Nuova Repubblica - anno V - n. 30 - 28 luglio 1957

(175) nuova' repubblica 5 - Sopra il governo la capra campa sotto il governo la capra crepa (J)i8. dl Dino IJoschi) I SETTE GIORNI NEL MONDO Lfl PRIJDE~Zfl DI BOURGUIBfl L 'INIZIATIVA presa dal partito del Neo-Destur di convocare l'Assemblea Costituente per deliberare sulla forma istituzionale del giovane stato della Tunisia, prende le mosse da alcufli scahdali recenti scop– piati attorno alla famiglia regnante, ma si propone fina– lità molto più ambiziose. Il rimodernamento istituzio– nale della Tunisia, ra proclamazione della Repubblica, l'eliminazione di un bey chiamato sul trono dal mare– s.ciallo Juin nel 1943 e rimastovi durante le alterne vi– cende che hanno condotto all'indipendenza del paese fanno parte dell'ordine naturale delle cose. La Tunisia è il più evoluto dei paesi dell'Africa settentrionale e presto o tardi le sue istiluzioni politiche dovevano ade– guarsi al suo grado di evoluzione civile. Ma la proclamazione della Repubblica tunisina ri– sponde probabilmente a scopi molto più lungimiranti e perciò mette in stato d'allarme non solo alcuni ambienti francesi, ma anche e soprattutto il nuovo regno libico, il regno dell'Arabia saudita e lo stesso sultano del Ma– rocco, il cui ritorno sul trono segnò tuttavia il ritorno all'indipendenza del suo paese, del quale egli era diven– tato, grazie alla sua deportazione, il simbolo più rappre– sentativo. Essa, nel rimettere in discussione l'istituto più o meno decadente e più o meno assolutista della monar– chia, che vige ancora in quasi tutti gli stati arabi indi– pendenti del Mediterraneo e del Medio Oriente, apre nuove vie alla riorganizzazione dell'Africa settentrionale francese e forse anche alla più ampia riorganizzazione di tutto il mondo arabo nel Medio Oriente. Il leader politico della Tunisia, Habib Bourguiba, sta esercitando da molti mesi un'intensa e non ineffi– cace azione di mediazione tra la Francia e i naziona– listi algerini del FLN. Il nazionalismo algerino, riorga– nizzato in Egitto, sotto l'egida di Nasser, quando la Tu– nisia lottava ancora per riacquistare o consolidare la sua indipendenza nazionale, aveva assunto, dietro l'ispi– razione egiziana, un carattere violentemente intransi– gente e antifrancese, di cui l'azione terroristica di Me– louza è stata un esempio tragico. Ma, da alcuni mesi, il FLN algerino, che ha bisogno dell'aiuto della Tunisia (ed anche del Marocco) per riordinare le sue file e per sfuggire alla cre_scente pressione militare francese, su– bisce sempre di più anche l'influenza di Bourguiba. Non esiste un contrastq aperto tra Bourguiba e Nas– ser sulla questione algerina; entrambi vogliono l'indi– pendenza dell'Algeria; ma la vogliono in modo diverso e per scopi contrastanti. Nasser vuole infliggere un nuovo scacco a una gran– de potenza europea, vuole esasperarne l'orgoglio nazio– nale ferito, vuole apparire il leader incontrastato del nazionalismo più intransigente ed attrarre nell'orbita egemonica della dittatura egiziana tutte le nazioni del– l'Africa settentrionale e del· Medio Oriente. Per gli stessi strumenti di cui egli si è servito sul piano internazio– nale - l'esasperazione dell'odio arabo contro Israele e 1a nazionalizzazione del Canale di Suez, che ha condotto al conflitto militare con la Francia e l'Inghilterra - Nasser è stato costretto a mantenere la dittatura all'in– terno e ad accettare rifornimenti dal blocco orientale contro alcune delle potenze del bloc~o occidentale. Bourguiba, invece - anche perchè l'indipendenza tu– nisina è di data assai più recente ed è tuttora condizio– nata dalle intese economiche con la Francia - è molto più cauto del dittatore egiziano, è fàutore di un regime democratico all'interno e _non intende uscire dal mondo occidentale nel quale il suo paese s'inserisce geografi– camente; egli non è affatto disposto a subordinare la sua a7.ione per l'emancipazione dell'Africa settentrionale francese alla benevolenza e agli aiuti di un particolare blocco di potenze, nè di quello occidentale 1 nè di quello orientale. Egli vuole l'indipendenza del mondo arabo per i suoi meriti intrinseci, non per mercanteggiarla ,.con– tro una neutralità favorevole all'URSS, nè per favorire l'espansione sovietica ,nel mondo arabo. Mentre Nasser incita gli algerini alla rivolta per la rivolta e si dimostra così, in questo come negli altri set– tori de1la sua.,).fz.,tcmeinternazionale, il fautore della po– litica del << tallto peggio tanto meglio)), Bourguiba, che pure non ignora l'ostinai.ione dei colonialisti francesi, incita invece i nazionalisti algerini, non già a rinunciare alla lotta armata, ma a lottare militarmente per conqui– stare la pace nell'indipendenza, ossia: per arrivare a una soluzione costruttiva del conflitto algerino, che possa garantire sufficientemente il milione di francesi d' Alge– ria in modo da indurre il governo francese a riconosce– re senza un ulteriore spargimento di sangue l'indipen– denza algerina. ->- A TALE scopo, Bourguiba si è fatto propugnatore di una federazione delle tre nazioni dell'Africa set– tentrionale, Tunisia, Algeria e Marocco, nel quadro del– la quale l'indipendenza algerina potrebbe assumere un carattere non vessatorio per la minoranza francese, da– to che egli concepisce tale federazione come uno stato suscettibile di manten·ere forti vincoli con la Francia. La proclamazione della Repubblica in Tunisia mette la Tunisia stessa in condizione di operare senza intralci dinastici alla costruzione di Questa federazione del Ma– ghreb e rappresenta una mano tesa verso la Francia per Ja ricerca di una soluzione pacifica del conflitto algerino attraverso l'inserimento deltiAlgeria indipendente nella costituenda federazione del Maghreb. Una mod.erna fe– derazione nord-africana metterebbe certamente in crisi le dinastie marocchina e libica, esercitando un'influenza democratica su tutto il mondo arabo, i cu·i sovrani feu– dali non possono quindi non dare segni di pr~occupazio– ne, come già ha fatto il sovrano dell'Arabia saudita, insieme con i suoi colleghi marocchino e libico. Ma, a più lunga scadenza, costituirebbe pure un contrappeso democratico all'influenza della dittatura egiziana. La Francia ufficiale ha sempre ·accolto finora con molte riserve le offette di mediazione di Bourguiba, ma molti emissari di Guy Mollet e ora anche di Bourgès– Maunoury si sono incontrati con rappresentanti qualifi– cati del FLN grazie alla mediazione di Bourguiba. Il quale non esita a indicare quali personalità francesi gli sembrino più qualificate, per la loro autorità e il loro coraggio polifico, a condurre definitivamente in porto un'operazione complessa, che richiede molta audacia e lungimiranza anche da parte francese, quale la conclu– sione della pace in Algeria e la realizzazione dei suoi progetti per tutto il Nord-Africa. Il mutamento della forma istituzionale di un piccolo paese come la Tunisia potrebbe dunque diventare il pre– ludio di una grande operazione politica, qualora la Fran– cia trovi degli uomini provvisti di sufficiente luçidità politica per riassumE!re l'iniziativa della democratizza– zione del mondo arabo nel riconoscimento delle varie indipendenze nazionali. PAOLO VITTORELLI I Ll~'t"rEUA DA PARIGI TERRORE CONTRO TERROHE L 'ASSEMBLEA Nazionale, accordando la fiducia al governo presieduto da Bourgès-Maunoury, ha dunque approvato il suo piano « antiterroristico», esteso alla Francia metropolitana, che è perciò, come la logica esige, un piano terroristico: terrore contro terrore, cioè campi di concentramento, arresti arbitrari, perquisizioni a capriccio, la polizia onnipotente. Si ha un bel dire che questi poteri speciali del governo, che questo piano è diretto contro i « ribelli algerini», i quali, bisogna ricordarlo, sono di fronte alla legge altrettanto cittadini francesi dei parigini e dei marsigliesi. Questi provvedimenti, in pratica, si possono estendere a tutti i « complici )>dei cc ribelli algerini ,,, e in certi momenti si fa presto a diventar « complici>>. Basta, per esempio, essere avversari del governo..... · Del resto, i sintomi di questa estensione interpreta– tiva dei poteri speciali del governo si fanno sempre più numerosi, e il più caratteristico, per quanto indipen– dente ·dai poteri speciali stessi concess: al governo, è il processo che il governo intenta al Monde, per un arti– colo dello scorso marzo in cui, con la consueta serenità, si giudicava inopportuno che poteri di polizia fossero af– fidati a reparti dell'esercito, nel caso specifico al corpo dei paracadutisti. L'accusa è di « diffamazione pubblica contro l'esercito)>. A questa denuncia, la Federazbne Nazionale dei Paracadutisti s'è unita chiedendo il ri– sarcimento dei danni morali (!) subìti nella somma di 20 milioni di franchi. Tutti i fascismi cominciano con queste truccature giu– diziarie prima di passare alla dittatura diretta, cic; al– l'arbitrio. Che questa situazione si sia creata sotto, anzi con la spinta di governi che si dissero - e magari si d!cono ancora - di sinistra, democratici, socialisti, ha un'im– portanza molto relativa. La situazione dimostra oggi l'assenza di una sinistra valida nel parlamento francese. Isolati ne( paese dal loro persistente stalinismo, i comunisti aggiungono equivoco all'equivoco. Essi parlano un linguaggio grottescam-.::r..te nazionalista a cui fanno seguire degli atti - o più pre– cisamente dei gesti più simbolici che altro - sul cui ca– rattere è quasi impossibile dare un giudizio: son patrioti, sono internazion.:.listi, esaltatori o nemici della patria? Intanto, pur forti dei loro milioni di tenacissimi séguaci, i comunisti non contano nella politica ·francese; essi sembrano attendere incerti e rassegnati qualche grosso avvenimento, di cui saranno le prime vittime, pronti a diventare perseguitati e martiri, a entrare nella clan– destinità. Ma se una volta si sapeva ·che così facevano perchè l'URSS tirava dei vantaggi dal loro sacrificio, oggi quale utilità potrebbe mai ricavare l'URSS - anche ammettendo che avesse conservato uno ,spirito stalinista - da uno schiacciamento dell'organizzazione comunista francese? Perciò molti si rifanno la domanda: dove sono oggi gli uomini e i movimenti capaci di salvare la democra– zia francese? Che ci siano, lo sappiamo. Ma essi sono, per la maggior parte, fuori del parlamento. Dentro, Mendès– France è oggi più isolato che mai benchè - strano feno– meno - in privato 1'80 per cento dei deputati gli dia ' ragione. Fuori, i gruppi dei teorici delle sinistre possie– dono ingegni poderosi e penne magistrali, ma scarsis– simo seguito popolare. C'è chi spera nella risurrezione - sarebbe meglio dire nella redenzione - della vecchia SFIO. Tutti sanno che nel suo seno bollono esasperate volontà di rivolta. Esploderanno? E se esploderanno, quali ne saranno le conseguenze? C'è chi ha accusato Guy Mollet di tradimento verso il suo partito per avergE imposto la sua politica alge– rina; c'è chi assicura che Guy Mollet ha subìto la poli– tica algerina voluta dal suo partito, o almeno daìla sua grande maggioranza. E ciò perchè la SFIO non è più formata da elementi proletari, pcrchè la sua base ope– raia è ormai minima. Per questo anch'essa sarebbe oggi vittima di quella crisi nazionalista che da un paio d'anni ha sconvolto tante coscienze francesi. La maggioranza dei « socialisti >) dela SFIO, di fronte agli avvenimenti algerini, si sente (< nazionalista ». QuestO stupido episodio algerino, che i iaburisti in– glesi avrebbero liquidalo brillantemente e con vantaggio per il loro paese, ha provocato invece in Franc:a un~ crisi morale che, vogliamo bene sperare, non ..ndra oltre un periodo di disagio. La crisi algerina volge al suo termine, e tutti gli sforzi sono diretti a salvare le apparenze, cioè l'amor proprio della Francia. ~a la Francia serra i denti e fa lo sguardo feroce. C'e della gente pronta alla tirannide e al massacro. Molti stanno perdendo la testa. E tuttavia noi non vogliamo credere che la Francia arriverà a un fascismo imposto dalla maggioranza della SFIO e del partito radicale, un fascismo che pre~de– rebbe inevitabilmente in breve volger di tempo le stesse caratteristiche radicalmente reazionarie anche nel cam– po economico e sociale di tutti i fascismi. GIUSEPPE ANDRICII·

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