Nuova Repubblica - anno V - n. 16 - 21 aprile 1957

4' PROBLEMI DEL MONDOCONTADINO 'MEZZ1'0Rlfl E Sl~D1'CJ\TO I L COM.PLESS O travaglio in cor:so nei sindacati del– l'indusfria ha, contribui.to, assien.1e al d_ibaltito !Jolitico attorno alla riforma det conhaU1 agran, a stendere un certo velo di silenzio sull'indirizzo di politica sindacale nel– l'agricoltura .. Non è mia intenzione affrontare in blocco I.a questiOne, che non è materia ~saui·ibile in un articolo, ~ella azione del sindacato nei diversi ambienti agral'i. esistenti nel nostrQ paese. Troppo difformi sono i rapporti sociali ed i livelli tecnici esistenti: nella Valle Padana, nelle zone an1- mezzadi:ate dell'ltalia centrale, nell'Italia meridionale. Da forme capitalistiche avanzate, è noto, si discende.,4 forme di economia arretrate e, necessariamente, l'azione del sindacahi va giudicata nelle condizioni ambientali in cui si esplica. E' cosa nota, d'altra pa1·te, l'influenza esercitata dal mer– cato, e dalla prevalente economia capitalistica" sui diversi ambienti agrari. Pe; quanto concerne la mezzadria dell'Italia centrale è noto che, in questo dopoguerra, lo sforzo prevalente deJla COJJ.., è stato quello di pone il problema della riforma del contl'atto, ptessando con agitazioni di massa per la, solu– zione ciel problema. Qncsta azione ha il merito di aver messo in chiara luce la esigenza di un rinnovamento non solo dei patti agrari vigenti nelle zone a mezzad1·ia classica, mO: anche delle forn.1e tecniche stesse con le quali viene eseì·citata l'attività agricola. Sotto la spinta delle esigenze di mercato e delle agitazioni mezzadrili che, nel periodo successivo al 1949, hanno avuto come bandiera anche l'im– postazione di piani aziendali di sviluppo econom,ico, nelle zone dell'Italia centrale è in atto un contradittorio ammo~ dernamento dei mezzi tecnici attraverso l'aurnento degli investimenti produttivi. Per r~ndersi conto delle « novità » in atto nella mezza– dria basterà condurre una analisi delle controversie vec– chie e nuove esistenti tra concedenti e coloni. A questo pro– posito è giusto dire che le stesse vertenze « vecchie » assai spesso ,nascondono un contenuto nuovo, determinato dai cambiamenti avvenuti nella tecnica della produzione. La ste;sa tradizionale rivendicazione di una casa colonica de– cente ci appare, al livello delle esigenze della produzione, legata qlla necessità di concimaie razionali, stalle moderne, silos, magazzini, essiccatoi; per non dire della viabilit.-\ minore e. della stessa viabilità aziendale. Una controversia «vecchia» qhe si è arricchita dì motivi rn1ovi è, per esem– pio, quella del compenso attrezzi e macchine di parte colo– nica. La impostazione tradizionale ignOl'a, infatti, il nuovo I L VII CONGRESSO dell'UNURI (Rimini, 9-14 aprile), a differenza di quello di Grado del maggio 1955, non ha proposto nuove tesi e nuovi obiettivi di fondo per la battaglia politica,, del movi,mento studentesco, ma ha in– vece indicato il tempo, i modi e soprattutto le forze che in quella battaglia, ormai definitivamente acquisita alla co– scienza di tutti gli studenti democratici, si riconoscono. E' chiaro quindi che solo nna verifica effettiva, sul piano del lavoro di giunta nell'UNURl e negli Organismi studente– schi, delle volontà cli camuno impegno e di collaborazione che i due maggiori gruppi, l'Intesa e l'UGI, hanno espress? attrnvel'SO una serie di mo,;ioni firmale dai lol'O pt·incipali esponenti 1 potrà confe1·mare la via unitaria' di iniziativa che il congresso ha chiaramente scelto per i due pl'ossimi anni di vita dell'Unione Nazionale. La situazione ciel movimento studentesco prima del con– gl'Osso era Cjlrattei·izzata da tre fatti pl·incipali: 1) Una seJ"io di risultati elettorali in cui l'UGI aveva visto una notevole diminuzione deP suoi suffragi dovuta in parte alla gi·ave crisi conclusasi politioarnente nel dicembre scorso a Perugia, ma i cui effetti vengono sentiti solo ora nelle .sedi, e in pmte ad una raggiunta qualificazione poli– tica che provoca un allontanarsi dei voti qualunquisti ri– fluiti su liste indipendenti o sull'Intesa. Questi 1·isultati hanno provocato, in sede di congresso nazionale, un rap– porto di 2 a 3 fra i delegati dell'UOI e quelli dell'Intesa contro Ja parità dei prec·edenti congressi. 2) La progressiva e costante maturazione politica dell'Intesa. giunta ormai ad accettare le tesi di Grado che, sebbene allora portate avarlti polemicamente dai goliardi, el'ano il patrimonio di dieci anni di comuni e$perie_nze. 3) La positiva esperien,;a che la giunta Pannella aveva. compiuto in questi ultin~i mesi riportando una serie di no– tevoli successi quali l'adesione all'Uniòne Nazionale di al– cune nuove sedi e la sostituzione della famigerata circo– lare ministeriale 4800 con una nuova circolare che è in realtà una anticipata approva:.-;ione del progetto di legge per il 1·iconoscimento giuridico degfi Organismi rappresentativi. E' da tenere presente che la giunta Pannella era succeduta a quella. presieduta da Paolo Ungari sotto il cui governo l'UNURI aveva fol'se toccato il momento di maggior di– stacco dalle sedi con una politica ve1'ticistica e illuminista. In questa situazione la relazione che Marco Pannella ha fatto a nome della giunta uscente, ma non dimissioml– ria, si è inserita chiedendo ai gmppi un atto di reciproca fiducia: di ritenere nell'alti·o almeno quel minimo di capa– cità di autonomia che valga a garantil'e il movimento stu– dentesco nelle sue volontà fondamentali. A titolo personale Pannella ò arrivato ad affem1are, e noi siamo d'accordo con lui, di « non credere che nella situazione politica italiana, dinanzi a una lotta sempre più drammatica, sia possibile che 1a stessa UGI o la stessa Intesa serbino a lungo dati corrispettivi della vita del paese, rispetto al mofido, cattolico ufficiale e a~ mondo laico ufficiale». · L'unica opposizione effettiva sul piano congressuale a invental'iO immesso dal mezzadro, ehe può giungPre sino al trattore e alla trebbiRtrice, olfre una serie di macchino agricole, sconosciute nelle zone mezzad1·ili appena qualche anno fa. Aldilà dei mezzi di pl'Op1-i.etàdel contadino, inoltl'e, sorgono probleini nuovi legRti ai noleggi e alle tariffe per le macchine di prop1·ietà del concedente; la necessitit cli rego– lamentare la coniproprietl~ sulle macchine; le ta1·iffe pet· l'uso dogli impianti cli ìnigazione; i prnblemi connessi alla elettrificazione ed ai Vessatori sistemi posti in atto dalle societll elettriche. Analogamente per le produ,;ioni di mag– gior valore si possono nota .. e sostanziali cambiamenti; ad esempio negli indirizzi della J.)l'Oduzione zootecnica, la quale comporta, per il mezzadro, nuovi problemi per i capitoli di spesa riguardanti la compl'Opl'iehì ·del bestiame da carne, i mangimi concentra.ti, gli apporti cli lavoro nelle stalle o la pronta r eali'zzazione della parte colonica rigua 1·clante gli incassi. Voce, quest'ultima, che sta assumendo un -peso senza precedenti nel bilancio della famiglia contadina, per cui sempre meno tollernbile appare la tendenza dei pro– prietari a specular~ sui risultati delle vendite del bestiarne rinviando, spesso, al di là della stessa chiusura dei conti, il saldo degli incassi. Lo stesso dicasi por le colture industl'iali, le quali,, come il bestiame, richiedono un fotte apporto di lavoro del contadino senza che ciò consenta una adeguata remunerazione i_n sede cli 1·eparto .o, tanto meno, una pro– porzionale partecipazione agli utili derivanti dalla fase inclustr·iale di trasformazione dei prodotti agricoli. Del 1·esto, questi esempi non sono alfro che alcune delle con– traddizioni ·macroscopiche dello sviluppo economico (pe1· la verità abbastanza lento) e dei rappo1·ti s,ociali (piuttosto statici) esistenti nella mezzadria. Per rendersene conto ba– sterà riflettere sullo squilibrio esistente tra la base forng– giera ed il carico cli bestiame esistente nella mezzadria; il che comporta la esclusione, pressoché tota'l~, di, qu~.l se~t<;>ro di attività importantissima che è l'attività lattiero-casearià, nella Toscana, nell'Umbria e nelle Marche, e fo1·ti.s,pese di mangimi concentrati. Tale sitrnlzion·e ·di fatto,'- consicienùe le possibilità. della tecnica moderna, che hit l'CBO p6$sii)ile l'inigazione in zona collinosa, è da imputarsi _piuttosto a mancanza di investimenti che alle generali condizioni di ambiente dove risiede la mezzadria. Considernzioni .,-hon molto cli\·ersé si possono ·trarre sullo stàto 'al'l'etrnto delle colh11·e specializzate~; sulla bassa pl'Oduttività 11_1eclia delle colture tradizionali praticate; sulla cattiva orgRniz,;azione comnw1·ciale e sulla manckta lavorar.ione indushialc delle tJNIT A' STUDENTESCA questa linea politica· è venuta da Paolo Ungari, ammi– revole per enel'gia e combattività qw1.11to "ciq,ico ·• e so– stanzialmente vuoto cli pl'ospettive. Dopo aver accusato Pannella e 'la sua giunta cli tr~SfOnnismo, di attivismo, di 8indacalismo clime11tìco delle grnndi lotte cli principi, l'ex presidente clell'UNURI. ha negato alrlntesa qualsiasi J?OS– sibilitA di autonomia e pe1· la sua stn1ilura inte ..na solo pa1~,,,ialmente democratica (ciel direttivo nazionale fanno patte cli d{l'itto i prnsidenti della J. 1 'ùCI maschile e fem– minile che sono nominati direttamente dal Papa) e per la sna funzioÌle stmmentale rispetto al partito democl'istiano. Se ·oggi J'lntesa accetta almeno forn1almente le tesi politiche enunciale a Grado dai goliardi questo deriverebbe dalla mutata situazione ciel paese: nel 1953, all'epoca cioè del congresso di Montecatini, si viveva in pieno nell'ambito c_entrista e la Db era costretta a muoversi secondo due diverse e contrnst~nti logiche: qnella dell'ìntegl'alismo e quella della solicla1·ictà atlantica ed emopea con i partiti di democrazia laica. Il nwlo dell'Intesa era quello dei «guastatori» che denunciavano in tennioi culturali l'inuti– lità e il superamento dell'università borghese e liberale. Oggi che la DC, sotto la guida di Fanfani, sembr.{l. avviata a un nuovo 18 aprile e ad assumere, questa volta da sola, tutto il potere, la politica di clericalizzazione della scuola potrà essere fatta clil'Cttamente dal governo e all'Intesa ri– man·ebbel'O invece funzioni cli copertln·a e di mediazione fra UN'URI e ufficio legislativo della DC. ln sostanza Ungari lia creato dei fantasmi artificiosi e contro cli essi ha combattuto Ja sua battaglia. Nessuno nega la giustezza dell'analisi dell'integralismo· fanfaniano: sa- . rnbbe pe1·ò stolto liquidal'e in un sol blocco tutto il com– plesso mondo cattolico e ignoral'e le rii,etute prove di auto– nomia che _nel congrnsso e prima molti giovani dell'Intesa hannçi saputo offrire (negli ultimi giorni, ad esempio, un notevole ·gn1ppo cli .isc,·itti, fra cui tutti coloro che avevano ricoperto posti direttivi negli ultimi due anni, è uscito dal– l'Intesa fiorentina ribellandosi confro un tentativo delle autorità ecclesiastiche di imporl'0 nn nuovo statuto lesivo dell'autonomia dell'associazione, ed è indicativo che uno di essi, 1\ntonio Berti, sia stati poi fra i primi eletti nella Jista dell'Intesa a Rimini). D'altra parte però lo stesso Ungal'i non ha saputo of– frire al movimento goliardico una diversa alternativa, foni– tandosi a porre tre condizioni alla collaborazione (tutte incluse nelle risoluzioni finali sia pure non nei termini vio– lenti e volutamente di rottura in cui Ungari le aveva poste): (1,59) nÙOT/ a re pubblica carni,· ecc. San:ibbe tuttaviR er1·i: l.to, ed è deficienza deh!\ organizzazione sindacale in queste pl'ovincie, confondel'e la, situazione 11.1ediacon le singole realtù. Come risulta anche da analisi appena approfondite, il progresso agricolo agisC't'l sulla mezzadria con forme di espansione « ad isole ::r> con– centrandosi, in genernle, la massa degli investimenti ne:;e zone di pianura e nei fondovalle. Ciò compo1·ta un pro– fondo clifferenziar1:;i delle 1·ealtà economiche, qliincli dei rnp– po1-ti tra contadini e concedenti, rispetto alle situazioni medie tradizionali. S01·gono in queste zone nuove figul'e di imprenditol'i legnti all'af'quisto e alla gestione delle mac– chine, nasce il b1·acciantato che si diffel'enzia dal tradizio– nale :-erYo di fattoria a1Ìche per il diffondersi di aziende gestite in ec-onomia con sali-ll'iat-i e braccianti. Alla JJl'OSpe– rità economica dei fondovalle e della piRnura non è affatto detto, per le situazioni eont1·attuali esistenti, che segua a bre\·e termine un necessal'iç> miglio1·amento delle condi– zioni del cbntadino; da qui l'esigenza di una azione al li– \·ellò aziendale, o di zone, per gruppi cli problemi omoge,wi. E' necessario, cioè, penetrare nelle realtà a..:.iendali per co1;ti-alta1·e i nuovi rapporti sociali e la quota di pl'Ogresso che deve entrare nelle tasche del contJ"tdino; dacché il mez– zadro si presenta come compartecipe nelle nuove spP.<;f\. come compro1Hietario dèl bestiame non da. lavol'o e delle sco,-te morte, con un nuovo inventario, ed ancora come lavo– ratorn specializzato in nuove attività, ed assai di frequenle, come p1·oprietario o comprop1·ietai-io cli atti-ezzature e mezzi meccanici fuo1·i daWinventario tradizionale. Lo stesso concentnn·si degli investimenti compo1ta. un appt·ofonclirsi degli squilibri tra le .diverse z.one rnezzadl'ili e, per consf'guenza, la messa al mal'gine cli numerose aziende collimui e montane con il conseguente spopoiamento. A patte i problemi di rifom1a shutturi:"tle, de11·esto essenziali in queste zone; è evidente che l'a:.-;ione immediata del ·sinda– cato può inse1·i1'SÌa patto di condurre a;,,ioni al livello delle situAzioni arnbier'ltali. Ho qui escluso, intenzionalmente, l'e~ame dei pl'oblemi slruttu1·ali: rifonlia. contrattuale, fondiaria, creditizia, rap– porti col mercato, con i monopoli industriali, esigeuza di strumenb:1.re il rinnovamento e lo sviluppo economico cl.elle zone a mezzadri a, tenendo conto delle esigenze di coordi– namento tra gli inclirir.zi di riforma, investimenti, pl'Odut– tivit1\ ed occupa:.-;ione, non perché tali problemi siano secon– .da,·i 1)spetto all'azione sindacale immediata, ma prop ..io perché vi è uno stretto legarne tra l'azione quotidiana e l'azione di pl'Ospettiva .. La semplice propaganda ed agita– zione dei pl'Oble1.11igenerali, se non appoggiata a successi, ' sia pure lih1itati e di valore locale, può· prodm·,·e stanchezza e delusioni. EguAlmente in tal senso va intesa, del resto, l'azione çlifferenziata a livello aziendale nell'industria anche ~~. in quèsto caso, il sinda'.cnto gode cli contratti nazionali e rnon si pone pl'o~lemi cli rifol'ma stn1tturale con quella f1ir-za che sçafurisce dal mondo contadino, costretto in fo,·rne anco1·a lal'gamente prec'apitalistiche. MARIO POTENZA una decisa opposizione al p1·ogetto cli legge Fanfani sulle borse di studio e alla politica espansionistica dell'Univer– sità cattolica cli Milano e la preparazione, da pade clel– l'UNURJ', di alcune linee genernli cli rifom,a scola8tica da presenlarn R.I paese e ai padjti democrntici in occasione delle elezioni politiche del I 058. Ung;ni ha cl11nque rifiutato di assumere una funzione, che pul'e sarebbe stata assai impol'tante, di cosciente e coernnte alternativa all'interno ciel g,'uppo- goliai·clico. Attrnverso anche una serie cli violenti attacchi personali, intessuti in gran parte di evidenti men?.ogne, egli ha. volu– tamente· gettato lo scompiglio e la confusione nel gn1ppo goliardico impedendo inoltre la convel'genza cl01 gl'uppo degli indipendenli che pure aveva mostrnto una notevole .concordanza di vedute con le tesi goliardiche. La logica conseguenza cli questo atteggiamento di Un– gari (favorito da una ce1·ta debolezza e da alcuni enOl'i tattici piuttosto evidenti dei cli1·igenti go!iai·clici) è stata la sua uscita sostanziale (anche se non formale in quanto l'ex p1·esidente dell'UNURI è tuttora membro, ma non sappiamo per quanto ancol'a, del Consiglio della Colial'– clia) dall'UGI e la sua presentazione in una lista autonoma denominata « Gioi·dano Bruno~ che con i dieci voti su 200 riportati ha permesso all'Ungari cli 1·ientrare nel Consiglio Nazionale. Le opposizioni clell'Inl~sa alla nuova politica pl'Oposta dalla giunta hanno invece avuto un aspetto molto meno appal'iscente sul piano cong1·essuale, dove solo aletmi inter– venti hanno lasciato trasparire tra le righe una diversa o forse opposta volontà politica, ma sono violentemente scop– piate in gruppo d~ pai-te di alcuni che intendevano appro– fittare della magg10ranza per varnre alcune riforme di sta– tuto (aumento dei rnembl'i del Consiglio Nazionale eletti dal congresso, diminuzione del quorwm per l'elezione ciel )_)l'esiclente, ecc.) che trndivano una inespressa nostalgia per il ~averno monocolore e quindi una sfiducia nelle possibilità di una sincera collaborazione, La manovra, che rischiava di provocare un sostanziale fallimento del congresso e che era stata prnceduta da una. scaramuccia nella votazione della mozione sulle attività di stampa in cui i cattolici si el·ano ·clamorosamente divisi, si presentava quindi come ben più pericolosa del solitario tentativo di Ungari ed è stata infine stroncata con una soluzione di compromesso, l'unica del congresso, che rinvia il problema della riforma dello statuto ad un cong,·esso straol'Clina1·io da tenersi fra un anno. Soluzione indubbia– mente assai poco soddisfacente per chi, come noi, riteneva necessal"Ìo che le strutture dell'UNURT si adeguassno im– mediatamente alla nnova politica di maggiore unità fra la Rappi·esentanza nazionale e le sedi attraverso la trasforma– zione del congresso da biennale in annuale con il compito cli eleggere immediatamente la giunta, attraverso l'aboli– zione dei « 21 ::r> e un Consiglio Nazionale comf)osto dni presidenti degli organismi cli sede. · · SLAUDIO ZANCIII

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