Nuova Repubblica - anno V - n. 10 - 10 marzo 1957

6 CATTOLICI E SOCIALISTI LAPREGIUDIZIALE LAICA La condizione insopprimibile perchè. i callolici parlec1p1110 ad uno schie– ramento democralico· e repubblicano di sinistra è costituita dalla ga– ranzia d'un pieno e assolulo rispello del proprio palrimonio spi1·ituale di NICOLA D'AMATI Questo nuovo intervento di Nicola, D'Amati riapre .suite nostre colonne it problem:a det dialogo fra cattolici e sociatisti. E' un problema di rillnovata attualità per gti sviluppi che la politica dc ha avuto in queste ultime setti– mane, fino alla designazione di Togni al mi– nistero delle partecipazioni industriati (n.d.r.). D OPO aver preso posizione sul problema delle possi– bilità di dialogo •fra cattolici e sociaUsti, cercando soprattutto d'indicare, per superarle, le fondamen– tali difficoltà che tale dialogo avrebbe potuto incontrare da parte cattolica (cfr. Nuova Repubblica, 1956, n. 46), è ora il casO di prendere in esame quelle posizioni laiche che, a loro volta, renderebbero questo dialogQ difficile o pesante. Naturalmente, mi sembra appena il caso di ri– levare che la questione che si fa è puramente strumentale, certo come sono della concordanza (che se mancasse, ren– derebbe sterile ogni discorso) sui fini ultimi costituiti dall-a necesSità di cercare il più largo appogg,io ad una politica socialista progredita. La necessità di questo esame dei punti di vista laici che potrebbero limitare le possibilità del dialogo, appena iniziato, fra cattolici e Socialisti, è resa particolarmente viva dalla presente congiuntura che legittima i più di– versi e contrastanti sviluppi. Com'è noto, la destra, che finora era organizzata sotto etichette compromesse, è oggi alla ricerca di nuove forffiule organizzative che le permettano di offrire, in modo formalmente nuovo il proprio appoggio alla ,coalizione governativa centrist~; e - la questione ape1~ta è solo quella se dar vita alla c.d. grande destra, ovvero farne confluire l'elettorato relativo al seguito del PLI (soluzione oggettivamente preferibile per la maggiore responsabilità tecnica dell'apparato 1i– bera1e). Dal canto suo, la sinistra vive un momento par– ticolarmente interessante, a causa di due eventi che pos– sono meglio configurarsi come aspetti diversi d'un unico fenomeno: e cioè la diversificazione della linea politica del PSI rispetto a quella del PCI; l'involuzione del PCI che, eroso da continue frane, e posto sotto accusa dalla sinistra comunista, la quale rivendica ad esso la consa– pevolezza rivoluzionaria, tende a ridursi ad un fatto me– ramente burocratico, destinato ad allontanarsi dai pro– blemi effettivi della classe operaia. · · Come si vede, il gioco è quanto mai aperto ed all'at– tuale compagine governativa si offre la possibilità di ope– rare, così a destra come a sinistra, un allargamento for– malmente corretto, che potrebbe colorare in modo diverso il suo profilo, senza neppure quelle gravi scosse di opi– nione pubblica, che ne permetterebbero un clamoroso sfruttamento elettorale. A dire il vero, fin qui la DC, su cui pesano le maggiori responsabilità di scelta, ha cer– cato di rinviare ogni soluzione, preferendo ad un chiaro impegno una politica d'immobilismo, raramente interrotta da sporadici atti di coraggio, seguiti da anche troppo im– mediati pentimeo.ti. Seppure questo è vero, non si deve tuttavia trascurare che al processo evolutivo delle destre e delle sinistre fa riscontro un parallelo moto disgreia– !ivo del_ centro, caratterizzato da un continuo assottigliarsi, rn seguito alle perdite elettorali, o alle chiarificazioni in– tervem1te all'interno dei gruppi di cui si compone, del margine di sicurezza che, una volta sparito del tutto· im– porrà la necessità di nuove scelte. A ciò si deve poi ag– giungere che il centro, concepito all'origine in funzione equilibratrice fra opposte tendenze che permettesse nella difesa d'una democrazia formale, la maturazione' delle coscienze diseducate da un ventennio di fascismo, sembra ora avere espletato il proprio compito d'introduzione alla democrazia. Ora, dinanzi a una tale situazione, i radicali propon– gono la costituzione di un fronte laico che offra al paese un'alternativa all'attuale maggioranza, ed in particolar modo alla DC, che in pratica la dort)inri; la posizione a dire il vero, è seducente, e non solo per un laicista :Oa altresì per un cattolico non strettamente legato al 'par– tito, il quale, se sinceramente democratico, non può di– sconoscere l'importanza formativa dell'opposizione. Ma anche con l'accettazione di questa premessa, rimane sem– pre la difficoltà pratica che tale campagna consegua ri: sultati d'un certo rilievo, necessariamente condiziònati ad una notevole elasticità di trasferimento delle masse elettorali, che invece nulla sembra Jegittimare nell'at– tuale congiuntura politica, a carattere prevalentemente rigido. D'altro canto, neppure è poSsibile trascurare che al– l'interno della DC, il gioco è molto aperto, sicché n~n è da escludere, già in linea di principio, la possibilità di prevalenza delle correnti di sinistra, od almeno una loro capacità di condizionare una seg1·eteria poco rigidamente pronunciata. Ma anche dando per scontata la fedeltà oltranzista della DC al centro, e, nella necessità d'una scelta, un ac– cordo a destra, ritengo ugualmente inopportuna l'impo– stazione del problema d'una formazione di aUernativ'a al– l'attual,z. maggioranza in termini di fronte Laico, che si contrapponga non soltanto alla politica immobilistica della DC, ma ne revochi in discussione lo stesso fondamento ideologico. Tale fronte, infatti, fatalmente assumerebbe! ~n _sapor~ di a.nticattolicità,. ?imostrando come le sinistre 1tahane siano interessate, prn che ad una politica social– mente avanzata, alla lotta contro la stessa· Chiesa: era, si ,può essere sicuri che nessuno vuole, nella sinistra, que– sto, e tanto meno i radicali (i quali più. volte hanno ri– badito, nel corso dell'ultima campagna elettorale, la con– ciliabilità dell'aderenza al loro partito, con la qualità è:i cattolico; è adesso il momento di provare che nOn si trat– tava di trasformismo contingente); non resta dunque che provare la sincerità dell'apertura delle sinistre nei con– fronti de1 cattolici, tanto più che non è difficile immagi– nare chi trarrebbe vantaggio dalla persistenza di questa frattura fra le sinistre ed i gruppi cristiano-sociali. Per effetto delle posizioni rigide e preclusive delle sinistre nei confronti dei cattolici, il conformismo conservatore avrebbe buon giuoco nella polemica contro la sinistra cristiana, la quale cosi verrebbe a trovarsi in posizione di netto s[avore, in seguito alla prova raggiunta dell'im– possibilità di svolgere un'azione socialmente progredita nel rispetto della fede cristiana. Ii grosso dei voti riflui– rebbe allora al partito ufficiale, divenuto decisamente rea– zionario, mentre i pochi che avessero votato per il fronte laico sconterebbero il proprio atto d'indipendenza con vivi problemi di Coscienza, che presto li porterebbero ad una involuzione politica, noto essendo il primato che presso i cattolici gode il problema morale su quello pra- } tico, e quindi politico; e se anche si possono immaginare I casi ~~ aperta ribellione ~~la Chiesa, non è da trascurare che c10 danneggerebbe, p1u che agevolare, il fronte laico nella conquista dell'elettorato cattolico. Ove invece si superasse, nella formazione di questo fro~~-- la pregiudiziale laica per accentuare invece la nota 'cfemocratica e repubbHcana comune a cattolici so– cialisti, radicali e repubblicani, .l'alternativa acquist~reb– be il suo esatto profilo di opposizione all'attuale immobi– lismo, e nessun motivo estraneo interverrebbe ad altera– re la dialE:ttica fra le contrastanti posizioni. Né è poi da escludersi, per questa forinazione, l'appoggio di gruppi cattolici qualificati, i quali, come già in passato presero netta posizione contro gli am,bienti ugualmente cattolici che erano legati al fascismo, accettando lealmente la lotta partigiana, così non mancherebbero oggi di combat~ tere questa nuova battaglia ~ la democrazia e la libei..tà. E' chiaro però che una condizione insopprimibile perchY' i cattol~ci partecipino a queste formazioni di" sinistra, op– pure diano, comunque, ad esse il proprio appoggio, è costituita dalla garanzia d'un pieno ed assoluto rispetto del propri◊ patrimonio spirituale. MA la polemi~a laica presenta un altro aspetto, forse non denunciato, ma che ad ogni modo costituisce il fondamento delle prevenzioni, a volte dichiarate, a volte inespresse, contro lo spirito cattolico, ed è praticamente nel preteso carattere dogmatico di questo, discendente dal fatto di presupporre una Rivelazion-e. Ma questa riserva è forse la meno valida, così in senso assoluto, come in senso relativo: circa il primo aspetto, è da dire che il problema della libertà e della responsabilità umana co– stituisce uno dei punti fondamentali della concezione cri– stiana dell'uomo, sicché è del tutto inconcepibile, già per definizione, una violenza sull'altrui coscienza; circa il se– condo, è possibile poi ricordare la profonda capacità di comprensione dei gruppi cattolici più responsabili di fronte ai problemi delle coscienze individuali. Esempio non unico, né particolarmente indicativo, ma scelto a caso, di queste larghe aperture cattoliche, mi sembra la conclusione dell'editoriale del quindicinale della FUCI, Ric•zrche, dei nn. 1-2 del '57, sulla crisi degli intellettuali comunisti: « Occorre che vi sia oggi uno sforzo da parte di ognuno nel senso di superare uno dei gravi limiti di tutta la nostra situazione spirituale, cioé Ja partiticità de1la cultura, la tentazione continua di utilizzare il fatto culturale, anzitutto nella sua autonomia, cioé come fatto per cui l'uomo si apre a dimensioni nuove e più autenti– che della realtà e che perciò stesso segna un arricchi– mento ed una positività per tutti gli uomini. « Evidentemente tutto questo significherà, nell'attuale concreta situazione, fare la massima attenzione per non turbare dei processi spirituali che sono in corso nelle singole persone: con ciò. non intendiamo assumere po– sizioni patérnalistiche, intendiamo piuttosto dire che cia– scuno deve porsi con grande rispetto di fronte alla co– scienza degli altri uomini, il cui procedere deve esserè amato come mistero di grandezza umana, e che deve es- (15:'i) ·noow-a repubblica sere aiutato anzitutto attraverso la testimonianza di. mo– ralità di coloro che procedono disdrtteressatamente ferso la verità». i D'altro canto, tutta la letteratura cattolica contempo– ranea (costituente l'espressione culturale delle correnti religiose) appare dominata da questa accettazione del– l'uomo, così com'è, con il proprio bagaglio di beOe e di male, certamente perfettibile, ma in ogni caso padrone delle proprie scelte; ed il suo spirito animatore,; a tinta forse lievemente giansenista - almeno per quanto ri– guarda l'appassionato ritorno alla città d•zH'Amore di. S. Agostino, e comunque nei limiti in cui poteva dirsi tale, pur nella polemica contro il Giansenìsmo, ad es., lo stesso Verlaine. - non appare distaccato dai problemi del nostro tempo, ma anzi troppo dolorosamente immerso in essi, tanto da viverli con una drammaticità senza pari. Certamente, manifestazioni d'una dèteriore incompren– sione di questi stadi culturali non mancano pur nel cam– po cattolico, ma si tratta, in ogni caso, di insensibilità di individui, che, pur tendendo a fine di bene, travisano il fondamentale messaggio cristiano in manife.stazioni che a ragione· Mauriac ha qualificato farisaiche. Al di fuori però di questi casi precisi e bene indivi– duabili, a nulla vale distinguere sottilmente, come spesso si fa, tra i termini di perSecuzion•e religiosa ed anticteri– calismo, essendo in modo troppo evidente riconoscibile, sotto questa distinzione, una posizione critica, di natura protestantica, contro la stessa Romanità della Chjesa cattolica. D'altro canto, la recente affefmazione dell'on. Nenrii che, indipendentemente dalla possib.ilità d'intese con i dirigenti della DC, il colloquio con i cattolici resta un dato de1la politica socialista, in un paese come il nostro (intervista. al quot. svizz. Libera Stampa, riportata da Il Giorno d~l 26 febbraio); l'interesse di Unità popolare per le posizioni dei cattolici di· sinistra (ed in ispecial modo gli articoli di T. Codignola su Nuova Repubblica): costituiscono la migliore prova del fatto che l'incontro fra cattolici e socialisti risponde ad una profonda esi– genza, di cui è bene che anche i radicali prendano atto, [ se non intendono estraniarsi da questo processo di rinno-1 vamento democratico, il quale, se vuole operare in pro– fondità, non può aver luogo altrimenti che sopra una po– li~ i.ca delle cos~, che faccia assoluta astrazione da- ogni discussione sui principi ideologici. · . . SOCIALISMO SVEDES (contirmaz. a pag_ 5) schi;,;r..o storico. Tl'e parti sono dedicate ai membri, alla st1·uttura organizzativo. prnpriaruente detta ed ai raggrup– pa.menti paralleli_ e fiancheggiatori. Da un tale esame ri:. suita che il Partito trae la sua forza dai Sindacati. In 1111 momento in cui i rapporti fra Partito e Sindacato danno luogo a tante discussioni, questo libro del F. ci ricorda eloquentemente che la coesione, l'unità del moYi– menio opernio è la sola garanzia della sua potenza, e ci aiuta a comprendere, inoltre, come i veri successi si conse– guano sul piano delle riforme. Lo studio, da un lato, della r'ipartizione geografica degli elettori del partito, e dall'altro della lorn estrazione e appartenenza sociali, conferma quanto già risultava dall'esame comparativo degli aderenti cogli olettol'i, e cioò che, in generale, i membri dei sindacati, anche non affi- liati al Partito, votano per quest'ultimo. ' La seconda parte ciel libro è tutta consacrata all'ana~ Jisi della struttura verticale del Partito. L'articolazione organizzativa, che dal Congresso degli organi direttivi cen– trali o delle Federazioni discende sino alle sezioni e ai delegati di villaggio e quartiere, mostra chiaramente l'iter traverso cui si fol'ma, e quindi si attua, la linea politica e, in una certa misura, il i·icambio democl'atico. Un ne– cessa ..io completamento della i,econda ser,ione del libro è l'ultima parte ove sono acutamente studiate l'insieme delle organizzazioni che al Partito sono intimame,lte le– gate: la Confederazione generale dei sindacati, l'Unione della gioventù socialisla, l'Unione dello donne socialiste, i Ornppi d'intellottuali o impiegati. Può agovolmente ri– conoscel'si che lo studio delle Ol'ganizzazioni pa1·allele ap– porta molte precisazioni e sulla composizione o sulla « contesture » di quei raggrnppamenJ-i che costituiscono una vera e propria organizzazione orizzontalo di un Par– tito il· cui apparato si sviluppa solo vcrticalrnente. In un momento in cui rovolu,:ione riscontrabile nel mondo socialista dà luogo a tante discussioni e a tanti scoramenti; in un momento in · cui i pessimisti e gli scettici ironicamente domandano cosa il socialismo potl'à ancora donare a.ll' umanità per la pace o per il consolidamento di unà. giusta democrn4ia, il libro del Fusìlier po_trà riuscirn 1~1olto utile. Utile a coloro che, dopo essersi esaltali allo spettacolo « eroico, sublime> dell'esperienza sovielica, oggi vanno alla disperala ricer– ca. di nuove vie; ma utile anche a coloro che 8i doman– dano se siano le conquiste sociali a garanliro la sta– biliti]. democratica oppure se siano le i~tituzio11.i demo~ cratiche a. permettere lo sforzo continuo, incessru1lc, per– mane'nto ,;,erso un mondo migliore. U11'accur-ata bibliografia è in fondo al volume del Fu– silier, il quale ha potuto approfittare dei preziosi suggo- 1·imenli di Sven Aspling, il sim;)atico e dinamico segretario del Partito socialista s,·edese di ](aj BiOrk, teol'ico di certa levatura e direttore della rivista ideologica del so,. cialismo svedese, nonché di Jules Guesde, che attualmente è tino dei migliori conoscitori del socidisrno scandinavo e, M ancora ~i vòlesso qualche referenza per essere invo– gliati alla lettura, di :ri.luurice Duvergcr. GIOVi\NNl BUSINO

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