Nuova Repubblica - anno V - n. 21 - 26 maggio 1957

4 I LAVORO E SINDACATI SIDERURGICI INLOTTA D ALLO SCIOPERO elci bni~cianti ·rocligini e p,1gliPsi a quello dei _sider'.ir~ici (~· ,~on d~i _,netal,_noccnni~i, come annunciano I g1omah fina11;,.rn1·1pe1· nnbrogl1a– re le cflrle in tuvola) dall'agita;1,ione - sospesa solo pe1· la c1·i:-;igm·cnrntint - dei postelf'g1·afoni1·i, i:1lle molto \'el'tPn– ze locali ed az.iendali, sono molti gli clementi che sul piano ~indacnle documentano il di~agio, lo scontento, le conlntd– di:-:ioni che investono notevoli mas;,;e cli lavoratori nel pae– ~e. Tutti in:-ieme essi contribuiscono validamente a man– t.ene1·e inalterate le posizioni elettorali ciel ·per ed a < bloc– carne» la cri:si, da cui, alcuni ri:iesi fa, esso era indubita– bilmonle colpito. Sindacalismo e politica sono, oggi, due tel'rnini di un medesimo pl'oblema, che si interse<:1.rno a tal punto da non riuscite, spesso, a. distingueme i confini. Sicché, mentre il sindacali.':11110va accentuando tinle anti– comllniste, la politica - pe1· un vasto settore - continua ad essere occupata dai comunisti con voti di moltissirni operai che nel sindacato si sono messi dalla. pal'te della CJSL e della U rL. Ed è logico che ~ia così, se da un lato la CG] L appal'e uno strumento inadeguato alle l'ivendica– zioni irn,ncdiate, e dall'ultro in Italia - a differenza di ~11ant.o è av\'enuto negli altri paesi europei - non si è l'iusciti a migliorare sensibilmente il tenore di vita dei la. voratori e a crnarn nuove possibilit1\ d'irnpiego pe1· i di– soccupati che, nelle ottiniisticlie valutazioni deiFultimo a•ftppotto dell'OECE, ammonterebbero a un milione e rne7.• ;.-.,o di unitù. !)rendiamo, in tema cli strumenti econo,nico*produtti,·i intc-mazionali, il caso clt•lla CECA. I riflessi positivi della F;na m-.ione sul teneno f.ìOCiale ~i sono fatti senti,·e - e corne! - nel Benelux, in C:e1·mania e in Fl'ancia: la clisoc– c11pazione è scompinsa ed il benesser·e dei lavo1•i1lori ha :,;ubìto un note,·ole incremento. L'Tt:nlia 1·e~ta lii ccnere11- l1Jla della CECA: o meglio lo sono i bn·orntori cl('i scttOl'i CHl'boni[ero o sidel'urgico che, nel pel'ioclo di t1ss0stnmento, h:inno pagato lo« scotto» al pool con la chiusuni. di alcuni comple.-;si nei quali !a,·or8\'flno; e, oggi, ad asse:-;b1rnPnto BUR()CR,AZIA SINDLL\.CALE di A URO LENCI L 'ACCORDO H) c..licon1b1·e IU52 per la designazione delle r'.lJl)Jl'ese11tanz~ delle_ ~l'ga'.1i;,,;,,azio_11i_ dri. la– vornion 111 seno ai consigli eh arnm1111straz1011e delle scuole e delle casse edili pl'e\·ede che: a) In considerazione dell'attuale situazione organiz– z~i.tiva delle associazioni sindacali dei lavoratori, allo scopo precipuo di non intralciare l'applicazione pratica della va* lidità del contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato il 5 dicembre 1952 e nell'intento di permettere la effettiva rappresentanza delle organizzazioni stesse nei singoli con• sigli di amministrazione, i rappresentanti delle federazioni nazionali sottoscritte assumono l'impegno - anche per conto dei sindacati provinciali e locali - di attenersi alla seguente concordata norma per la nomina dei suddetti con· sigli di amministrazione di parte operaia. b) I consigli di amministrazione provvederanno ad inserire, in ogni caso, un proprio rappresentante delle or* ganizzazioni provinciali o locali, come indicato nel com– ma a), modificando altresi le attuali rappresentanze di la– voratori in proporzione alla effettiva situazione organizza. tiva delle singole organizzazioni territoriali. Firmato: Scheda (CGIL); Gattamorta (UIL); Ferro (CISLL Roma, 19 dicembre 1952. Que:,;lo è raccol'do attualmente in vigol'e. In questi giorni stia1110 assistendo ad una lotta df'gli edili sul piano nazionale co11cordata dalle li·e organizza– zioni. Vi è di moz¼o il rinnovo del contratto di lavoro che scadn\ il 30 settembre p.v. Dovl'à esse)·e riveduto anche questo accorcio pel'ché attualmente la CGJ L ritiene di avere la maggioranza, ma que.<:.lo non lo ritengono la UIL e la CJ SL. In sede Jlazionale le organiz.-;azio11i dei lav1:r~lto!·i, su riuesto punto, mantengono le rispctli\'e posrn101u. Che co,;;a farnnno a settembre? Si astena11110 dalla fi ..ma del contratto? i\.cceltenrnno, i datori di lavoro, la firma di nn contratto senza un accordo delle organizza– .-;ioni dei lavol'atori sulla composizione dei citati consigli ùi amministrazione? La CUJL affennerii che trnttasi di qnest.ione 1·igua1·danto le Ol'ganiz;,;azioni dei Javor·atot·i. Tesi logica se la ma1lcanza di un accol'clo 11011 ostacolas.se l'applict1zione pratica del contratto cli lavoro. E se datori cli lavo!'O, UJ L e CJSL si oppone~sero, come ayve1·rli (non occol'l'e essere prnfeti nella situa,-,ione 11xven11to ed jn fo~e di esp,rn ...,itJ1;0produttin, su bnse di alta pl'Oduttivitù dell,1 nostl'a sidcrnrgia, sono 1·in111:...ti fer– mi ai \·occhi sa!,ni ed ai vecchi onni di lavorn. La CECA e In produttivil.\, da noi, funzionuno a senso tmico, brnto che ne sono p,·eoccuputi gJj stessi esperti ame1·icirni, che nel risl<t(JtWte dei vecchi p1·i,·ilegi, ·~·affo;Zati ·dalla collabo* zione interna;,.ionale, da una tecnica indu.'Stri;1le pili pel'fe. zionuta e da, 1111 maggiore sforzo delle màcstrnnze - irn– po~to PS::>O stesso dalle nuo,·e tecnologie -, hanno fìnito per· individua1·e i fattori di « rist.:igno :> della situazione politica italiaoa. Le ultime polemiche fra Confinclushia. e sinclacflt:i democl'i:;tiani e socinldemocrntici lasciano sco1·– ge1·c che gli inclustrittli non lrnnno ne:-isunis.<::imaintenzione di 8CConcli/'{cendr-r11, pur nell'ambito delle attuali struttui·e, alle l'ifom1e degli i.~tituti c.:he, negli aitl'i paesi occidentali, sono in vigore da alcuni anni. Dulraumento della pJ·odu. zione e del l'eddito gli operai sono esclusi. li seitol'e dove questi due faltol'i sbrnno subendo un inc1·e111cnto impl'evi– sto, è appunto quello sidern1·gico. Le statistiche della CECA pongono l'Italia al pl'imo posto, fra i sei paesi ad es:;a aderenti, per l'aumento in percentuale della prndu. zione di acciaio. «- Sviluppo - dicono la ClSL e la ùJL - che ha anito una f8se più marcata nei p1·imi q1111ttromesi del l.!)57, in cui viene denunciuta una prncluzione di ac– ciaio cli 2 milioni JSS:i mila tonnollatc >. E' in questa 1·enltù che s'inquadra la ri\·endicaz;ione, pCI' i lavoratol'i siden1r– gici, della settimana hwcirativa di 40 0l'e a pa1-itiLdi sala- 1·io, posta dalla ClSL, dalla UJL e dalla CGIL e che, dopo 1111 nuhito srambio cli note polemi<·he fra Confindustria e sindncuti, è sfocinbi nella dichil'Hazione di .<::ciopern, che Vùt'l'Ùattuato nel seH01·e delh1 siderurgia il 23 maggio. Du- 1·er;'1, per on:i, un;1 sola giomatn, 111H esso è importante in quanto è la prima volta che, in Italia, si ha un'agitazione per l'ornrio di laY01·0. Si trotta cioé di un'impostazione nuovH che ns::;unie conCl'ete fom1e c..lilotta: di un"imposht* zione che ha il pl'egio cl.i collocare gli intere:-:si dr·lla cla.<::,;;o l1.wo1·8frice in un srn1bito più vusto cli quf'llo hndizionale, ;-:imh1c11loattualP), alla finwt del contratto di btvoro so la CUI L nor1 accetlel'Ù. la p,utecipazione pn1·itrlic1.1 clolle oi-gHni;,,z;:azioni open-i .ie nei con!-ligli cli n111111inisll'J'lziont>? C'osa fa1·ìt la C'C:I L? Ri aslenh dalla firnrn e chi:'lmf'1•ù a rnccolta i lavornto1·i contro datori c li hn·or·o, C l SL e U I Lt Si assumei-ii. la r·espon~abil_ità del ma 11cfl.to acco1·do di fl'~~e a_ tutta lit c11togo1·ia? E' un l'0SJJOcht• la CGJ L dov1·1}11,~·.gorn1·e, \·olente o nolentH. Ed H M ilil.no i cornuni.,ti rll'I ::;inclacato Pelili della CGI L dovranno accettare una sit11azione Hlln qunle si sono opposti clcci~i1rne11te fino ud nggi: fre 1110-;i prinrn. E' troppo g'l'O . ,;~a per· 1111'orga11i;,,;,,Hzion<" 1·e,.:po11sabile. r ra.tti sono pl'eci~i: nelh1 con1posizinne del consiglio cli a111rni11ist1·Rzio110, pei- la p;irte opernia, la CGIL aveva chi1•,;to: 3 alla COl'I.,, 2 alla CH)I, e 1 alla UJ L. La CJSI. e h1 UI I, i11vece chiedevano due 1·apJJreS"nta11ti per ogni Ol'gnni;,,znzione dei la,·oratol'i. I datol'Ì di ltn-01·0 hanno 1·ispo~to: Signol'i, rn,~tt-r-tevi cl'nccordo e quando vi ~arnte accol'clati noi siamo H ,·ostn;1;èli .... posizione pc,· r;1pplica* ;-,ione pratica di qur111to cli•;posto cb1.ll' a1·L 54 do] confratto. OccorTP, dat·e alto Hl rPRlisrno dei soci8listi i quali non lrnn110 fatto 11nH questione di p1·i11cipio. pc1·ché hanno impo.'Stato il problema nei suoi tel'mini 1·eali. Ved1·emo se I rii fre mesi i comunisti delh1 CC IL ~ostC"JT,rnno le tf'.-:i cli oggi, disposti nel una agitaz;ione della cat<"goria pel' il 111ai1tenin1011to della rnpp1·es,~11tanza pnipo,·r.ionale e so, pel' questo. i lavo1·alori li St>guiranno. ,\lon solo,. nia pc!' 11011av1'1· pl'e;:;o in considel'azione il parei·e dt~i sociHlisti, la CO IL ~i vedl'à sfuggir·e anche la Yic0pl'esidenza delrente che, pur traltsrndosi di ca1·ica pu1·a111ente n1pp1·osentativa, è E:empre qualche co:-:a. 1.1 con– l1·HU0 i11fatti prcvC'cle che « il con~iglio cli nmrni11istra– zio1tP » eleggerà il vicepresidente. E se oggi la CC}L avesse chiesto in cambio della ritnrncia alla pal'iteticitfl la vicep1·esidenza, poteva ottenerla. Domani qut>~:.o diffi– cil111c11te potrf'bbc avvcnil'e pei-clié, se si veririclien:ì la siluazio11e precede11temente ventilata, la COlL 11011 ri– n1111ccnì a nulla e i voti dei datori di lavoro più UlL e CISL oppure anche della sola CISL darnnno una mag• gioi·Hnza che 11011 poti-A essere· discuss.a. E' mera illusione pensare alrunih\ e alle unani111ilì1. I dato1·i di lavoro, oggi unanimi con le 01·ganizzar.ioni operaie alle quali aclclebiti\no il follirnento della costitu• zione, per i citati motivi, del Centro Fon118zione i\Jae– stranze Edili, sc<"glicl'mrno qua11do fa1·à lorn cotnoclo. E il lorn comodo, su questa scelta, ~a1·1ìquando potrnnno gin~ st.ifical'o le loro. po<::izioni con l'applicazione d<"gli accordi di lanJ1·0: quando cioè, in sede nazionale e giocando sulla accelta,-,ione del contrntto, avranno dato alla CIBL e alla UI I, il dir·itto alla pal'iteticjtìi che oggi non hanno. Coi:;ì i co111u11isti della CCJ L potranno 8egnal'e un'al– trn vittoria di Pit'l'O: in barba alle posir.ioni di principio. A Mila no ci sono molti milioni mal spesi pe1· la for– mazione professionale e t.uttì sono cracco1·clo sulla ueces• sitli di riforme 1·aclicali: non è cl'acco1·do la CCJ L sulla rnpp1·t•senta 11za. li che din1osha come p;il'lare e scriYNe dPgli interessi elci lavoratoti non sia esnt.to. 1\lf'glio ~~rebbc-, e pit'1 one– sto Yti1·so i lavorntori, afff'1'nl/\J't": ,çli inh~rf'<::-:iJ,,Jla bnro– cr'l't:t.ia.sindacale e, in questo cn:.,o, cldla burocrazia. CO· munii-;ta. (164) nuo11a re1ml1l,/fc11 focondoli di:;ccndcre da u11a p:ntecipaZitJnc ope1'8ia :111·a11- d:-unento generale dell'e1·011omia ~zinncfa lo. Gli inclustt-iali, che nella loro 1·e,;ii-; len:1.aa (JIIP~tfl n– chi1~sta non h,,urno alleftti ne111111(mo i lol'o colleghi cJ,.,n·oc. cidnni"e, ce1·cano scioccHnH•nte di prescnt;11·e alla puhhli,'a opinione lo sciopet:o corra: 1·ig11nl'dasse la 111ctal111e<'1:ani"n, che notOl'ia111e11teha zone di nole\'ole clifficolt?I. di ordiuP, t,wnicn e concor·1·e11zialc. Pa1·e impossibilP- (•he la ~1·ni;1li!h clella Confindustri~, 1·icorrn persino a simili « mf'z:t.Ul'CÌ » cl1e il pili modo.-;to dei capil,·gll. comuni::.ti tro,•et·l"hhe. ,11\1 .... ché puetili, di cattivo gusto. Veniamo invHée agli al'gomenti· che gl.i indu~t rial i nd– d11cono per negare le 40 Ol'e. Da 1111 l11to SostPngono cli~ ~i trafta di 1111 i1-;tituto contl'athrnle che non puù <'S"l'I'•~r·idi* scu:-;.-;o~e non quando i contratti di categol'ia siano •wnù11ti: dall'81tro. affornrnno l'he li:. maggio1·e pl'Odnzione cli ow<'i}11•J dt-'riva dal l'innovn1nento degli impinnti che devono <"~!"•'re a111rno1·tizznti, prima che si pat·li di più equd traHut1l••n!o clt•lle mue.-~tram.e. Il pritllo Hgornento è cli nalur:1 giur·i– dfoa e 1·egge sino ad un ce!'to punto, es::;endo cornplt•1 a– mente cambiata la sitw1zione dell,i siden11·gia itali,llla, f/;1. quando fu stipulato il conhatto di lavnl'O pe1· gli 11pp:.1rt,•* twnti al f.ettore; il secondo non si so:;ticnc, essendo il 1·,,<.,{. dito aumentato in proporzioni molto più elevale delle quo1e di arnn1ol't11mcnto degli in1pitrnti. ]\fa tant'è! Le al'gonH'n– t-a:1.ioni non contano, giacché in pl'opo/'{it.o la Conrìndusl ria Ila a~sunto un atlegginmento ed un incli1·izz.o indiscl'i111i* nati, alla s1rn ultima assemblea annui:lle dello SC0l'SO fPh– bniio. E' diffir•ile ragiona1·e con chi lrn 1111 suo doglll:t d11. ,·ispett..ue. E per la Confindust1·ia l'ortll'io di lavorn (, Lltl dognw. Sostengono la ClSL o In U IL ( che per essere le OJ'f;ll· nizz.azioni 8indacali ade1·enti alla CECA, hanno nella que– stione nrnggiol'e fol'za della COJ L): « .... ci è parso ragio* ne,·o!e clie, sul piano di una snna imposta,-.ione di mppor* ti ~indacali, a. mutate sit11azio11i coni::;pondano .-1deg1rntc stn1 Uurn:1.ioni normative e sabui11li. Questo conceHo è staio natu1·alrnente ben compre~o dagli industriali della nwggio* ranza dei sei paesi della CECA che hanno instau ..ato C'Oli i sindacati (nonostante che fo~sero in vigo1·e accordi con1c i nostl·i) nuove moclalitii. pe1· gli ora1·i cli lavor-o nel s~lloro sidenagico ». li problema. non 1·igua1·da ovviamf'n\e solo l'Jtali;1. in qtianf·o la nostra siclenirgin non è che un sett-oi-e di•lln ~i– dcrnrgia e111·ope,1.Le condizioni di paritù fra i pac;.:i dl'llti CECA deYono ~11.;;;$i.-;tere ,inche JJN le rnaestr·anze. L~1CEC:\ a Sf'nso unico finisce col di,·<'nire polilicomenle cieco. FRANCO VERRA PERSO~llLITll' E Lll\fORO (continuaz. da pag. 3) per chi muove da presupposti metafisici, il mistificatore non può essere altri che Lenin! In ogni occasione, e per gli stessi motivi, Sartre ma– nifesta la sua assoluta incapacità a comprendere le con– dizioni dell'azione sociale e politica. Quando, più tardi, ha deciso di accostarsi al Partito comunista, ha messo in piedi una giustificazione metafisica della concezione sw– liniana del partito, che, in quanto ha origine dagli stessi principi, non vale di più del suo precedente attacco a Lenin; per le stesse ragioni per le quali ha trattato Lenin di mistificatore, l'organizzazione staliniana di partito !o soddisfa. Sono le ragioni per cui pretenderà che gli ope– rai del nostro tempo - ridotti ormai allo stato di ((cose», abbrutiti, demoralizzati dal maltusianes1mo economico - debbano lasciarsi guidare dall'« apparato» dei « militan– ti» del Partito, e cioé da uomini divenuti estranei alla classe operaia. Si giunge al paradosso che Lenin - quan– de- riteneva che l'industria moderna e i rapporti sociali in cui si sviluppa possano determinare l;esistenza di un movimento opera10 rivoluzionario - aveva torto e che invece Stalin - quando sosteneva che {< i quadri decide– vano ogni cosa>>, e quindi riduceva i! partito ad una bu– rocrazia esterna alle masse e costituiva l'intellighenzict in classe - aveva ragione. Ma, in tutti e due i casi, il mistificatore è sempre lo stesso: ed è proprio Sartre. Sentite questo militante, questo burattino: « Si può spiegarne l'esistenza con dati rigorosamente obiettivi, ri• ducendolo alla sua classe e a una congiuntura storica, analizzarlo dall'interno come considerarlo dall'esterno, dato che non ci sono scompartimenti segreti né doppi fondi: solo per comodità non se ne parla addirittura in terza persona ... >>. Per Sartre il partito è un fatto mecca• nico, una (< cosa », e, come tutte le cose, si giustifica sem· plicemente attraverso la sua esistenza, perché esiste, e quindi appartiene alla realtà e prova il trionfo materiale dell'esistenza. Non sono affatto sicuro che, in questo modo, Sartre ne faccia l'apologia: anche se egli sa infiocchetta• re assai bene quanto va sostenendo con nastri di mille colori, è facile rendersi conto che esiste un legame na• scosto tra l'affermazione della soggettività incondizionata e l'assicurazione che queUo che accade doveva accadere. Tale legame, del resto, fa parte della tradizione idea– listica: lo spirilo fa tutto, ma, siccome questo assunto è valido soltanto a parole, non gli resta altro che prendere il posto degli avvenimenti già accaduti. L'idealismo è quasi sempre giustificazionista: questo aspetto conserva• tore, proprio dell'intellettuale che pensa se stesso in quan– to tale, si trova facilmente tanto in uomini di <( sinistra » che di {(destra >>. L'intell~ttuale, tutto sommato, è un t'.– mido e Sartre, per la sua parte, ha teorizzato più di una volta questo sillogismo: il successo giustifica l'azione, quindi « fallimento e tradimento sono tutt'uno». Una delle conseguenze più importanti è che, quando s1 vo– gliono giudicare certi avvenimenti, si comincia col porsi la domanda: « Stalin ha avuto successo? )>. PIERRE NAYILLF,

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