Nuova Repubblica - anno IV - n. 48 - 25 novembre 1956

4 CAMPAGNE IL-QUADRO DEGLI SPOST.UIENTI , ' L'IMMIGRAZIONE INTERNA . ~ . . . . . immigrati_,daf Mezzogiorno nel 1954 ":-, a TORINO Ab.1·1.1zzi e MoliBe -~Jarnpnnia .. Puglia •. )3asi1icata· 354 926 3:l8G 443 1354 Jl fenomeno; che ha ripreso doi}O la guerra ì1otevoli propo,•zion'i, va con– siderato non soltanto come sintomo delle: condizioni sociali ~elz Mezzo– giorno ma anche come apporlo economiéo alle regiorìi settentrionali • Calab1·ia. .Sicilia , S~rdegna 1R54 , .,rn L E. ,EMJURAZIONI d.~Ile regioni _dell'Ita)ia. m~ridìo– nale a quelle dell'Italia settentrionale comrnc1arono verso la fine del secolo scorso. Ma il [enomeno avev{'– un~' scar~a consislenzà, tanto che paSsava perfino inos– ser\;~to.' Cosa potev·ano mai rappresentare, infatti, poche centl~aia di emirr 0 1•ati in Italia settentrionale nei confronti del)8 mi~liaia' df me1·idionali ·che· prendevano le vie 'del- rArne'rica? . ' . · Tn 'ltalia il richian10 era esei·citato escfosivamente da Milano/ pe'r via del ~uo rapldo sviluppo indost1·ia•Je.. Ma, più .che· operai (il Mezzogiorno non ha neppure oggi so– vrabbondA.nza di manodopertl. specializzata.), si tratfnva di Contadini che abbandonavano ·1a terra e Cercavano l!i– vorO a Milano. Entravario riel mondo delle ostcriè e dCI merùatò· or.tofTutticolo, le dne èlassiche vie· dell'immigra- · zione 22.585 immigrati. Nello stesso pel'iodo de;l~~;no successivo la cifra scese a 18.207 unità. Due anni dopo, in ben dieci mesi (1 gennaio-31 ot'tobre 1941), gl'immigl·ati iscritti al registro della popolazione furono solo 17:062. Ma. se il. movimento immigl'atorio legale·..,.dal 'M'eizo– giorno alle regioni settentrionali s'asso'ttiglia.V.a còsì ·rapi– damente, nasceva contemporaneamente un nuoV1?i,inovi– rnento immigratorio, il fenomeno dell'immigrazionè _,Cia.n– destina: migliaia di meridionali, spinti dalla .diso.ccupa– zione, lasciavano la terra natia e si tl'asfe,~ivano itlegal– mente nei grandi centri indust1 ·ia.li del NOrd: Milan9, Torino, Genova. Si creava così quella popolazione cla,ntie·- •stina che ha indubbiamente coJltribuito allo sviluppo eco- nomico di queste. grandi città. 1 • • Il secondo conflitto mondi ale ha natm·alh1ente arre– stato il movimento migratorio intei•no. Cessata la guerra, 2- 'ota.le Abruzzi e Molise • Carnpania Puglia Basilicata Calabria . Sicilia Sal'degna !l'otale 8836 a GENOVA 20G 995 838 108 1379 585 -5645 Immigrati dal'Mèzzogio~no n~l dopoguerra a MILANO zione dei meridionali a MilanO'. ' · ]I' fenomen'o immigratorio con-.lnciò ad assumere· una, non· trascurabile' importanza alcuni anni, dopo, e nartico– larrnente alla ·fine del primo conflitto mondiale. Fu ap– purito nell'intervallo tra i due conflitti che il movimento emigratorio dal Mezzogiorno alle regioni settenfrionali acqui-stò un considerevole sviluppo. Man mano, infatti, che la pressione demografica cresceva e contemporanea– mente venivano chiudendosi gli sbocchi dell'emig1•azione all'est.ero,~ non rimaneva che una valvola·. di sicurezza: pel'Ò, l'esodo dal Mezzogiorno è ripl'6SO, in un prilllo tempo più imponente. E stavolta non si tratta solo della -.emigl'azione verso la Lombardia, il. Piemonte e la Ligu– ria; notevole, infatti, è anche l'emigra.tione a Roma .. Ma non va dimenticato il flusso emigrato1·io verso l'estero; è . anzi alla· luce dell'emigrazione all'estero, che il movimento 1945 19{6 -J947 1948 1949 1Ò50 16.386 30.818. l 7.703 20:298 12.483 J'etni"grazione interna. ' ' l!'u allora che, oltre- a Milano, anche Torino e Genova corninciarono ad esercitai-e un notevole richiamo sui meri– dionali; tanto che queste. tre giandi .città sono ocgi \ma specie di « tl'iangolo meridionale»·, cioè la «· r:egione ». ita– liana che continua a. richiamare un rilevante nmnero di. tnericlionali. • ··· , · P1·eoccup8to dall'intensifìcarsl tjel movimento emigra– torio verso le grandi città industriali, il fascismo volle po1·vi un freno, e ricorse alla legge illibei-ale e reazionaria sull'ui·banesimo, che elevò un muro tra le città e i campi in genel'0, e tra i grandi centri urbani del Nord e il Mez– zogiorno, in particola'.re. Riviveva così la servitù della gleb'a, poiché la legge· prl;'ticamente vieta l'abbandono dellt1. terra da·· pa1·te del contadino. La legge p1·escrive inol– tre ·che il' trasferimento della reSidenza nei cornuni con popolazione di oltre venticinquemila abitanti può esser conciesso-1all'immigratò che dimostra di aver ottenuto in questo- cornune un lavorn stabile; e a chi non ha bisogno di lavorare per vivere. Gli effetti della legge, e dei provvedimenti poli~eschi giit p1·esi dalle auto1·ità. fasciste per soffocai-e la libertit del cittadino di trnsfe-rirsi dove voglia, furono immediati. Lo dimostra, ammesso che sia necessario dirnostral'lo, l'im– mig,·azione•a Milano dal 1938 in poi. Nel primo semèsti-e di quell'anno .vennero iscritti nel registro della popola- - .. ! . : . G LI AVVEN J l\{ENTI politico-militaJ"i di queste ultime settimane hanno brnscamente riproposto in termini di gue1-ra fredda. i rapporti fra le organizzazioni sindacali che, sia pure a lunga scadehza, sembravano av– viati ad una possibile intesa, dopo gli atteggiamenti uni– tari della CO IL· dei qua.li abbiamo dato notizia. Successi– vamente· all'intel"vent o di inaudita brutalità delle truppe ·sovieti~l~e negli affari interni ungheresi, i dirigenti comu– nisti della Confederazione del Lavoro non hanno trovato il coraggio di assnmere una· posizione di.· autonomia di gi11dizio ch'e, sola, avrebbe offerto la riprova della since– r·ità di quegli atteggiamenti, così che· i dirigenti sindacali del PCI, avallando l'azione i·epressiva dell'èsercito rosso e accodandosi sl1pinan-.ente al loro partito hanno dato prova di prefe1·ire la fredda. difesa id ol·ogica del comu– nismo alla di resa dei reali fote.ressi dei lavo1·ato1·l ita– liani. _ . Evidentemente un siffatt.ò comporta'rnent.o · non può ,;. aumentare il prestigio della CGIL --e, anc01' meno, può trnvare consensi. La CISL e Ja UIL, messe precedente– mente in difficoltà dalla liberalizzazione e dal processo di democratizzazione della Confederazione del Lavoro che, 8i fini unitari, non sembravano apparenti ma ispirati da una sincera volontà di rinnovamento, hanno colto la palla al balzo per ~ettere al bando la ·cGIL, nella quale non pos– sono essere, comunque, sottovalutati gli sforzi autonomisti dei socialisti e le perplessità e le incertezze di taluni co– munisti che sono combattuti da due sentimenti egual– mente rispettabili: la fedeltà al pa1tito (del quale rile– vano gli erro1·i, ma nel quale, 'nonostante tuttò, credono) e la fedeltà agli interessi della classe lavoratrice (che, nella vita del sindacalismo italiano, vanno sempre più contrapponendosi agli schemi ed alla logica dell'impossi– bile del PCI). E' avvenuto così che Ja UIL e la CISL·, che possono avere tutte le migliori ragioni del mondo 1 per dubita re della sincerità dei leaders sindacali comu– nisti (che a parole, continuano a « parlare di unità>), I.anno fa.t.to di ogni erba un fascio, confondendo motivi sentimentali con 111otivi politici, non tenendo conto del -di!ìorientamento che gli avvenimenti ungheresi hanno pro– vocato anche fra gli stessi lavora.tori, dei dis~idi che si va.n.no accentuando fra, dirigenti socialisti e comunisti, e fra que sti ult-im.i e la base operaia. emigratorio verso l'Italia settentl'Ìonale assume un aspètto anche più rilevante. _ J !)5 t 15.3l6 16.269 Quanti meridionali·_· avrebl)ero . ill.VaSO- Mila·no, G.enova, .. ··•: j 952 ,,~ r 9.i54 Torino, se non fossero':state• ..~pe~•te lè.V!e dell'emigr~zione · ~ j9?,3·t.~ ·21.oso- all'esiero? E quale sVil-uppo avrebbe ·avuto la ·.:·foga> dal·.. •·• -:- 1054~- ·17.U25 Mezzogiorno, se l'innegabile opera di rinascita delle re- 2-'otole gioni meridionali .non foss~ stata i11i1.riata? .. • ~ }-~~-. !'"i7,JS 2 ... 1 . f_;~ L'en)igraziene dal J\1ezzÒgiorllo 'non:_va g·1:;ar4ata, pero, r,__~•.,_·---;,---'-----...--....,-,--...,.....--;,,; solo sotto queSto aspe"tto; ·ma V~ vista anche fiel quadro•' ' . .:· . k- .. ' ·- ..-· dell'apJ.iol'to economicO arrecato 'alle 1•egioni settentriÒna1i. da çostìtuire firro al 28 per ~cento dell'inc1emento annua Lo ha· ·ricOnosciutO, recentei'nente, an~he- ~~ ·gri11de quoti'-. · delJ~ pòpolaziohe. 1 .. -ri diano del. Nord, che ha scritto: « Non di i·ado quest'immi- L'indagine congetturale sul movimento emigratol'Ìo grazione è molto utile, non solo per ragioni ·demografiche, complessivo. vel'SO ·il ,Nord ha portato a questo risultato: ma anche per ragioni economiche, in quanto i nuovi ve• l'emigr'azione legai-e ' s'aggira intorno alle 50.000 unità nuti coJtivano quelle terre che i nostri contadini. inur- all'anno, mentre quella clandestina s'aggÌl'erebbe sulle · bandosi nelle grandi città, vanno lasciançlo incolte >. 20.000 unità. In· totale, quindi, settantamila. meridionali Questa considerazione acquista pn.rti~olare importanza si trasferirebbero qgni anno nelle regioni del Nord. sop.r:atttttto per il Piem·oute, dove esistono numel'osi .nuclei Evidentemente, un computo preciso .. del movimento di famiglie calabresi, specie nel Monferrato e in Val immigratorio dal Mezzogiorno non è possibile farlo, soprat- d'Ao ta. tutto nei riguardi dell'emigrazione clandestina. Pertanto I\_ a ":qual'è, oggi, la consistenza del movimento immi- il quadro esposto è da ritenere approssimAtivo. Né po~- gratorio? Quanti meridionali vengono ogni anno nell'Ha- sono far piena luce sul fenomeno i dati statistici pubhli- lia sett.entrional_e? Non è facile rispondere. Fra gli studio&i cati dai bollettini di statistica delle tre magg ~p.ri oittù del- che si sono occupati pili di recente del problema, Sylos l'Italia settentrionale, 1\1.ilano, Torino e Genova. Pubbli,- Labini ha fatto uno studio. ,seguendo due ,·ie, l'indagine cando questi dati, avvertiamo pertanto che le cifre si diretta in alcuni comuni del Mezzogiorno, e ,l'indagine riferiscono f'SClusivamente alle persone eh~ vengono iscritte congetturale. nel registro della popolazione, e perciò non rappresentano La [lt·ima indagine ha. rivelato che dai comuni dove che una parte del movimento immigratorio effettivp. si è indagato sono emigrati neSli scorsi anni tante persone D01\-fENICO TARANTINI I LA VOJtO E SlNDACAT.I I LE ,VEl{rrENZE -NON CONTANO E si è arrivati all'esclusione, richiesta dalla ·crsL e dalla UIL, dei rappresentanti, regolarmente eletti, della Conlede,·azione del .Lavoro nella CI• della FIAT dalle trattative per la determinazione del premio di prcidutti– viti1, che si sono svolte, ·giorni fa, nel grande monopolio to1·inese. Dai luttùosi e ti-agici fatti d"Ungheria sarebbe stato agevole, per la CJ.SL e la UIL, tral're iniziative che avrebbero potuto rafforzare la. classe lavoratrice e inde– bolire il PCI, dando una pili ferma intona,-,ione democra– tica al processo di unificazione, così bruscamente inter- 1·otto a tutto vantaggio non dei lavoratori ungheresi ma del padronato italiano. Oggi sussistono le possibilità og– gettive, in Italia, di dar vita ad un'organizzazione sinda– cale unib=tria in cui i comnnisti siano in netta minoranza. .Perché le anticomuniste CISL e UIL non tengono conto cli. qnesto, anziché abbandonarsi al senti1nentalismo anti– .comunist"a che di per sè non è una politica snflìcjente? Tanto pili che, nolenti o volenti, con la CGIL dòvranno tornai' presto a .parlare per- la s.emplice ragi·one che esi– ste, ed esiste come una importante realtà alnieno orga– nizzativa che non può, ancorché. Jo si possa desiderare da P..a,·te di alcuni, es~el"e dim.entica.ta . _ Intanto quello _che pare dimenticato è il sindacalismo con le sue vertenze, con i suoi problemi di tutti i giorni', con le sue rivendicaziolli, giacché essq è tutto .pervaso - più che non gli stessi part-iti politici' - da preoccupa-_ zlon.i egiziane od ungheresi, atlantichè o .antiatlantiche. Non fa nie1i.t~nte 1 lè 1 f"ttlerazioni nazionali dei braccianti non hanno saputo, a cinque mP.si di distanza dalla conclusione dello sciopero, cavare il .ragno dal buco da una contro– versia che investe la strutt~ua stessa dell_a.nostra ag1·icol– tura; non fa niente se i ferrovieri, dei quali tante volte ci siamo oc~up_ati, sono ~empre _in « alto mare ::a, per _quanto. concerne la soluzione della loro questione; non fa niente se la potente Montecatini non dà· ·nemmeno risposta alle richieSte dei suoi dipendenti e se taluni nostri settori pro– duttivi, come quello chimico, dovranno attraversa re una crisi che si profila preoccupante, a ca.gione della chiu~nra. del canale' di Suez. Quello che conta è, per i sindacati, ,cli fare più politìca degli stessi partiti e di fai·la con minore avve_dntezza e con m~ggiore -settarismo, compromeÙondo la strategia c'lella lotta di classe e lo sviluppo democ1·atico del nostro paese che più che mai è ostacolato dall'assenza del proletariato, ancor·a « fuori-legge», dunque, nella no- stra democ1·azia. · Fra le molte vertf'nze che non vengono trattate, men– tre lo dovrebbero essere, resta sul tap_[.)eto, ben lun~i cl~ una accettabile soluzione, quella della Magona di Pion:i- 6ino che ha minacciato di licenzi11mento, proprio pOchi giorni fa~ altri 700 opeJ'ai. Infatti, quasi per iniziativa personale più che per sollecitazione doi ·sindacati, se ne sta intel'essando il ministro del lavol'o che ha convocato il presidente dell'lRI per cercare alla difficile situazione una via d'uscita. Secondo le assicurazioni date da questo ultimo, e sulle quali ci permettiamo di avanzare qualche dubbio, l'JLVA di Piombino completerà prossimamente la costruzione di due forni Martin per portare la pi-odu– zione a 588 mila tonnellate con il stÌcc0ssivo asso1·bi– mento di 200 lavoratol'i dimessi "Oalla Magona; inoltre essa rileverà tutto· l'ac·c"iaio prodotto dalla stessa ì\1:agona, il che dov1 1 ebbe consentire 1 1 impiego di 200 unità lavora– tive, mentre· ·a-Jtre JOO doVrebbel'O eS'sere adibite a$1i im– pianti ·di una nuova. c·ockeri&.' 1 Progi·alnma tranquillizzAntO se non proprio rassicurante, rria' di difficile realizzazione·, per··il persistere della crisi siderurgica. Intanto, fra l'in– differenza e l'impotenza de'llé, tre organizzaziohi sindacali anche la Magona minaccia. la definitiva chiusura sull'altare di una politica produttiva volta soJ·o a 'rafforzare il potere dei monopoli.- ' :·,·· · ', J"RANCO VERR_A

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