Nuova Repubblica - anno V - n. 21 - 26 maggio 1957

MU;1.31. l 2. 57 CEJ4ìA. CLAUDIO Vll- Vtt Cass!an Bo:·. ?R N I repuhnttca Comitato direttivo: TRISTAJ\iO CO0JGNOLA ( direttore resp. ), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza lr-dipendenza 29, ~-- 483-207 8 Autoriz. lrib. Fir~nze del 30 dicembre 1952. Prinl8d in ltely. St. rip. de cla Nazione,, Firenze, Via Ricasoli 8 164 - ANi\O V • N. 21 ·un · numero L. 40. Este10 L 50. Un numero arretrato l. 50. e Nuov~ Repubblica.• è settiman'ale poJitic.o e di cultura. E' anche ·Abbonamenti: arinuo per Italia e Francia l. 1500, sem. l, 800, gi'ornale _murale, r~gistratci presso Trib. di Firenze con decreto trim.·L. 450. Estero: l. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. n. 1027 del 21 'luglio 1955.: Manosèritti, fofogiafle, disegni an- CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia:., Firenze Gli abbonamenti de- che se ·non pubblkati, non si• rest'ituiScono. 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Una sua_ recente let~era, con la quale si. ar-roga il diritto di mantenere in carici fino a nuove elezioni la vecchia Amministrazione (i cui membl'i si sono :iddirittura dimessi da consiglieri) h11 1>rovocato, fra le altre, la seguente risposta: FlrtENZE, ~J maggio J!)G7 :Ministero di concentrazione dellM ~lta lotlen\ del J8 co1·r., che giung:e ora in inie mani, io iw<:vu prNm vjsh,ne f-lii,man.i dalla sl~1npa ciltt\dina: tH; avevo tri:1.1 lo ,.:uhito l'irnp1·e,:;sione di un e,.;·ore gravo da pur– le Sua, che non so quali l"ipe1·cw-:sio1,ilJOtn\ avel'e per jl f11turo, ,11a du~ inbrnto conlribui8ce ad uf-Tievolire (e nott ce ne Sti rel,he il bif.;ogno) nel/'anirno dei citl"adini il senr-.(• de] clir·itto e dol giusto, di cui Lei ha an1to tante volte occasi1,n1~ di 1Jnrla.rci. UN CAMPO Dl~ROVINE di FERRUCCIO PARRI ' T OLGENDO alla sua fine questa Legislatura torna al monocolore con il quale era cominciata. Al– lora De Gasperi, oggi Zoli. Quegli è caduto: passerà questi? Augurarci in fondo che passasse, Non per l'amicizia che ho per l'uomo o perchè la disperazione mi obblighi a riporre le mie speranze nel successo della demo– crazia cristiana. Ma per le conseguenze di una ca– duta: o ricostituzione vergognosa dì un tripartito o ele– zioni precipitose in autunno con un governo per i bi– lanci. Elezioni sotto il segno del disorientamento, se non della baraonda. Ma l'on. Zoli per passare alla Camera ha bisogno delle destre. Deve cominciare cioè con un pericoloso sbandamento da quel centrismo programmatico che lo ha obbligato a limare e dosare così faticosamente il suo Ministero. Sembra difficile che riesca a correggerlo strada facendo, se la prestazione iniziale esigerà com– pensi legislativi. Unica altra soluzione nell'attuale si– tuazione parlamentare poteva essere la cosiddetta aper– tura a sinistra. Andatelo a dire a Fanfani! Se dunque il governo Zoli passa, ed in ottobre, dopo il congresso socialdemocratico, un altro discorso di No– vara non lo scuole, se dura, come è suo dichiaralo pro– posito, sino alle elezioni quali per noi le prospettive? Un"azione governativa limitata dallo scarso tempo disponibile, poichè a marzo si smette: bilanci sino a settembre, i due trattati europei, forse la riforma del Senato, la legge sulla Cassa del Mezzogiorno, alcune leggi più importanti e meno facilmente rinviabili, alcuni provvedimenti elettoralistici- (pensioni): problematica sempre, nell'altalena tra agrari e sindacati, la sorte della legge sui patti agrari. Una ricerca dimostrativa di effi– cienza di governo, una alluvione di socialità, una river– niciatura verbale di atlantismo dinamico. Ed insieme una vita interna non meno travagliata di quella che rallegrava il quadripartito. La solidarietà democristiana è certo più efficace della cosiddetta « so– lidarietà democratica)), ma maschera anch'essa un in– tero quadripartito condotto di frequente al quadrilitigio. Fanfani come antagonista ha ragione di preferire Sa– ragat a Gonella. Ma la solidarietà elettorale, -oltre che confessionale, che lega il blocco democristiano gli dà unità e forza sufficiente, non per virtù propria n.:i.a per debolezza e franchezza altrui, a dominare il campo. Un campo di rovine nel settore che c"interessa, Al fondo delle cattive prove di questi mesi sta la povertà, e prima di. tutto la fiacchezza morale, della classe politica del nostro schieramento democratico. IL richiamo alla unificazione delle forze socialiste, che poteva dar l'avvio ad un movimento, ad un nuovo indirizzo, a nuove spe– ranze, guastato dagli asti e dai calcoli delle chentele e degli apparati, è caduto. E la sua caduta segna il falli– mentare epilogo di un periodo di storia politica italiana. In queste prove il partito socialdemocratico finisce di pagare il fio della sua passività come partito di rea– lizzazione socialista e democratica, senz'altra prospettiva che di fornire l'apporto permanente di qualche volo o di qualche seggio nella Legislatura di domani alla de– mocrazia cristiana, o di sfasciarsi per riguadagnare l'onore perduto. Altre formazioni politiche che l'esemplare lezione dei governi centristi ha progressivamente portato a po– sizioni di sinistra attendono di attestarsi su linee di battaglia di chiaro senso e di chiare prospettive po- - litiche. E Unità popolare? Unità popolare non sofire d' in– certezze teoriche. Ha definito da tempo la sua linea politica, sicura nella sua giustificazione storica, éhiara negli obiettivi, e meditata nella stessa programmazione delle tappe di azione riformatrice e rinnovatrice della società italiana. Non soffre ormai da tempo d'incertezze sul suo schieramento politico: sa che strumento d1 un rinnovamento democratico può esser solo un forte mo– vimento socialista. Segue perciò con attenzione, ed attenzione ansiosa, la evoluzione e gli atteggiamenti del Partito Socialista. Si duole se nominalismi come quello della « unità della politica di classe» meno logori, ma anch'essi pericolosi come quello della « solidarietà democratica » possono incepparne la lib'ertà d'azione. Si augura che l'attuale fase di raccoglimento ridia chiarezza 0 di obiettivi, vigore di azione e consapevolezza di una maggiore vocazione. E poichè non mancherà probabilmente tempo per mature decisioni dovremo volere che quel lievito politico che Unità popolare reca con sè, dia il frutto più efficace per la preparazione di un miglior avvenire. J.ei ri<:(lnln cNtamenlc 1·;1er 11llntv~r,:;o il quR-le siamn giunti al 8110 odierno docu111ento: ed è sopi-allntlo nl!ct luce di es.,o che tale documento as811rne, me lo consentn, nn signiricatn prnfondamenle le:-:i,·o dei dit·itti del Consigli", dei potoi·i ricono;-;ciuti clHlla legge t,gli Ol'gani tutoi-i, in una parola cli qn(il patto di eon,·i,·enza che regola le noslro a,;;ioni pubbliche, od al qw,le Lei non meno di quobia:-ii alti-o cittadino, anzi con rn1Jggiorc respon:-:,.1bilitù di ftllftl– sii\:•:ì ttllrn cilb1dino, è strdb.nnente 1enuto. Allorché il Consiglio Co1nunale, nell'Ult.ima' sua. :-:edula, accctlò lo dimi~:-:ioni della Giunt1J, Ella di.diiarò pubblica• menlc1 che a\'l·ebbe p1·P::-:cnl1.1to nella seduta successiva, lo Sue di1nissioni da Sindaco: e in (Juella stessa seduta, clk1 l!illn si compi:-1cq11e di defini1·e memorabile pet l'Alto livelln di 1·e,.;pon~rnbiliU1 clc-mocrnl ica del Consiglio, si stabilì alla unanirnitù In data cli nuova convoca;r,ione, e l'oggetto dclln. di:-;cu,.:8ione: cioé appunto la pi-esenta;r,ione delle Sue di– misr-;ioni da Sindaco e le deliberazioni consf'-gnenti. Questo p1·eci:-:o e solenne impegno ·non fu da Lei mun– tcnulo; rtl l'Onlrario, con una p,rocedun.l cel'larnente non e:,;ernplHr-cper il costume democratico. Ella preferì mcltc,·o la citt,\ da,·nnti ol fR.tto compiuto delle dimis,c;;ioni Suo o dei Suoi compagni di C:n1ppo da consiglieri, dimissioni p1-e~c·nt11to- in aper·to sprr.gio al pili alto consesso rnr– p1•cf,;cntat.ivo della citlù - non al conseS80 rnedc,;:imo, mi, al l'rdelt"o, cui la legge non cnnfel'isce il potere cli ttccet• tarn o di respingere din1i:-:sioni dal Con,.:iglio comunale. Fu allorn nvnnzub\ chti nostri grnppi cli opposizione ri. c:hie::;ta urgente cli convocu:t.ione clnl Con,;:ig!io, por ripol'ln10 l'inter·a que-s1ione nel propi·io esclusivo ambito di legiU-i– mitù. 1\1,1 l•:lln, col pn~tesh, - allora - di cs."'cr·egiit di1nis– siunar·io du Sindaco (mentre ora afferma pe1·('ntoriamento la Suu continuiU~ nella cai-ica) non sollanto non detto co1·so allit richiesta com·ocazione (destinata appunto a. di– scutere di quelle dimis!:.lioni !), ma molto si agitò presse, lutti i Cl'oppi consiliari - nessuno esclnso - per ottencro subito altl'e dimissioni, al fine patente di affrettare il ri• COl"SO alle urne prima delta prossima. estate, nei termini che a Lei sc-mbravnno - per propl"i calcoli - i migliori. R-ichiestc di dimissioni f111·onoda Lei avamrnte dunque H tutti i C:nippi, oncho a quelli che pili a,·enmo oppugnato la Sua politici\ arnministl'aliva: le ottenne innne dai clu') C:n1ppi consilial'i di dcslr-a, non tuttavia in tempo utilo pet·ché IH manovl'a eia ·Lei ideata, di una pi-ecipitm.:a cd inutile con~ulta;i;ione elettornle, potesse concludersj. E i consigl ier·i di destra seguirono, nel presentn re le propriu dimissioni dal Consiglio, una pl'assi col'!'elta: l'ivolgcnclo;-;i non a_ll'autor·ih\ tutoi·ia, ma agli stf'-ssi organi consiliari: 1-imettenclo dunque a questi ultimi le decisioni dcrinili\'l' sulla Cl'i:-:i. A questo punto, la situazione giuridica era I» seguente: non esisteva più la Giunta (essendo state le suf'i dimissioni regolarmente accettate dal Consiglio); esistc,·a il Sindaco, che dopo aver preannunciato le proprie clirni,..;. sioni da Sindaco, non le avo,·a più presentate al Consiglio: trenta consiglie1·i avevano presentato le dirnissioni citi! Consiglio, venticinque di e:-:,;:i al Prefetto, cinque agli organi comunali, senza che il Consiglio avesse ancora avuto la

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