Nuova Repubblica - anno V - n. 30 - 28 luglio 1957

(175) nuova repubblica 3 DAI PORTUALI DI GENOVAUN APPELLO AL RINNOVAMENTO SINDACALE STORIA DIUNA INIZIATIVA OPER La Corrente d'Iniziativa e Rinnovamento Sindacale, sorta recentemente a Genova fra i portuali della CGIL, ha posto in concreto il problema _dell'autonomia operaia dagli appa1·ati e dai partiti e può essere considerata un signilìcativo "test,, del processo generale di trasformazione democratica del sindacato di CLAUDIO COSTANTINI e EDOARDO GRENDI S E LA CRISI dello strumento sindacale è uno dei fatti più drammatici dell'attuale momento politico, è altresì vero che esiste la possibilità di ricuperare su una posizione unitaria e moderna l'assenteismo di molti operai, dato che questo assenteismo ha assai so– vente più il significato di una rivolta contro le buro– crazie sindacali costituite e ferme su posizioni ana– cronistiche, che non quello di una resa di fronte al padronato. Proprio per questa reale possibilità di ripresa esistono ancora élites sindacali e dirigenti che hanno cominciato a lavorare in una direzione nuova ma che rimarranno 'isolati· e senza possibilità nè di verifica nè di successo, se non avranno l'occasione di saldarsi intorno a gruppi operai di iniziativa, decisi a far Valere positi– vamente, in modo· responsabile e organizzato, le esigenze dem·ocratiche e la volontà di emancipazione della base ]avoratrice. Attraverso tali gruppi passa necessariamente la strada del rinnovamento sindacale: esiste infatti una stretta analogia fra la lotta che si combatte in Italia per un sindacato unitario e demqcratico e la lotta che si combatte nel mondo comunista per la conquista dei Consigli operai, e l'analogia è data sia dallo strumento comune (la democrazia di base), sia dall'obiettivo pole– mico (l'apparato che rimane legato alla vecchia direzione staliniana). Aggiungiamo che è proprio questa con– vergenza che vieta di guardare alla soluzione del pro– blema sindacale italiano come a un'unificazione di vertici - esclusa dalla dinamica dell'azione capitalista e dalla eventuale dinamica dell'azione operaia· - che proponga il rapporto politico fra capitale e lavoro in termini « unionisti», come dialettica fra due grandi centrali di potere naturalmente inserite e cointeressate alla situa– zione sociale esistente di fatto: è proprio per questo che l'azione di hrli gruppi operaj .risoJve già un problema di potere, analogamente a quello svolto, d"iversamente, dai Consigli operai. Beninteso, c'è tutta una ricca feno– menologia della battaglia che non va trascurata, che anzi va attentamente vagliata e studiata come metodo– logia concreta, per non correre il rischio, evidente nelle prime impostazioni ideologiche (Guiducci, Giolitti, Ono– fri), di ridurre tutto il processo all'affermazione astratta della « funzione dirigente della classe operaia nel pro– cesso produttivo». In questo senso l'esperienza genovese della << Cor– rente di Iniziativa e Rinnovamento sindacale » (aderente alla FILP) può offrirsi come test, relativo a un parti– colare ambiente scarsamente soggetto al rinnovamento tecnologico ma non per questo meno istruttivo. I portuali genovesi costituiscono per le· condizioni di lavoro che si sono conquistate e per l'intelligente, orgoglioso individualismo che è tipico della loro men– talità, un ambiente ·operaio particolarissimo: forti di ·una relativa sicurezza di lavoro, ricchi di uti'antica e gloriosa tradizione di lotte,. dotati insieme di una solida coscienza di classe e di una viva sensibilità per i pro– blemi della democrazia e della libertà, essi si sono man– tenuti fedeli fin qui all'organizzazione sindacale unitaria, neutralizzando ogni tentativo scissionistico ma opponendo al tempo stesso alla burocrazia sindacale della CGIL un fermento sempre vivo e difficilmente eludibile. La scarsa sollecitudh:ie che i dirigenti sindacali hanno mo– strato, qui come altrove, nel mantenere un efficace contatto con la base operaia, ha fatto sorgere il bisogno di un esame dei problemi della categoria, assunto diret– tamente dagli operai, fuori dei tradizionali quadri sin– dacali. Fu così che nei primi mesi dello scorso anno un gruppo di operai deJla sezione Merci Varie del Ramo Commerciale si costituirono in Commissione promotrice per la rivendicazione di una Tariffa Unica Nazionale per i lavoratori portuali, tariffa che ·ru discussa e pub– blicata nel 1945 (IL faro, n. 8), ma sul cui iter legislativo si è mantenuta ·l'oscurità. Le caratteristiche della « for– faitizzazione » nel Porto di Genova, che presenta la tariffa complessiva più elevata, sono costituite dagli esorbitanti profitti delle Imprese di sbarco e imbarco e da una paga della mano d'opera inferiore a que1la corrisposta nei porti di Livorno e Civitavecchia (dal forfait complessivo più basso): éosicchè un ridimensio– namento della tariffa e delle sue voci, che interessa anche il gruppo armatoriale (come hanno dimostrato la solidarietà di 24 ore e del Corriere mercantile), è possi– bile pur con un incremento del prezzo corrisposto alla mano d'opera vera e propria. L'azione della Commissione, che implicava ovviamente un riesame del non chiaro operato dei dirigenti de11a locale FILP, incontrò la concorde ostilità degli organismi sindacali e delle auto– rità portuali: solidarietà che, in questa occasione, non poteva non destare preoccupazioni. Fu del resto tale ostilità che costrinse i membri della Commissione ad organizzarsi permanentemente in corrente sindacale nel– l'ambito della FILP. La breve, contrastata attività della Commissione era -stata sufficiente a chiarire la portata del contrasto con i locali dirigenti del sindacato: la divergenza si era ormai trasferita dall'originario terreno dei problemi tecnici e rivendicativi a quello più ampio e impegnativo della politica sindacale; così, non per deduzione teorica, ma per la logica stessa dell'azione intrapresa, ad un pugno di operai si presentava l'arduo obiettivo di un radicale rinnovamento democratico delle struttura e dei metodi di lavoro del sindacato: rinnova– mento sentito oramai come condiz.ione necessaria per il proseguimento e il potenziamento dell'azione unitaria. Il programma della Corrente fissava in « dieci punti,, i postulati essenziali di un sindacalismo libero da ipoteche di ·partito e restituito alla sua autonoma · e insostituibile funzione di difesa degli interessi econo– mici dei lavoratori: proprio l'esigenza di una caratte– rizzazione ..Polemica nei confronti degli schemi leninisti e delle esperienze comuniste induceva a battere l'accento sull'autonomia, sulla struttura democratica dell'organiz– zazione sindacale e sul suo carattere « permanente», oltrechè sull'inevitabile carattere anti-operaio di ogni attentato contro le libertà del cittadino, principio che rappresenta una prima saldatura, e di non poco mo– mento, fra sindacato e società politica oltre all'indica– zione generica di una funzione orientativa del sindacato nei confronti del partito. Nell'ampiezza stèssa degli enunciati sarebbe sciocco vedere ·solo una superficiale genericità: in realtà in quei postulati si esprimeva e si _esprime l'ispirazione unitaria della corrente, e del resto è abbastanza ovvio. che senza una massima am– piezza di impostazioni non si fa politica, senza una egemonia ideale non si può conquistare un'egemonia reale, non si possono cioè stabilire prospettive e alleanze ma ci si rinchiude nel settarismo. Data 1a presente situazione di crisi ideologica e_prp.tica del movimento operaio italiano e delle sue forze politiche, ogni iniziativa operaia nuova, che si svolga sul terreno attuale, contiene in sé necessariamente e in toto le soluzioni future. L'iniziativa di Rinnovamento Sindacale, proprio .:~,,_ perchè manifestamente libera da ispirazioni o condizio– namenti estranei all'ambiente dei lavoratori e insieme priva di spiriti scissionistici o settari, ha ottenuto note– volissimi successi presso i lavoratori portuali, nonostante le prevedibili resistenze dell'apparato: la corrente conta oggi quasi 400 iscritti e sette sui quindici componenti il comitato direttivo della sezione sindacale della << Com– pagnia Unica» del Porto. Questo è. appunto il risultato della serietà e dell'entusiasmo con il quale gli attivisti della corrente hanno affrontato il problema, certo non facile, di conciliare il massimo dell'efficienza e della combattività con il massimo della democrazia: perchè compito essenziale della corrente rimane quello di ri– chiamare la base lavoratrice allo studio e alla difesa diretta dei problemi della categoria, sia per spezzare la cortina di ferro delle competenze tecniche che fin qui ha separato i dirigenti dalla base, sia per preparare nel seno stesso della classe lavoratrice, fuori delle tradizio– nali influenze di partito, una nuova leva di quadri sindacali capaci di prefigurare la fisionomia di quei nuovi dirigenti cui si affiderà l'ossatura organizzativa dell~auspicato sindacato unico. A tali fini risponde effi– cacemente ·il tipo di orgahizzazione che la corrente si è data: l'organo sovrano è l'assemblea degli attivisti che siede in permanenza e che costantemente svolge, oltre l'opera di direzione, la funzione di controllo sugli elementi di volta in volta incaricati dell'esecuzione delle deliberazioni dell'assemblea. Ogni iscritto ha in tal modo la possibilità di determinare la politica della corrente nella misura del proprio impegno di lavoro. La colla– borazione di tutti, in tal modo realizzata, ha. portato la corrente a un livello di efficienza e ·ai competenza tecnica per nulla inferiore a quella dei sindacalisti di mestiere; in effetti ir prestigio della corrente è affidato, oltrechè alla sua decisa richiesta di una noil ii]u.,oria democratizzazione della vita sindacale, alla sua capacità (segue a pag. 4, 3.a col.) 10 PUNTI PROGRAMMATICI Riproduciam.o i 10 punti programmatici della << Corrente di iniziativa e rinnovamento sindacale» aderente alla FILP: 1) Nei rapporti di produzione i lavoratori apparte– nenti allo stesso ramo produttivo sono legati fra loro da-interessi comuni ed>il Sindacato è la pri– ma ed insostituibile forma di organizzazione costi– tuita volontariamente dai lavoratori per la difesa di tali interessi. 2) Il Sindacato deve essere unitario, deve, cioè,·poter raccogliere, senza distinzioni di. fede religiosa o di opinioni politiche, tutti· i lavoratori, poichè solo nell'unità sindacale è possibile una valida difesa dei loro interessi. 3) L'unità sindacale postula due condizioni essenziali: a) che il Sindacato non si richiami a princìpi ideo– logici ·di parte; b) che non subordini mai la propria azione alla politica di un partito (Autonomia ed apartiti– cità del Sindacato). 4) La riconosciuta necessità dell'unità· sindaca/e non può, nè deve; pregiudicare fa libertà e fa demo• crazia ne/ Sindacato. La valutazione e la graduazione degli interessi da difendere, la determinazione delle forme e del tem– po di tale difesa in relazione ai rapporti di forza esistenti ed alle particolari congiunture economi– che, devono essere sempre liberamente discusse e le decisioni democraticamente prese con il con• corso di tutti i lavoratori sindacalmente organiz– zati. 5) Il sindacato, pertanto, deve avere una struttura organizzativo assolutamente democratica. Democra– tica deve essere l'elezione dei dirigenti a tutti i livelli, con voto sempre segreto e con libera pre– sentazione di liste di candidati. 6) Nel Sindacato devono avere pieno diritto di cit– tadinanza le « Correnti », la cui esistenza non compromette l'unità sindacale, ma la rafforza, vi– vificando il Sindacato con l'attivizzazione di un maggior numero di lavoratori, impedendo le don• nose cristallizzazioni negli organismi dirigenti (che inevitabilmente sfociano nel centralismo burocra– tico), garantendo un libero e democratico svolgi– mento dell'attività sindacale. 7) La necessitò dell'organizzazione sindacale per la difesa degli. interessi dei lavoratori è permanente. Anche quando, per il verificarsi di particòlari con• dizioni, fosse resa possibile ai lavoratori la parte– cipazione alla gestione delle imprese, oppure la diretta ed assoluta gestione delle medesime me• diante speciali organismi (Consigli di fabbrica o di Gestione), la funzione autonoma del Sindacato non verrebbe meno, perchè il Sindacato, oltre ad essere l'unico e insostituibile strumento di salvaguardia, tanto degli interessi generali di categoria quanto de– gli interessi di ogni singolo lavoratore (sempre espo– sto, quest'ultimo, a possibili arbìtri e soprusi), è in ogni tempo e circostanza elemento necessario di equilibrio, di controllo e di stimolo ai fini dell'effet• tivo progresso materiale è spirituale dei lavoratori. 8) Tra tutti i lavoratori, operai ed intellettuali, par– tecipanti alla produzione di beni o di servizi, esiste una fondamentale comunanza d'interessi. Pertanto è auspicabile che tutti i Sindacati di ca– tegoria confluiscano in un unico organismo federa– tivo, parimenti democratico, autonomo e apartitico. 9) Il Sindacato, che per le sue caratteristiche è un organismo a larghissima base sociale, non esprime una propria definita politica, ma non rinuncia ad influenzare e ad ispirare la politica dei partiti o dei movimenti politici, affinchè siano create con– dizioni sempre più favorevoli al progresso materiale e spirituale dei lavoratori. 1O) Il Sindacato è nato con le prime lotte per la li– bertà e la democrazia, ed è divenuto più forte con il rafforzamento della libertà e della democrazia. Pert~nto il Sindacato deve considerare come una minaccia alla propria ·esistenza, ogni tentativo, da qualunque parte esso provenga e contro chiunque sia rivolto, diretto ad annui/are o restringere le libertà fondamenta/i del cittadino, in primo luogo la libertà di parola, di stampa, di riunione e di associazione.

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