Nuova Repubblica - anno V - n. 16 - 21 aprile 1957

8 essere percorso da grandi e decisivi moti di riconquista reazionaria, e la loro infausta conclusione fu l'avvento al potere di Porfirio Diaz e l'inizio di una dittatura che dal 1878 doveva continuare tra alterne vicende fino al 1911. Nel clima persecutorio e tirannico instaurato da Diaz, eliminati ormai i principi della costituzione repubblicana del '57, restaurata la grande ·proprietà terriera, scon\lolto l'antico ordine delle comunità rurali, in una atmosfera contrassegnata da un acutissimo contrasto di classe, dal ricorso cohtinuo alla violenza, e da un preoccupante im– poverimento dei ceti contadini, nascono le due figure di Panche Villa e di Emiliano Zapata. Fuorilegge a causa di un delitto commesso per cancel– lare ·una grave onta familiare, Villa acquista in breve, con 'ie ·sue imprese, la fama di guerrigliero ardito e imbatti– bile, e raccoglie attorno a sè un nucleo sempre più nume– roso di uomini fino a sollevare contro Diaz le masse con– tadine del nord. Zapata invece, cresciuto nel territorio di Morelos, tra· uomini tanto orgogliosi quanto miseri, alle a·oti del condottiero unisce fin dalle origini della sua ribellione una coscienza politica e di classe, e trascina le masse in una lotta accanita per la giustizia e la libertà. Dall'incontro con Diaz, alla occupazione delle terre. agli scontri armati contro le « guardie rurali», al Piano di Ayala del 1909 e quindi all'inizio della guerriglia su larga scala, la figura epica di Zapata, il suo pensiero rivo– luzionario, il suo attaccamento agli uomini e alle tradi– zioni del·, misero sud-messicanç,, sono. particolarmente messi in luce da Pinchon~ con una meritevole raccolta ' di dati e di· episodi. con una forma narrativa e un metodo di Javoro che avvicinano la sua opera più ·ad un romanzo che ad Un sa·ggio storico. Qui sta appunto anche il ·suo limite. poichè non sempre la narrazione riesce sciolta e di piacevole lettura; tra il romanzo e il saggio vi sono zone d'ombra dove scompaiono i caratteri e il racconto si in– sabbia nell'apologia e nel compiacimento. La morte di Zapata è l'ultimo pegrio che i messicani pagano per la loro libertà; è un gesto crudele del destino. Pinchon ne coglie la tristezza e la poesia, e conclude liri– camente un'op·era i cui difetti sono in gran parte compen– sati da una forte ·presenza umana e da una passione demo– cratica ancora· viva nell'anima del popolo messicano. FRANCO BOIARDI -•· t (Dis. di Dinn Unfchi) Un fÌorc, .. !le~ ·TanafSi I._' __ L_E_T_T_E_R_E_A_L_D_I_R_E_T_,T_O~R-'-E _ .LA SALISBURGO ITALIANA BOI:.OGNA, 16 aprile 1957 Caro Dircttore 1 il Festival :Nazionale della Prosa, che si svolge an·– nualrnente a Bologna ed è ora giunto alla settima edi.!ìionc; è un'ibrida istituzione culturale, in cui I1ambizione accen– tratrice di un grosso e cornmercialrnente abile impresario come il comm. Ca1'.JoAlberto Cappelli si sposa con il pro– gra.1nma cli conquista e di dirn.zione del mondo borghese che la sinistra comunista tenta cli attuare (secondo i prin– cipi paternalistici e trasformistici della politica delle al– leanze) là dove t:iene la responsabilità delle amministrazioni locali. ~ li primo disco1·so da fare è intanto quello qualunquistico del povero « amatore» che s.i vede costretto, se ,ruole « sen– tire un po' di prosa», ·a cercare raccomandazioni o a fare Junghìssime code davanti al botteghino del Teatro Comu– nale per acquistare (ad un prezzo adatto alle tasche di un piccolo nababbo) un abbonamento che gli permetta di ve– dere, nel girò di un mese o poco più e a date fisse e impro– rogabili, in nna atniosfera ·sufficientemente snobistica, quello eh.e altrimenti potrebbe vedere con tutta comodità nel corso di un'intera stagione e senza inutili sottolineature mondane, senza la falsa pubblicità che gabella norm·ali messe in scena teatrali per « spettacoli d'ecceZione ». Non è nemmeno il cm:>odi porre l'attenzione sulla scoperta di un nuovo pub– blico, o sulla conquista di grnppi sociali decisamente refrat– tari (per gusto, cultura, ambiente ed educazione) allo spet– tacolo di prosa; poiché il più comune buonsenso fa rimpian– gere in primo luogo, allo spettatore bolognese, i tempi in cui per andare a teatro non importava attendere la solenne apertura del Festival in marzo. Nei sette anni della sua esistenza il Festival, di edizione in edizione, è valso praticamente ad allontanare da Bologna gli spettacoli di prosa presentati normalmente da compa~ gnie di giro, fino al punto che, dal settembre al marzo della presente stagione teatrale, si sono avuti (fuori del Festival) sòlt.a.nto alcuni spettacoli della « Compagnia dei Giovani » (di gestione impresaria.le del commenda tor Cappelli, guarda caso ...), quattro o cinque serate in tutto. Non solo; si è giunti all'assurdo di vedere il Teafro Stabile della Regione - Emiliana (stabile, notiamo. E di gestione impresariale del comm. Cappelli, guarda altro caso ...) da.re 1a sua prima rappresentazione soltanto al Festival, e cioè in estremo ritardo rispetto all'inizio della stagione teatrale '5G-'57 e nell:ambito di ~na manifestazione organizzata per una ri– stl'ettissima minoranza del publ;>lico bolognese. In questo modo, dopo il lungo letargo invernale, lo spet– tatore (quello raccomandato o in grado di pagarsi il costoso abbon_amento ...) viene «convocato» per mai-.-;o-aprile alla grande orgia delle « prime » e degli s·pettacoli (tutti « di alto livello »), e applaude, sempre e con il benedicitwr «culturale» dei critici e dei cronisti drammatici (inclusi quelli di sinistra pur troppo ...). Non si creda che la descri ~io.ne della situazione p-rovo– cata dal Festival, e qui tracciata in modo· sommai-io per evidenti ragioni, sia ispirata da moti vi di generico malcon– tento dei quali c,i si vorrebbe fare interpreti co~ questa ·let~ tera; ]a-verità è che nessuno crede alla necessità del Fe"sti~ val. Nessuno tranne i s'uoi atti'vi organizza lori; i tattici è gli strateghi della. politica culturale della sinistra comunista bolognese; quella parte <lei socialisti clie si sen– tono incapaci cli elaborarn una linea culturale autonoma da quella del PCl; tutti co!Qrn, in definitiva, che per una sin– golare confluenza di pessimi interessi politico-commerciali antepongono questi ultimi ad una libera c~rcolazione delle manifestazio1ù di prosa a Bologna e che, con divertente imprnntitndine, sembra vogliano far passare la città delle du~_ptTi per una sorta di Salisburgo italii,ma. ·,'fe6Jl è possibiÌe giw:\tificare il Festiyal in nessuna delle sue iniziative. Si indicava, altre volte, nello spettacolo messo in scena da un· GAD e insel'ito nel cartellone del Fe'stival, un dato positivo, come di attenzione ve1·so il mondo interessante delle filodrammatiche; in realtà invece esso appare soffçicato e quasi un alibi. Come pure la parte– cipazione di compagnie straniere (quest'anno la « Comédio Française » e la « Con1pagnie dn l\lime » di Marceau) ha lo stesso sapore_. Tanto il GA D che le compagnie straniere sono fenomeni isolati, riguardati e presentati come esotici, e sono in gran parte estranei.agli_ interessi ed alle preoc– cupazioni di coloro che frnql:lentano gli spettacoli di prosa a Bologna. Ìn condizioni del genere, ci sembra umano di aprire un processo di revisione cli questa manifestazione. Perciò ab– biamo pensato di rivolgerci a Nvova Repubblica, un gior– na.le al quale siamo legati per stima e per affinità ideali, ·anche se gli articoli che vi sono stati pnbbticati da Gam– betti potrebbero far pe11sare ad una diversa valutazione del fenomeno. Con ringraziamenti e saluti, Edmondo Aroldi - Luigi Gozzi Gli articoli del nostro collaboratore· Gambetti ha,.;_novo– luto costituire una rassegna critica delle singole manifesta– zioni teatrali raccolte a Bologna in occasione del Festival, e non una valutaz.ione dell'iniziativa in sè e per sè, Non ab– biamo dunque nuUa in contrario a pubblicare questa lettera, lieti anzi se essa darà t'avvio ad una più ampia discussione in queste colonne. N. R. DIFENDERE LA -CORTE TORINO, 16 aprile 1957 Caro Codignola, nel n. 14 di Nuova Repubblica è riferita una - notizi~ nei miei riguardi alquanto inesatta. . Diedi adesjono foi·male alla manifestazione torinese p'er la Col'te Cost.ituz,ionale, dichiarandci a li'ubjni e ad altri membri del comitato che non soltanto ero piena– mente d'accc;n·do, ma che avrei anche volentieri preso la parola in teatro indipendentemente dalle decis~oni della federazione del PSDI. La sera stessa un mio incaricato noto ed accredita– to (il" compagno Silvio Francane) partecipò• alla riu• nione del Comitato per accordi ,definitivi. Peraltro gli venne obiettato che, ·poiché i manif~sti erano già stati, st"ampati (cosa che non mi risultava), io non· avrei po– tuto _prendere la parola; avrei dovuto limital'mi a rimettere un testo scritto .alla Presi"deflza del CoI'.lvegno, che l'avrebbe letto. Ebbi l'impression~ che il Comitato, in sostanza, n_on gradi$sè ]'adesione eSplicit-a di alcun membro del. PSDI, anche della sinis~ra; pedante lasciai cadere la cosa. · Cordiali. saluti, Cor·rad~ Bonfa.ntini (159) nyova repubblica CATEVHISMC SC()L ASTICO A D EDJ1,'ICAZ1:0N.E dei let:ori pnbbli<.:hi~rno il' se– guente c◊-mun1cato emesso m data 4 apnle dall As– sociazione por la Libel'tù. Religiosa in Italia, in rela. zione ad una iniziativa di Cflrnttere c.onfessionale della Curia milanese presso le scuole elementari di Milano; '3d aggiungiamo -il testo della circolare con la quale il Prov– veditore di MilRno ha invitato i capi d'istituto della sua circoscl'izione ad appoggiare l'espletamento del concorso « VeritaS r indetto dall'Ufficio Catechistico Diocesano (ci dsnlta per altro che questa seconda iniziativa è stata fatta cadere nel dimenticfltoio a seguito della protesta uscita sull'Avrmti! di Milano del 21 febbraio: i catechisti si sono limit~1ti quasi ovunque a chiamare gli alunni in Curia per un « esame 01·ale », al fine cli assegnare i -premi in danaro). La protesta dell'ALRI è del se~uen~e tenore: « L'Associazione per la libertà religios~ in Italia (ALRI) clemmcia alla pubblica opinione il faùo che nelle séuole elementari di Milano, le maestre di alcune classi hanno fatto sottoscrivere ai bambini ,-un apposito foglio come att~~tato di •pa,tecip'azione a nn~ "Crociata di pre– ghier;t Cioè alla ~recit8.zione obbligatoria in _classe cli un "Ave\,1,1f,1ria" per tntto il tempo della Qu~resima, come inizio di .una campagna di propaganda confessionale che culminerà nella "Grande Missione" annunciata dall'Arci– vescovo per il mese di nhvembre, quando il clero "con l'aiuto di molti laici raggiungei-A ogni casa"; protesta per lo sfruttamento confessionale di innocenti fil'me di Oam– bini inconsapevoli e richiama Ja competente auto1·itù dello Stato perché ginantisca l'indiperclenza de[!a s~uola pub– blica da -inn1denze .. confessionnli ». Ecco ora il testo della circolare del P1·ovveditorc di Mi_lano ciel 1 i gennaio J957: Ai Capi degli fstituti d'istruzione secondaria - Statfllì e non statali ".Milano e Comuni della Diocesi O{/getto: Concorso NazionRle « Veritas » bandito dal Cen– tro !\azionale Atti,·iti1 Catechistiche cli Roma. A cura dell'l_;ffìcio Catechistico Diocesano vel'ri~ indetto aiiche quest'anno, nelle scuole dipendenti e appal'tenenti ,;1lla Diocesi, il Concorso Na;,,ionale « Veritas » bandito dalla •« Cenac » di Roma per· tutte le scuole d'Itali:.1. Considerato che rimane imrr111tato lo spirito del Con- corso; considerati gli ottimi risultati degli anni scotsi, que– sto Ufficio consente lo svolgimento del Concorso stesso e prega le SS.LL . di prendere gli opportnni accordi con gli insegnanti di religione, i quali riceveranno istruzioni diret• tamente dall'Ufficio Catechistico della Curia Arcivesco• vile. Il Provveditore agli Stud( (M·ichele Clausi Schettini) Questa circolare si riferiva ad una lettera tr-asmessa dall'Ufficio Catechistico della Curia milanese ai Capi di Istituto in data 1,2 gennaio 1957, di cui pure riportiamo il testo: Agli Ili.mi Sigg. Presidi delle Scuole Medie Superiori ed inferiori, e p.c. agli lll.mi Sigg'. Provveditori agli Studi per le province di Milano, Como, Varese,. Bergamo, Pavia. Dal CENAC di Roma, sotto l'alta presidenza di S. Em. il Card. Giuseppe Siri, viene banclito per tutte le ·scuole d'Italia il conCorso nazionale VERITAS, che mira di .ot– tenere « un maggior impegno degli alunni allo studio ed al ·profìtto in religione», e rientra come mezzo « per solle– cit.m·e l'interesse delle scolaresche all'inseonmnento della rel-igione ». (Citc. l\fin. r.I. n. 1582G). Ho il piaCere di allegare il regolamento per l'anno 195G-5i in vigore nella ·nostra Diocesi di :Milano. I risul– tati ràgghmti nello SCOl"SO anno, documentati esauricnte– ·mente Ilèlla solenne premiazione del Q3 novembre 1956 alla presenia delle autorità scolastiche, hanno indotto qlle– sto ufficio ad allal'gare la partecipazione anche alle classi te.rminali delle Medie Inferiori. La parte di concorso in sede scolastica è limitata ad un tema da svolgersi tra il 5 e il 15 aprile, e i Sigg: Inse– gnanti di religione vorranno in tutto dipendere dalle S$.LL., senza per nulla- turbare la disciplina· scolastica. - Mi tengo certo -che -le _LL.SS., aCC(?rdera~no il Loro ambito appoggio nel presentare il con'cors·o agli alunni c nell'eser.citare, sul su.o .svolgimento in sede d'jstituto qllel– I'·alta vigllanza che c,çistituisce la miglior· garanzia di un'ot– tima riuscita.. · r.; ~-~-... - M.j• è gradita ..)'occasione per porgere,_ con i pili vivi rÌngra:.-.iamenti, i; ~~~.si del_fa .mia più def~~ente stima. d.ev.mo Can. Pietro SUva Direttore

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