Nuova Repubblica - anno V - n. 30 - 28 luglio 1957

4 GIOVANI E UNIVERSI1,A' D,OPO RIMI·NI Di fronte alla rinnovata iniziativa goliardica, gli studenti callolici hanno di– mostrato di saper compiere alcune scelte decisive. Lo stesso dilemma si pone tanto agli "indipendenti,, come ai comunisti: il movimento stuclenlesco 11011 può essere nè una corporazione tecnica nè una cinghia cli trasmissione dei partiti di GERARDO MOMBELLI P ARE di poter affom1are con tranquillitù. che gli equl– vod e i travisamenti più grossolani del Congrnsso di Rimini, sui quali amici e avversari facilmente e superficialmel1le avevano speculato, si sono chi1:11·iti,e i i·isultati congressuali, ottenuti per la vittoriosa irnposta– ;i;ione e linea di condotta della Unione Goliardica. Italiana, si pongono oi-amai corne nuovo momento di chia1·ifìca.zione e di indiscutibile conquista del movimento studentesco. IL tirnore, e talvolta la violenta accusa, che. l'UGI, aprendo una nuova n-1.gionata p1·ospettiva di collaborazione con l'Intesa - da realizzarsi a tutti i livelli della Rap– pt·esentanza per dare al 1novimento studentesco unità e coel'enza, condizioni di soprnvvh·en;:,;a e svHuppo -_inten– desse abbandonare o cedete qualche cosa sulle sue posizioni di intransigente -laicismo, si l'ivela superato e smentito dai git1dizi da più parte fomrnlati sulla nostra scelta, da un'attenta 1·iflessione sugli ulti1ni an,enimenti della poli– tica genen1le· del paese, infine dai fatti stessi della rnp– presentonza. La p1·esa in considerazione, jnfa.tti, dei pro– blemi e dei pericoli dell'incon)bente integ,·alisrno fanfa– niano, tendente a pono una, pesante cappa di confol'mismo e cli 'j\libertà su tutti i settori della vita pubblica. e così anche sulla scuola - che deve essere, per tradi,-,ione e definizione, centi·o di cultul'a e cli libern dibattito e perciò cli laicisrno - di,nostra che, p1·op1•io nel ,nomento in cui ·1a classe politica fanfaniana si mosti-a disposta a.i pili vergognosi comprnmessi,. superando' i limiti dell; stessa tra– dizione democristiana di governo, il nostro compito è di richiamare alle esigenze e ai clovel'i del laicismo i cattolici, che non vogliono fa:r coincidere la loro posizione con' quell~. clericale e cli destra. degli ambienti attualmente dominati dalla DC. . Un'impostazione di questo tipo ha tenuto conto, olb'e a tutto, del di~erso atteggiamento elci movimento cattolico universitHio, il quale, abbandonata la pretesa di fare degli organismi rappres'entativi gli stmmenti di creazione cli una nuova cultura, accettava la. rapp1·esentanza come occasione e mezzo di iniziativa politica, Nel momento in cui i cat– tolici organizzati sentivano direttamente l'impegno per ·la J"iforma universitaria, essi cli fatto compivano un primo pasSo in1portl\nte verso l'autonornia. 1\ssumendo i dati nuovi nello schieramento delle forze universitarie e nella situa:i-;ione generale del paese, i go– Hardi non rinnegavano alcun passato « anticlericale »: se mai ne registravano il successo, se è vero, come è vel'o, che attraverso quell'« anticle!'icalismo » sbno state poste le p1•e– messe di una nuova e più proficua collabol'azione. Queste osservazioni sono da rivolgel'e sia a quei go– Jiardi che hanno lamentato il tradimento dei principi laici, sia a quei cattolici che anche l'ecentemente - per esempio sul giomale della li'UCI, Ricerca - hanno concluso trion– fanti che l'Unione Goliardica Italiana aveva., finalmente, 1·iconosciuto i prop1·i errol'i emancipandosi dalle posizioni miopi in cui avrebbe finora vissuto. Se dunque la politica plUl'iennale con l'Intesa univer– s.ita1·ia, Accusata di svalutare l'impegno dirrtb1n-1ente poli-. tico degli 00.RR. , e con la li'UCI, a cui si l'improverava la « distrazione apostolica», ha dato i suoi frutti e .se d'altra pal'te « Jaico » sta a indicare chi si batte p0r un certo rrietodo di condurre la lotta politica attraverso li dibattito delle idee e non laico chi fa valere la propria presenza soltanto in base al numero, possiamo a buon di- 1'.itto riconfermare la validità dell'impostazione sostenuta a Rim.in.i dal Consiglio della Golia1·clia, col consenso cli tutti i goliardi che vivono fuori dagli schemi e dalla politica. precostituita, Nella n,isura in cui l'Intesa. unive1·sitaria approfondirà nlteriormente il prnprio impegno politico in autonomia - è il caso dell'Organismo di Napoli, dove i cattolici hanno sottoscritto una mozione che rigetta totalmente il pro– getto cli legge Fanfani per le borse di studio - e l'UGI mantcnà intel'a la p1·opria capacità di critica spregiudicata, cioè di iniziativ'a, .l'avvenire della rappresentanza sarà stabilmente legato a queste forze, che, sole, possono inten– dere con serietà il senso della loro presenza e della loro battaglia nelle università italiane. Un discorso particolare meritano gli indipendenti che al congresso cli Rimini e nelle sodi vanno riaffermando la lorn attività.. Sin dall'inizio si è cercato cli comprendere 1e ragioni di questi gruppi che, pur presentandosi con sfumature e ca– ratteristiche le più diverse da caso a caso, indicano l'esi– stenza di nno stato d'animo piuttosto uniforme e· diffuso. Invero non è stato difficile scorgere, di volta "in volta, nelle affer1nM,ioni di « antiele1·icalismo » jmp1·ovvisato, di «tecnicismo», cli «sindacalismo», ecc. un rifiuto della. «politica», che, pu.r avendo 01·igine da alcune effettive inef– ficienze dell'Unione na;.,,ionale o carenze del movimento studente~co, finiva con lo svalutare la. storia e il signifi– cato profondo di questi, anivando a pl'oposte pa1·ziali e tendenzialmente c01·porntive sen;,;a che gli interessi degli studenti fossero legati ad una prospettiva più ampia cli l'in– novamento e di sviluppo dell'università italiana. Pl'Opt·io nella valutazione, am::i nella giustificazione e comprensione delle lol'o rngioni si doveva rifìutarn di usarli corre massa di nianov1·a, ed· ora, superate le J'e– stanti incel'tezze e chial'ita anche 1·ispetto alle nuove esi– genze e ai nuovi pl'oblemi la strada dii perconere, si è in grado cli pone i gruppi indipendenti di fronte a. scelte precise, non mascherando la volontà e la consapevolezza di dovei-e, il movimento studentesco, fai' politica. Agli indipendenti dunque si de\·e dir-e che, proprio per-ché è necessa1·io a'llargare le basi della democrazia uni– versitmia chiaffrnndo alle comuni battaglie nn sempre mag– gior muoern di studenti, la lom pòsizione ·1-isulta sostan– zialmente equivoca e contraddittoria e pe1-tanto dannosa al consolidarsi e al progredire del moYimento studentesco. Tra i fatti più l'ecenti mette conto considerare Ja nre– sentazione cli liste comuniste in varie sedi e particolarmente a Roma per le elezioni dell'o1·ganis1110·1•appresentativo. Qui i comunisti, pm· essendo inse1·iti nell'UGR, prn– tendevano di t1·altare con J'àssociazione goliardica, su que– stioni pl'Ogrammatiche e di condotta elettorale, dal cli fuori, evitando un dibattito ed una chiar·ifìca~ione che non poteva non esse,·e d~battito e chiarifica;,;ione d'asso– cia;,;ione, Il logico it-rigidimento del direttivo clell'UGRr che si rifiutava di venire a patti con qualsiasi raggruppa– mento esterno - e per di più pal'tit.ico - dete1·minava le dimi~:,:ù;gti di un membro comunista dal clfrettivo, e,, ap– punto/ èòme si è detto, la presentazione di una 1.ista comunista. Ùl'a, di fronte a questa iniziativa dei giovani comu– nisti, iniziativa che si è ripetuta a Pisa ed in altre città, e di fronte al dubbioso atteggiamento della FOCI che evita cli prnndere posizione chiara su questi problemi e autol'izza di fatto la p1'esentazione di liste proprie, pur non l'inneganclo la pa1tecipaz.ione al movimento goliardico, è necessario ribadire una fondamentale esigenza di chia- 1·e;,;za e .consegnenzialità da ~!2.arte degli unive1·sitad co– munisti. J NTANTO, conviene sottolineare il chial'o su~cesso che nelle più recenti elezioni l'UQI ha 1·ipol'tato, dimostran– do che il processo cli chiarificazione politica, persegulto ri– gidamente, comincia a dare i suoi frutti positivi anche sot– to il profilo dei risultati elettorali. A Roma, no11ostante la p1·esentazione con lista autonoma dei corrù111isti, e la cam– pagna contraria dei libera,li, espulsi per le note ragioni dall'associazione, la lista goliardica ha aumentato i suoi voti l'ispetto alla scorsa consultazione. A Pisa, i liberali presentatisi con una. nuova lista hanno ottenuto qna notevole quantità cli' voti, ma senza incidere suJl'elettorato goliardico, li trnvaso si è, infatti, compiuto all'interno delle liste qualunC}uiste e di destra. Anche qui i comunisti si sono p1·esentati con Jista prop1·ia. Mentre la riafferrnata capacità di resistenza ed espan– sione delle liste goliat·diche, all'insegna della chiare;,;;,;a po– litica e programmatica, viene a confortare la validità delle tesi p1·evalse al IX Congresso clell'UGI, vanno tenute nel debito conto le nuove collaborazioni instaurate tra UGI e Intesa in alcuni 00. RR. A Firen;.,;e, dopo una. gestione di monocolol'e cattolico, si è giunti, in seguito alle ultime ' ele.-.ioni, ad una giunta cli collabOrar;ione con una linea politica programmatica omogenea a quella della rappre– sentanza nazionale, così con:1e era stata definita al Con– g1·esso di Rimini. A Napoli, dove i goliRrdi si erano man– tenuti pet· più cl.i un ~nno in una intransigente oppÙsizione ad una giunta formata dall'Intesa con ( liberali espulsi dall'associazione e alt1·i indipendenti, dopo il Congresso <li Rimini, si è avuto, un netto rovesciamento delle posi– zioni. L'Intesa infatti apriva la crisi della giunta, ren– dendo possibile, sulla base della nuova piattafomu1 pro– grammatica auspicata dai goliardi, la formazione di una giunta cli collaboraz.ione, dalla qt1ale sono esclusi i li– berali dissidenti dell'associazione. Nel complesso, appare evidente che tutto il movimento studentesco è sensibile al mntamento di prospettiva ed ai chiarimenti intel'venuti a Rimini, (175) nuova, repubblica STORIA . DI UNA INIZIATIVA OPERAIA (continua.z. da pag. 3) di elaborare un preciso programma rivendicativo: chiaro monito, questo, alla pigra routine amministrativa dei funzionari locali. Era fatale del resto che nella sua iniziativa e nella sua azione la corrente venisse a urtarsi con le gerarchie sindacali costituite e con l'« organizzazione»: è una esperienza che ciascun. gruppo operaio nuovo, organizzato in senso autonomo, dovrà fare. Le reazioni difatti non sono mancate negli ambienti politici della sinistra geno– vese: mentre n Lavoro, organo della federazione del PSI,, si limita.va a manifestare una generica diffidenza nei confronti del fatto nu'ovo · di una corrente sindacale capace di inserirsi nella CGIL fuori di ogni compromesso di vertice, i comunisti, senza rompere il prudente riserbo ufficiale, saggiavano il terreno ricorrendo in un -primo tempo alle co~suete armi della diffamazione e dell'inti– midazione, e poi, in un secondo tempo (di fronte al successo della corrente), all'ancor più consueta arma delle lusinghe cariche di poteniialìtà trasformistica. Ed è questa tattica la naturale proiezione reazionaria della progressiva esperienza organizzativa che ha costituito la novità storica del PCI: ogni nuov;i iniziativa operaia deve infatti porsi questo problema (l'organizzazione), e in condizioni di lavoro anc6ra influenzate dai tentacoli dell'organizzazione comunista che, in virtù della forza ob:ettiva che le offre un lungo collaudo, tenderà sempre a divorare con· un gioco tradizionale di violenze e lusinghe ogni organizzazione nuova, c·ioè ogni iniziativa operaia autonoma che si traduce organizzativamente. Maturata la crisi della politica comunista, le strutture burocratiche" rimangono in piedi ricche ormai solo della lorg efficacia sterilizzatrice di ogni nuova iniziativa operaia. Tuttavia si commetterebbe un grave errore nel voler ipotizzare manicheisticamente l'apparato come il «nemico»: l'ap– parato, che è l'ossatura di un partito, rimane sempre un argine contro il fronte borghese, al di qua del quale va ricostruita I'aiternativa. E il problema non é natu– ralmente problema di uomini (non dimentichiamo fra l'altro che il successo polacco è stato in parte notevole dovuto al ricupero di ampi settori dell'apparato,"'ricupero che ha permesso di iniziare la saldatura fra Stato e Consigli operai), ma problema politico, cioè problema di rapporti di forze: si tratta in sostanza di contrapporre organizzazione democratica a organizzazione autoritaria, met0do democratico a centralismo burocratico, propa– ganda moderna e rivendicazioni concrete a luoghi co– muni e a parole d'ordine svuotate, studio di problemi a faciloneria ,e ignoranza. J~roprio per q~esto l'intransi– genza è l'unico metodo che possa consentire a questi gruppi operai d'avanguardia di giungere al successo, cioè a quella maggioranza democratica che consentirà la verifica dell'appaì·ato stesso (verifica dei (<quadri» fatta dalla base!) e 1l riconoscimento dei quadri sinda– cali maturati nella nuova esperienza. L'iniziativa operaia è dunque, per le condizioni stesse obiettive dei rapporti di forza in cui s'inserisce - burocrazie sindacali, man– darinismo,· allettamenti scissionistici -, costretta a trovare la sua organizzazione più funzionale e a porsi, in prospettiva, come forza egèmone di tutte le forma– zioni sindacali che essa deve conquistare dall'interno. In questo senso l'ampiezza delle prospettive rappresenta un'esigenza di vita: senza un allargamento del fronte della lotta, senza una continua ricerca di solidarietà e una continua sollecitazione di iniziative affini, la lotta, chiusa in uo. settorialismo che contraddice i princìpi, è votata all'insuccesso. E proprio per l'intuizione e la consapevolezza di ciò, che esiste nei suoi uomini, g1i obiettivi aella Corrente sono giustamente ambiziosi: rivolgersi direttamente alle masse· lavoratrici promuo– vendo la costituzione di correnti simili in altri sindacati di categoria. Invitare anche gli organizzati in alt,re cen– trali smdacalì a lottare sulle posizioni di Rinnovamento Sindacale, e a superare di slancio la resistenza di quei dirigenti che si prevede ben' più ostinata di quella offerta dai dirigenti comunisti. Determinare infine il più vasto movimento possibile nella base di tutti i sindacati con il fine di un sindacato unico, classista, democratico: un obiettivo non nuovo, ma che infine scende datrolimpo dell~ parole d'ordine per prendere corpo attraverso l'azione coerente della classe operaia. Se la strada del rinnovamento sindacale passa, come s'è detto, per questi gruppi, è d'altra parte ovvio che un gruppo solo non può portare a compimento una impresa così difficile e irta di difficoltà, Sono necessari tanti « gruppi», è necessario un efficiente scambio fra essi e coi gruppi dirigenti « aperti», è hecessar'io che il PSI, direttamente interessato a questi sviluppi (almeno stando alle sue impostazioni sindacali e nonostante le troppe reticenze e diffidenti ostilità della federazione genovese nel caso in questione), li stimoli e li appoggi in ogni modo, pur rispettandone la gelosa e costitutiva autenomia. Comunque, per quanto tale catena delle «necessità» possa allargarsi, ci è parso utile proporre qui come test l'esperienza della. Corrente dei portuali genovesi. Proprio con questo ,tipo di prassi nuova si approfondisce e si verifica l'ideologia. Prendiamone, atto come della prova che un periodo della storia del movimento operaio si è concluso - quello, stalinista, del' socialismo in un solo paese -, e che siamo entrati fo un periodo nuovo di più cònsono internazionalismo, che trae dalla democrazia di base dei Consigli operai (e da noi, in mancanza di un più spinto approfondimento pratico-teoretic.o, dalla parola d'Ordine del sindacato autonomo e democratico e clas– sista) la sua ispirazione centrale. CLAUDIO ·COSTANTJNJ • EDOARDO GRENDI

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