Nuova Repubblica - anno IV - n. 48 - 25 novembre 1956

..(158)- nuova_ r,:pubb!ica (Vis. di- Di110 Ruschi} EVOLUZIONE NELL'URSS ,_ Dalla bottiglia Molotov alle bottiglie Krusciov ~ LUCI "====== DELLA RIBALTA ~1L FERROVIERE di ·FERNALDO DI GIAMMATTEO L 9 ULTIMO film di Pietro Germi merita d'essere con– siderato in _rapporto a tre questioni non inutili: - l'attuale situa'.zione del cinema italiano; - la necessità ·ai film a carattere popolare; - 1a personalità dell'autore. Non indugeremo sulla prima, se non per dire che il cinema italiano, oltre a parecchie cose, manca oggi di una certa _onestà nei confronti dello spettatore comune. Nei casi estremi, o tende a « . truffar.lo » imbonendolo con squal– lide ma vistose 'volgarità comiçhe o si sfo~za di fargli accettarn un genere di spettacolo anticonvenzionale (gli esempi vanno da Le a'miche a Il bidone a Il tetto a Gli sbandati) che risulta di faticosa assimilazione. La seconda questione è una conseguenza della prima: occorrono, con urgenza, film davvero, e piena.mente, « po• pola1·ì ». « Popolari » non ·-significa melodrammatic.i, o fu..: nrnttistici, o sbracati, evidentemente . .Significa Insieme (e in questo «insieme» sta la difficoltà enorme) accessibili a tl1tti e seriamente concepiti, divertenti in larghissimo senso e civili, interessanti e aperti alle più concrete esi. gcnze della vita' sociale italiana. In altre parole, non i!bbiamo alcuna voglia di perderci per strada, in nome di una diffusione « popolare» purchessia, quei valori mo· ra!i che il neorealismo ci ha insegnato ad apprezzare con i suoi film migliori. Troviamo una sintesi •efficace e one• st1, ecco tutto. NOn abbiamo bisogno d)altro. Se la tro• v-assimo, i problemi economici che t"anto ci ·assillano (e che stiamo affrOntando caoticamente, magari in rnala– foJe) diverrebbero poco più che un giochetto di bambini. Cem1i ha lavorato per il « film popolare~- Ha sb3.· gliato alcune cose, nel F~rroviere, ma non ha sbagliato questa: l'intuizione che, anzitutto, occorre stabilire un effettivo, tnnano e semplice contatto con il vasto pubblico. Siamo persuasi che la sua non è la strada migliore per ottenern tale risultato, ma non ce ne preoccupiamo ecces– sivamente, oggi, in una situazione tanto grave di distacco fra gli autori e gli spettatori. Natm,~lmente, il film nòn va giudicato sotto il profilo artistico, perché siamo dinanzi non ad un capolavoro bensì ad una dignitosa e corretta• opera di artigianato. Esiste, è vero, una bella coerenza stilistica nella règìa e nella recitazione di Germi: non tanta, però, da trasformare Il ferroviere in quel saldo blocco di intenzioni e di risultati, di profondo atteggia. mento morale e di concreta umani.tà , di originalità e di sensibilità ché potrebb_e' sostenere. l'impegno di un'opera d'arte. Ma, ripetiamo, non ce ne• importa. La storia che Germi racconta, è quella di un 1q,vo_rator!:)e della sua famiglia, ~~l giro di un'annata calamitosa, .fr~ UJ?. Natale e l'altro. Un caso eccezionale scatena un dramina pieno di conse~ guenze: il' ferròviere, alla guid3: del' suo locomotore, n_O~~ ries·ce àd evitare l'investimento 'di un uomo che s'era but.' tato fra i binàri Per farsi uccidel'e~ ~· segna con questo l'injzio della sua decadenza. Pu~ito e « degradato », ·.p"erd€1 la fiducia nell'ai.nicizia solidale dei compagni; umiliato e abulico, no11'sa frenare lo sfaldamento in una famiglia un tempo felice, a_ggrava irreparabirmente l'enore commesso in precedenza con arig11a;rtfìuta di comprendere i biso– gni òel figlio senza lavoro, .·finisce per torturare inutil• mente l'amoro~a pazienza della moglie. E sarebbe il crollo se non gli r~n-esse· l'affetto trepido e tenace dell'ultimo figli'o, del ragazzino .che ,gli sta attaccato .come un'ostrica e. che intuisce più di chiunque altro la sua disperazione. Il fìlm termina melanconicamente, con la morte del ferro• viere schiantato dai suoi stessi dolori e con un grande risultato positivo, nella tristezza, perché dalla .scòmparsa Qel protagonista nasce la speranza che qualcosa possa cambi.are nella vi.ta di una famiglia disgraziata. E' chiaro tutto, .ci pare: il tipo del dramma, le figure dei personaggi, l'intenzione del regista. Per Germi, film «popolare» significa un cordiale appello ai buoni senti– menti tradizionali, alle umili cose di sèrnpre che valgono ad il1unì.inare l'esistenza ·degli uomini. Se tante volte è stato fatto, per il cinema italiano, il nqrne di De Amicis, questa è la volta di farlo anèora, e veramente a proposito. GUar.dare la vita come la guardò il tenero poetino socia• lista del « Cuore :., agli albori della moderna società ·ita• ' liana, non rappresenta certo un passo avanti. Ma offre, almeno, una relativ_a sicurezza,, giacché affondano tuttora in quel terreno i rapporti fra gli uomini delle nostre classi popolari. Forse, si tratta proprio di ricostruire alcuni anelli della evoluzione « popolare» bruscamente interrotta dal fascismo, anche a costo di tornare al passato e di cedere alla suggestione delle « piccole cose» che han fatto il lorO tempo. Germi ba la facoltà di commuoversi ancora. per queste « piccole cose », con la modestia del puro di cuore. E', malgrado tutto, un ·grandissimo vantaggio, · N ESSUN rapporto esiste fra Il ferroviere e i più vigo- rosi In nome della legge e Il. cammino della spe– ranza. Quei due. film dicevano qualcosa di più sulla con– dizione umana degli italiani d'oggi, e possedevano una compattezza narrativa assai superiore. Questo si abban• dona più languidamente alle inclinazioni sentimentali, propl'io per la necessità - che Germi sente profonda - di stabilire un contatto vero e semplice con lo spettatore. Continuiamo a preferire gli altri due film, ma non ci rifiu. ·tjamo di comprendere questo, e il si10 significato. Vediamo tutte' le banalità del Ferroviere, valutiamo tutti i grossi difetti della sceneggiatura e Ja scarsa «verità» dei dialo• .ghi, intendiamo la confusione che talvolta provoca la struttura un poco romanzesca e sforzata del dramma (che voleva essere un «romanzo» e non riesce ad essérlo): anche questo è chiarissimo, come sono chiarissimi i difetti minori~ dalla recita.zione zoppicante di alcuni a.ttori -al– l'orribile doppiato. Senonché, lo sforzo di Germi - così onesto, limpido e a suo m~do comunicativo - costituisce un fatto importante, sia per il cinema italiano che per ]a personalità del regista. Potrebbe far meditare, più di uno, sulle questioni che si dicevano in principio. Intanto farà meditare pi;ofLcuaniente lui; ~Ge1·mi,autore popolare e piccolo.borghese a ..un ·-tempo., Se,t.ntto va bene, -gli .spian_er.à la strada. verso pii) robusti ,risultati. 7, • BIBLIOTECA • DIBATTITO SULLA SCUOLA D I. u,;1LITA' 1 ~ efficacia indubbie è stato il « proeesso alla scuola» svoltosi nel fe.bbraio scorso a Roma ad iniziativ11, degli « arn.ici del Mondo », ed i cui Atti sono stati poi riuniti in volume (Piccardi-Morghen•Calo– gero•Borghi-Zanotti' Bianco: Dibattito sulla .scuola. Bari, Laterza, 1956). La posizione laica, è noto, deve difen. dersi dalle distorsioni di interpretazione che alla libertà d'i11segnamento vengono apportate da parte cattolica, non ancora rassegnata a ri'nunciare a.I 1·itorno di un'edu– cazione confessionale in Italia. Nel contempo, pe.rò , Ja concezione laica o J.iberale della scuola lìa l'urgente necessità di precisarsi con. la massirµa possibile esattezza per evitare l'incòncludente posizione comunista. Su questa duplice direttrice si sono successi i lavofi <}el convegno, con relazioni che si sono snodate quasi l'una dalla precedente con un ordine logico e convincente ed hanno provocato interventi interessanti per la mas• sfrna parte, anche se di valore disuguale. Non è stato un convegno di ideologici, ma di gente di fede - di uomini che, se pure in diverse inaniere, sentono imprescindibile ]'esigenza della libertà, e .tendo• no a fare della scuola uno strumento della sua più com• pleta àttuazione, partendo dalla situazione effettuale ita.' liana odierna. Evidente è questo in quasi tntie le rela. zioni ;· meno evidentè 8.ppare dal titolo della relazione Calogero («Riforme senza spese») ]a quale però batte su un punto importantissimo, quasi pregiudiziale a qua}. ·siasi opera di rinnovamento: ad un cambiamento di mentalità {che non richiede spese), nel senso natural– mente di acquisizione di abito critìco, che dovrebbe es• sere promosso e divenire criterio di attività nella scuola, la quale assolverebbe così al suo vero compito di educa– trice della società. Se la relazione Calogero ha in comune .con tutte le altre l'attenersi alla realtà effettua.le , Ja denuncia di abusi e l'indicazione di rimedi possibili, dalle a.ltre invece si distacca nel rilevare energicamente che - àl di sopra di tutte le correnti - la scuola laica, la scuola educatrice, può farla soltanto chi a,nzitutt6 sente se stesso libero da ogni tabù. Il clericalismo, avverte egli, -è connaturato a tutte le posizioni dogmatiche - anche a quelle eh~ in nome della libertà soffocano la scuola della discussione. E' una precisazione che liquida definitiva– mente il clericalismo ammantantesi da innovatore e nel eontempo dà u·n contenuto posit.iv.o alla posizione laica. Aspetti più direttamente politici, sociali _ed economici vengono affrontati nelle relazioni che precedono ed in quelle che seguono l_arelazione Calog!:'lro. Piccardi,· ad es:_, che tra i relatori è il « . 1·ofa110 ~ • ai problemi .dell'edu• cazione, •ravvisa nella costituzione burocra.tico-corporati. vistica della società italiana la situazione sulla quale si innesta la scuola che vien messa sotto processo ;-,.mentre :r-.:forghen, il cattolico (ma non clericale) Morghon, docu~ menta con quali mezzi viene condotto l'assalto ·alla scuolff di stato da parte dei clericali; e Borghi e Zanotti.Bianco (il primo, specialmente, con un'accurata ricerca•: di dati" statistici e con indovinate comparazioni della situazione italiana con quella di altri paesi) tracciano· unt quadro di quello che abbisognerebbe («Riforme •con·· spese»)· per dare un assetto pasSabile alla scuola. La ridda di mi• lial'di da reperire per una simile operazioné è messa lì non per scora.ggiare chi è convi11to che un mutanient'o è indispensabile ed improcrastinabile, ma per -evitare che si pe1·da il sensO delle proporzioni. .,, La ricerca di una .struttura più democratica':' délla scuola, che sia consona ad una società democratica, è fatta con un'onestà che riesce ·a dar rilievo all'ansia co– mune senza per questo far tacern le esigenze diverse e i diversi punti di vista (compatibili, se non addirittura indispensabili, in una scuola di discussione). Risalta que• sto dalla elaborata proposta di Borghi della scuola unica per i ragazzi dai 10 ai 14 anni; dall'idea esposta da Visalberghi di una speriinentazione di nuovi tipi di scuole (principio da sostituirsi a· qu_ello delle riforme elaborate da commissioni nominate dall'alto) ; dall'intervento di Gliozzi, contral'io all'ispettorato region~1e; dall'afferma– zione di Calogero, a seguito di un notevole intervento di Ungari, che i- rappresentanti degli Organi rappresen• tativi 'universitari debbano avere la stessa importanza del]~ altre autorità scoté\Stiche tradizionali; e così via. Nel dibattito non c'è stata una mortificante « totalita. rietà » di consensi su tutti i particolari; ma la posizione fondamentale non ne è stata scalfita dal1e obie:doni che, anche facendo leva su questa mancata « totalitadetà ». hanno tentato i cattolici (soprattutto Gqzzer) ed i CO· munisti - a difesa delle tesi ricordate all'inizio di que• sta recensione. E' stato così una volta Ui più affermat-o che il dile~ma della scuola italiana oggi non è scuola di stato o scuola libera, ma scuola di stato o scuola clericale; e, d'altra parte, che la connessione tra la riforma strutturale scolastica e quella della società non è tale da trascurare Ja prima i.n attesa· che si attui la seconda, ma impone agli uomini· di scuola di agire nel campo loro specifico animati dalla certezza che in tal modo porteranno il loro contributo alla creazione di una società democratica. Quale articolazione, quale varietà di opere, assume qne~to loro contributo è chiarito ·dalle rela– zioni e dàgli interventi. Un'ultima osservazione, che non è di piccolo momento, ci preme fare: il conVegno stesso è stata una prova della utilità dei .pubblici e liberi dibattiti anche su argomenti scottanti e delicati come quello della scuola. I più com– petenti, discutendo con persone meno provvedute o con esperienze più unilaterali, banno chiarito molti lati del problema: Ji hanno chiariti agli altri ed a se stessi. RENATQ,COEN

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