Nuova Repubblica - anno IV - n. 48 - 25 novembre 1956

6 S.OCI~lLlSTI E COMUN 1ST I IL'CONFRONTO E' APERTO di GIULIO N - ONOSTANTE. che lo shoclc di Pralognan e i gros:::i fatti che lo hanno reso possibile abbiano fatto di– menticare, pe~ un poco, l'.atrr:iosfera dei p~imi mesi di quest'anno e della campagna elettorale, oggi è più che mai evidei;1te che agli aspetti politici della Unificazione ~o– e;i8.l~st~ si sovrappongono e si uniscono problemi· rel&tivi, in ugual misura, non solo al socialismo storico, ma anche alle forze racchi\lse nel partito comunista e all-e più .avan– zale e conseguenti presenze liberali. Il PCI comincia ad accorgersi appena ora che, da almeno due 8,nni - da quando cioè l'incontro di Ginevra consacrò la fine della guerra fredda e stabilì un modus vivendi tra le due massime potenze mondiali, URSS e USA, per· il quale ciascuna di esse pur mantenendo intatte lo ragioni di com– petizione ideale e politica, economica e religios·a, rinutlciava all'attacco frontale· contro l'altra e contro le S:ree diretta– mente da quella influenzate - si trova in una· ·posi~ zione chiaramente subalterna. Non faccia velo l'apprezza– mento della consistenza organizzativa e della efficienza politica del PCI - destinate pur oggi a· restare lungo tempo cospicue - : è ipso facto- subalterna qualsivoglià. f.orza politica che non abbia la immediata capacità e pos– sibilità di raggiungere il potere e che, pertanto, si riduca a. pure e semplici, anche se. imponenti, funzioni di condi– zionamento o cli controspinta. Il PCI, dopo Ginevra, è in queste condizioni, anche se ha dovuto attend~re il XX Congresso e i recentissimi avvenimenti europei per averne piena contezza: non ha alcuna possibilità, oggi, né in tesi né in ipotesi, di raggiungere il potere, e i militanti cominciano ad accorgersene e chiedono conto dello stato politico minoris· juris in cui contro loro volontà e aSpetta• tiva il partito li ha collocati. Si parla perfino di doppiezza negli intendimenti ptissati, da parte della base, della pro– spettiva politica del· PCI; quasi che doppiezza gesuitica non ci fosse stata, sin dall'inizio, iri tutto il proponimento politico togliattiano e che pa1·larne oggi in tali termini non significhi una ennesima, e più grave, manifestazione di ambivalenza. Durante lo scorso decennio il PCI si proponeva in tesi come forza capace di giungere al potere soltanto mercé uno spostamento - violento o pacifico che fosse - del– FeQ.uilibrio politico europeo e mondiale, e questa pròposta era ·Confortata dalla ingenua (e reale) aspettativa di base per un fatto capace di per se stesso di capovolgere in Italia ogni equilibrio di potere (ha da ven-ì Baffone!). In ipo– tesi - accettando cioè la provvisoria collocazione dell'Ita– lia ne1l'area di dominio americano o comunque fuori del diretto imperio sovietico, come certi cattolici accettano provvisoriamente i dati fondamentali del mondo moderno e Scelgono i mezzi adatti per. operarvi - .il PCI indivi– duava nella Costituzione della .Repubblica e nella costru– zione di .una moderna democrazia l'unica strada possibile che le forze comuniste potevano battere, e anche questi proponimenti erano confortati da adesioni di base indub– biall'.1iente sincere e conseguenti, che però ignoravano, o r·ifiutavano, la prospettiva della tesi. Questa la doppiezza, che era però doppiezza prop1io e soltanto dei vertici e dei tj_uadd, di quei vertici e quadri ·che, d,opo aver più volte tentato di liquidare, con strafottenza tutta togliattiana, ogni di.scorso sulle due « anime» del PCI, oggi accusano ipocritamente i militanti di base perché si sono riferiti, sempre in buona fede, o all'una o all'altra delle due facce del Giano bifronte che i dirigenti proponevano loro, per– ché hanno visto, èioè, le sembianze di Togliatti attraverso· quelle dei Longo o quelle dei Terracini, sotto le quali il capo alternativamente si mostrava, scorgendo solo le une o le altre secondo la volontà politica che derivava loro dalla diversa formazione e storia personale o di gruppo. Il guaio ern che anche allora, prima di Ginevra, una sola prospettiva consentiva al PCI il ·ruolo di· comprima– rio nella lotta polit,ica italiana: la tesi. In tal senso chia– ra!llente sentiva anche l'opinione politica italiana di ogni e.olore ed era ugualmente chiaro ai più che l'ipotesi, la' battaglia costituzionale cioè, con tutti gli annessi e con– nessi, condannava già sin da allora il PCI ad un ruolo subalterno. L'esistenza stessa della tesi, patente di fronte all'opinione del paese, vanificava l'ipotesi come alterna– tiva di potere e poneva sin dall'inizio i comunisti in con– diz.ione di minorità, dato che,' senza spostan'l.enti interna– zionali, non avrebbero mai raggiunto la direzione della cosa pubblica. Il ·cedimento comunista sull'art. 7, di cui oggi non è vano rinfrescare la memoria, non tanto fu d~v_uto_a. un J?iccolo machiavellismo mercantile dei pur ela– stici dirigenti, quanto costituì la conseguenza necessaria e 1a riprova ~vvia del complesso di inferiorità· che ani– mava la direzione del PCI - di quel1a st~lin-togliattiana almeno, filtrata dalle purghe mos.covite, ché diversa forse sarebbe stata la ijducia in sè dell'autoctono PC d'Italia - di fronte ai problemi fondamentali dello stato e del potere. Non a caso contro l'art. 7, sia Pietro Nenni che •Giuseppe Saragat, in piena concordia, aggiunsero il loro voto a quello di Piero Calamandrei. Oggi che i militanti di base chiedono insistentemente ~piegazioni .sulla condizione di inferiorità politica in cui Il partrto h ha ridotti, la direzione non trova di meglio che proporre il policentrismo, cioè la ' via italiana ' di quel non meglio definito 'socialismo' di cui il PC del- CHJARUGJ. l'Unione Sovietica avrebbe comunque fornito l'esempio della ~ealiz~azione. Resta l'inconvenierite che, · nella .. nuo:a s1tuaz10ne, non esiste più alcuna via che possa con– sentir~, al PC[ il r,aggiungimento del potere e quel pur magnifico strumento politico che in passato era stato un effettivo baluardo per tante forze subalterno in lotta per ~l riscatto, oggi non è altro che una prigione, buona a mcapsulare lo energie e ad evitare che esso possanò pesare sull'equ.ilibrio nazionale del potere al di là dell'apporto meccamco, saltuario e marginale, di somma aritmetica. L'attivo del bilancio comunista - si tratta di un attivo al _quale, e all'impegno e ai sacrifici· che è costato, dob– biamo comunque considerazione e rispetto - rimane la m~biliz~azione alla lotta politica di larghissimi strati pnrna metti della società nazionale e la creazione di mo– derni mezzi e quadri di elaborazione tecnica e culturale .. Que~t~ ultimi, pur 0ssendo stati - anche in qu0sto caso gesmticamente - concepiti in funzione del tutto str'u– mentale rispetto a una tesi politica indiscutibile assunta come verità metafisica, restano oggi uno dei fondamenti più cospicui per lo sfor;:;o creativo che il futuro richiederà. Del resto? de~treggiandosi anch'essa tra ìesi e ipotesi, la -Comp~g~ia <l_r .Gesù ha pur realizzato importanti conqui– ste nuss1onarre a profitto della fede cristiana ed ha creato le migliori scuole e i più efficienti strumenti culturali di cui il cattolic~simo abbia mai disposto. L'avvenire del PCI è tuttora assai in.certo. E' estre– mamente probabile. che Togliatti ancora una volta pre– valga, ma, al. disotto del suo f,ormale_ trionfo, questa' volta ci sarà l'impossibilità di insérire il PCI alla testa delfe lotte costituzionali ~, quale che sia l'abbellimento didat– tico che egli riuscirà a darsi, saremo ormai sul piano di q?el_la p~ra storia delle idee sulla quale da tempo i comu– mst1 paiono_ volersi incamminare. 'La politica delle cose si svolgerà._ in altro ~odo e, lo boll~rà inequivocabilmepte di post-stalinismo, sì che non basteranno le interpreta– zioni scolastiche, del leninismo che già si tenta di pro– porre al posto di quelle staliniane - se si potesse evocaro lo spirito di Lenin esso proclamerebbe come già altra volta Ma1·x in vita: je ne suis pas léninfste! -.-o. i riferi-' menti alla nuova democrazia di massa elaborata in Cina da Maotsetung - si dice, a propoSito, chez les Chinoia: fa molto più fino I - 'e chiunque si renderà conto che il ·PCI avrà scelto la strada francese, senza neppure la cri– s~"lflina quanto stupida coerenza di Thorez. Solo un clamoroso fallimento politicO della unifica– zione socialista, anche questo del resto nell'ordine del possibile, consentirebbe al PCI di conservare o aumentare inutilmente, il proprio suffragio, come soltanto il vassal~ laggio borghese della SFIO consente al PCF i suoi molti milioni di voti. Quale e:he sarà la strada scelta dal PCI il problema si porrà sostanzialmente negli Stessi termini a"nche se sul piano formale potrà riguardare il partito' nel suo com– ~lesso oppure soltanto individui e gruppi militanti al suo mterno: la comunicazione µ~olitica tra i· socialisti nel loro complesso e le presenze. liberali più avanzate da un ·lato e i comunisti dall'altro dovrà essere mantenuta e intensi-– fì_cata c~n ogni mezzo, di base più che di vertice, fino àl riassorbimento organico delle forze e delle istanze comu.., niste nella sinistra democratica italiana che solo 'in tal modo attingerà una· consistenza n~meric'a e· un mordente politico che le consentano di esercitare appieno l'alterna– tiva di pqtere nel paese. Nessuna definitiva divisione dovrà corrispondere alla necessità contingente di lasciar decantare al PCI le sue posizioni sen~a associarlo, come ancora si presen.ta ·oggi, ad alcuna duetta responsabilità- politica nazio11ale. Non per niente, spesso sott? l'usbergo di un maggior risJ)etto formale per 11 PCI, 1µtenzioni del genere miranti alla forma:lio.ne di due partiti, il social.ista e il ~omunista, cm:;i prospetti:'a separata e distinta, sono espresse dai. Social– d~mocrat1ci che si ispirano alla SFIO o dai democristiani ~·~ appar:ente sinistr~ che hanno la funzio~e di coprire I mtegrahsmo fanfamano. Il PCI, di cui si auspica 'il perman:re. anche a lunga scadenza e al quale si giunge a~ attribuire - da parte del Malfatti - una propria di– stmta funzione, servirebbe ottimamente ad immobilizzare vaste {orz~ di sini~tra fuori dalla bilancia del potere e a porre il P_Wtto socialista in condizioni di insuperabile leg– gerezza rispetto al piatto catt'olico-conservatore. A. TR~ ordi.ni _ di cond~zione dovr.anno soddisfare _le fo1ze soc1ahste e socialdemocratiche per consegmre quella rappresentanza organica delle ragion·i e degli inte– ressi politici comunisti che sola potrà consentire, in un secondo tempo, il loro riassorbimento o addirittura la riunificazione. , l) Una politica interna di chiara' alternativa a11a maggioranza cattolico-conseryatrice, che escluda tassati– vamente ogni forma di collaborazione fino a quando le forze socialiste non Siano in grado di ottenere o il passag– g.io all'opposizione dell'attuale m~ggioranza o una effet-J tiva e paritaria divisione di potere ché indebolisca il blocco cattolico di fronte al suo stesso elettorato. La solu- •zione di questo "'dilemma potrà essere determinata Sol– t~nto dall'evol~ersi delle cose; sarà -èomunque pregiudi– ziale la formaz10Jle di un ben definito programma - di « gabinetto-ombra » · •O di gove1:no-: è, la stessa còsa - ft3's) 'lfuova· 'Y-tpublilièa capace di raccogliere intorno a sè i più vasti consensi :di socia.listi e d~ dem~cratici, dove si sappia individuare e • proporre una politica _naz-ionale, articolata in pochi essen– ziali punti di attq,ccO. alle. attuali strutture e al presente equilibrio· di potè'ie, politica che costituisca innanzi tutto una serie di scelte. e ~uJ.}eri in tronco ogni passata pro– p4 ?nsio.nè comunista :- ·e '.social,ista - per le rivendicazioni agita.torie avanzate in para_llelo, e per lo pili incompafi– bile, sviluppo. Il rapporto;., econoqiico nord~sud, industria ni.ono:polistica_ o p8.rassitaria - ar~e depresse contadine sta alla radice delle a~tinçmie comunfate (e socialiste e so– ·cialdemocratiche) phe Q.ovranno una volta per tutte essere superate. La comunicazione politica tra socialisti e comu– nisti in_.una organizzazione un~taria di difesa e di inizia– tiva sindacale, e negli enti locali di decentramento ammi– nistrativo, costituiscono mezzi indispensabili. Il « collo– qui_o ».--'- o meglio: il confronto :_ con le masse popolari cattohche per un loro spostamento a sinistra fuori della maggioranza cattolico-conse~vatrice, si varrlL' degli stessi mezzi, sindacali e amministrativi, ma si svolgerà comun– que su tutt'altro piano di quella contrapposizione di forze organizzate che sola potrà costringere lo schieramento cattolico a scegliere una politica diversa, pena l'abban– dono del potere a più o meno breve scadenza. 2) Una politica 'estera di neutralità ed equidistam:a nei rapporti internaZi'Onali; .che però v~da ben oltre le astratte enunciazioni fin qui espresse da Nenni indivi– duando me:,,;zi e strumenti attuali anziché formul~re gene– riche velleità. 3) La politica non è disgiungibile dalla revisione dei. p~·esupposti ideologici e culturali dai quali l'iniziativa socialista. prenda le mosse. Le istanze di quelle posizioni che possrn~o definire liberali avaqzate (di origine cult,u– rale gobettiana o rosselliana che siano) si propongono in tutta la loro immediatezza e attualità. Che cos'è il socia– lismo? La domanda non è posta soltanto da coloro che hanno scelto lo strumento politico radicale, inadeguato e forse anche inattuale, per mancanza di fiducia nelle pos– sibilità di oper~re all'intorno del socialismo storico, ma nasce spontanea .su11e labbra di molti socialisti di vecchia ? di ~uova estrazione e degli stessi comunisti, non appena 1 fatti mettano in crisi }a « scelta del socialismo» che con tono monotono, i loro cattedratici ufficiali ripeton~ ~~~~ - ! _.PA R~f LG IAN I AV 0 "ENEZI D OMENICA 4 novembre nella bella sala delle Co– lonfi.e, a Ca' Giu.stinian, ha àv~tto luogo il convegno nazionale della Federazione Italiana Associazioni Partig·iane (FIAP). Avevano· fatto gfon'gere la loro ade– sione alla manifestazione il presidente della Repubblica, il presidente del Senato, i ministri Paolo Rossi e· Giu– seppe Romita, il magistrato Domenico Peretti Griva, pre– s·idente onorario della Corte di Cassazfone, e numerose altre personalità delia politica e delÌà cultura. Da Firenze) avevano fatto pervenire le loro adesioni Tristano Codi-, gnola, Nello 2'raquandi ed il prof. C. L. Ragghianti.1 Il com?egno che ha visto riuniti numero8i partigia--,Ji.> di « Giustizia e Libertà» è stato aperto da Ferruccio Parri che, dopo .•aver commemorato con alta parola la figura e fopera di Piero Calamandrei, ha sottolineato la necessità per i resistenti di ritrovarsi uniti, in un momento così denso di minaccie per la .pace e la libertà. Dopo ave·r precisato come la Resistenza non sia un ·fatto improvv·iso nella storia d'Itdlia, ma trovi le sue radici e l~rsue· giustificazioni più profonde nelle idealità che mos– sero gli uomini del Risorgimento, Maurizio ha richiamato i partigiani, ,i patrioti, i resistenti tutti al compito çhe O·Fa loro coinpete -in difesa delle istituzioni repubblicane e democratiche che nella Costituzione, s(ic·ra pe1· il sangu~ e· le lacrime che è costata, t·rovano la loro legittimazione formale. Ed ha aggiunto che combattendo contro il nazi– fascismo insiefne" ai comunisti si .è imvedito che a 'lor(; andasse il merito d~lla vittoria,· oggi d-i fronte alla libe1'tà. minacciata no1:1-ci si può schierare con i• antic0munismo di chi vrwle sal'lJare.solta~to i propri privilegi. · Nel dibattito che è seguito vivacissimo, pçirticolar– mente nel giudizio sui fatti d'Ungheriu e d'Egitto e sulla strutturazione organizzati1:1adella F'IAP stessa, hanno preso fo parola numerosi delegati. Per l'ANPI ha preso la pa– rola la medaglia d'oro 'Arrigo Boldrini éhe si è mtgurato, nel pTossimo futuro, l'unificaziohe di ttdte le forze parti– giane; a questa esplicita offerta di Boldr·ini h_anno risposto Alonzi, Patrignani e lo stesso Parri che si è dichiarato contrario ad un'unità organizzativr.i delle due associazioni. Sull'i't}-t!}rvento delle truppe sovietiche in Ungheria il. - CQnvegno, su proposta dell' on. Cucchi, ha approvato la seguente mozione: -4: Il Convegno Nazionale della F'IAP di fronte all'inaudito e feroce intervento sovietico contro la· libe-ra volontà del popolo ungherese, insorto per con– quistare libertà, indipem:J,.enzh e giustizia sociale, condànna' l'agire dell'armata sovietica ed esprime tutta; la 'Propri_q, solidarietà al popolo lavoratorè magiaro che si batte per; gli id~ali per i quali ~e forze partigiane combatterono nel~ 1 l'Italia straziata dalla "dominazione, ..nazi-fascista, Spettd ai popoli attualmente impegnati .in .lotte di liberazione di evitare i· pe·ricoli del ritorno e del prevalere di forze rea-: zionarie e fa.teiste_>.

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