Nuova Repubblica - anno V - n. 2 - 13 gennaio 1957

8 IHBA'l"flTO ALtlRtoLO PI8AVANI!: POLITICA E.CUL1,URA N EI GIORNI 4 e 5 gennaio si è svolto nel circolo « Carlo Pisacane » di Roma un convegno promosso dal partito socialista italiano sul tema << azione po- 1iliè:a e cultura». L'argomento acquista particolare rilie– vo· alla luce <!egli avvenimenti di cui sono stati recen– temente teatro i paesi europei orientali nel corso dei quali gli intellettuali hanno giocato un ruolo di primo piano, e in relazione in genere con la crisi ideologica .- prima ancora che politica - che ha colpito l'intero mondo comunista a seguito del rappo'rto K. Dopo una introduzione preliminare - che ci è ap– parsa alquanto sfocata - di Raniero Panzieri, si sono succeduti interventi di vari settori ·politici, più da vi– <:ino interessati all'aziOne del PSI. Ricorderemo tra gli .:bltri, per Jucidità e vigore, l'intervento di Paolo Vitto– reUi; e quello di Eugenio Scalfari, sia pure non conte– nuto nei limiti proposti, in quanto volto ad impegnare il PSI ad un'azione a largo raggio in difesa della « li– bertà della cultura ». In ciò ha avuto !acile giuoco Pan– zieri quando si è successivamente richiamato all'impe-. gno - vecchio ortnai dal Convegno di Bologna del 1954 - del PSI. non realizzato tuttavia in una coerente azione politica Ma il convegno verteva - come ha soggiunto Pan– zieri - sul rapporto « interno>) tra azione politica e Cultura. E a questo proposito, a dire il vero, il dibattito non ci è sembrato affatto esauriente. Già il titolo del convegno « azione politica e cul– tura >) ci aveva lasciati alquanto perplessi. E' possibile infatti stabilire un nesso rigido tra due momenti - così diversi - dell' ·attività umana? Su questo particolare aspetto si sono avuti vari interventi, specie di giovani - di tendenza diremo ro.dicale - che vi si sono dichia– rati contrari, con pronie repliche da parte del settore rigorosamente marxista. A nostro avviso, occorreva an– Che qui distinguere. E' chiaro che vi sono campi della cultura direttamente connessi con l'azione politica: e cioè - come si è accennato nel convegno - la sociologia, l'economia, il diritto, la storia. Quale legame è però dato stabilire - ad esempio - tra l'arte e la ricerca scientifica pura, e l'azione politica, se non quello determinato dal fatto che l'artista o lo scienziato op~rano e producono e vivono nel loro tempo e nel loro spazio umano storico e civile? D'altronde, sa– rebbe ora che gli uomini politici si rendessero conto - e accettassero una buona volta - i limiti della loro az·ione. che evidentemente non investe tutti i campi del– l'attività umana. Più interessante e proficuo sarebbe stato tentare di stabilire il nesso (di necessità o di libertà?) che lega quelle discipline con l'azione politica. A questo punto, peraltro, il dib3ttito ha rilevato forti reticenze, come del resto è stato osservato e avvertito dallo stesso Panzieri. E' sul rapporto che intercorre tra « ideologia » e po– litica che occorreva sopratutto essere, a nostro giudizio, più franchi e diremmo più sinceri. Forse non si può ancora chiedere tanto? Comunque, è doveroso prendere attò del rifiuto più volte espresso e sottolineato nel corso del convegno - € nel modo più reciso - del « dogma– tismo;,; e l'esigenza accettata e dichiarata ·di una più ':.':"!'ga (; circolazione di idee» all'interno dello schiera– .-.-:.:.l.'l.1to :mcialista, non condizionala da alcuna ipoteca .~lasticamente marxista. In questa direzione riteniamo sia possibile una. frut– tuosa :e intensa collaborazione tra tutte le forze del mo– vime~to 'soèiali.Sta· interessate a una spregiudicata e rea– listìça valutazione critica ·che si ·dimostri adeguata. agli sviluppi storici attuali, e sia cosèièrite delle esigenze e dei problemi che propone il mo~do~moderno. F. S: 11111.11111,111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111i111i11111111111111i'1u111111111i1111111111111111 ABBON"'AtEVI, FATE ABBONAHE A nuova repubblica 1.500 (annuo) 800 (semestrale) 450 (trimestrale) ·•••uumn11111111111111111111u11111111111111111111111111111um111111111m1111111111111111111111111111111111u11 (145) nuova repubblica Fanta!'ie afro-asiatiche (llis. di Dino IJruchi) "NUOVA GENERAZIONE,, S 0~0 t;::;C'1Tr, fino a oggi, sei o sette numeri di Nuova Generazione, i-iettima11ale dei giovani. comu– nisti, o, nwglio, dei comunisti per la giove11tl1. Infatti Nuova, Generazione vuol f'Sf.:e1·e nn foglio di la1·ga divul– gazione ]X>litica e culturnle, cli fom1a;,;ione e di prnseli– ti.--1110 insieme. Non esiste pili, dunquf', Vie Nuove? No, Vie Nuove esi~te ancMa, e ci SCl'ive Cul'zio Malapa,·l.e (quello di « spunta. il sole, callta il gallo, l\:lu.-isolini 1·i1no11ta a ca– vallo»). Soltanto si• è ritenuto necessario rila~cia.l'e un nUestAlo di ,naturitù alle giovani generazioni italiane, o aln,0110 agli sfrati più progrediti per cultura e per elù, affi~u~ndo qualcosa di nuovo, e di p.ii' 1 SC"rio, all'orrnai ben tu1fè Vie Nuove, cht:, ci. sia scusato il bisticcio, ri– calca la shada, assai vecchia, mitologica, edificante e mondana, della prnpaganda di ogni 'stampo totalibnio, 1\Ja Nuova Generazione, che ha sostituit4) il più acca• df'mico lncontri•Oru;i, è veramente qualcosa di nuovo e di più serio, o almeno, von·ebbe esserlo. Vonebbe esse,·e, cioè, e di questo non pos;,;iamo che 1·encler lode agli idea– tori e ai reèlattol'i, un tentativo organico per la educazione politica di lai·ghe masse giovanili, fuori dall'a.ccademis,no compiaciuto delle rivistine cultmali e dalla propaganda pacchiana dei rotocalchini fumettistici. I>erò è un filo spezzato. NoD..._ è colpa sua, ma è la data del pl'imo numero (4 novembre '56), fatto uscire in frelta · e fur·ia come supJ)iemento, che spiega tutto. Nuova Gene– nizione voleva essere uno stn1mt>nto del nuoyo co1·so OO· munista, quello del XX Congresso, della democl'S.t.izza• zione, del policentl'ìsmo, dell'adeguameoto alla realtà delle struU111·e e delle posizioni, il giornale del disgelo. Il de– slino crudele lo ha fatto usci1·e, pieno di buoni propositi, e pel'vaso cli sante .ingerwità, proprio· il 4 novembl'e, il giorno di Buda.pest. E del filo svezza,to~ che Vo1·1·ebbetes– sel'e 1111a .tela m1ova ma non può ritorcèrsi nelle maglie di un Ol'dHo p1·omesso e sJ)e1·a.'to, e venuto a mancare jrnpr·ovvisamente per superiori disposizioni, ha t.utto l'a– spetto tragic o e. comico insie.nie. · Sin cl.al supplemento stl'aordinario del 4 novembre, li. quiclata ron poçhe frasi d'obbligo la « pr·oditor·ia aggi·es• ~ione. cli Suez,, gran pal'te dello spazio è ·dedicata alle den,ocrazie popolari. Carlo Meana co~nincia la serie dei suoi articoli sui paesi deff:Europa _01·ientale parlando del- . l'Ungheria. li titolo è sl1ggestivo: ,«·Il gelo del disgelo opern:.-,ione impòssibile ». Merita ampia citazione:. « Noi ciel· cir'Colo Petoefi; mi di,.;se Zoltan, siamo pit'1 avanti che ·a Pl'agà. La disèussione non può rimanere trn gli: i~1tel. ·J~ttùali ·e gli studenti, dobbiamo frovare l'anello· di con• ·git.m~ione con le fabbriche. Si tnitta di una· lotta politica ·per imporre mutarnenti ·sostanziali che f)e,·mettano di sal– vare e continuare l'esper·ienza socialista. Se 1·estiamo ~stra• nt>i· p1iò ~ ess,;fre troppo tardi. E, poi, che obiettivi vi po– nete? gli chiesi. Zoltan rnstò inte!'detto, poi si l'ipiese: per i! rnomento vogliamo agitare il pantano.· Rin.:asi per– ple,.;so >. Qui comincia il calv~11·io morale del giovane co. mu.llista: il pantano c·è, hene inteso, ma non bisogna agi– t,a1·!0 finché non· si ha in tasca· una nuovà solu:.-,ione, che ginantisca « lp. difesa del potere po[Jolar·e ». Se q'uesto deve avvenil'e, puta caso, contro il pOpolo e la classe lavol'a– tr-ice, è dolol'OSO, rna pazienza, vuol dire che il popolo, nonostante tutti i pantani, ha sbagliato. ;Nello stesso numero, intervista dalla Polonia di An– na Br·atkowska. « Negli ultimi anni il nostro paese non ha avuto una politica estel'a indipendente. Questo è il re. sultato della applicazione dei metodi staliniani nelle re– lazioni ·intemazìonali. Oggi esistono le condizioni che per• mettono di avere una politica est~ra indipendente, che sari1 senza d11bbio una politica di pace. La nostra po~i. zione geografica condiziona in maniera speciale questa nostra 1·ichiesta di pace. Riteniamo che rattuale situa– zione ci pennetteri1 di avel'e iniziative politiche ù1 quc~to campo». Quale audacia! ~la subito ci delude la nota re– dazionale: « Ci sembra che qui non si trntti più di cri– tiche a enori del passato, ma di una posizione sbagliata poiché ci sernbra di scorgere in essa la rinuncia alla fra.– terna, profonda, solida,.ictù su basi di uguailianza con l'URSS e il movimento operaio inténrnzionale :.. l/un• zione gesuitica non pol 1·ebbe essere nwg\io assimilata.: pensate come si è me1·itato il paradiso Togliatti, che, in nn nl0me11to tanto difficile, ha saputo concedere q11a11to bastava a far sì che « amici cechi mi chiesero la t1·adt1· zione dell'intervista. a Nvovi Aruomenti, intervista di cui annotal'OnO con attenzione brani iMeri ». Se non avessero 1wuto a po,·tAta di mimo la critica nihil obsto.t del• l'ottimo segretario del l'Cl, quei poverini, così nauseati dal "pantano", correvano il rischio di annotare fedel– mente addirittura il discorso cli Tito o quello di Gomulka, e chi av1·ebbe salvato l'anima lor'O? L'abbiamo sempre detto: coi giovani bisogna essere sprngi11dicati, così si trova modo di fai' servire a qualcosa anche i fili spezzati, che an,-;i servono propl'io in quanto spezzati, perché la inter• ruzione non si vede e tante anime candide ne seguono con fiducia la dir·ezione. L'impostazione del settimanale, poi, è tutt'altro cl1e malvagia. L-a. solita lettcrntura sovietica in appendice, ma. questi sono mali inevitabili; buoni al'ticoli sull'EuroPa Orientale e sull'Asia, pur coi limiti anzidetti; ottime ru• b1·iche di arte, letteratura, cinemA, economia. 11rbani– stica, spo,t, problemi giovanili, pl'oblerni scolastici. Soltanto una rubrica, quella che vonebbe esser pilt popolare, l'egge rnale il confronto. « Alla ricerca del gio– vane d'oggi.» è un titolo pretenzio:-:o, strano che non ci abhiano nwsso in cima il buon Diogene! Comunque il contenuto soddisfa e delude insieme. Da un lato domande che sarebbern serie, se non fo~sNo proposte in forma così immediata e così sciatta, « Sei .per· il divoi·zio? Ti piace. i.:ebbe en1igrare? Ritieni necessado l'insegnamento J'eli– gioso nelle scuole? Due avve1·sari politici possono essere amici per~onali? Ritieni ntile in Italia una campagna per il controllo nelle nascite? Rjtieni gli eb1·ei pari a qual,.;ia:.i popolo?>. Si ha quasi l'impressione che i redattori riten– gano necessal'io offrire ai gio\·ani Hn cel'to grado di soddi– sfazione nel tl'attare cel'Le que.'-ltioni che, per la maggior pal'te dei comunisti, 1·estano di interesse. e cl.i a,.;pfrazione, esclusivamf'nte borghese. Divorzio, emigrazione, libertà· religiosa, libertà personale, birth contro/, cosmopolitismo, non sono pii:1 tabù, alrneno per i giovani comunisti istruiti. E' meglio che ne parlino, e sfuggano in tal modo, anche mer·cè tran;.,itor·ie «deviazioni», il fascino irr·esistibile dPI frutto proib'ito. Anche i giovani cnttolici dissel'tano di classismo e di storicismo, di 11manesim2 e di razio1~alismo. di libertii e di Stato, dì divol'zio e di birth control. Jn t11tti e due i casi il p1·oblema è uno solo: che la liberti\ con– cessa ai grnppi più prepaniti non venga estesa alle mas~e. con grave pel'icolo pe1· tuita quanta rortodossia. D'altro h\to domande più facete: « Pensi che po,.;1-la esi~ten~ un parse più bt>llo dell'Italia? Credi all'eternità dell'anima? Ritieni possibile la pura amicizia tra un ra~ gazzo e una rflgazza? Riti€'ni necessa1·io per il matrimonio che Ja giovane sia illibata?:.. Un aspetto, mollo impor• tante, della capacità di penetrazione di ogni moderna. ideo– Jogia. sta nel riuscire ad as~ol'bire, utilmente, i conceLti basilari cli ogni provincialismo. MAURO SOLDANl

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