Nuova Repubblica - anno V - n. 2 - 13 gennaio 1957

Comitato direttivo I TRISTANO CODIGNOLA _(dir:ttore resp, ), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAnlO VlfiORELLI. Segr. di redazione 1 GIUSEPPE FAYATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza libertà 15, tel. 50-998. Amm.z Firenze, Piazza lridipendenza 29, to,. 483-207,8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly. St. Tip. de «La Nazione:.,_ Firenze, Via Ricasoli 8. 145 • ANNO V - N. 2 Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50, Abbonamenti: annuo per Italia e Fr,rncia L. 1500, sem. l. 800, trim. l. 450. Estero: l, 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. CIC post. 5/6261, cla Nuova ltallu, Firenze. Gli ·abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pl1bblicità rivolgersi all'Ammi• nistiaziOne. Tariffa: L. 15.ooo per lnsf'nioni di mm. 70 per colonna. ESCE. LA DOMENICA IL CASO DELL'AVANTI! di GIUSEPPE FAVATI D OPO alcuni giorni di cr~nac~ sbi~dita e minimizza– zatrice - che taluno d1 noi avrebbe potuto anche ritenere misura saggia e prudente in attesa di pronunciare un giudizio responsabile, a nome di tutti i soeiC1listi italiani - l'Avanti! ha detto la sua, nel nu– mero del ,3 gennaio, sul èosidettò caso Reale e, più gene– ralmente, sull"a. questione degli «oppositori·». E' stato un discorso infelice - riconosciamo subito a malin– cuore: e le note seguite pei giorni 4 e 8 u. s. hanno mag– gjormente indebolito l'autorità del quotidiano socialista e offerto il fianco a polemiche non del tutto disinte– ressate. Prendendo le mosse da un comunicato di agenzia, secondo il quale Togliatti avrebbe detto che le « fùghe >> di intellettuali dal PCI sono .favorite da esponenti del partito socialista italiano, l'Avanti!, ossia il suo direttore Tullio Vecchietti, non ha chiesto formalmente a Togliatti se la notizia fosse vera, non ha precisalo quali obiezioni si potevano fare nell'ipotesi di autenticità, non ha chia– rito quale atteggiamento il PSI assumeva nei riguardi degli «oppositori>>. « Lo scopo della •·notizia" delragenzia Italia è trasparente. E' quello di far passare i socialiSti come veri e propri provocatori, che cospirerebbero con un'opera di sobillazione e di vera e propria disgregazione all'interno del PCI>>. « Il fatto che alcuni intellettuali comunisti hanno mosso delle critiche alla politica del PCI o si sono dimessi da1 PCI Con motivazioni che hanno alcuni punti in comune con le critiche mosse dal PSI all'intervento sovietico in Ungheria e soprattutto al .modo come sono stati v·alutati gli errori di Stalin al XX Con– gresso, non ha alcun rapporto con presunti piani preor– dinati del PSI... Il nostrn dibattito, anche sulle cose sulle quali siamo in dissenso col PCI, è un dibattilo che giu– dichiamo giusto e necessario, ma non va al di là dei fini che si propone: la libera e franca discussione per cofreggere gli errori e approfondire. i problemi ideolo– gici e politici che stanno dinnanzi a tutta la classe la– voratrice ... ». Un gruppo di intellettuali comunisti invoca la destalinizzazione sul serio, la fine del mito dello Stato guida e rapporti fra eguali, la solidarietà con la Polonia di Gomulka (v. i meditati articoli di Pierac– cini sullo stesso Avanti!) e la· Jugoslavia di Tito, l'ado– zione del metodo democratico a cominciare dall'orga– nizzazione interna di 'partito, l'adeguamento della lotta sindacale alle sh"utttire e alle tecniche del capitalismo moderno: e Tullio Vecchietti trova· che queste motiva– zioni hanno aicuni punti in comune con le critiche mosse dal PSI! Inoltre, con improvviso riassorbimento del lin– guaggio comunista, egli parla, apparentemente a nome di tutti i socialisti italiani, di « errori di Stalin>> e di « libera e franca discussione per correggere gli errori>>.· Nel momento in cui il marxismo (Chi scrive vi crede fermamente a dispetto del criminale Geroe e dell'uma– nista Concetto Marchesi) « ha toccato il fondo», come avvertiva l'amico Guiducci, nel momento in cui mili– tanti di provata fede comunista chiedono di risalire jnsieme a noi, sconvolti e turbati al pari e più di noi, 1'Avnnti! si limita ad ammonire sulla necessità di una Jlbera e franca discussione per correggere gli errori: quelli che permettono di ignorare la sorte di George Lukacs? «errori>> di nuovo anChe questi? terrorizzato dal disprezzo- popolare. bi più: guai ad ammonire sulla necessità di una libera e franca discu~– sione .e subito sfuggire tortuosamente al problema dei comunisti che si adoperano per una politica di rinno– vamento socialista. Scrivere - come ha fatto Vecchietti sull'Avnnti! del 4 u. s. - che « nel PSI.. la condanna dell'intervento sovietico in Ungheria vien falla nel nome e nella difesa dell'internazionalismo operaio, per cui avremmo voluto l'Unione Sovietica· ctl fianco e non contro gli operai e gli intelrettuali comunisti in Ungheria>> significa abbando– narsi ai sofismi della più decadente scolastica e diso– rientare gli. operai i contadini i lavoratori tutti che attendono parole chiare e non discorsi piglia-in-giro. Che la condanna dell 'interver.to sovietico vada fatta mettendosi dal punto di vista delle classi oppresse e non da qu~llo dei borghesi, dei maccartisti o dei socialde– mocratici alla Guy Mollet, r· '\'.11 dubbio. Ma che si aggiunga (< per cui» con quel t."1e'- segue è, nonchè stra-· volgimento delle armi della logica razionale, 1) man– canza di coraggio politico, 2) incitamento all'attendismo rinunciatario. Quasi a suggerire (anche se ciò non è stato nelle ii,liepzioni di Vecchietti): aspettiamo un nuo– vo brindisi ·Ji-Girella e gli «errori>> saranno corretti finalmente e di nuovo in pieno accordo Con la classe dirigente dell'URSS (ma quale poi?) e del ·pc italiano. Nessuna parola ha speso l'Avanti! per deplorare la grottesca e triste procedura attraverso la quale si è espulso Reale: la questione, in virtù soprattutto dei giornali borghesi, è troppo nota perché vi si possa tornar sopra. E' grave che !'A.vanti! non abbia avvertito il bisogno di esprimere le sue Tiserve - prescindendo vuoi dalle ragioni ·politiche vuoi dai me!?di dell'interessato N I e Nuova Repubblica • è settimanale politico e di cultura. e· anche giornale muri.le , registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 102/ del 21 luglio 19.35. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblkati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. 11. 15 GENNAIO 1957 - L. 40 - sul dispregio non solo e non tanto di una nuova norrna statutaria, approvata all'unanimità dall'VIII con– gresso del PCI e subito calpestata, ma soprath-1-tto di un principio elementare: il diritto- da parte dell'impu– tato a conoscere i termini dell'accusa e a godere de1la più ampia difesa, diritto «borghese>> che la rivo– luzione socialista deve incorporare, tradurre nei fatti inverandolo storicamente nella sua pienezza (la rivo– luzione socialista realizza, capòvolgendo le strutture, ciò che nella società precedente è solo parziale o confinato nell'ambito delle declamazioni). A questo punto è inter– venuto Pertini: (< Quando si ama e si sente veramente il p·artito, si resta nelle sue file anche in posizione critica verso il gruppo dirigente>>. E dunque chi se ne vien via per ragioni politiche simili a quelle popolarizzate dal PSI non merita a priori riguardo alcuno (tutt·a1 più si può avere riguardo per un Crisafulli che ha motivato « la sua crisi più sul piano sentimentale che su quello politico>> - Avanti.' del 4 c. m.). « Dichiarazione respon– sabile di un dirigente del nostro partito>>, ha commen– tato l'Avanti! dell'S gennaio, pare sotto dettatura di Pertini, ~ nell'assenza del suo direttore. Tanto responsabile che iJ Pertini ha fatto propria l'accusa dei giudici « napoletani >>del PCI, essers'i Reale macchialo di una colpa imperdonabile, di servirsi cioè della stampa ostile al movimento operaio per esprimere le sue critiche. Senza dubbio questa circostanza non è piacevole, ma s1 può ribattere che se gli organi di stam_pn del movimento operaio sono sordi a qualunque critica che venga dall"interno, e da parte di provati militanti della « .. ::bsse )), no:1 è serio lamentarsi uic cl sirnpliciter di questa sgradevole circostanza. Ciò sul piano della questione per così dire di principio, e non ignorando d'altra parte che Reale può anche far abuso di certi metodi. Del resto, André Marty si guardò bene dal servirsi della stamp~ ostile, rimase sempre il Marty del 1919 e del 1945, l'eroe del Mar Nero e il nemico acer– rimo e fanatico del capitalismo, e tuttavia l'Humanité, nonchè rifiutare la sua difesa e anche delle sole ret– tifiche osò tacciarlo di « poliziotto>> e di «traditore» sin· d;lla giovinezza: finirono con l'espellerlo in quanto « trotkista >>e sostenitore di una « politica di collabo– razione ài classe>) (Humanité del 25 dicembre 1952). No. Quando Togliatti mette i dimissionari, fra i quali, ricordiamolo, il candidato del PCI alla Corte costituzio- Sia pure: discutiamo francamente· anche con i comu– nisti staliniani. Neppure d0po ·1•anno I dell'era « unghe– rese >>si potrà sostenere la tesi del_ non-dialogo, e meno che mai la sosterremo noi che ·su questo modestissimo settimanale intendiamo dare un esempio di costume, ospitando e disposti ad ospitare tutte le voci anche le più lontane o provvisoriamente tali (se siete sicuri di voi stessi...). Ma discutiamo con una abbastanza chiara prospettiva di fondo e determinando prima e poi le ]ir)ee di demarcazione è i nessi che ci sembreranno via via necessari. Guai a riprecipitare nella confusione e nell'opportunismo, col dare ad intendere che sccialisti e comunisti staliniani devono correggere gli stessi « er– rori»: visto che i1 programma di Kadar è per quelli un programma socialista e per noi la voce di un governo Domani si mangia (Di11. dì Dino 80$cl1i)

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