Nuova Repubblica - anno V - n. 30 - 28 luglio 1957

n U O T 7{l NRS/31.12.57 I/ ~ CESACLAUl)IO , Comitato direttivoz TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.}, PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Seg<. di redazione1 GIUSEPPE FAVATI. Oirez. e redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, te\. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, te1. 483-207,8. Autorlz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printsd in ltt1ly. St. l'ip. de cla Nazione•, Firenze, Via RicasoJi 8. 175 · ANNO V • N. 50 Un numero L. 40. Estero l. SO. Un numero arretrato L. 50, Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia,, Firenze. GIJ abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per lnser::zionl dl mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA ILFINTO BERSAGLIO di TRISTANO D OPO una fase di stagnazione, e nel settore che c'irtten:ssa perfino di regresso, la situazione po– litica interna si è rimessa in movimento in que– ste settimane, non senza relazione, diretta o indiretta, col nuovo terremoto sovietico. Possono essere i primi frutti della liquidazione del centrismo, come afferma con una punta di soddisfazione l'on. Nenni; o - ed è forse più esatto - la liquidazione del centrismo è uno dei sintomi più appariscenti del nuovo corso po– litico, che è alla ricerca di nuove formule e di nuovi schieramenti. Non c'è che da compiacersene, con la cautela tuttavia più attenta e più vigile: poichè nulla si fa da sé, ed è proprio questa la fase in cui si faranno luce, ·se c1 sono, le nuove forze della politica italiana. E chi avrà più ·tela, tesserà. Il primo fatto significativo di questo nuovo corso è stato certo il discorso di VallombrO$a, e quello che ---,;.--<..GR&i :.;J - anaJc cli n.c ha df;'Jto. e "'l)n h~1 detto. Al quadripartito o tripartito, già pugnalato a Roma (ma si trattava della pugnalata di Maramaldo, essendo esso da tempo una creatura morta), Fanfani ha dato, nel fresco di Vallombrosa, anche onorata se– poltura: lasciando simbolicamente a Scelba - il po– litico democristiano per tanti aspetti più vicino a Sa– ragat - il compito doloroso ma necessario del 'parce sepultis'. Che cosa propone il segretario della DC quale nuova prospettiva politica'? Un monocolore di maggio– ranza, una più grande democristianeria, che portando a compimento l'operazione di assorbimento della destra si proponga nello stesso tempo una serie d'interventi 'sociali'. Si deve per altro riconoscere a Fanfani, que– sta volta, una souplesse d'impostazione, una abilità dia– lettica non comune: la prospettiva maggioritaria non è infatti posta con grossolana violenza, ma al contrario come alternativa necessaria di fronte a un avversario– fantasma: la grande offensiva socialista-demoç_ratica nel– l'Occidente europeo. Fanfani ha costruito una sagoma dall'aspetto imponente, e contro di essa ha aperto il fuoco: pur sapendo, ovviamente, che solo di sagoma si tratta. Non esiste al presente nessuna prova, di nessun genere, che il socialismo democratico europeo sia nelle condizioni di predisporre una grande battaglia unitaria in tutta Europa per strappare la dirigenza politica ai cattolici: e basterebbe pensare che la rappresentanza ufficiale di esso è affidata, in Italia, ai Tanassi e ai Righetti, per accertarsene. E' vero che sono in atto alcune situazioni competitive che possono determinare a breve scadenza nuovi rapporti di forza (Germania, Inghilterra): ma è ardito, anzi senz'altro inesatto e falso, ch'esse rispecchino una volontà cosciente e coordinata di lotta del socialismo democratico europeo contro l'in– tegralismo cattolico. Perchè dunque Fanfani,ha eretto questa sagoma fa– sulla come bersaglio <lel suo tiro? Per due ragioni, entrambe assai valide. La prima, nettamente eletto– ralistica: si tratta di conformare finora la piattaforma di lancio della DC alla prossima consu'Itazione. Come raggiungere il massimo di espansione? Determinando il pànico delle destre per la possibilità di un grande successo socialista, che costringa la ·DC a capitolare sul terreno sociale; d'altronde, evitando la fuga dei voti di sinistra, coll'affermare esplicitamente una prospettiva ri– formista. in fondo alla quale - se la maggioranza assoluta non ci sarà - il contatto dialettico, o la collaborazione, coi socialisti, diventano impliciti. La ri– cetta elettorale di Fanfani è dunque bivalente: alle de– stre, venite con me per realizzare quel successo della DC che renda inutile ogni discorso coi socialisti; alle si– nistre, aiutatemi a liquidare le destre su un terreno di moderato riformismo, e costituitemi la garanzia di apertura a sinistra quando si renderà chiaro che la collaborazione coi socia1isti è indispensabile. La seconda ragione ·si fonda su un calcolo meno complicato, ma anChe su un'analisi più acuta. L'arma della difesa democratica contro il comunismo è un'arma spuntata che Fanfani lascia volentié'ri a Saragat: anche CODIGNOLA- i socialisti hanno fatto la loro scelta, l'intero settore comunista è in fermento. e nella Russia s6vietica è in corso una gigantesca battaglia per la liquidazione dello stalinismo. Chi griderà nelle piazze, fra sei mesi, al pericolo comunista, è assolutamente sicuro di .far fiasco: forse resteranno solo i missini (e il sig. Tanas-si) a farlo. Ma ben sappiamo che dietro ~l paravento del 'pericolo comunista' si sono nascosti - anche quand'esso era effettivo - i conservatori e reazionari di ogni tinta della società italiana, E' ad essi che Fanfani offre un'àncora di salvezza, un efficace richiamo alzando lo spauracchio dell'offensiva socialista: spostando cioè àr– Qitamente il discorso dal piano dei miti e delle idee, al piano degli interessi economici. Per la prima volta, Fanfani dice alle destre italiane: badate che il pericolo si avvicma; e. non è il pericolo della libertà e delle isti– tuzioni democratiche (che in verità a voi destre non ì~1tere5sano un corno), m;, ~!il pericolo rlelle vostre posizioni di privilegio, della struttura economica che vi garba: è il pericolo socialista. Se non vi affidate saggiamente alla DC, rischierete qualche brutta sor-:, presa. . Comd'{l'j._spondere a questa sfida? La sua pericolosità è tutta condizionata ad una cosa: che il finto bersaglio - l'offensiva e la ripresa socialista - resti un finto bersaglio, e che pertanto Fanfani sia nelle condizioni di realizzare senza apprezzabili difficoltà il suo piano, il monocolore maggioritario. Il solo mezzo di difesa e di contrattacco censiste nel trasformare la sagoma polemica immaginata da Fanfani in un'autentica e so– lida alternativa po1itica. E' a questo che siamo tutti impegnati. Mi sembra che alcune condizi.9ni siano pregiudiziali. ,.,._ 1) Fanfani cerca di attribuire al socialismo il ca– rattere di posizione antitetica al cattolicesimo politico, sottolineando che in Belgio o· in Baviera l'anticlerica– lismo dei socialisti li ha spinti fino all'alleanza coi liberali, pur di isolare i democristiani. Questo serve egregiamente a Fanfani per tentare la grande raccotta di tutti i cattolici, con una spec\e di 'richiamo della fo– resta' alla fede, alla comune tradizione dei padri. Bi– sogna essere capaci di dimostrare la sostanziale falsità di questa tesi. Le alleanze coi liberali sono state de– terminate dall'integralismo intollerante delle dirigenze democristiane molto più che da un presunto anticat– tolicesimo pregiudiziale dei socialisti. Perchè questo sia chiaro a tutti, bisogna duhque insistere da parte so– cialista per la proposizione d'una linea politica che interessi anche le fÙrze avanzate, democratiche e mo– derne .del mondo catto1ico, superando d'un balzo la contrapposizione manichea di cattolici e laici. Si è detto Cento volte, ed è il caso di ripeterlo ai molti sordi, che questo non vuol dire per nessuna ragione rinun– ciare alla difesa ad oltranza dei caratteri dello Stato moderno, ma cointeressare alla difesa di questi ca– ratteri il maggior numero possibile di cattolici. Un •in– tegralismo clericale costituisce un pericolo non soltanto per i laici ma anche per molti cattolici democratici. A Fanfani bisogna saper rispondere che la linea di di– visione non passa fra cattolici e laici, ma fra demo– cristiani e integralisti. 2) Fanfani vuol rendere particolarmente corpulenta la minaccia socialista sul piano economico-sociale, di– pingendo il socialismo come puro e semplice colletti– vismo in marcia verso la distruzione, sia pure con me– todi democratici, delle libertà economiche, Ora, che il socialismo metta l'accento su soluzioni collettivistiche anzichè sul presunto ordine economico spontaneo del– l'individualismo è elementare; ma ogni socialista con la testa sulle spalle sa che in Italia, prima di porre le basi di una organizzazione anche parzialmente co1- lettivistica dell'economia, occorre porsi del problemi più• modesti, ma tuttavia pregiudiziali, di libertà politicà, di riforma burocratica, di decentramento amministra- I e Nuova Repubblica > è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. ManO'òcritti, fotografie, disegni an– ct--J se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti I Paesi. Il periodico viene invi;;ito gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spedìz. in abbonam, postale Gr, Il, 28 LUGLIO 1957 • L. 40 tivo, di libertà nelle fabbriche, di efficienza della scuola, di distruzione del sottogoverno, ecc. ecc.; e proporre una programmazione economica, cioè una serie di priorità di scelte, che mireranno non tanto a soluzioni 'socia– liste' in senso stretto, ma alla trasformazione di un'ecO– nomia .falsa, monopolistica. feudal-capitalistica in un'eco– nomia moderna e democratica. Per questa azione, Fanfani sa benissimo che da un lato non bastano le forze dei socialisti; che dall'altro, i socialisti non potranno proporre un programma 'mas– simalista', ma dovranno collaborare ad un programma 'minimalista', tuttavia concreto e seriamente innovatore. All'attuazione di questo programma è necessario chia– mare non soltanto i socialisti, ma tutte le -forze della sinistra ·democratica italiana, comprese le forze demo– cristiane che lo éondividono. Ancora una volta dunque, alla contrapposizione manichea di cattolici-socialisti, si deve essere in grado di contrapporre un dualismo po– litico di riformatori-conservatori. Questo vuol dire, da parte socialista, una determinata politica. 3) Mettendo in un angolo marxismo ~smo,- e idoleggiando una presunta offensiva europea socia~ cratica, Fanfani sa benissimo di ridurre la potenzialità d'attacco dei socialisti. La prudente apertura fanfaniana è infatti rivolta rigidamente ai s0cialisti in quanto de– mocratici, con la repulsa ovvia e senza riserve dei co– munisti. E coi Socialisti nenniani - che è il nodo del problema - come la mettiamo? Sono o non sono essi 'c~enH1crat!C'? Iflb.,+,de Fa!Ìfa11,t dire .. pchr' il e• ,:or; con loro sarà possibile quandn avranno raggiunto 1E. posi- zioni saragattiane'? Certamente sì. Fanfani sa che re– spingendo una certa massa di elettori sulle posizioni comuniste (conseguenza sicura del richiamo del PSI su posizioni saragattiane), egli può garantirsi in ogni caso, anche se non conquista la maggioranza assoluta, una prospettiva tranquilla. Come rispondere? Accentuando al massimo non la sterile polemica anticomunista di marca saragattiana, ma la capacità di scelta politica autonoma dei· socialisti, la Critica genèrale al sistema ideologico-po1itico · che ha bloccato la sinistra italiana, la ricerca ·assolutamente li– bera delle nuove strade che consentano ai socialisti la leadership di tutta la sinistra, comprese notevoli ali– quote di elettorato comunista. Il contrario dunque, ~n– che qui, di quanto è ;1ei disegni dell'on. Fanfani. S ONO presenti e vive queste esigenze nel socia– smo italiano? Mi pare si possa rispondere di sì. Ma se sono presenti e vive non vuol dire che siano prevalenti o vittoriose. La battaglia anzi i:-i ~ nr,uncia dura. Gli anticlericali di professione, i socialisti inte– gralisti, i conservatori filocomunisti son o i ~! ;:ndi al– leati dell'on. Fanfani: è contro di es.si che dobbiamo combattere, se vogliamo combattere cori tro la maggio– ranza monocolore dei clericali. Lo stanno a climostrare, in questi ultimi giorni, il Comitato Centrale C:el PSI, l'uscita dal PCI dell'on. Giolitti, l'iniziativa testè an– nunciata di Fabrizio Onofri per un'ampia discussione dei fondamenti ideologici della sinistra italiana. La battaglia che si è svolta, questa voltà alla luce del sole, al CC del PSI è importante non tanto per il modo con cui si sono risolti, nell'ambito tattico, pro– blemi di schieramento interno, quanto perchè c::m tutta (seque a pag. 2, 3.a col.) A pag. 3: CLAUQIO COSTANTINI e EDOARDO GRENDI, STORIA DIUNA INIZIATIVA OPERAIA *

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