Nuova Repubblica - anno V - n. 2 - 13 gennaio 1957

4 LA CONFERENZA STAMPA DEU}ON. ))I vrrTOlUO ... BILANCIO SINDACALE di FRAN'CO VERRA A LLA l<'lNE o all'i~1izio di ogni 8.nno 1 i segrefori deile– varie confede1•azioni sindacali convocano i .gior~ali– sti per l'annuale conferenza stampa sulla s,1tuaz.1ono delle categorie Juvorahici, sull'andamento ed i risultati delle Jotte e delle rivendicazioni operaie della trascorsa annata, .e sulle prospettive di azione sindaçale. Si è già nvut.a la con(e1·enza stampa di Di Vitto1-io; sono prean– mmciate per questi giorni quelle di Pastore e di Vigliai:iesi. Peccato ché le esigetlze tipografiche del nostro settimanale non ci consentano d'info1·mare tempestivaniente _i nostri lettori su quanto diranno QLlesti ultimi, benché non ·ci vo– glia molta fantarsia - specie nel nostro mondo politico, in cui le < forze tradizionali> tirano a ·cam.pù con frasi e con problemi fritti e rif1·itti - od imrnaginare che cosà. pot .. anno dfre. Novità, ad onorn del vero, non ne ha dette nett.nche Di Viùorio, poiché .non ha fu.\to che coordinare ed espol're impostar,ioni e dati già noti da tempo. Diciamo subito che sulle «cifre>, che generalmente offrono i nostri sindacalisti alla pubblica opinione, siamo piuttosto scet– tici: sulle cifre relative agli iscritti, ai voti delle Commis– sioni Interne, ai < trionfi > 01·ganizzativi. l'lurtroppo Pinvo– lt,i;,•,ioneche sta ovunque subendo il mondo del lavoro ita– li,rno è più eloquente di tutte le statistiche degli uffici at11di delle nostre Confede1•azioni. Ma il disco1·so di Di Vit– torio ha destato un certo interesse perché - nonostante la pacatezta nel tono e nelle esp1·essioni - ha suscitato un·immecliata reazione polemica nella Confindustria. Le tP:si eeonomiche espo:ste dal segretari.o dellà OGJL l'elati– vumente agli indici che misurano il rappo1·to fra il reddilo complessivo del paese e quello conseguito dai lavoratori, · (rapporto che testimonia ineqnivocabilmente l'enorme cli. vur·io di guadagni fra le poche migliaia cli capitalisti e alcnne decine di milioni di lavòratol'i) non sono risultate gradile ai quaiifìcati arnbienti confindustriali. C'era da a~petta r·s0lo ! Infatti, i comunisti :3ono, in Italia., nella fortunata e T R.ATTAXDO de l,a posizione dell'ed1·1izi(i nell'econo– rnia italiana su 24 ore, l'ing. Francesco Maria Salvi - presidente dell'Associa;,;ione Nazionale Costrnt– Lori Edili - SCl'ive: « La pl'oduzione vendibile dell'edili– :r,ia nel 1955 può essere calcolata in 1300 miliardi, con 670 milial'di cil'ca di prodotto netto. L'occupazione ope– raùr,,comprese le attività a,f/ini, è sla.ta stimnta cli 190 rm'la overa.i anno. Queste cifre collocano l'attività ecliÌizia al secondo posto tra tutte }e industrie italiane>. In previsione degli incontri pe,: il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per gli operai dell'edilizia, noi ab• biamo giù. auspicflto · un sereno e obiettivo esame degli ai-iicoli del conhaito stesso l'egolanti l'istituto dell'appren– distato e le s~ì.tole profesf-lionali, e ciò anche in relazione a quanto disposto dalla nuova legge sull'apprendistato e dal r·Pgolamento ia corso di pubblicazione sulla Gazzetta. Urriciale. E' vero che in sede di rinnovo del contratto di lavoro ben poco si pot1·à fare per adeguare la regola• JJ1enta.:zione generale dell'apprendistato alle esigenze del tutto particolal'i dell'industria edile, ma dovl'ebbe essere ve1·0 che bisogna evitare posi'l..ioni demagogiche che avreb• boro il risultato di tenere gli apprendistt fuori delle imprnse. La soluzione migliore per tale regolamentazione sa• rebbe stata, come da un anno a questa parte andiamo sostenendo, la formulazione di· un « statuto speciale del– l'apprendistato edile>, come è stato fatto per altre indu• strie cli basilare impo1-tanza economica nella vita di alcuni Stati (si veda per esempio 1a proposta di questi giorni di nno « Statnto ~mropeo per l'operaio minatore~). Ma poichè oggi, purtroppo, la legge sull'apprendistato ha visto }a 1uce, e il 1·elativo regolamento sta appaJ'endo all'ol'iz. :r.onte, non resta appunto che salvare il salvabile, e questo è un dovere delle organizzazioni sindacali, il l'esto del loro dovere, perchè ad esse, appena ebbero conoscenza delle proposte per la nuova legge, spettava di intervenire aUin• ché tutto il problema rosse posto nei suoi giusti termini. Il problema della formazi_2ne delle maestranr.e edili è, in ultima analisi, olt1·e che nn problema nazionale un pro– blema europeo. Da nno « Statuto dell'apprendistato edile> av1·emmo potuto passa1·e ad uno < Statuto europeo del– l'apprnndistato edile>, agevolando così l'impostazione su scala europea., con particolare riferimento ai paesi ·di im• migrazione edile italiana, delle questioni relative al rico- 11oscimento delle qualifiche, ai salari, ecc. :Purtroppo questo resterà un sogno e la dura realtà sal'à ancora l'appresentata dall'assistenza. tecnica che, in base alla legge 19 ottobre 1956, n. 1348, saremo costretti ad accettare dalFUflicio Internazionale del Lavoro: dimo• strnzione della nostrn incapacità a risolvere, nel quadro di una collaborazione europea, i problemi della formazione . .delle maestranze in generale ed edili in particolare. Né un addebito può esse.re mosso agli organi governa– ,.tivi. Essi sono sì rinscit.i a far scontenti tutti senz~ ac~ singOlare concli;,;ione di poter liberamente dire coSe che i « democratici > preferiscono nascondel'e. Di circa G00.000 lii-e è stato il reddito medio pro capite nell'industria. e di cil'Ca :l00.000 nell'agi-icoltura. Naturalmente quel « medio :t ·nasconde migliaia e migliaia di casi di paurosa indigenza! L'aumento dei sala1·i reHli fra. il '48 e il '5ù è stato del 19 per cento, ha detto Di ViU.orio. E forse ha esp1·esso un va._ lor·e statisticamente esatto, ma, rispetto alla rnaltà, assai ·ottimistico. Nelle zone òve le paghe sindacali sono teori• che, poiché l·a remunerazione è, di fatlo, lasciata all'tu·bi– trio del datore di lavoro (ed è il easo non solo dell'agri– coltura, 1n.i anche dell'industria, nel :Mezzogiol'no) i J.ivellÌ salariali non sono aumentati affatto. Basti pensai-e Chè tutti i pasfifiCi mèl'idionali RÙno .fei·1ni alle tai-iffe Orarie ·del '4f>, pe1' rendel'Si conto delle a,romali'e e della impossi– bilità di affidarsi alte statistiche, in questo carnpo. ].fa gli industriali, punti sul vivo dalle .parole troppo generose di un Di Vitto1·io « distension.ista » e « possibilista:., alla ri• cel·ca di una. formula che salvi la COIL ·dalla c1·isi·del P.CI, hanno voluto impartire Ja loro brnva lezione di economia politica al segreta1·io della Confederazione del Lavoro. E loro di lez;ioni unive1•f-litarie ne possono dare, ché la stra• grande maggioranza degli econornisti accndemicamente qualificati trovano rifugio sotto le ali pietose della Con– find11stria. « Come, i n1igliÙnnnent:i degli impianti non devono forse e1,Jse1·eremune1·ati? Di Vittorio non ne ha tenuto conto; Ron la conosce l'economia! ». Ma, vedi caso, è pro• prio dove gli impianti sono stati maggiormente rinnovati (alla PIA'l', all'ENI', ecc.) che sì sono verificati i maggiori incrementi salariali sul piano aziendale. I .e cifre s ull'andanwnto dei salari sono inesatte, secon• do i segmi.ci della t1·iplice pJ!dronale, poichè le retribuzioni, 'fra il. '48 e il :50 1 non Sfnehbero aumentate del 19 per ce11to, ma, secondo .gli aggiornfltissimi dati del ministero del lavoro, del 56 pe1· cento in termini nominali e del 26 per cento in termini reali. Se le cose stanno veramente FORMAZIONE DELLE MAES'I'HANZE :UNITA' DEGLI EDILI contentare nessuno; mri se El\'esse,·o dovuto tener presenti le raccomandazioni delle diverse oTganizzazioni sindacali, gli ordini del giorno dei parlitì" politici, i non pochi voti delle commissioni giovanili delle organir.zazioni sindacali e di quanti hanno espresso dei desiderata, non sappiamo dove sarnmmo anelati a finire! l.n Francia, ad iniziativa. delle organi,..,zazioni sindacali dei lavorntori e dei datori di lavo1·0 dell'edilizia, nel 1942 è stato costituito un C0/1.IITATO CENTRALE DI COOR– DINAMENTO Dl,LL'APPRENDISTATO EDILE com– posto, st1 base paritetica, dalle due parti. Un comitato del genere, in Italia, aiuterebbe a risolvere molti problemi dell'apprendistato edile così come, se esso fosse esistito da qualche anno a questa parte, avrebbe potuto racco• manda,re, per l'industria edile, UIJa. regolamentazione non secondo i. voti dei da.tori cli lavoro o· dei rappresentanti dei lavoratori, ma. di nn organo collegiale che avrebbe 1·.ipp~esentato l'intera critegoria edile. N EL NOSTRO precedente articolo Il contratto degli edili, invitavamo le Clrgnnizzijzioni dei lavorntori a « mettere• il carro in strada», ossia a non ra,·e troppi pro• cessi alle intenzioni su un problema molto complesso, ed oggi esistente soltanto sulla carta. Questo « Comitato Cen• trale cli Coordinamento dell'Apprendistato Edile» avrebbe, o potL·ebbe av~re, a.nche il com_p.ito di regolare il «carro:. durante la sua corsa, affrontando il problema .man mano che esso si presenta con i suoi aspetti e con le sue lacune. Deve però essere hen chiaro che questo « Comitato Centrale dì Coordinamento Apprendistato Edile:. 11011 do– vrebbe avere alcuna possibilità di inter\ 1 ento nelle cle]i. bere dei Consigli cli Amministrazione dei ((Centri» o «Scuole» istituite dalla categoria iii applicazione del• l'art. 54 dell'attuale contratto di lavoro, i quali sono e de'Vono rim.anere organi autonomi, sia pel' qnanto riguarda i piani organizzativi come per l'utilizzazione dei contri– buti ve1·sati in sede provinciale dai costruttol'i edili. Il coor– dinamento dovrebbe essere inteso tra datori cli lavoro e lavoratori rappresentati dall'organo collegiale da una porte, e gli organi del governo dall:altra. E' a questi ul~ timi che incombe il dovere di intervenil'e in modo mas- (145) nuova repubblica così, bisogna. dire che non c'è niente di più fasullo tkille statistiche del rnìnistel'b del 1 Ja'vot:o, poiché, è'ben noto che, per i difetti insiti nel congegno della scala mobile, i Si1bni non hanno t~nuto il passo con l'aumento del costo della vita. ed hanno· progl'essivam~nte perdnto parte del loco potere d'acquisto. _, • · Fra gli elementi sindacali positivi del Hl56, anno non 1roppo fortunato, comunque, per il movimento opel'aio, il SPg1·etario dQlla CG] L ha riéo1·c,lato 1a, stipulazione di 24· conti-aHi nazionali che ptevedono alcuni benefici per 'le catflgorie .interessate, gli .aceordi. per l 'inclenni.tà di ni.ensa, e la l'iduzione dell'orn1·io di lavoro .in t alune gran di a,..,ien<..'.e. Anche 1e a;;ance.'J unil~l'ie di .Di Vittorio, 'che ha 11sse– rito che « la· OGlL è pl'onta a dar Yita, con le alti-e Confe. dera'l.ioni, ad una nuova e grande Confede1·azione unitaria, libera, dernocratica ed indipendente, su basi nuove>, non possono a,·e,· fatto piacere alla Confindustria, nonoslm11'e siano c11clute nell'indifferenza ufficiale della CJSL e (]PIia UIL. E' da presumern, infatti, che alla «base> - troppo spesso e tl'Oppo a lungo trascurnta ed igno1·ata dfti p111·1·iti e ch,i sindacati - siano state accolte favo1·evolmente, poi• ché le aspettative dei lavoratol'i per il proces8o unitario non possono ormai essere eluse. S I E' appreso dall8. confol'enza · stampa di Di Vittorio che su 2063 3,..,iende in cui si è votato nel HJ56, la ·coIL ha ·ottenuto il 57 per cento dei voti: Questo è uno ·di quei· dati sui quali è opportuno espl'irnere dei dubbi. Comunqne,' Ja CO.IL, secondo le supposizioni più fondate, dovrnbbe avere mante nuto, con un lie,·e scarto, Ja rnaggio- 1'8nza nelle Commissioni Interne valutate nel lorn inSit•me. Tale, sino a non rnolto tempo fa, era anche il parere dellà ClSL. Senti1·emo che cosa di{à, a questo J'igual'do, l'ono• revole Pastore. · Gli obietti,·i della. Confederazione del Lavoro per il 1!)57 riguardano un aumento del sala.rio da. ottenersi me– diante la stipulazione di nuovi contratti per le diverse ca– tegoi·ie·, dai quali venga sco1-porata la parte che più diret: tamente intCl'essa le singole tiziencle; la lotta contro la (b– soccupa:,;ion_e; e l'Attua:,;ione del Pjano Vanoni. Pt"Ogramma che, nelle sue grandi linee, non ha niente cli rivoluzionario. l\fa la Co findustria,' nella ennnciErnione della < pHle contrattuale da scorporare:., ha voluto ve. <lerci « mutatis mutandis > lo :-;tatuto dei lavo1·atori nelle fabbriche. E ha eletto che non ne vuole sAper·e. Invece sa· rebbe quanto mai opportuno. :Ma Di Vittorio non ne ha par·lato: for.-;e i. fatti cli Unghe1·ia. sono troppo recenti per fargli dimenticar·e che le ri,·endicazioni sui dit·iUi della pe1·sonalità umana è meglio lascial'le espone da uno che non sia comunista. siccio per il potenz;iamc11to del settore, perché non è giu• ·sto che l'onel'e della formazione professionale delle mae– stnmze edili, molte delle quali prestano la loro attivitA, nna volta qualil'icate, presso irnpi·ese straniere con rile– vante beneficio della bilancia dei pagamenti in ,valuta– zione prngiata, cada ésclusivamente sull'industria italiana, mentre con i fondi stanziati dallo Stato si continuano a finanziare iniziative tendenti alla formazione di- mae– stranze addette al « taglio e cucito» o ad altl'e categOl'ie professionali «pro-forma>. Questo potenziamento po• trebbe essei·e ottenuto, praticamente, dalla trasformazione dei contributi dei costruttori in «patrimonio» rappi·esen– tato da « Cenfri cli Addestramento», tavoli, sedie, aule, refetto1·i, ecc., e dall'intervento dello Stato per le .spese di gestione dei corsi. Le organizzazioni interessate devono convincersi ~he se ~·eramente si vuole affrontare il problerna della for– mazione professionale degli eclili, prima di ogni altra cosa deve essel'e data alropinione pubblica la prova concreta che si vuol opera1·e sul serio e non come è avvenuto in questi dieci anni con ini:,;iative che puzzavano cli provvi– SOl'ietà e di eropi1·isrno. Se i lavoratori non avranno que– sta prova non credera·nno a nulla, perché le loro espe– rienze passate hanno po1·tato soltanto delusioni. E' una ve1·ità indiscussa che ovunque il problema è stato impo– stato seriamente, i lavoratori lo hanno capito ed hanno collaborato al punto che oggi, se in un dato periodo del• l'anno i cosiddetti « corsi not"mali » non avess~ro ini7,io, si muoverebbero Je arnministraziOni comunali, i parla- 1ne11tari, le popolazioni inte1·essate. Per ottenere questo, è stato sufficiente fare le cose sul serio, interessando i la– vorat'Ori, discutendo i lor·o problemi, rendendoli pat-tecipi nell'attività addestraliva. Non sa,·ebbe ma.le che i direttivi dei tre sindacati na– zionali degli edili esaminassero a fondo questo problçrna per farlo oggetto di una discussi~ne « a tre:. dalla quale maturassero proposte concrete da pi·esentarn a contro~ parte, e ciò per evitare le corse a chi chiede di pili, per sottopoi·si infine ad inglo1·iose l'itirate che ledono il prestjµio delle rappresentanze dei lavoratori. Sarebbe questo un esempio concreto di unità d'azione sindacale sul piano della « politica delle cose:., ~ solo vantaggio dei lavorntQri. AURO LENCI L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. casella Postale 3549 Telegr. Ecostampa

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