Nuova Repubblica - anno V - n. 30 - 28 luglio 1957

6 DOPO IL CONVEGNO SOCIALISTA LEVIEDEL SINDACATO E' in gioco tutta la politica sindacale e tutta la concezione della l'unzione sociale del sindacato, ed è in gioco perchè una nuova dinamica capitalista pone prospettive storiche 1~uove, non soltanto questioni di metodologia nelle stesse prospettive di prima di GIUSEPPE S E IL CONVEGNO si.ndacale socialista non fosse stato, com'è stato, rilevante, j1 solo commento che si po– trebbe fare al documento che la Direzione del PSI ha ernanato in proposito sarebbe un disco1:so sul linguag– gio dei documenti politici ufficiali; linguaggio tra diplo– matico ed esoteri_co che, in una sua interpretazione della lingua italiana, 1·iesce ad appiattire nell'ovvietà anche le espl'essioni più ardite. . _ li documento è infatti sibillino, da leggei·si tra le ri– ghe; una specie di sapiente gioco di accelerator·e e fri– zione. Bisogna adeguare il sindacato alla società del no– stro tempo, aggiornarne la concezione, ricostituire il po– tere sindacale dei lavor3.tori; pei·ò tutto si risolve 11el– l'afferrnare ché il sindacato ha « sempre » una funzione in.sostituibile nella società, è lo strumento per la immis– sione dei lavorntori nella gestione economica e nello Stato e che « pertanto il sindacato agisce nell'ambito della Co– stihrnione repubblicana». Bisogna ap1·i1·e una. « più ampia prospettiva organiz– zativa», creare un forte potere sindacale, senza subordi– n3zioni e .rapporti strumentali; bisogna rinnovare pro– fondamente il sindacato e adeguare l'azione sindacale alla realtà. Ma tutto si limita al rifiuto di formare un sinda– cato socialista. Bisogna che la CCIL si colleghi sul piano interna– zionale « anche con i sindac~ti di tutti i paesi del mondo capitalista, indipendentemente dalla loro aflWazione ». Ma solo per scambiarsi informazioni ed esperienze a pro– posito dei problemi posti dal processo di integrazione eco- nomica europea. . Bisogna arrivare ·all'unità sindacale. Anzi, a questo proposito, bisogna· dare una valutazione più aperta del– l'qperato e della funzione del sindacato catl_olico, poichè è chiaro che l'unità non può· derivare che da un processo di avvici"namento di'dne tradizioni sindacali. Come? con « una lotta impegnativa che abbia èOme terreno di svol– girneb.to Jo sforzo di adeguamento, ec,ç.-ecc. ». Bisogna agire per l'unità delle CC.II . e per il raffor– zamento del loro potere sindacale (questa espressione << potere sindacale dei lavoratori» non ci è nuova). Come? ma è chiaro; i lavoratori prendano « sempre più .nelle 10l'o mani» le CC.II . e tutto sarà a posto; avremo il po• tere. sindacale, l'unità, la democrazia sindacale. Bisogna infine definire la funzione della corrente par• titica ,-i'el sindacato e qua il documento aniva al colmo dell'abilità. Il Partito, infatti, deve aiutare la corrente ._ « a darsi forme nuove di autonoma azione in rapporto al ptincipio di indipendenza del sindacato». Oltre a ciò, il convegno « ha riconosciuto la validità, nell'attuale situa– z-ione, della esistenza delle correnti sindacali nella OGIL, come una esigenza connaturala al tipo di una unità sin– dacale in essa operante, e quale striunento di deniocrazia interna». Se questo periodo significa qualcosa, confesso di non avel'lo capito. · In sostanza la cosa simpatica del documento è che esso pone dei problemi gravi (rinnovamento sindacale, unità:, çolleg~menti internazionali, aggiornamento della concez;ione sindacale, funzione delle correnti, ecc.), pre– tendendo che le formule e i luoghi comuni che seguono vengano presi per risposte esaurienti. Il convegno, pur con molte lacune e insufficienze, è stato ùwece n"JOito importante. La relazione di Gatto, gli intenrenti di Foa, Santi, Lornba1·di - e gli interventi di molti altri convenuti, rappresentanti dell'apparato di par– tito e di sindacato - sono stati densi di contenuto e no– tevoli specialmente per lo spirito di rinnovamento e per l'aggressività con cui hanno attaccato i problemi in gi0co. 11 convegno aveva la sua maggiore debolezza nel fatto che rispondeva forse più alla necessità di trovarsi, di con– frontare delle idee, e di confermarè delle posizioni minime, che al desiderio di impostare un programma di azione positiva. Esso deve essere collocato ancora nell'atmosfera post-Ungheria, quando le sollecitazioni esercitate sui so– cialisti e la posizione assunta dal partito sembrarono con– dul"l'e davvern se non pl"Oprio alla formazione di un sinda– cato socialista - per il quale non sono mai esistite le condizioni -, almeno ad un'azione di dive1·sificazione nel sindacato che avrebbe inevitabilmente indebolito l'az.ione socialista. Eta pel'Ciò necessario iricontrarsi e dissipare i dubbi, confermando che la l'isposta socialista ai pl'oblemi sul tappeto, consiste in quel rafforzamento dell'attività e in quella formulazione di istanze di 1·innovamento che non spettano per diritto naturale a questa o quella corl'ente di partito ma che dovrebbero trovat·e nei gruppi sociali– ·sti più avanzati la loro logica esprnssione. Di fronte a questa necessità. - pienamente soddisfatta dal convegno - anche la stessa indicazione di orienta– menti, di soluzion"'i e di sviluppi rinnovatori aveva carat– tere strume;'ltale e secondario. Il convegno, insomma, non 01'a impegnato a 0ire cose nuove, quanto a confermare che la presenza socialista nel sindacatO non è una que– stione di tessera, né ·è affidata agli sviluppi della politica TAGLIAZDCCHI del partito; e quanto ai problemi, bastava che se ne prnndesse atto con amp.iezza di vedute, essendo chiaro che nessuno in Italia ha in tasca le soluziooi e che il solo fatto di pone spl'egiadicatamente una: problematica è un modo per avviar-ne la soluzione. Però anche questa seconda funzione del convegno - jndicazione spregiucl_icata di una. problematica sindacale - è stata assolta in misnra infinitamente maggiore di quanto non indichi il documet1to direzionale, irretito nelle difficoltà. della diplomazia interpartitica. La: relazione di Gatto, ad esempio, ha affrontato i problemi dell'autono– mia sindacale («diritto dei sindacati di elaborare e de– finire la loro politica, stabilirne gli obiettivi, i modi e i ternpi della lotta, attraverso democratiche deliberazioni prese al di fuori cli ogni diretta o indiretta. interferenza»); dell'unitù. sindacale («a dieci anni dalla scissione non è sufficiente più, per i lavora.tori italiani, la spie'gaz.ione dei suoi motivi storici e _politici e la l'icerca eventuale delle responsabilità.. Noi pel'sonalmcnte crediamo che l'unità si farà per l'incont!'o delle due uniche· trndizioni sinda– cali che abbiano lasciato un segno nella nost1·a tr·adi– zione.. la CGU.., e la CJSL »); della politica sindacale (« una politica sindacale al livello aziendale porta i sin– dacati a l'icercare, pattendo dall'azienda, il reale terreno di convergenza fra gli interessi di vasti strati cli lavo• ratod.. Il livello aziendale del salario essendo la misura dei rapporti di folza esiste1iti fra classe lavoratrice e padronato nelle singole aziende, impone allfÌ stessa lotta sindacale nazionale di sfruttare pr·oprio in termini. di que– sti rapporti di forza le posizioni più avanzate della classe operaia»). E, come si vede, ha affrontato questi prnblernì con affermazioni notevoli; non tanto perchè indisciltibili ma proprio perchè finalmente discutibili, cioè perchè fj~ nalmente tali da irnpegnare ad un dibattito di fondo an– zichè ad una giostra di formule ufficiali. J ,, ANALISI della politica della CISL, fatta da Santi (la ~{2_ISL tenta una ripetiz;ione in termini italiani del sin– daeciHSmo americano; il suo momento migl io.rn, cioè, non sta nella subordinazione àl padronato, quanto in una sorta di azione rjformista, non impegnata nelle strutture, ma autonoma), è stata sinora ~nuncjata soltanto da qualche intellettuale isolato e affogata sotto il mare delle dénunce o delle manifestazioni tattiche; è importantissimo che un dirigente sindacale la condivida e l'avanzi come angola– zione di un'analisi. Quando Foa avanza la tesi che ]'azione di rinnova– mento della corrente soc.ialista non è in funzione della .sola CGIL, ma cli tutto il 1novirnento sindacale italiano; quando limita la funzione..l:).della corrente di partito al– l'inserimento nel sindacato di ol'ientamenti ideologici ·da dibattere liberarnentè, por ]a formazione di una coscienza che non si adagi nel corporativismo; quando afferma che l'unità sindacale non si fa sul minimo denominatore ideo– logico o addirittura cedendo «pezzi» di ideologia, ma sul 1·iconoscimento di un'antitesi logica, obiettiva, tra lavoratori e capitai?, senz'a che obbligatoriamente questa antitesi venga codificata con posizioni kleologiche· ufficiafi del sindacato unita1·io; evidentemente il discorso è sel'io si avvia ad un dibattito fecondo. ' Non sono mancate le carenze evidenti. La pi1'.1grave forse 1·iguarda l'analii:ii cl0lla situazione obiettiva, della L'ECONOMIA DELLA RUSSIA SOVIE'l'ICA di Harry Schwartz LA NUOVA /1ALIA FIRENZE (175) nuova repubblica dinamica padronale. _ll riconoscimento della esistenza di « nuove tecniche produttive», dei maggiori profitti, ecc. non è che la constatazione che la dinamica padronale si arma di strumenti nuovi o impiega in modo nuovo stru– menti già esistenti; a quale scopo punti la politica del grande padronato, come essa si rnanifesti, quali possibi– lità storiche le si aprano davanti e in quale ;misura essa esorbiti dalle valutazioni polilico-ideologiche che le si erano sinora applicate, tutto ciò non è ancora stato detto. Eppure solo in questo modo si imposta un'azione sinda– cale che risponda alla situazione- in modo da prendere effettivamente l'iniziativa storica e che eviti quel pericolo di una politica del « caso per caso » che Gatto ha denun– ciato, senza però fornire le indicazioni per il suo supera.– mento. Paradossalme_nte, la CGIL si adegua, nell'azione con.. crnta - che le riserve mentali non bastano a mutare -, alla CISL e non viceve)'sa (le grandi manifestazioni uni– tarie di questi mesi dovrebbero essere esaminate sotto questo profilo, sotto il profilo cioè di una politica sinda– cale « distributiva », riformistica, che si differenzia sem– pre meno o non si differenzia più da quella del riformismo ufficiale e dell'interclassismo); e l'azione sindacale di classe non eso1·bita dalla politica economico.sociale dei gruppi più avanzati del grnnde capitale, quando addirit– tur-a non costituisce uno stimolo alla sua attuazione. Far pagare al grande capitale il prezzo pii'1 elevato per "la sua politica paternalista pnò essere nn modo tattico, ma non è una politica. _ L'insufficienza dell'azione pt1ramente rlvendicat,iva. non è dovuta soltanto a.cl una questione di metodi (l'azienda– liz.zazione corne modo di rispondere ad una dlversa COO· dizione meccanica, a 'diverse condizioni ambientali); se si vede la situazione sotto il solo profilo degli efiet.ti im– mediati delle nuove tecniche produttive e organizzative, ci si limita in sost.anza ad un mutamento di metodi nel– l'ambito della immutata politica. 1·ivendicativa, cioè al « caso per Caso». Invece è in gioco tutta la poqtica. sin– dacale e tutta la concezione della funzione sociale del sin– dacato; ed è in gioco perchè una nuova dinamica capi– talista pone prospettive storiche nuove, non soltanto que– stioni di metodologia nelle stesse prospettive di prinÌa. E' del tutto logico che, mancando un'analisi approfon– dita della situazione, il convegno non abbia l"isposto su questo punto fondamentale - o vi abbja. risposto in un senso tradizionalmente rifoi·mista. Ed è logico che il do– cumento direzionale ricada, per -quanto riguai·da l'indica• zione di una nuova politica sindacale, in espressioni vuote di significato. Dire, infatti che « un serio adeguam,ento del sindacato alle sue finalità ed ai suoi compiti immediati comporta una realistica politica ri.vendicativa differen-· zia.la a tutti i livelli e coordinata nei suoi obiettivi yer,e– rali, tenendo ·conto delle di!Jerenziazioni determinate dal processo tecnico» è un gioco di pawle. Ed è anche peggio affermare che questa politica ri– vendicati~,a comporta « un chiaro ùnpegno del sindaca{.o ver una, politica di sviluppo economi.co , che nJ.iri alla piena occupazione, al supMam.enlo degli squilibri tra pro– g1·esso tecnico e vrogresso sociale e alla rinascita delle region-i nie·1·idionali e delle isole». A parte in[alti la vi. sione miracolistica, un'indicazione di questo genere, non convalidata'. da indicazioni circa il modo in cui l'azione di• retta, di fabbrica, può svilupparsi in azione generale di 1·iforrna delle shuttnre rimanendo nell'ambito sindacale, riconferma prat.icarnente tntta la condizione sindacale at– tuale. Azione .sindacale è quella rivendicativa; l'azione ge– nerale è azione politica, parlamental"e, affidata nominai~ mente al sindacato, ma in realtà praUcata soltanto dai partiti. E da ciò la subordinazione del sindacato, inca– pace di operar~ in j_)t}ma persona, con i Propri strmnenti e per le vie che gli sono naturali, delle riforn1e di strnt– hll'a economica e sociale. Il convegno non ha mancato. di avvertire questa con. traddizione (alcuni accenni interessanti sono fatti, ad es., nella relazione G11tto). I\fa proprio le carenze di questo genern - avvertite e comunqlle tali solo in nn processo di sviluppo - impegnano a continuare. Il convegno non dovrebbe rimanere fine a se stesso, ma proseguire con convegni specifici, approfonditi, nei. quali non si abbia paura di affrontare quei cosiddetti « temi generali», çho sono poi in realtà delle indicazioni ideologiche indispen– sabili ad un orientamento nuov'o. La pubblicistica sull'economia sovietica è vastissima; ma man• c<mo i lavori d'insieme, capaci di offrire un quadro organico, almeno approssimativamente attendibile, dei vari aspetti di quel– la compless1 realtà, e della politica economica attuata dalla dì• rigenza sovietica in oltre un trentennio. Lo Schwartz e il gruppo di studiosi che h(lnno collaborato con lui hanno i:ercato appun– to, attraverso un'indagine laboriosa e scientificamente fondata, di colmare questa lacuna. ln un'opera di questo genere non pos– sono manrare difetti: ma nessuno che voglia farsi un'idea pro– pria delle linee maestre dell'economia sovietica (e quindi della struttura stessa della societa russa contemporanea) potrà fare a meno di valersi del copiosissimo materiale raccolto in quest'opera e del tentativo compiuto dal prof. Schwartz e dai suoi collabo– ratori di trarne una interpretazione intellegibile e valida anche per il futuro. Volume del formato 16x23, di pagine XVIIl-736 con sopraco· perta a coto;•i di D. Boschi, in vendita àl prezzo di L. 6000

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