Nuova Repubblica - anno IV - n. 48 - 25 novembre 1956

INCUBI ; ·;Un piramidone, mi$tér. Eden? : ' , , ~ / I ,,11 I s ET TE GI'.() R N I N EL Mo N Do I POLI11ICA E STRATEGIA L A TESI de\ ritiro di tutte le, trUppe straniere dal– l'Europa ·e dagli altri· continenti, formulata da Nen– . ni due settimane fa, ha ,suscitato aspre polemiche, miranti in particolare a dimostrare che, dopo 1 fatti di Ungheria, si può giustificare la richiesta di un ritiro. delle truppe sovietiche dall'Europa orientale~ non quella ·di ..,un ritiro delle truppe dei paesi occidentali dovunque siano stanziate. Lasciando in·, disparte i temi prettamente. polemici, conviene forse, con particolare riguardo. all'Europa, esa– minare, con maggiore attenzione é in modo più" spassio– nato, Una proposta che, anèhe se non attuabile oggi, deve rimanere uno deg1( Obiettivi principali di una politica• di Unità euiopèa che miri all'indipendenza dai blocchi di potenza. ~ · Per potèrè inquadrare il problema nei suoi termini esatti: Convièrie ànzitutto sottolineare il carattere strate– gico e politico rappresentato oggi - oggi e non nel 1945 o al tempo ·in cui_ gli Stati Uniti premevano per la con– clusione della CED -=- dalla presenza di truppe e di basi sovietiche e americane in Europa, Sul piano strategico, il ritorno al potere, nel 1953, ne– gli Stati" Uniti, del partito reptibblicano, con una forte' ala, isolazionista, che andava allora sostenendo la neces: sità - coni.e disse l'ex presidente Hoover - di fare degli Stati Unjti « una Gibilterra della Ìibertà », abbandonan:.. do l'Europa alla sua sorte, ha segnato, dopo molti tenten– namenti, i1 friorifo della ·strategia· atomica ·propo'sta d8.I~ l'amrhiraglio Radford, appoggiata,· sul piario diplomatico, dal segretario di stato· Dulles, con la sua tesi delle « rap– presaglie immediate ». \ Tutto l'apparato militare americano è oggi edificato sul preiupposto non già di una guerra terrestre, di trin– cea.'o di c'arri armati, ma di una guerra. atomiéa inter– continentale. Nei' caso di una conflagrazione generale, si ritiene, negli Stati Uniti, che l'ultima parola sarà tj.el – l'ener~ia· ~ermo-nucleare. E' significativo, a questo ri– gu<Jrdo, che la proPosta lanciata da Stevenson, durante Io c8.inpagna elettorale, di sosperldere le esplosioni termo– nucleari, non abbia scalfito la p_osizione di Eisenhower, il quale è apparso, .sia pure con qualche imbarazzo, un difensore delle tesi impopolari dei suoi capi di Stato Maggiore, ottetiendo ugualmente una rielezione trionfale. Là bomba atomica non servirebbe - è vero - nel caso di un conflitto localizzato in Europa, in quanto il suo _sganciamento, da ·unf!.. qualunque delle due· partì, deter~inerebbe · lo scoppio di una guerra generale. Ma gli Stati Uniti sembra~o (ormai persuasi, dopo il dilagare della crisi comuniSta, ~he i regimi democratici dell'Eu– ropa occidentale siano. ,abbastanza stabili da non correre rischi di sov.vertjmenti int~rni in senso filosovietico. Le dimissioni dell'ambasciat1;jce Luce e la sua sostituzio,ne col repu1:?hlicano « .liÌ:>ei:a\~ » r, Zellerbacl;l, pariigiano di una politica di più stretta . .coope.ra~ ione economiça,, sono assai.,_indicat(ve a qu~sto)·iguardo. 1-< Questa, strategia ame.ricaF1,a non contempla eviclente– mente_ casi ·corri.e quelli. deÙ'Ungheria, .ma anche il segre– tario ,di st~to,Dµlles sern_br,?:Per il momento. avere abban– donato la s\,la po1itica di « liberazione » dei paesi del– l'Europa orierltale, accettando le tesi del Kennan, che nel 1947 indussero il Presidente Truman ad approvare Ja ..-dòttfina ~~d·el' iO'ntainm"ent. I-1 Kennan era persuaso che, dopo la morte di Stalin, il comunismo sarebbe en– trato in crisi e sarebbero- germogliati fermenti liberali che avrebbero cohsentito la fine della guerra fredda. Fino ad allora si trattava solo di contenere l'URSS entro le sue frontiere ·~gemoniche. Per qt.ianto la,strategia atomica1 renda necessario, per. gli Stati Uniti, di controllare alcune basi fuori del pro– prio territori~-.~ssi non hanno bisogno di avere truppe stanziate all'e-s·tè'rO e gli accordi con gli stati aderenti alla NATÒ sono sufficienti a garantire la ·possibilità di uti.1 lizzare le basi esistenti in questi paesi in ca.~fodi guerra difensiva. Siccome gli Stati Uniti_ non hanno mai pensato di servirsi delle loro truppe stanziate all'estero per la re– pressione di moti popolari, cessate le ragioni strategiche del mantenimento di truppe. americane in' Europa, non vi sono ragioni politiche in favore di "questa tesi, che, per la sicurezza dell'Occidente, non presenta dunque pe– ricoli prevedibili. Passiamo alle ragioni d.ell'l,Jnione..rSovietica. L'URSS non ha ùag10ni strategiche di mantenere tr~ppe in' Eu- ., ropa orientale -· qllale che sìa la strategia di c~i intende servirsi. Potenza continentale, l'Unione Sovieticà farebbe prest(?, in caso di gµ,erra terrestre iµ Europa, a $Postare i suoi e.Sercifi attràverSo il 'continentea In quanto alle ba.Si aeree, l'URSS $i trova abba~ta.nza vicinà ai centri da colpii;e,pe.r pote~s1 acéontentare '_delle sue basi nazionali, dal confine polacCo a· Vladivosiock. L'URSS ha invece ragioni politiche di mantenere truppe in Europa orien– tale, come è apparso ·Pai fatti -d'Ungheria• e dai recenfi accor:d.1 ~ovieto-polacchi. Mentre, perciò, l'Occidente non è .èostretto da· rischi strategici notevoli o ·da necessità d'ordine politico al mantenimento di truppe americane in Europa (e la di– stanza degli Stati Uniti dall'Europa· non è un argomento conviricente, con la strategia atomica), l'URSS, al con– trario, pur senza avere necessità strategiche di· mante– nere truppe sovietiche in Europa orientale (tranne nel caso in cui prepari un'aggressione in Europa) può im– porne la presenza alle democrazie popolari per impedire il loro processo di « destalinizzazione », il loro ritorno alla piena sovranità e parità di diritti con l'Unione So– vietica e alla totale indipendenza nazionale. Il ritiro delle truppe straniere consentirebbe dunque un'integrale destalinizzazione dell'Europa oriental,e (e di riflesso anche ,dei partiti comunisti ,occidentali) e una piena. indipendenza delle nazioni occidentali dalla poli– tica americana, nel quadro degl'impegni esistenti. · Vi è una sola obiezione validà ma provvisoria a que– sta ·tesi: la situazione della Germania; ma nel momento stesso in cui venisse posto il problema del ritiro di tutte le truppe ·straniere dall'Europa verrebbero a porsi in pari tempo il problema dell'unità tedesca e quello del· d·isarmo almeno delle armi convenzionali. La tesi del ritiro delle truppe è dunque una tesi da 'discutere' con molta serietà, perché non è - come potrebbe apparire a prima vista - uno slogan propagandistico, bensì un'impostazione poli– tica mirante al superamento della guerra fredda e della -subordinazione della politica -europea ·a .quella dei gran- di blocchi dì potenze. ::, ' 5 MOSAI ·- . : SUO-A_MERIC di VJCTOR ALBA Un congresso di sludenli N ELL'AMERICA Latina gli studenti· 'sono un· ele– mento di progresso, e talvolta, per éos~ dire,'_ ]_~– coscienza del continente. Essi si ·son'o riuniti re– centemente a congresso, a MonteVideO (UrugÙa"y) .· tjiainO qui notizia di alcune delle risoluzioni· a'pprovàte. E'. ne– cessaria una riforma dell'Università, per aprirne le po.ftè · a t~tte l~ classi sociali. L'Università ·µeve godere •'ai autonomi? finanziaria, amminisi!·"ativa .ed educativa ne'i confrqnti. del goVerno, tj.~ve lottare contro le ingiustizie politich~ .e sociali, ed opporsi. in ogni ~aso alle ditta iure. Tuttavia ,gli studenti hanno respinto •Una prpposia , comunista tendente· a deteÌ-minare, pei strade travérse". quel Fronte popolare che i comunisti non· sono riusciti , , a costituire sul terreno politico. La .lotta cont.ro le. cti't– ·tature - così numéro$e in questo continente --: dovrà ,essere infatti. l'opera non di una organizzazione, mp. .di tutti·. i partiti democratici, di tutti i sindacati. liberi, çli :;~ tutti• gli intellettuali e di tutti .gli ·studenti coscienti della loro missione nella società. D'altra parte. sul ,terreno strettamente universitario, gli ·st"udenti. si dichiarano per I-a laicità, per l'insegna ... mento gratuito, e per la istituzione, da parte,. degli stu– denti, di università popolari. E, sul terreno politico, essi reclamano la « continentalizzaziOne » del canale di Pa– nama, e la nazionalizzazione delle ·imprese di servizio pubblico e delle miniere. ·Si può dire che queste deli– berazioni· riflettano lo stato d'animo. e le aspirazioni ·di · grandi· strati della popolazione latino-americana, special– mente delle città. Gli studenti dunque continuano a• · tenere il loro posto di combattimento. Il piccolo re del Nicaragua ·LuIS Somoza, 'figlio del dittatore ucciso da uno studen- , te giornalista franto-tiratore, è attualmente. il piç- · colo re del Nicaràg1,1a. <~ Eletto » Presidente da una de– cisione del, Congresso, a maggioranza i< liberale» .(So– moza si presentava come liberale) ma con i voti., dei . con~ervat9ri, sta preparandosi alle prossime ,elezionL.Si presei;iterà candidato, malgrado l'opposizione .del fratello Tache, capo della .Guardia nazionale (l'esercito. nicara– guano), che vorrebbe il potere per sè. Il fatto che i conservatori di Chamano •-:-r- nemico: di Somoza da decine d'anni - abbiano cleci-so di appog– giare Luis dimostra cl).e. la situazione nel paese, è molto instabile. Non solo a causa della rivalità, i,a ,malapena nascosta, tra i due fratelli Somoza, 'ma 1 anche· perchè _:; tutte le forze democratiche, autenticamente liberali, ope– raie, contadine, intellettuali, attendono· il- momento op– portuno per manifestarsi, ora che il dittatore che le ha oppresse per venti anni è morto. Si aggiunga che la famiglia Somoza -e i suoi alleE.ti politici deten'gono di fatto i, posti chiave dell'economia del paese. Essi esercitano il monopolio del latte, della carne, delle miniere, del credito. In questa struttura an– cora feudale d'un capitalismo appena nascente, i con– servatori, in 'gene1:e· grandi proprietari terrieri, hanno– degli interessi. Essi sanno che il giorno in cui i Somoza saranno cacciati dal .. potere, tutto l'edificio deJI'economia nazionale si sfascerà. Washington, d0minato dalla me– desima paura, non sa che cosa fare, in questo paese in cui i con•siglj" dell'ambasciatore americano sono de– cisivi. Sangue nell'Honduras DOPO l'esecuzione. di Somoza nel Nicaragu?, ecco i s~n– guinosi tumulti durante le elez_ioni dell'Honduras .. Questo paese - grande come un quarto della Fran– cia o dell'Italia - con una popolazione di un solo milio– ne e mezzo di abitanti, di cui il 40 per cento indiani che vivono in spaventevoli condizioni di miseria, ·è stato òn• minato dalla dittatura per circà un secolo. L'ultimo dittatore, Carias, che sopravvisse alla fine della guerra mondiale, si è ritirato nel 1955, a 85 ai:ini. Le elezio.ni allora dette~·o la vittoria a Villeda e al Suo part_ito li– berale (in realtà conservatore). Ma le forze degli ami– ci di Carias, con Lozano in testa (un consigliere di grosse coITlpagnie), impedirono l'elezione di Villeda alla presidenza. Lozano prese il potere. Du~ mesi fa espulse Villeda ed altri dirigenti liberali dal p?,ese. ;Le elezioni, in queste condizioni, dettero la ·vittoria a Lozano e ai suoi partigiani. Ma i liberali scesero in piazza, e furono mitragliati dall'esercito. Il grande problema dell'Honduras è duplice: da una parte, il bisogno di una democrazia stabile., con libertà di organizzazione per il lavoratori; délll'altra, la neces– sità di sollevare l'infimo livello di vita della Popolazione, il che non è possibile che attraverso una graduale ri– forma ag1·aria. Ma l'United Fruit, che possiede enormi estensioni nel Nord del paese, si oppone alla soluzione di questi due problemi.

RkJQdWJsaXNoZXIy