Nuova Repubblica - anno V - n. 21 - 26 maggio 1957

·8 Tre volte ncl1a polvere, tre volte sugli altar! LE~OSTALGIE DI-LUSSU S {' I.LA RASSECX.--\ mensile Mondo Ope,-(1,:0 (ll}ll'I· 1P l!Ji:ii), Emilio L1.11-1s11 ha .-,-pre,.;so di nuovo il suo punto di vista, co11 amrnir·eyole ferrnez;,;n. Natu1·rtl• 111t>11I~ <'gli ~i occupa a lungo delb, unific~,zione sof'i11li,.;ta, cl;,iinf'ndol11 u,w ::avol'm vei·icolosa o così t itolandu il co,-s,, d,•i ,_uoi pensieri. Che cosa ne pensiamo noi di Nuona lre- 7J11/1bl~ca. e di Unitù. popolare, è stato dotto a sufnC'ie-nzu N11qw•.-.10 colonne. E la valuta;,;ione di Si:u-agnt, la dcnun– zi,t della sostanza rcazion,nia. dei 8uoi atti hu il no,.;lro fu– c·ilf~ ron)'.Pnso. Ma ceco che un pa;:;:-:Hggio ,·epentino int'rn– dtwl• frn i 1·P,.;ponsc1bili degli « athwchi:, al P8L dopo Sa– rag:1l e « noi !-:UOe!-:empio », tutti gli altri e .in pnrLicolarn n,,i di UP, gi,'.l collocati e cotulogali, poco prin111, negli « ~whier;-1menti borghesi ». Lussu p1·ccisll qui il sno pon– siNo 1·on un sorp1·en.dcnle scfllto di nen·i: « i boq:~l1esi prn– g.-o!'l.<.:isti del Mondo, clr>ll'Rspresso, del Punt.o, e pcr:-ino di llnilà 1)0polore ... nell"impotenza di cn~t:iLuirc un !'lei-io o 01·ganizzalo part.ito dei ceti medi, ci inclil'izznno i loro oon– Nigli su quellf\. che dovl'ehbe e!:; sere.la. rioshH dottrina e la iwsli-11 A;1,ione p1'atict1; e, siccome pArecchi no:-1lri corn– p·1gni li pr·endono sul serio, au111l'nta la confw;ione dclii, lin~110 e la nostl'a flessione ». I n..;oinnrn lo abbiamo secci'\to. E - gua1•di1 un po' - gli fAcciamo pe1·dPrn \"Oli, al suo p~rtito, pe1·cl11! troppi C(llll]mgni ciel PS[ ci prendono sul scrio. Si noti c-lic In dil'fr•nc.1rna tru U I! e i tadicali vien fotta consiste,.o in un nun rrwglio clecif1·f1bile < per~ino >. L"oricntamento sociali– ~tn cli UP clev·esscrn una invenzione nostrn., e cli Nenni (il grnndo be,-saglio); 111cntre li c,11·attere cli clumocrat.ici C<•n~1•g11entiche ha da ~enip,·e 1•flpprn~entato la nob\ ori– gitrn1o dei com1n1gni di UP eme1·ge1·ebbe solo a foticn da unn i111:(•rp1·eLnzionesottile di qucll'av,·e1·bio. lnftd.ti de1110• c1·nLici con:segncnli siamo stati non solo in quelle ospcricn- 2,e storiche che ò inutile ricorclarn, mn altrc:sì nel IHsr>ii.u-e agli a111ici t·Hdicali il 111ito del gnrnde pai·tito moderno trn P::;J e democrazia Cl'i.,;tia11a. Ci sono uomini dal nome e dal passato prnstigioso i quali a un certo punto si mettono a fare (apparenlemcnle) gli sburnzzini. Certo non riusciamo a vede.-e il Lt1$.Sll di questi ultimi anni nella ,·oste di chi impartisce lezioni si– gnific.anti, tanto è ina1·idita ormai hi sua vena. L'impeto generoso di un tempo - impeto propulsivo e arnmoni– tor·e - è cli,·entnto in buona parte wnor bizzan-o, gusto dr>llo scappellotto, maniH della strornbola. ].:fa insomma, con quale dil'itto egli ntt1·ibuisce leggcrrncnte la patontc di boi-~he"-i, con la suprerna concessione di un noslro (e al– tn1i) prngrcssismo, mn persuaso fra sé e sé che noi con il socialismo non abbiamo nnllu a che ,·cdel'f', se non forse e nella migliore delle ipotesi per una ~cornmessa pn~ca– li,.111,1?O, se si vuole: qu1-1nclo e come (lasciamo 1.111d:1rc il soefr,lismo-tcssera) egli hn super1;1to so.i:.:!'anziEtlmcnte IH fn~c del borghese illuminato, per parbnci corno a dt•i vi– ci11i sì, e in qualche cir·costnnza $NTi%io,·oli, n1a in defi– nitiva estranei o roinpìscatolo? In nome cli quali Cl'itcri intei·prctativi della 1·ealti1, Emilio Luf.:SU am,noniscc i vi– cini di Ul'l o i compagni de! suo pa1-tito? Per p1·opone quale ta\Lir·a e quale stratcgift, oggi, nel nofStJ·o piH~f.:e,al movi– mento degli operai, dei contadini, degli intellettuali? Sin mo sinceri prima di tutto, anche se ci duole: per proporre un bel nulla. Se volete sfuggit·e all'imposta - fu dC'tto - avete un solo mezzo: quello di far fortuna. Così Lussu, per sfuggire alla terraferma, si è comprato una . . . barca tt vel1c1. ].'! con que:sli1 si (liri°ge ven-.:o l'isola dell'in– farw:i,1, l'isola cli sogno, meglio delle 8\IA quoHcli[lnC nostal– gie, anche ~e non Stt. e in offett.i non vuole nudlet·ci _picdP; si lrutle1·à semmai di SCOl'l'f'l'Clungo le coslC', in una inier– minnbile operazione di piccolo citliotuggio. Tullo andava così hene:.., un tempo! Del congrn!"-!.'S-0 rli Ve r>zia .Lu~su non parla arìulto come del punto pil, alto cui ~,-è giunti nlti-aver::;o un pmlungato lavoi-o di matu– rt'z.ione. Ko, i congr~~~i e pili po.i:.:iLivi ... dal '.JG in poi> fu- 1·ono quelli di '.Milano e di Torino; 4: il .:Pa1·tilo p1·occcleva 1111ito e i"'-icuro cli si) A si affcrmuvn scmpt·e pit1 nella _fidu– cia dei lavon\tori e 'del p;1ei-iC :.. On1, inV('Ce, «: tcn1e che ~i finisca con lo "gpanu·e '' sui c:onitmi~ti »; « i compagni n1iglio1·i si accnriglii:rno, "dc.-(frn" contro "sini~tru" e vi– ceversa ..., con un Jingnnggio non frate.rno, ma di rissa quale non si ebbe neppure p1·ima cli .Palazzo Burbe1•ini » (sic). Perciò Luss11 accolla il ~upernmenlo del frontismo ,, donli st1·ctti, c·on il 8Ì che con,glude un rallo contro voglia. Jn erretti si st~va meglio prima, dnl momento che il Par– tilo ci ingra$8ava. Concordio fraterna e voli Cl'escenti in automatica progressione. L'Ungheria, si suppone. è stata uno di quegli inc1·esciC1si incidenti sul me:stiero che biso– gna la:-1ciarci i:dlo spallo e dimcnticnrc, nei limiti del pos– sibile, paghi dell"< unib\ della classe che è innon:;,,itutti) una realU sociale». Ecco dunque la 1··ispo$ta al "che fa– rf•? ": « J·ieomponi~,mo il Pari ito nella. sua unitù, sen~a de– f.:tra e sen:;,,a sini~trn, e ricliumogli fiducia in se stesso>. ·1.·e,-sempio del partito comunista è illuminante: « conser– vttnclo intrans.igcntcmento la suu C08Cicnza e la sua fonna– zione cli classe ( ìl :PCI) !rnpet·a le J.H11· grnncli sue difficolti, contingeuli e parla. scmprn con 1wesligio, ecc». G JA'. E' lroppo scoinod(, t·igual'clurc nlrunith di classe non corno a 11n dato elfi 1· egistni.rn con In c;dculatl'ice, rna corno a una conquista politicn, da rnggiungere o!t.i·o i pe– santi S('hcmi dell'oggi: rcall'ù è la lotta di clnsse non l'unità della classe in questione! E' trnppo scomodo prendere av– vio soprattutto dall',rnno I dell'èra. ungherese pot· rjpro– pone i t·emi del potere e della ~trullure attraverso •e quali il movimento dei la,·oratori giungeni alle"'\sua com– pleta. emancipazione. ] I pericolo sta in questa ostinazione a 1·ipele1·.'si, 1n-ima che nelle sciocchezze rcvi.:;ioniste della socialdemocrazia, o anclio nella limib-1ta .adesione di socin– listi n1o(k•rnti o dernocralici progt·essivi a una pc,ljLica so– •·ialistn arl'icolatn per 111ez.zodi cletenninati strnmcnti po– litico-iclcolog.ici. :Ma gli altri flcccll'el'8,nno comunque rini– ziativ11 politica f.:e Si1pren10 l'enli;1,;1,arc la via della ri,·0111- :zionc- del con$ensu, che è sempre elci consenso e della forza. l\la dagli « altl'i » Luf.:.su è solo infnstidito. Così anello lo. socìrdclemocrazia è da lui vista in dcfinifrn\. come un blocco omogeneo; non v<1le l;1 ponft di dialc,gtne con !e for·ze che possono rompere con 0ssa. 11 J>ai-tito è una mo– nade, a cui bisogna riaffìcliHC l'in1pel'otiw1 del sii te stesRo, come non si sa bene, e a quale p1·czzo non impo1-tfl. Sov– viene un nnecldoto al nostro spjrilo cattivo, ma non si pl'Cn– cla il riferimento prop1·io nlla letlcro. li duca cli Alb:1 così a1·gonwntava. nel 15G7, rivolg<'ndosi u Cate,·ina dei l\fe– clif·i: « è infinitamente mPglio conse1·n1re, con la guerra, poi' Dio e per il Re, un i-cnme in1poverito, anclie rovinato, che cw;todirlo, sen;1,a la gnona., tullo intiero pc.r il demo• nio e per gli eretici ». GIUSEPPE FA\'ATI (l(H)·-nuova re1111bblic11 NELLEEDIC()LE FRANCESI P.\RIGI', 18 r,wgyio 1951 e ' r,:· UN T''R011LEì\L\ d1e si pr·cs('nlfl. ogni mntlina al cittadino fnrnce.,o: q11ello del gion1alo da compo• r;ue. Ogni francese in generale il suo giornale lo comp<'l'8 lui.ti i giorni, mHlgrndo la Radio che hu una cnn– zono e una lc;1,ione di storia o cli zoologici inte1·cala pnreC'– chie volte nl giorno i bollettini c1·inrorm~;1,ione. i.La è voce gencn1le che qt1C':-li bollettini sono <li una pnrzialit;\ - cli– renrnm meglio « minil'.ilerinlitit > - esasperante. li pro– blema si J'll'CSonla duplice pel' la maggioranza dei par·igini, che cli giornali ne prcndÙno un s0condo nel pome1·iggir,, rientrnnclo dal lu,·01·0. c·è infine il problcrna del sotti11w,– nale, almeno 11no, che non manca in nes::,una casn frl\nce~e. Non giù c:he manchi la scelta. Se non ani,·iamo pili alla tl'cnlina cli quoiidiuni parigini dclrìrnrncdiato dopo– guena, e nepp111·c ulbt quindicinH clcll'antcgue1Ta, ne re;1n sempre un l)llon ntllllf'l"O. Ma solo i fedeli, ~rnzi j feclelii:::.-(i– mi di un pi.nlilo pos:sono tro,·are, nella tcs.-:cra che lwnnr, in b1!-:Cn,lu soluziono del pr-oblerna. li com11nì.<.:t11 inilitn11lc compern l.-1 :-ua 11wnunil(;, od è a po:,1to. ].a S('ta non lta pil.1 il 8uo VN:cliio Cc Soir, ma vuol dit·e drn compl'Ct'Ù in. vect, un sdlirnnnule di piì1, che non mancflno di C('rto no! !'luo sPlloro: 1--c>n;1,n contare i fogli ~inclacali, i ginrnalelli di q11or·liC'ro e cli cullnla che i-it-mpinno, se no ha yogli;,, le sue ~ernie. J I sociHlis'11, se è fodeli~simo, compra lo sr11n1to fo. gliclto del Pormioire, nrn si tratta cli un boll~Ui110 cl'i11f<,r– nrnzion,, pili (•he cli un giornt1lc: non gli hH<.:tHccdcnfH_•nlt;. 'Eri ollorn si lndir·i,1,za ,·e,·:so q11ci giornali cl'infot·mnziono che ful'ono socialistcggianti in pnssnto, che oggi si clict,no ancora di sinistrn 1 ma di cui non sempre è possibile dire e.s11ttnmcnle clic CO!-;O vogliuno. O:c-sit,, si 8a che /, ilu:wt.imt è legnta ni cornuni~ti, che Vl'ctnc ~l'ireur ht1 u1oll'i lcg111111 con clr>rnenti conlraslanti, ,rw oggi è poi' la politicu di Mol. Jol', che Cumba.t, non si sa dì chi siu e che cosa pensi. r Al'iiStoerntiei e inlelloHuali conservatori fHCll(lùno, ~ r~, .. igi, il J•'igaro, giornale set·io, dotto e, <lid suo punt·() di vista, onesto. E' 11n po' l'o1·g~1110dei l11ici che ei1·conclnno l"arcivçscovado, dell"Accadernia di Frilncia, di cnttt grandtJ industria ben solida. di corto fo1· ti.si: .:ime btrnche. 1da gli errori com1111isLì, le imposte dei govr-rni di sìnii4nl-:..-il ,md– conlento dei celi che per\colHno più verso il rai:.cisn-10 ehu ve1·$0 il comunismo, h:rnno fatto la forlunA. dcll'Am·urc, una !-:pccie cli /t"·igaro a uso delle po1·tinnie, di un tono <·i11f intolletl11nlmE'nle b1.1.,;,,so, piutlo.'slo bec,·ro e pitto1·c8c.1rnenle nnticomunisln: ottimo pe1· bottegai non totnlmenle rouja– di.-(ti rna cSA$pe1·ati dalle iinpo~te cli R.amadier, slnpida– mcnlc i:,v,·01·:si ;1i i11iglion;1mellli cli sala,-i che permetlerd,– bem !lltnono agli operai di compcrnre cli pili e a loro cli fat·e n1iglio1·i offar·i. C'è poi li Piwi8ien UluJré, figlio del defunto (per colla– bol'azionìsrno) Pet.il Parisien. E' tm gros,.;o giornnle ricco di cronache cli fudi, di omicidi, di oclulteri; non è giornn1e polilico, obibò. Però, tra. le righe, vi si trova In difesa cle!.!li interessi di grosse impre.o.:o, cli grandi banclw, di ricche in. dusti-ie. Ma quanli sanno leggere trii le righe! Dei giornali parigini della sera, il Monde è il solo gi<ir– nnlc veramente serio e itnpRrziale. E:-so dù poco sp1.1zio rtlht cruna<·a, di cui riassume solo i fatti pili importanti e più tipici. Offre ogni giorno un quadro completo e documcnlultJ cli tutti gli avvenirnenti mondiali. H« co1Tìspondcnti (':,111- petenlissimi clappet·tutt.o o un corpo rPCfozionale di priniif.t– ~irno ordino. E' un lipo di giornale che p111·ln1ppo rnanca in ltlllin. Coraggiosomente sa dil'e la verib'L ancho ai fra11ce.i:.:i, senza luf.:ingarne l'oi·goglio nm:ionalc. I go,·erni 1 pc-rciò, lo dotestano malgrado la sua serictit jndiscu.o.:sa e il valore dei suoi sCl'itl.i. E' un giornale, in ogni cn.i:.:o,per pe1·so110 di una certa c11lt11rn, e tit·a 200.000 copio in n1eclia. Vrn I'a,.,is-I'resse e b'rance-Suir la differenza è che il primo, f'Hll' 110n conf~s~andolo, è un giornale di destra, e il secondo è, come il Pnrisien, sedicente apolitico, anzi tah·olta con qual– che. pu11la a i:.inistra. Paris-Presse è il gigante della stamp~ fr~rnceso: un milione e 200 mila copie di tii-tthira e carta in abbondanza: e folografìe, e fumett-i, e rubriche di maldi– cenza, e poi pubblicitil., pubblicitù, pubblicitit. E' jl giornale che la srra, nel « rnétro », il settanta per cC'nlo dei viag– giato1·i tiene spiegato danni! ì. Dimenticavo la C'roi:I:, cat– tolica pura, giornalo per religiosi e semina1·i~li, che rocen– tcmcnto hn smC$SO l'apparenza e::;teriore cli giomale ciel clero pc,· a-'.'l~111nel'e cir·ie ed a~pclto di giornale-, so è lecito dire. cattolico-mondnno. Non credo che In nuo,·a formula gli ubbia uttil'l\to nuovi letlo1·i. Infine <la due o tre: setti– mane è 11.i:.:cilo, silen,1io$~11nente, /,e Débrilit de ce lemp.'f, elio è un tin1ido 1enta1i,·o di ticlar· vita al dor11nto quo1idiano della sern che, dopo breye rumoto:;,issima (por pubblici– t;1.,.) esistr>nza, malgrndo CHpitali enormi messi a sw, di– sposizione da uomini della grande industria e da grnssi affal'isti, non resistette al. .. logorio dt.dla vita moderna. ]I nu~vo timido tentativo si richiamo al nome di duo Yeccl1i, anzi anliclti gio,·nali d'anteg11e1Ta che non pare gli fornisca una clienLoln sufficiente. Gll.'SEPI'E Al',DlllCll

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