Nuova Repubblica - anno V - n. 10 - 10 marzo 1957

4 BREVETTI RET,ROATT1VI ILPR0TETTOR C TESE Con la proroga di cinque anni disposta nel 1950 per i brevetti non sfruuaii· durante la guerra e con,la nuova proroga di tre anni · con effetto re'troattivo • prevista nel, di– segno di legge C_o,·tese, lo stato italiano continua ad assicu_rare la sua protezione ai mo– nopoli, senza cura'rsi della norma· costituzionale e a palese svantaggio della comunità di DOMENICO TAR/fNTINI I L SEN1\TO della Repubblica s'appresta a occuparsi d'un pl'Oblema cfella massima jrnportanza, la nnova disciplina dei brevetti industriali. Si tratta d'una materja che riveste un in<lubbio interesse pubblico, e me,. 1·.ìta un attento esame e un'adeguata l'egolamenta;,;ione che J)ermetta così l'equa rimunerazione degli inventori come la tutela degli interessi dei consun:w.to1 ·i, cioè della cOl– lettività. ln Italia, la durata dei brevl;)Ui è fissata .in quincEci an~li I grossi complessi industriali, che sono i maggiori sfruttatori di brevetti, si sono sempre agitati per un aumento del periodo di tutela., e riuscirono a ottenere dal fascismo, con' un prov,·eclimento legislativo del 1!)34, la proroga- della durata dei brevetti da 15- a 18 anni. La legge, però, non potè entrare in vigore perchè non venne mai emanato il regolamento relativo. Finita la guerra e passato il torbido periodo del primo dopogllerra, i mo– nopoli sono tornati alla carica, chiedendo la tanto sospi– rata proroga. E hanno rafforwto la. richiesta con la ne– cessità cli adeguare la nostra legislazio~e in materia a quella dei paesi indushiali pili progrediti dell'Occidente. Com'è noto, infatti, in questi paesi la durata dei brevetti supera i 15 anni; è cli 17 anni negli Stati Uniti, nel Ca– nada e nei_ paesi scandinavi; di ] G in Inghiltefra; di 18 in Svizzera, Austria e Gernrnn.ia Occidèntale; di 20 in Francia, Belgio, ecc. Ma se è veJ'O che la durata cli prò– te:t,ione del brevetto in questi pae.'!i rende necessaria una revisione della legislazione italiana, ntni. vedia.n10 perchè si debba chiedere una proroga di tre aTlni, invece di uno o di due. Pilt semplice, in. éffetti, ci sembra proporre l'uni– ·fica.zione della durata dei brevetti per tutti i paesi che a.de ,·iscono ·alla tutela della prop1·ìetà indnstriRle. Il pro~ •gétto di legge che venà discusso al Senato, invece, si limita a prorogare da 15 a 18 la durata dei brevetti e a . .fissare una data retroaUiva per l'ammissione dei brevetti 8caduti al godimento della proroga.. Se il progetto venisse -approvato senza emendamenti, ed è quello che sperano vivamente· i grossi monopoli nostri:rni, la proroga della durat.a verrebbe este~a ai brevetti in vigore j1 Lo ago– e.to 1956. Le prime considerazioni da farsi sono di Ol'dine gillri– dicd. La legge avrebbe un'efficacia retroattiva, giacchè prolungherebbe retroattivamente i brevetti scaduti. La 1·etroattività, però, violerebbe un Principio basilare del nostro di.ritto, per cui la legge ha effetto solo_ a partire dal momento della sua entrata in vigore, cioè per il fu– turo, non pei- il pas:,,ato. Ma vi sono altre considerazioni. Quando un brevetto 'è scaduto, l'oggetto tutelato cessa di appartenere al pri– vato, sia esso l'inventore o il titolare dei diritti di sfrut– tamento, e diventa bene della comunità, per cui chiunque può goderne i frutti nella maniera che vuole. La Costi– tuzione repubblicana tutela la proprietà privata, e quindi una legge che proroga.-:se retroa.ttivamente la durata dei brevetti violerebbe anche il dettato costituzkinale, sarebbe pertanto incostituzionale, e no"n si vede come pofrebbe essere applicata senza inidere alla carta fondamentale dello Stato repubblicano. :Ma la Costituzione verrebbe -violata anche sotto un altro aspetto. Il D. I,,. 1127 del 1939 punface chi sfrutta indebitamente. un brnvelto. Questo decreto dovrebbe essere applicato a chi avesse sfruttato un brevetto scaduto, ma che la nuova legge dichiari re– troattiva.mente efficiente per altri tre anni. Così, oltre che essere retroattiva per se stessa, questa lfÌgge direbbe effi– cacia retroattiva anche a una norma penale, e violerebbe nuovamente. la Costituzione. Nel tentativo di ovviare a queste deficienze, il pro– getto di legge presentato al parlamento dal ministro Cor– tese prevede che chi abbiR. fatto seri preparativi prima '1el I.o agosto 1956 per sfruttare procedimenti industriali tutelati da brevetti che sarebbero scad11ti entro quella data, possa essere esc,luso dal divieto di sfruttare l'oggetto t~telato dal brevetto. Va detto subito che la magnanimità del presentatore del progetto è solo apparente, pèrchè in effetti non fa altro che riconoscere un dato di fatto inop– pugnabile, e cioè che non è necessaria nessuna. fogge per~ L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 TeJegr. Ecostampa chè poss.a essere sfruttato da chiunque un benP- Pnhato a far parte del patrimonio di tutti. Il I.o agosto I956 è stato fissato come data-limite perchè q.uel giorno fu presentato al Senato il progetto di legge per_ la proroga dei brev.etti. E' noto che i progetti presentati al pal'lamento sì contano a migliaia, ed è altresì noto che solo la legge non ammette l'ignoranza di chi è tenuto a rispettarla. Non può, pertanto, non apparire assurda la J?retesa che i cittadini conoscano mio-Jiaia di pl'ogetti di legge e li tengano presenti nel decid:re della propria attività. · Fatte queste considerazioni, preliminari, d'irnpòdanz;a tutt'altro che trascurnbile, vediamo gli altri aspetti del problema. La disciplina dei brevetti indust1·iali riveste ~na grande irnportanza.; da essa dipende almeno in parte il progresso industriale, lo sviluppo dell'industrializza– zione, e la possibilità dell'industria italiana di conquistare mercati esteri. Lo sfruttamento di un brevetto non è altro che una situazione di monopolio della quale beneficia chi è autorizzato allo sfruttamento. E si sa che il monopolio non cura che i propri interessi, non persegue che uno scopo: realizzare il massimo profitto con fSimpiego del minimo capitale. E' ~opportuno conoscere il caso della « vin ilpeli~»: finchè il brevètto relativo rimase in vigore, la produzione italiana perseguì solo fini di .sfruttamento e fu orientata Solo verso il mercato interno; scaduto tr; anni or sono il brevetto, la produzione è aumentata a tal punto da portare il nostro paese fra i più importanti esporta.tori di questo prodotto. E, naturalmente, notevoli sono stati i vantaggi per la collettività, non solo per quanto si riferisce all'aumentato impiego di n~anodopera, ma anche. per quanto concerne la diminuzione del p1·ezzo di vendita al consqrnatore. La proroga- dei brevetti, di ben tre annj, si ri"solve quindi in un maggior profitto per le grosse industrie. Un profitto che diventa addirittura inconcepibile per i bre– vett.t~}1. scaduti e che si vorrebbero richiamare retroatti– vam'ente in vita. Infatti, prorogarn di tre anni nn brevetto il cn-i piano di amrno1'tarnento ,è stato calcolato in 15 anni, non vuol dire altro che regalare tre anni cli guadagni monopolistici ai titolari dei brevetti, che non avevano affatto previsto questo nltèriore sfruttamento; e nello stesso tempo vuol dire accollare il peso di questi maggiori profitti alla collettività, cl1e verrebbe privata per altri tre anni della disponibilità dì un bene che, per la scadenza dei brevetti, poteva essere considernto suo. B ASTERA' t111 esempio per)Hustrare la sitrnrnione. Il ]8 dicembre scorso l'Ufficiale giudiziario del 'l'ribullale di Milano ha bloccati, sigillandoli, i macchinari ài una mo– desta ma attiva fabbrica di Mozzate Seprio, l'Istituto Ricerche Industriali. Questo stabilimento era già stato chiuso una de.cina di mesi prima, per la stessa ragione , e per provvedimento della magistratura milanese, ma aveva potnto in seguito riprendere la lavorl:).zione, che è stata ora nuovamente interrotta. L-'IRI (che non ha nnlla in comune, oltre la sigla, con l'Istituto Ricostrnzione In• dustriale) è una fabbrica per la filatura e la tessitura del verlon, fibra sintetica affine al nylon. Com'è noto, il nylon è protetto da un brevetto detenuto dalla Sociètà. Rhodia– toce, _ilcui pacchetto azionario è per il 50 per cento della Montecatini. Ed è stata appunto la Rhodiatoce ad agire contro l'IRI di Mozzate. (V. in Nuova Repubblica, n. 16, del 15 aprile 1956: Pjetro Bianconi, « Nylon in esclu– siva»). · La Rhocliatoce acquistò. i diritti di sfruttaff:ento del brevetto del nylon Du Pont de Nernour, americano, e ot– tenne la J'egistrazione con decorrenza. 10 ottobre 1935. La legge italiana in materia prescrive che se entro tre anni il brevetto non viene sfruttato, la privativa decade. Erano quasi trascorsi tre anni e la Rhodiatoce non aveva ini– ziato la produzione del nylon; per evitare le conseguenze della legge, e cioè la prescrizione del J;irevetto, la società raffazzonò uno pseudo impianto (un autoclave, alcuni ma. nometri e u_n sistema di trasmissione a motore) .sistemato su un cassone di legno, e grazie alle fotografie di questo incredibile impianto e all'atto notarile cli constatazione della sua funzionalità, si mise al sicuro, due settimane p1·ima che il brevetto scadesse. Ma dovettero passare altri sei anni, prima che il nylon fosse conosciuto sul nostro .rnercato. In base alla legge vigente, il brevetto sarebbe dovuto co)1rnnque scadere nel 1950; ma la Montecatini potè otte– nere una proroga di ben cinque anni, grazie alla legge 18 ottobre 1950, che prorogò appunto di cinque anni Ja durata dei brevetti c'he « non avevano potuto essel'e sfrut– tati durante la guerra» .. Naturalinente, nessuno stette a. guardare .per il sottile, è il fatto che la Rhodiatoce a:.veva éontinuato •ftnò al 1945 a pl'Oclurre il nylon nel ·s110 stabi– Jimcnù{di'"Pallanza~ e quihdi a 'sfri.itfar6 D· btev 'èt.to, paSsù: (15'.'i} ·nuol'.a. ,.repubblica, quasi inosservato. Da notaie wolt10 che la p101oga eia accordata ~ol~ !l-i br:eve.tti 1t~h~~.i p 1 d1 c,tta(hm strnni,~11 il cni paese avesse prnticato condizioni reciproche a.i bre– vetti di cittadini italiani. Il brevetto del la Du Pont cl':! Nemour non rientrava in questo caso, ma la Rhodiaf()CC seppe. ital-ianizia.rlo grazie alla ,rtgi.4iBrazione,::.di un) Con– tratto di acquisto in data 1945 nfa def)ositato-:~61:o nel\il!)5l al notaio Guasti. i1. ·' \. _;;., Alcuni complessi indushiali, fi.at.tanto, si erano :Jttre:,,;– zati per la p1·oduzione di fìl:>re sintetiche (Snia,'Vi~cos:i, Bernber·g,· Chatillon) e con. essi la l\Iontecat.ini-Rhodiatoce Si accordò, concedendo una licenza di sf;·t'lttan{entb"" dd b1·evetto del nylon e ottenendo a sua. volta una redev(/nce del 3 .,per cento sul fatturato. Ma alle aziende minori la Rhodiatoce non accordò nulla.,-· Così, nel 1952," :ac~usq rOi-sat, cli I'arabiago, di contraffazione brevefti;àle, e il· .giudizio è ancora aperto presso il ti-ibuna le· di Milano . .A Ser.iatè, lo .stabilimento Ge1·m::1ni fu sigillato. Poi vel1ne 'fl turno dell'.l~I di Mozzate Sep1·io, il' cui macchinai-io fu' sigillato per la prima volta il lG novem}jre 1955. L'IRI, naturalmente, ricorse contro il provvecljmehto" della magistratura, e il t6bunale di l\Iilano riconobbe validi i motivi addotti e ordinò di togliere i sìgilli.-'La: [abbrica potè così riprendere il lavo1·0. La Rhodiatoce, in– tanto, pochi giorni dopo la 1·iapertura dell'IRI, nel mftg'gio dello scorso anno, ribassò il filato nylon da lire 10.600 a 7.800 al chilo: un ribasso del 25 per cento, che prova l'entità dei profitti della Rhocliatoce. Si tratta, com'è ia~ cile intuire, di parecchi miliardi di Jil'e all'anno. Il caso dell'IRI non è che un esempio, ma utilissimo a mettere in l'isalto come si possa in Italia, al 1·iparo délli:i– legge, realizzare profitti dell'ordine di. decine di rniliindi cli lire ai danni della collettività. Secondo una statistica della CONFAPI, almeno quattrocento piccole e medie• aziende hanno un interesse vitale a non veder tornare, in vita brevetti scaduti. Il loro interesse coincide con il dettato costituzionale, che non consente ·la retroattività· della legge. Non fosse altro che per queste ragioni, rite- - niarno che sia dovere del parlamento vagliare col mas– simo impegno il progetto di legge sulla proroga della dn-. rata dei b!'evetti industriali e di disciplinare questa ma.– tel'ia non già. secondo gli intere.'3si dei monopoli nostrani; ma secondo quelli della collettività. ' LIBERTA CONDIZIO·NATA ,IL. CONVEGNO suUa p. roroga dei bre~etti ind11stria._li, indetto per ii 3 marzo u. s. da Politica, it quindici– nale fiorentino che è ormai !!unico portavoce deiia corrente di «Base», è stato improvvisamente sospes~. Il giovane Speranza, segretario provind.ale dellcL DC di Fii·enze, che TI..e ha provocata la soppressione, ha d~ ~ostrato, su scala ridotta, cort1'.z ormai ·u ripicca e iL dispetto siano le chiavi migliori per spiegare le miste– riose metamorfosi deUa politica democristiana in Italia. n Convegno aveva un carattere · di studio su un problema di estrema attualità, come qui sopra sp;)Zgu l'amico Tarantini; il prof. Francesco Ferrara, ordinario - di diritto commerciale neU'Vniversiità di Firenze, '.non è certo sospetto di sinistrismo; nè a sinistra è la CONFAPI (Confederazione Nazionale delle Piccole e Medie Industrie) che aveva inviato il suo segretario milanese a rappresentarla a Firenze. Tutt'al più Poteva darie un certo fastidio aUa Montecatini, che alla proro– ga deUu durata dei brevetti è fortemente interessata. Ma per Speranza era essenziÌ:tle che Nicola PisteUi, di– rettore' fl.i Politica, non traesse lustro. da un convegno, di carattere nazionale, inviso ad alcuni monopoli nostrani. Per anni « Iniziativa democratica », la corrente fan– faniana di cui _il giovane Speranza è -esponente, sfrut– tando il mito La Pira si è presentata come forzu di sinistra. La crescita deUa « Base )) e il suo successo nelle file clel Partito ha impedito il perdura1·e deU'equi– voco e ha chiaramente s1,.,elato che cc Iniziativa demo– cratica )> e destra dc si identificano, e che· DC e politica di conservazione ad un certo momento sono la stessa cosa. Fanfani è il grande elettore di Togni al -niinistero delle pm·tecipazioni statali; Speranza è l'eletto della Cii.ria, dell'Azione cattolica, delle forze cattoliche più– retrive di Firenze. Queste consid.zrazioni eviteranno che ci' si stupisca eccessivamente per il modo indegno e · offensivo di' Dgn'.i libera coscienza, con cui è s~arto soppresso il Convegnq. Nel nostro paese, basta una telefonata da Piazza 'd~l Gesù perchè un esimio presidente della Mostra .Int~~d .... zionale dell'Artigianato revochi la concessione della·~~~ l.ztta dei Lecci al Parterre, poche ore prima dell'apertu– ra dei lavori, ad inviti spediti e manifesti affissi,: moti:.. van.do il provvedimento con parole che si iscrivcino,' per la loro assurdità, nel patrimonio delle barzell'ette 'fio...: rentine. In altri tempi, uò ·m.in ./. d'onore aV1"2bbero datJ le loro dimissioni piuttosto che sottosiare a ricatti' P~Q:. mossi _da miserande beghe di parti,t"o. . · ·. · ,-.·.:." 1 '. Ci auguriamo che il direttore di Politica. n91-\ subi-; sca in silenzio l'inqualificabile sopruso e porti.i _.:la; que, stione in consiglio comunak~. Dobbiamo sapere ; se•: a Firenze la libertà di riunione dipendu dalle ,il)izZe •ecli ,un giovan,.z · permaloso segretario di belta Speranza: **

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