Nuova Repubblica - anno V - n. 17 - 28 aprile 1957

6 MAGISTRATI A CONGRESSO AL PUNTO LIMITE li tentativo dell'Esecutivo di limitare i poteri del Consiglio Superio– re della magistratura ·si fonda su una serie di violazioni costituzionali, che possono determin"!-·e il punto di_ rollura della legalità repubblicana III I L CO-NSJC:LLO Superiore della Magistrat11ra è stato it tema fondamentale del congresso dei magistrati te– nutosi a Napoli ai primi cli aprile. La materia è indubbiamente di grande importanza per l'an11ninisirn– zion,.. della ginsfo,,"i"anel nostro paese. li Senato della Repubblica ha apf.)rovato, il 29 no– ven1bre scorso, con alcuni emendamenti, il progetto di legge :;.ul Consiglio Superiore della l\Iagistratura, del quale per– tftnto dovrà occuparsi al più presto la Carnera. ll p.ro – g6tto fu p1·esentato al parlamento il !) no,;embre 1!)54 dall'ullon\ ministro di' grazia e giustizia De Pietl'O, di concel'to col ministro del tesoro Cava. Va subito detto che il pl'Ogetto non gode dell'approvazione dei magistrati, il" cui giudizio è sfavorevole nei confronti di parecchi punti fondamentali. ll Consiglio sa1:à composto pe1· clue lor·zi da magist l'ali e per un terzo da membri del par– lamento, scelli fra i professori ordinari di unive1-sità in materie gimidiche e lrn gli avvoc 1at.i cbe abbiano un'an– zianitù di oltre 15 anni di servizio. L'~uticolo J .o ciel pl'Ogetto dispone che i rappresentanÙ dei magistrnti siano pr·escelti: « sei tra i magistrati cli ca~sazione con ufficio direttivo, sei tra i magistrati di Cas– sazione, tre tra i magisfrati di Appello e tre tt·a i magistrati di Tribunale con almeno quattro anni di anzianitù. dalla 111·0010,.-.ione A quest'ultima categoria~. Questo criterio è disappl'Ovato dalla maggior parte dei marfrstrati, perché viola. la Costituzione, e precisamente l'articolo .104 .. Il principio della. scelta fra .i rnagi$trati do– vrebbe e.c:.:sero jnvece paritetico, cioè i giudici prescelti do– vrebbero essere G di Cassazione, 6 di J\ppello e G di prima i.:tamm. Questo principio non solo è quello voluto 'dalla Co- PETRARCA EFANFANI S ALUTO in. Are~zo la città di. Petrarca, e natural- i: mEnt~, ~1 Ammtore Fanfani», ha detto, in aper- tura del Congresso delle NouveUes Equipes Inter– nationales, il presidente di questa· importante istituzione, il belga De Schryver. Non è stata la sola battuta diver– tente. Quasi nessuno degli or"atori ha potuto tenersi dal– l'ap'dre l'animo alle ali della vena poetica turistica; la città di Arezzo, pavesata da striscioni egualitariamente destinati ad esaltare il Partito Comunista. (che vi è for– tissimo) e le NEI, ha avuto inni e ditiram6i, che cele– bravano tutt'insieme: il pentagramma di Guido Monaco e la saggezza dei lucomoni, la· mistica medievale e, più piccina, la grandezza romana. E' evidente che l'impor– tanza dell'IX congresso delle NEI non sia tutta:via in questi tratti più lieti e più labili. Sta, a nostro avviso, in due fatti; 1) Posto all'ordine del giorno del Congresso il tema «: i cristiani e la crisi del comunismo», si avverte l'urgenza di incç,minciare a fornire quello che manca: la costruzione di una politica unitaria di questi partiti dinanzi al polimorfi– smo e alla penetrazione comunista. Nell'augurio di saperla infine determinare, si avvertiva un senso di urgenza e di angoscia, che proviene dalla constatazione del carattere « rlisgreiato » delle politiche anticomuniste dei vari partiti democristiani. Uniço elemento comu11,e, l'europeismo; ma ancora insufficiente, come è evidente, quale fatto di civiltà e di radicamento nella coscienza popolare. 2) La constatazione che, appena ci si pone ad analiz– zare la « crisi comunista», questa sembra non resistere al– l'esame. Se si passano, ad una ad una, le relazioni qui pre– sentate, si avvertono, sì, i suoni di campana a morto per !'avversario; ma l'onestà dei relatori deve poi aggiungere: che l'URSS ha trovato modo di far nrogredire seriamente Ja sua penetrazione nel Medio Oriente e in Africa; che in Asia si trcva a doversi muovere duttilmente dinanzi ai nazionalismi insorgenti, ma che essa e la Cina dominano con la loro straPotenza il continente, offrendo anche ai non comunisti dell'India il prestigio del modello socialista· che nei partiti comunisti occidentali la frana iniziata dall~ de– stalinizzazione è crganizzativamente arrestata almeno per ora. Si deve constatare allora, da u·n lato una diagnosi che non può disconoscere la robustezza dell'avversario e che smentisce nel fatto l'enunciato di una crisi sost~nzi::lle; d.all'altro la perplessità dinanzi ai rimedi, quando non si ncorra alfa assoluta genericità: pace, libertà e benessere. Arezzo sta per affrontare, tia un mese, una dura cam– ~agna elettorale. Può darsi che la scelta di questa città per 11congresso de1le NEI sia destinata a galvanizzare l'eletto– ~ato ~ell'onorevole Fanfanf. E' almeno certo che questo t terv1to anche a fare il punto di una condizione. che inte– r"!'ssa anche la lotta politica italiana. Democristiani e co– munisti stanno, come ·pré>tagonistf di essa aVvicinandusi· qui non si allude atl altre fòrze. interinedÌe· non si cont~ che su se stessi, non si mira che ad un a~vJrsario. slituzione, ma ha anche il vanlaggio di evitare cbe il con– siglio si trasformi in un organo di «superiori:,. Disap– provalo è anche il metodo dell'elezione dei magistrati com– ponenti il Consiglio. Il progetto De Pietro prevede la elezione indiretta, cioè l'elezione di delegati che a loro volta eleggono i componenti. I magistrati, invece, vorreb– bero ·eleggere -direttamente i consiglieri, per non violare il principio della democrazia diretta. Il progetto De Pietro non rispetta il principio della composizione paritetica anche nella composizione della sezione disciplinare, che dovrebbe essere composta da otto magisti-ati di Cassazione, uno cli Appello e uno di Tribu– nale, oltre a due parlamentari. E' evidente che, se fosse costituita così, ]a sezione disciplinal'0 si trasformerebbe praticamente in un « Collegio di disciplina:), con tutte le conseguenze,,.- facilmente immaginabili. Dev'essere, in– vece, una commissione paritetica 1 perchè, essendo costi– tuita dallo stesso numero· di magistrali delle, tre fun– zioni, potrà offrire le maggiori garanzie di effetliva de– mocrat.icitii dell'istituto. L'articolo 28 del progetto, in materia di attribuzioni del Consiglio Superiore, affenna che spettn al C. S. di deli– berare: « su proposta del rnini~ro di Grazia e Giustizia, sulle assunzioni in rn,agistratura, assegnazioni di sedi e di funzioni, trasferimenti e pl'Omozi•oni e su ogni altro prov- · vedimento sullo stato dei magistrali ~. Questa disposizione è della 1nasgima gravità, e viola. apel'larnente gli articoli 105 e .110 della CostitnziQne, che ha. voluto, col Consiglio Superiore, sottrarre effettivamente lR niagistratura al roiniste,·o della giustiz.ia : Se venisse ap– provato, l'articolo prive1·ebbc praticamente la magistratura di quell'autonomia che è lo scopo naturale del Consiglio Su– pe1·iore. In pratica, la magigtrat11ra dipenderebbe dal po– ·tere esecutivo, tramite il gual"clasigilli. li quale, come pre– scrive la Costituzione, dev'essere estraneo totalmente alle as.-:;unzioni, alle assegnazioni di sede, ai trasferimenli e a.Ile promozioni dei magistrnti. Il Consiglio Supe1·iore della Magistratura è un istituto • fondamentale delhl democrazia italiaria. 1-.er non svuotarlo e-renderlo uno dei tanti i,stituti pseudodemoc1·atici è neces– sario emendare il progetto De Pietro secondo i principi della Coetituzione repubblicana. , Tra i rilievi degli avversari del Consiglio Superiore c'è q~•e~~._jella -< casta chiusa,. li Consiglio, dicono, potrebbe d1venta"re un istituto incontrollabile e quindi pe,·icoloso. C'è innanzitutto da rilevare che il pericolo della « casta chiusa, è minimo. Non va dimenticato, infatti, che 'il ConSiglio è presieduto dal presidente della Repubblica, ed è cos'tituito solo per due terzi da magistrati. La composizione del Con– siglio, prescritta dalla Costituzione, riduce pertanto al mi– nimo il- pericolo della casta chiusa. Ma va anche ricordato che si tratta di un istituto che, se pienamente rispondente al dettato costituzionale, dà ogni affidamento sulla sua strut– tura ?em~cratica,. e .quindi anche sulla dcmocraticiti\ dei propri fi111. Va po, rilevato che. la rnagistrotura in tanto è organo costituzìonale, in quantò è sottoposta ·esclusivamente alla legge. Il timore del predominio dell'ordine giudiziario è assoluta·mente ingiustificato. Basta constatare questi fat.ti per averne la prova: a.) pluralità dei pot.e,·ì insiti nell'ordine giudiziario. Questa pluralità. è riconosciuta datla Costituz10ne, la qua16 non a caso afferma che ò l'ordin~ ,qiudiziario a essere indi– pendente dagli altri poteri, e non il potere giudizforio / que– slo appunto perchè l'« ordine> è costituito da una « plu- ralità> di poteri; · · . b) poss~bilità d'impugnare i poteri giudiziari (con ap– pelli, ricorsi, revisioni, <'CC•... ); ~) lìmitazione soggettiva e oggettiva della cosa giudi– cata. La c?sa giudigata limita In sua efficacia al caso deciso, non preg1t1dica soggetti dell'ordinamento diversi dalle parti,. nè alll'i rapporti fra: le ste~se parti. T....a legge non viene alterata. Il danno eventuale arrecato dal giudice è molto limitalo e sep1pre sanabile. Queste garanzie date dall'ordine giudiziario non vanno disconosciute, e pertanto chi disapprova l'istituto del Con– siglio Superiore della Magistratura. ri,·ela chiaramente Jo spirito antidemocratico che informa il suo atteggi11mento. In cambio delle garanz.ie che la magistratura dà allo Stato, quali garanzie dà lo Stato attualmente all'ordine giu– d~ziario? Essenzialmente, quella dell'inamovibilità del giu– dice. Purtroppo, però, l'attuale ordinamento non offre questa ?"aran~ia in modo effettivo a tutti i magistrati. Il giudice, mfatt11 ha diritto all'inamovibilità solo dopo circa sei anni dall'entrata in magistratura; ne consegqe che circa. nn terzo dei magistrati non gode attualmente dell'inamovibilità. Le deficienze in c~1i si dibat.te la_ mag~.5trat11ra italiana. hanno costretto fmalm è11te 1 mag1sti-at1 a provocare l'in– tervento del governo e del pulamenlo. li 29 luglio sco.rso l'Associazione Na:t,ionale ~fagist1'nti ha approvato unanime– mente nn ordine del giorno in cui affel'mava cli ritenere che. « nella. persistente carenza di un'efficace ed organica a,zion~ goYernativa, sia ormai imprescindibile dovere dei magi– \\trati di procedere essi all'eliminazione, graduale ma ferma, delle violazioni sistematiche dello norme cli leggi. proces– suali, cli regolamento, di ordinllta. prassj ne.I funzionamento dei pubblici uffici 1 posle a tutela dei diritti soggelt.ivi, della dign.ità dei giudici, del pre8tigio, delre0i(•icnza e· seriet 1 i della funzione, quali oggi mortificano l'esercizio dell'atli– vitl\ gjuriscliz-ionale. J n conseguenza, mentre• affida. alla gag– gezz& ciel Parlamento la soluzione clel problema del tr1.tta.– mento economico, con assoluto distacco e in piena indif)0n– denza dalle Yicencle del trattamenlo stesso, in ossequio alla volontà espressa dai magistrati associati attraverso il ·refo- 1·endum, delibera cli agire pe1·ché l'attivitlt giuc!i'.1.iaritt 8i svolga col pieno ri~petto delle cfo:posizioni processua.'I i e regolamentari ». _ ] l r~fernndum al qual~ a~cenna ro.d:g. è quello che po– neva ai magistrati questa domanda: « Aderite ai seguenti me,r,ii?: I). Rifiutarsi di accettare Ò di espletare incarichi cl10 non siano strettamente connessi con l'esercizio della fun– zione giudiziaria.; 2) astenersi dal sopperire alle deficien;,,e dell'organico accollandosi una. ·quantib\ di lavoro monife– starnente eccessiva, e però contenere la. frequenza delle _udienze. _il numero delle cause trattate in ciascuna, il nu– mero delle sentenze e l'esplicazione di ogni altra at.tivilù giudiziaria. nei limiti di una normale attività di lavoro; 3) applicazione rigorosa di tutte le di~posizioni processuali e regolamentari~. In base ai risultnti del referendum, approvato <lui magi– strati, dal 15 ottobre scorso i giudici attuano il terzo punlo; ma pr~sto s'ispireranno, nell'adempimento del loro dovere. alle direttive che il preside11te dell'Associazione JHagistrnti, dott. Vincenzo Chieppa, ha così riassunto alla. stampa: « 1) evita1·e che nella stessa stanza più magistrati p1·oc11- dano nel atti istn1tlo1·i; 2) rifiutai-e di s08tit11ir;;i al c11ncel– Jie1·e e 1 all'usciere in atli di lo.-o con:ipetenza; 3) ottenere elio sia' disciplinato l'acce-sso negli uffici mediante l'opera cli uscieri; 4) tendere ad ottcne1·e che i locali giudiziar·i siuno decol'Osi, sufficienti, funzionali, e che ogni magist r-ato abbia il propr-io ufficio; 5} esigern che il materiale di cancelle.-ift neccsHa1·Ìo sia fornito dall'arnministi-azione, rifiutando di provvedere all'occorrente a proprie ~pese, come spes.-.o Ac– cade; G) promuovere l'ordine, la compostezza, la disciplina nel lo svolgimento cli ogni atto giudizia.-io; 7) pretendere che i ve1·bali nelle udienze civili siano redatti dal cancel– liere e che prov,·eda il cancelliere a copiare il te~to oi-iginnlo delle ~entenze >. ] I pul-:>blico 1111 01·mai compl'CSO che la situazione della giusli;,.ia in Italia è giunta a un punto limite. Ln cosidclolta < lentezza. della magistratura », detel'minata dal complc,:1.c:.:rJ di problemi che abbiàmo cercato d'illustrare, è il fenomeno più appari.c;cente e pertanto più sentito dalla' popoli:1,r,ione. Scriveva recenie111ente sulla Stampa il dottor Domenico Ric:cai·do :Pe.-etl.i Griva, presidente onornrio della Code Supr·ema: « li ritai-do dell'eSpletamento· dei pmcessi penali e civili cagiona un danno, spesso economico, ma, in ogni c,1so; morale, assai supcrioi-e a quanto comunemente sì creda e, talora, anche più grave cli una dedsione criticabile ma sollecita. Non c·è di pt'.~gio, per la compa~ine sociale, che _lo scoraggiare il cittadino dal ricorrere all'opera della ~iustizia, incitnndolo a farsi giustizia da sè, e ingenerando– gli1 ad ogni modo, la sfiducia negli ordinamenti politici la cui 1=1tt11azione diligente e perequata costituirebbe il miglior ceme,nto per la migliore di8ciplina della collettività>. I.a grnvit.ì. di questo pericolo è evidente. DOMENICO TAU.ANTINI UN AUGURIO PER LA CORTE La Giunta Esecutiva nazionale della Federazione Ita– liana delle Associazioni Partigiane (FIAP) riunita a Milan◊, rivolgendo alla Corte Costituzionale il suo saluto, sente il dovere di farsi interprete delle preoccupazioni di quanti, avendo partecipato alla lotta di Liberazione e creduto nei suoi ideali, vedono nel supremo istituto costi– tuzionale il primo presidio dei diritti di libertà, conqui– stati a prezzo di tanto sangue e di tante lacrime. Alla Corte .è andato l'apP.lauso riconoscente dei resistenti e dei patrioti quando essa, dichiarando la propria compe– tenza sulla legislazione anteriore, ha riconosciuto il carat– tere rinnovato della Costituzione ed il suo valore .storico di sanzione giuridica de11"a lotta di Liberazione. Alla .Corte, confortata dal giusto e tempestivo mes– saggio del Presidente del.1.a Repubblica, va la nostra ap– provazione quando, riconoscendo assorbita nella propria la competenza della Corte Siciliana, afferma l'unità del diritto e della suprema giurisdizione costituzionale che è l'unità dello Stato. Né la Giunta Esecutiva ritiene di poter riscontrare nelle recenti dimissioni del Presidente De Nicola, alla cui . figura partigiani e combattenti esprimono sempre il loro riverente omaggio, motivo di una crisi d1 fiducia nella Corte ma non può non riconfermare che la sua assoluta ed evidente indipendenza da ogni influenza ed interfe– renza este.rna deve essere la giustificazione della sua altissima funzione e la ragione del suo prestigio, così come la puntuale applicazione delle decisioni giuridiche della Corte deve costituire uno stretto impegno dì ogni governO" democratico. Sicura che la Corte Costituzionale non verrà meno alla grande fiducia in essa riposta, la FIAP Le esprime il suo omaggio ed il suo auguriO più vivo. Ferruccio Parri, presidente; Giu.ifo Alonz:i, Annibcile Be-retta, Marco De N!eis,' Pasqua– le Schit;mo, vice presidenti; Lcnn.t•.::rto Mer– cu.ri , segretario nazionale.

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