Nuova Repubblica - anno V - n. 16 - 21 aprile 1957

Comitato direttivo: . TRISTANO CO0IGNOLA (direttore resp. ), PIERO CALEFFI, FER~UCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI.Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI, Direz. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, tel. 50-998. Amm.1 Firenze, Piazza Indipendenza 29, te:. 483-20718. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952, Printed in ltaly. St. Tip. de e-La Nazione., Firenze, Via Ricasoli 8. 159 • ANNO V • N. 16 ILPARTITO DI TANASSI M ATTEOTTI è caduto, e il successore è noto. Si ti-atta di quel dottor Tanassi, di cui apprendem– . mo un giorno l'esistenza, perché era diventato, all'improvviso, il p'orta~oce dell'onorevole Saragat sulla Giustizia. Tanassi, da allora, non ha fatto che acqui– stare meriti. Di tanto in tanto, pareva ungere la ruota dell'unificazione. Si sarebbe detto, in materia, un mode– rato: di quelli che non tendono mai troppo la corda. In realtà. Tanassi è stato da due anni a questa parte il nesso vivente fra la persona di Saragat e la base. Quando diciamo la base,. non pensiamo al mili– tante umile, o all'elettore sconosciuto; pensiamo a quella parte della base che sola conta in un partito come q~ello socialdemocratico: quel dieci per cento di iscritti, che reggono di fatto la politica della maggioranza delle fe– derazioni, e che ne decidono l'orientamento elettorale, am– ministrativo, di pubbliche relazioni: in genere, persone molto per bene, professionisti avviati con una loro pic– cola posiziene ufficiale, o più piccoli borghesi che hanno in cima dei pensieri la forn:iale libertà politica Ta– nassi, come organizzatore, ha sempre saputo annodare le fila di un sistema, che è fatto di relazioni personali, non di gerarchie di quadri, non di nessi ideologici. E' Tanassi che li introduce a Roma, quando debbono avere successo - lecitissimo, e quanto onorevole! - ai mini– steri; è Tanassi che fa giungere loro l'eco del prestigio di colui che si pavesa del titolo di vicepresidente del Consiglio. La nomina di Tanassi a segretario di questo partito, al fine evidente di non lasciare che sia Mat– teotti a dirigerne ·la preparazione congressuale, costi– tuisce il più coerente atto della maggioranza socialde– mocratica. Vogliamo interpretare l'astensione della si– nistra e dello stesso Matteotti al voto che lo ha creato segretario, più che un'assenza, una prova di sdegnosità; un segno di plausibile amarezza. In realtà, riandando le ·vicende di questo ultimo pe– riodo, la conclusione alla quale è giunta la direzione socialdemocratica la sera del 17 aprilE: è del tutto coe– rénte, e immanente al corso dei fatti. C'erano solo due alternative: che Matteotti si piegasse ancora, e in questo caso tutto era pronto già, nelle mosse di Sa– r~gat, per ingoiarlo al cbngresso, assimilandone le posi– zioni cautelative nei riguardi dell'unificazione. e rin– v(andone quelle p_iù positive in rapporto a questa ope– r~zione. Oppure, se Matteotti avesse resistito, non c'era che sostituirlo rapidamente, togliendogli la possibilità di Organizzare l'orientamento congressuale con il residuo prestigio di una segreteria tanto più stimabile quanto più combattiva. Ora il congresso del PSDJl risulta per– fettamente prevedibile. Le persone destinate a prepa– rarlo, Tanassi, Lupis, Righetti, Santoro, gli uomini che hanno in mano il ·denaro e i rapporti diretti con le fe– derazioni, sono tutti, chi più chi meno, portati dal pen– siero di una loro candidatura elettorale: ne deriva che non possono se non condividere davvero con il cuore la tesi governativa di Saragat. Le Federazioni, in mag– gioranza, <e risponderanno all'attesa >>. Tuttavia, se ·organizzativamente il gioco è fatto, la vita del PSDI non finisce qui. E' chiaro -che si è ormai déterminata una frattura fra « centristi » e, ·diciamo solo, autonomisti; che a q'uesti ultimì, cori· fl congedo pratica– mente imposto a Matteotti, è stata data uh'arm·a potente di protesta; che si determina' ·ftà 'gli autonomisti del PSPI e il partito socialista italiano una linea ''di pen– siero e di sentimento senza discontinuità; che se l'unifi– cazi'one, come contratto fra due partiti, è da conside- Un. numero L. 40. Estero L. 50. Un numero arretrato L. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. trim. L. 450. EStero: l. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.t CIC post 5/6261, cla Nuova !talla», Firenze. Gli abbonamenti' corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersl all'Am ... ,. nistrazione: Tariffa I L. 15.000 per Inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA -· .,.,,.lura. E' anche ......, ,nt>. di Firenze con decreto ,...,y110 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an 4 .w .. e nor. pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene Inviato gratuitamente in saggio Il chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. 11. 21 APHJLE 1957 - L. 40 ( ..I Tori 110. il sol.t, l'SIH è s/ato,u.~1•1 1fe dullr1 01·rt1Hle 11w11ifc.~la ::i0/1(' orr1011i::wla da Unità l'o11otare i11 1/i{ e.rn rlclla Co,-/e Cm.ti llnir11wle) (Ois. di Dino Uosd1i) La sedia vuota della democrazia laica rare, salvo imprevisti, tramontata, la nuova figura che assume il PSI come mèta di quanto resta di socialista nell'elettorato socialdemocratico, è segnata. Non pos– siamo ora prevedere se all'interno del-PSDI non si ten~ teranno dei rabberciamenti. Attendi--t"mo in particolare di vedere che cosa sarà la annunziata lettera di Romita « al compagno X », che dovrebbe escogitare un ponte fra Matteotti (e, oggi, la sinistra) e Saragat. Ma vi sono atti che non si possono far apparire nello stesso tempo positivi e negativi: nel governo, ad esempio, o si resta, o se n'esce. Che può fare Romita? Noi ricordiamo il congresso di Genova, dove sembrò che egli avrebbe trG4 vato la misura accettabile, virtuosa, per il comporta– mento del PSDI dinanzi alla legge truffa: non ne nacque, come si ricorderà, un bel nulla. Gli faremo ancora credito una vo1ta? Ma la crisi del ·PSDI non è di quelle che si sanano con abilità funambolesche di pura tattica. La nomina di Tanassi dice che· il PSDl ha bene deciso quello che vuole essere, come vuole vivere, come è deciso a perire. In questa congiuntur-a, è stata prova di buon senso quella di Nenni, nella relazi~ne per il Comitato centrale del PSDI, di delineare, ormai, per il suo partito una linea d'azione, legislativa e elettorale, autonoma, non solo dal frontismo, ma anche dall'ipoteca unificaziG4 nista. Questa decisione non è che l'applicazione del prin– cipio <e né frontismo né cen.trismo )>. Ormai, chi dice cen– trismo dice PSDI, dice Tanassi, dice Saragat. Avremo còl PSDI un più Piccolo partito, di cui non tenteremo neanche la identificazione ideale: un piccolo partito, il partito di Tanassi, che non c'interèssa più. * * A ,Pagina .J G. BERARDI e G. MAIOCCf-11 1l carrozzone delle borse Una cultura per il socialism di TRISTANO CODIGNOL4 L , INCONTRO che ha avuto luogo domenica scorsa a Roma per la discussione dello statuto del costi– tuendo Centro di Studi socialisti ha rappresen– presentato un passo avanti di notevole importanza nel pro-' cesso di rammodernamento delle strutture e delle pro– spettive delle forze socialiste italiane: processo al quale attribuiamo non da oggi un valore essenziale per la determinazione di un nuovo corso politico ·nel nostro paese. L'idea leninista che la cultura e l'ideologia di un partito socialista si attuino e si esauriscano all'interno .Pelle sue strutture organizzative è un'idea legata non soltanto a determinate condizioni storiche ma anche ad u~ certo strumento partitico: cheoneppure a Lenin riuscì di forgiare in modo così coerente e circolare, m3 che comunque implica necessariamente un rapporto totali– tario fra partito e militante, ed una verità integrale con– clusa entro un ben determinato cerchio politico. Questa concezione può essere rispettabilissima, ma non può cer– tamente convivere con un'impostazione della lotta poli– tica nella quale le dimensioni del cittadino non s'identi– fi.Cano nello spazio partitico, e lo strumento che è ap– punto il partito si palesa nient'altro che uno degli stru– menti, non iL solo attraverso il quale l'uomo, alla ~icerca di un responsabile autogoverno, interviene nella poli– tica, cioè porta il suo peso nella collettività di cui è parte. La crisi del partito come microcosmo nel quale e dal quale si riflette il macrocosmo circostante è una crisi visibile in tutto il mondo contemporaneo: e il pro– blema della pluralità degli strumenti · attraverso cui l'uomo agisce nella società. è il problema di oggi. ·Q~i p'assa ·certo uno dei confini essenziali fra la concezione (segue a pag. 2, 2.a col.)

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