_ che ai documenti finora noti: stiamo alle dichiarazioni del lea– der, ci sembra che l'unica differenza stia nel fatto che << Socialismo democratico» (tale è la denominazione di questa corrente) ritiene di poter «fabbricare» nelle prossime elezioni un numero di deputati maggiore di quello attuale, e di poter così costringere la democrazia cristiana ad avere il PSDI come unièo alleato al governo. Ma se dobbiamo giudicare sulla· base sempre delle di– chiarazioni a getto continuo di Saragat, retour d'Ameri– que, dobbiamo dar ragione a Simonini quando si chiede esterrefatto per quali mai ragioni egli debba essere con– siderato di destra e Saragat no. Quest'ultimo, mettendo piede sul Suolo italiano, ha elevato inni al sistema so– ciale americano ed ha esaltato la vittoria di Adenauer sui socialdemocratici tedeschi. E quanto all'uhificazione socialista, questa corrente ha fatto tutto il possibile per farla definitivamente naufragare. E' poi veramente ri– sibile che essa, capitanata com'è da un apparato pic– colo ma ricchissimo di mezzi, che soffoca la demo– crazia di partito sotto la valanga delle << tessere con– gressuali » e deL_colpi di mano direzionali, abbia ini– ziatO il suo arretramento da Pralognan, dopo il Con– gresso di Venezia, accusando il PSI di essere prigioniero deJraJ)parato e insistendo con disinvoltura su questo tema. E veniamo alla sinistra (Unità socialista) che fa ca– po a Ugo Guido Mondolfo, infermo ma sempre ispira– (segue a pag. 2, 3.a col.)

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