Nuova Repubblica - anno V - n. 41 - 13 ottobre 1957

(t84) nuova republJlica 3 -CATTOLICI E LAICI IL CENTRISMO NELLA TRADIZIONE· ITAUA La politica italiana ha avuto sempre tendenza centrista, iu questo senso; .che essa è stata guidata da un tipo tradizionale di classe poli– tica con una sua continuità e forza <!i espansione, ma prescindendo dai partiti modernamente intesi-come ambienti capaci di elaborare una propria autonoma dirigenza, che concorra all'ese,·cizio del potere senza pe,· qu~sto staccai·si dalla sua matrice ideale e cli classe di A FFERMARE che il laicismo pu.ò. esse1·e la dimen– sione comune dei cattolici e dei' non c'attolièi, se nella coscienza dei primi è maturo il senso della civiltà ·e dello stato moderno, ·pùò esporre la concezione laica a due fondamentali equivoci: da un lato, codesta affermazione può essere· interpretata come la riserva tattica di chi ha la coscienza del proprio stato di mi– noranza; dall'altro può sembrare un'ingenua o prodito– ria resa alle .forze costituite del cattolicesimo italiano, Che ne1la loro ortodossia Sono state e permangono così illiberali da meritare e giustificare l'intransigente posi– zione anti~attolicà salveminiana. Di qui l'esigenza di un ulteriore chiarimento: poichè un conto è intendere il lai:– cismo come la possibile e, a rigoi-e, necessaria dimensio– ne civile e politica dei cattolici, una volta che accettino i princìpi fondamentali dello stato moderno, un altro è il giudizio politico sulla DC e le prospettive che l'ono– revole Fanfani le va aprendo. "Civiltà Cattolic:t,, Secondo la Civiltà Cattolica, il cattolico ha il dovere· di a:v~r in odio tanto i cosiddetti laicisti quanto i so– cialisti; per essa, in definitiva, la sintesi del cattolico e del militante politi.co coinciderebbe col clericale. Veris– simo che la massa dei democratici cristiani è costituita da questo tipo ai cattolici, oltre che dagii «indifferenti» reclutati sulla base della piccola e grande corruzione materiale e morale. Ma c'è una contropartita di cui Civiltà Cattolica non tiene conto: ed ·è data da tutti quei cattolici - e si tratta per fo meno della metà -:-- i quali continuano a considerarsi tali, militando e votando per i partiti di sinistra e per i partiti laici, nonostante le condanne, le minacce di carattere, religiose e gli altri normali mezzi di coercizione morale e psicològica. In al– tre parole, la DC non è riuscita ad .assorbire sul piano polit1co il cattolicesimo italiano, come non vi è· riuscito il fascismo, come non vi riuscirono i Papi che usarono le masse ·cattoliche italiane contro lo stato ri~orgimentale. Ora, dal momento che non esiste obbiettivamente l'unità di tutti i cattolici attorno al vessillo clericale, sarebbe storicamente errato e politicamente controprn– ducenle un giudizio unilaterale su di essi e sul 1-·uolo che possono giocare in una prospettiva~ di sviluppo-laico e democratico. La DC non ne ha il monopolio 1 1oiitico, e dunque per essi non esiste un solo polo d'attrazione. In punto di Principio, resta da osservare che i pa– dri di Ci-viUà Cnttolica hanno sempre sostenl.lto e e,,nti– nuano a sostenere nei loro quaderni che la pi:.ofessfone di -cattolico esclude quella di laico (o di «laicista», co– me essi dicono con dispregio); dopodichè sembrerebbe .ii pigri dell'una e dell'altra parte che ogni questione sia da questo verdetto superata. Ma la 1 storià prova con cJ,iare testimonianze che queste due posizioni non sono . jn necessario rapporto di esclusion~; e non c'è dunque nessuna ragione per la quale• i laici debbano abdicare aDa pi·opria concezione per accettare l.a petizione di principio dei gesuiti, ·sostenuta col metodo scolastico e la solita frdverenza per la storia, sulla incompatibilità di laicismo e cattolicesimo. "Dia.logo,, con clii? Sul piano politico, diremo che se Fanfani costituisce un reale polo d'attrazione per le masse cattoliche italià– ne, bisogna contr;;t.pporgliene un altro, ideale e politico, forse meno ortodosso, ma n_on privo di tradizioni: anzi, l'unipa tradizione valida, che va da Manzoni a Gioberti, ai c~ttolici che furono della Destr;;t. storica, allo Sturzo e all'antifascismo e, in certa misura, fino al celebrato De Gasperi. CO$Ì i laici s·tuggono ad una PQHtica uni– laterale di chiu·sura (per suggestione fanfaniana) a tutte le forze cattoliche, e, per converso, di condiscendenza e di resa dinanzi alla classe politica cattolica che at– tualmente detiene il potere. se una similè chiarificazione è possibile, essa costituisce anche i1 modo più concreto e attualè di una posizione laica. Centrismo e classe tlirigente In questi mesi di crisi è di revisione degli schiera– menti, in opposizione alla teSi che il centrismo moriva per sempre ·col tri-quadripartito, osservatori più attenti hanno fatto rilevare che si è dissolta una forina di cen– trismo, non il centrismo, ché è invece come -il ritmo costante del nostro- svolgimento politico. Ne!Ja nota re- ANTONIO LETTIERJ. dazionale di Nord e S-ud del mese di luglio, si legge p. es.: , priilcìpi o ideologica neUa considerazione delle vicende « La sola coerente e rigorosa Politica di progressi che si politiche dell'ultitno decennio: questa :,còncezione è in– dia oggi nel nostro paese, è perciò la politica centri- fatti legata a tutta la 'tradizione politica dello Stato .sta ... Il quadripartito è precipitat_o in crisi non perchè unitario. rappresentava q"uesto indirizzo, ma Perc'hè non lo rap- Come ognuno sa dalla Storia d'Italia, la Sinistra. presentava più ... Se ne dovrebbe dedurre quindi che il e la Destra intorno agli anhi '70 non furono partiti or– problema posto daJle vicende ultime della vita italiana ganicamente ed ideologicamente --contrapposti. I due è quello di trovare una nuova· maggioranza per ripren- schieramenti sfumavano uno nell'altro e sarebbe im– dere la politica centrista: se questa non può essere in- possibile trovare una linea netta di demarcazione. « Uo-, carnata e sv.iluppata daUa coalizione quadripartita, si mini della Destra entravano in Gabinetti della Sinistra, devono trovare nuove intese ... ». Tra le nuòve possibili frazioni di Destra sostenevano siffatti Gabinetti, frazioni intese c'è, evidentemente, l'apertura della DC ,al PSI. di Sinistra si combattevanO tra di loro.. Destra e Si- La stessa opinione intorno al centrismo la si può nlstra si dividevano ormai non per diverso indirizzo di ricavare indirettamente da chi è contrario, come Mis- idee, ma per effetto di tradizioni e di uomini» (B. Cro– siroli, ad un qualsiasi mutamento di alleanze che porti ce, Storia d'Italia dai 1871 ai 1916, pagg .. 18-19). il PSI- al governo. Il direttore de IL Conie1·e deUa Sera Con il Trasformismo questa- pratica si consolidò e di– ha infatti iÙustratO con una Serie di fondi come la ven,ne teoria di governo. Non è chi' non veda come il cosa sia impossibile senza che i socialisti rinuncino ad Trasformismo - dal punto di vista deUa c1asse diri– essere socialisti, o i democristiaµi accettino il · princi- gente - abbia costituito unn forma storica del cen– pio marxista della lotta di class~. Per Missiroli dunque, trismo. non: si tratterebbe della fine del centrismo, ma del Suo n periodo gioliltiano riconfermò questa regola di go- adulteramento rispetto alla formula degasperiana. Verno, per la quale il titolo a dirigere la politica del Ora, a mio avviso, se c'è una ragione di p1)ncipio paese non scaturiva dall'appartenere ad un partito, per la quale bisogna respingere ]'apertura a sinistra quanto piuttosto dall'adesione alla piatta-forma ideale e - così coffie oggi si prospetta - è proprio questa: che politica d{ una classe dirigente _che si situava al 4i so-– essa, cioè, rappresenterebbe una nuova forma di cen- pra delle parti. A questo proposito Gramsci scrive: « Si trismo e molto probabilmente la Sua incarnazione più può dire che tutta la vita statale italiana dal 1848 in stabile. poi è caratterizzata dal trasJormismo, cioè dal1a elabo- ll centrismo sorge su due principi: l.o) che ci sia razione di una sempre più larga classe dirigente nei nel paese utla classe pOlitica unitaria, capace di rappre- quadri fissati dai moderati dopo il 1848 e la caduta del– sentarne e garantirne gli interessi e le aspirazioni ge- l'utopie neo-guelfe e federalistiche, con l'assorbimen~o nerali; 2.o) come conseguenza, che non sia possibile nè graduale ma continuo, e· contenuto con metodi, diversi proponibile una ·alternativa politica per la classe diri-, nella loro efficacia, degli elementi attivi softi dai gruppi gerite. Il ,recente decennio repubblicano ne è una ri-. alleati e anche da quelli av·versari e ché parevano ir– prova. ne Gasperi e_ la sua classe politica hanno rap- reconciliabilmente nemici. In questo senso la direzione presentato il .nucleo attorno al quale i . gruppi laici e politica è diventato un. aspetto della funzione ·di domi– riformisU~..Q_anno.ruotato; nè _questi gruppi sono andati nio in quantò l'assorbimento delle élites dei gruppi ne– al di là di ~un·a pretesa di condizionamento della politica mi~i porta alla deca~itazione di questi e, al loro anni– democristiana, riconoscendosi , un ruolo forse necessario chilimento per un periodo spesso molto lungo». (Anto– ma indubbiamente subalterno. « La crisi de) quadripar- nio Gramsci, Jl Risorgimento, pag .. 70)./ tito - scrive La Malfa - è1 la crisi di una formula Ora, se il concreto sviluppo storico no~ aveva atteso che non poteva più a lungo prestarsi a mascher'are una a determinare uno schieramento di partiti, certamente politica esclusivistica da parte della DC. Che la DC, n s·istema politico giolittiano o trasformista• ne allonta– consapevolmente o inconsapevolmente, p1:eferisse arri- nava il processo di formazione, quanto méno tendeva a vare ad una situazione integralistica attraverso 1a co- disgregarli una volta che fossero sorti alla lotta poli– pertura liberale~ socialdemocratico - repubblicana è una tica. Come possono testimoniare le vicende del partito cosa che può avere interesse per la DC, non ne ha al- socialista, che pur usufruendo di una notevole for~a cuno per 1 laici Noi non abbiamo- l'anima dei hberah eletto1:ale e parlamentare,- fu in parte assorbi~o dalla fiancheggiatori de1 tempi del "fascismo, e _..p1eter1amo... politica· liberale, e svirilizzato. che la DC ariivi al regime con monarchici e fascisti piut- Sia detto per inciso, quand'oggi si sostiene semJ?licl– tosto che con noL La situaìione politica acquisterà, per sticamente da parte di moiti socialisti che è sufficiente. lo meno, il pregio della' chiarezza». (H Mondo, 9 lu- richiamarsi alle tradizioni democratiche del socialismo glio 1957). italiano, non si può non rimanere perplessi sul signift– ,,, I motivi della coalizione centrista furono dati/ come cato concreto di questo richiamo. 11 socialismo italiano, è risaputo, dalle conclamate esigenze di consolidare le ha infatti più di una tradizione: se ci si riferisce alla istituzioni repubblicano-democratiche appena conquista- teoria del sindacalismo rivoluzionario legata al mito del~ te, avviare la' ricostruzione delle strutture economico- la sèissione tra proletari e mondo politico, si sa che fu produttive, isolare il socialcomunismo, e soprattUtto in- superat'a vivO ancora Sorel; ·se si tratta della tradizione serire l'Italia nella politica, estera atlantica. E nella riformista, to"i:na alla mente H giudizio di Croce, che cioè misura in cui ciò è stato realizzato, il merito è della i· socialisti riformisti « in quegli anni si erano affat_t-o Politica centrista: la, quale però, come ogni politica, ba disarmati di ogni teoria socialistica e rivoluzionaria, un costo. çom'era, normale, i partiti più deboli sono cioè del marxismo: gettandone via, uno dopo l'altro, tutti stati quelli che più han'no ceduto della loro autonomia i pezz'i e; in ultimo, anche quello della concezione classi– e del loro programma, scenden'do sul terren0 della col- sta dello Stato ... » (op. cit. 'pag. 229). laborazione con un partito di gran lunga dominante. Ne Comunque si dica pure che il periodo giolittiano coin– sono venuti di conseguenza il depauperamento di quei cise con lo sviluppo della libertà (soprattutto rispetto al p8rtiti mtnori che rappresentavano tradizioni laiche e periodo crispino che: lo· aveva preceduto)" e di• una in– risorgimentali, ed _aspirazioni progressive; e la sostan- sperata pro.Sperità ecònomica, anche se il Mezzogiorno ziale clericalizzazione dello Stato. , - come rilevò il Salvemin..i - giocò un ruolo di tipo Il centrismo, fondandosi sulla unitarietà della classe ~oloniale, pagando l'alto prezzO che imponeva la poli– dirigente nazionale, tènde a dissolvere le caratteristiche t1ca protezionistica all'ombra della quale prosperavano~ differenziali dei partiti politici c_he vi concorrono: e gli industriali libèral-conservatori e gli operai ·social-l'i· questo processo si svolge a ·d ·an.no di chi ·nella ..coalizio- formist.i del Nord. · ne non gode nè del favore del numero n'è di un'auto- Ma il vuoto· che quel sistema politico lasciava nel noma capacità egemonica. paese fu chiaro dopo: quando, passata la guerra, a~par– L'icleologia del centrismo: origine storica Indagine_ importante mi pare sia quella di chiàrire · come il « centrismo Jt sia diventato una forrilula politica, un mito od una presunta necessità storica permapente. Se infatti in Italia vi sono alcune forze conservatrici che si battono ancor oggi per una politica ·centrista di stam– Po quadripartitico, indubbiamente ·"il sostegno ed il si– gnificato più importante del centrisrpo è di altra 11atura, e proviene dalla teqri~azione del centrismo stesso, in– teso,. cnme si- è iliustrato, in una accezione più lata e al di sopra di interessi politici contingenti: cioè., quasi, da una ideologia del centrismo. Sarebbe d'altra parte superficiale ricercare le ragioni di questa adesione d_i ve tramontato il regime liberale ed essendosi fg.tto un salt~ più che un progresso verso il regime democratico, con l'intervento determinante delle masse nella vita politica, si palesò l'assoluta mallcanza -di quegli istitut~ mediarite i quali si articola e· vive la demc:xrazia: valè a dire i partiti politici. , Nella crisi si avviò il processo di formazione di par .. titi di tipo moderno, quale il Comunista e il Popoìare, ·ma n~n esisteva un qu'adro isti.tuzionale entro il quale essi potesserò giocare un ruolo decisivo di rinnovamen– to. Libero da quegli ·argini che solo una tradizione poli~ tica democratica poteva offrire, il fascismo si diffuse ed ebbe facile gioco nella conquista del patere. COI che si dimostrò~ a chiare note che rl regime so- (segue a pag.. f, 1.a ~l.J.

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