Nuova Repubblica - anno IV - n. 48 - 25 novembre 1956

3 DEL, SOCI A LI S MO MONDI.A.LE Le prey"isi_orii di_ Ma_rx S\JI progressivo impoverimento dei lavoratori non si sono v~rifìcate, ma grazie alla resistenza dellé organizzazioni .politic~e e sindacali del proletariato; e il terreno della lotta socia'ista si è spostato verso i paesi sottosviluppati, per _sottrarli allo: sfruttamento colonialistico esercitato nei loro confronti dai .paesi più evoluti II1 SOCULISMO: E C1PITALISMO C ~ARLO MARX, Ìa cu.i c·ritica al sistema capital.isticÒ fu per molti altri aspetti esatta e demolitrice; ere– . deva ·che, ·con l'ulteriore sviluppo del capitalismo, .i Ìavor~tori sarebb'er~ ;taÙ ·.co~aan~ati à un crescente stato di miseria, 1~ classi medie sarebbero decadute al rango del proletariato, e la lotta di classe si sarebbe via via semplificata -per l'eliminazione di quanti non erano né proletari né sfruttatori borghesi capitalisti, ma in que'– sta prospettiva egli si sbagliava. Nei paesi càpitalistf più progrediti si è verificato. 8.1 contrario, .ùn notevole mi~ glioramento del livello di vita e delle condizioni di sicu– rezza delle masse .lavoratrici, · e allo ~tessé tempo un~ grande espànsio~e numerica delle classi medie; la strut– tura delle classi sl è fatta assai più complessa; e di con– seguenza la lotta di classe è diventata meno acuta, e i movimenti socialisti e sindacali generalmente molto meno rivoluzio'nari e molto più interessati· àd attuare parziali riforme. Yi sono tuttavia dei marxisti che s0;– stengono1 che questo ,è 'potuto avvénire" perché i paes) progrediti, adottando una politica di impei:ialismo ec~ nomico e politico, hanno prosPerato sfruttando i popoli dei paesi meno ~viluppat!: cosicché i lavoratori dei paesi più progrediti si sono trasformati in effetti, in -sfruttàtori del lavoro coloniale o semi-coloniale, e 'hanno assunto di conseguenza· caratteristiche borghesi. ·Oggi, si sostiene, ii vero proletari~to sfruttato è coStituito dai la'vora:t6ri e· dai contadini dei paesi .sotto sviluppati, sui cui prodotti i lavoratori, non meno dei capitalisti dei paesi più pro– grediti, vivono relqÙvamente bene 1 ·appr~priandosene ii plusvalore. · Sfruttamento im perfo lisUco e livello d.i vita Se'.bbene io condivida l'opiniorie che.i popoli dei paesi Sotto sviluP,pati sono vergognosamente sfruttati, pure non ho mai potuto accettare codesta ·argomentazi0ne, E' verissimo che l'economia dei paesi progrediti dipende dal sempre crescente apporto di materie prime e di carburanti dai paeSi coloniali o semi-coloniali, e che i produttori di questi beni sono indegnamente retribuiti; ma è apche vero che i paesi progréditi, per _mezzo ·.deila tecnica e della scienza, hannò immensamente accre– sciuto la ]oro pr0duttività e che i Più alti consumi dei lavor~tori in questi paesi son dovuti principalmente a questo aumento nonché alla pressione che i movimenti della classe lavoratrice esercitano per assicurarsi' la loro parte. Generalmente parlando, il livello di vita del– la classe lavoratrice dipende dalla produttività di cia– scun paese, e dalla forza e vitalità dei rispettivi mÒ:– vimentì operai; in misura molto maggiore eh~ dalla ca.P.icità dei paeSi più progrediti di impadronirsi dei prodotti di q.uelli meno progrediti, a seconda delle con– dizi0ni più o meno favorevoli di scambio. Per. la verità, potrebbe risolversi a vantaggio degli stessi paesi più progrediti pagare meglo i prodotti dei paesi sottosvilup– pati, in quanto così facendo· es~i determinerebbero .Uh al– largamento del mercato mondiale per l'a~sorbi~ento dei loro propri prodotti, e quiòdi incrementerebbero la pro– sperità generale. Ma naturalmente i capitalisti: dei paesi progrediti non sono neppur minimamente disposti a pagare più dello stretto necessario; né potrebbero i ca– pital_isti di uno qualsiasi di questi paesi permettersi di pagare più dei loro concorrenti stranieri. ' L'errore di Mar·x Lo sfruttamento imperialistico è una palese caratte– ristica del capitalismo mondiale e giustjfic_a., if risenti~ mento che esso provoca nei paesi s'ottosvil~ppati. Ma Il.on è la giustificazione _essenziàle del fallimento delle profezie di Marx sulla crescente situazione di miseria dei lavoratori e su un progressivo aggravamento, e insieme Su una progiessiva semplificazione, dell'antag~ nismo .di classe nei paesi capitalisti progrediti; ed è di grande·· importan·Za per i socialisti ren9'ersene conto e cercar di capire perchè Marx errasse così evidente-. mente nel prevedere· il futuro. di G. D. H. COLE Marx sl?agliava, non tanto perchè fraintendesse la r~altà- del_ siste~a capitalistico, jn cors_o di evoluzione come egh poteva .osservarlo nei «·quara~t•anni della fam~ » del XIX secolo, ma perchè presumeva che le tendénze che il capitalismo manifestava allora si sa– rebbero ulteriormente intensificate nell'avvenire:. All'ini– zio dell'età della macchina, effettivamente il capitali– sYJo sfruttò in modo .spietato gli operai:· impegr'lat0 Com'~ra nel febbrile sforzo I di accumulare capitale a loro spes.e; ed impiegò principalmente lavoro non spe– cializzato, distruggendo. o minando l'antica ingegnosità artigiana dei lavoratori di più_ alto livello. Ma via via che il capitale .divenne più abbondante, fu semprè meho necessario per il capitalisti mantenere i sa:lari a:I li'veUo minimo, .e sempre più importante al contrario a'Ssicù– rarsi mercati di massa per i loro prodotti; èoSicchè, man -mano che progrediya la tecnica produttiva, au– mentaVa a~che la richiesta di un nuovo genere di OPE:– raio swecializzatoi che doveva essere pagato di più del– l'operaio comune. Il moderno sindacalismo si è svi– luppato principalmente da questa categoria di operai specializzati, ·che in breve divennero abbastanza· forti per reclamare il diritto di voto e la partecipazione alla vita politicà. La struttura di cla·sse divenne più com– ples~a via via che· in notevole misura aumentava il nu– .µ;iero degli or,erai manuali specializzati non soltanto, .ma anche quello degli impiegati, dei tecnici, dei diri– genti e dei professionisti. Successivamente, anche gli operaL meno specializzati cominciarono a reclamare i .·loro diritti; ed anch'esSi ottennero miglioramenti di sa:– ·Iario e il diritt0 di voto, che usarono per assicurare i p'rimi progressi verso lo « stato del benessere ». I par– titi socialisti - in~lusi quelli· che si proclama~ano marxi– sti - si impegnarono a Pron1.uovere questi migliora– menti e divennero di conseguenza menq rivoluzionari. Infine, ai ·riostri tempi,. il capitalismo, obbligato a fare larghe concessioni all'opinione della classe· lavoratrice, escogitò modi e mezzi per proteggersi contro le 'crisi ricorrenti che fino ad allora lo avevano minacciato, ed adottò, in diverse misure, la tecnica Keynesiana e il New Deal, che lo salvarono dal terribile tracollo del '3Ò-iì6; e il capitalismo americano in particolare, dopo essere andato in quegli anni vicino alla catastrofe) si ricon– ciliò con un sistema di alti salari e riconobbe i sinda– cati, creando cosl le condizioni di yn nuovo periodo di pi·osperità. .Restaurazione del raoitalismo E' vero ch~ 1 malgrado questi s.viluppi, il capitalismo mondiale rimane in una situazione precal'ia. 11 capita– lismo americano può sostenere la sua alta produzione e una politica di pieno i~piego soltanto esportando una notevole parte dei suoi prodotti verso paesi che non sono in grado di pagarli perchè gli americani da parte loro non vogliono acquistarne i prodotti; ed in molti· paesi meno ricchi degli Stati Uniti il capitalismo si regge in Piedi solamente per l'aiuto americano. Questo tuttavia non cambia il fatto che esso « si regge in piedi » e che lungi dal dare a vedere segni di un cr0ilo immi– nente, ha fatto, riel complesso, u,n notevole passo avanti dopo. gli sconvolgimenti della guerrà; di modo che è ormai del tutto irrealistico basare la politica socialista sulla troppo !acile affermazione che i socialisti devono semplicemente attendere la dissoluzione del capitalismo e star fermi ad aspettare l'eredità di quanto esso la– scerà dietro di sé. Certamente, questo tipo di capitalismo rinnovato ope– ra solamente entro un·area limitata, dominata dall'im– mensa potenza economica degli Stati Uniti. Un'ampia frazione dell'economia mondiale si è sottratta al suo controllo, ed è passata a un sistema di produzione pia– nificata in cui vige la proprietà collettiva, va'le a dire una specie di socialismo. Il mondo ~apitalistico si trova ora ad affrontare la crescente sfida «:conomica dei paesi comunisti; ed uno di essi - l'Unione Sovietica - ha dimostrato la sua capacità di mantenersi all'avanguar– dia dei più moderni sviluppi scientifici e di preparare scienziati .e tecnici su una scala non inferiore a quella di nessun paese. capitalistico, neppure degli Stati Uniti. Tuttavia, dal purito di vista economico, lo scontro dei due sistemi è per il momento atttitìto- dalle bat-rierè che dividono il rri'ondo irr due blocchi economici separati, con ·scambi sola'mente 'limitatissimi ,tra di loro - anche se vi ,sono segni·. che questo isolamento possa roffip~~;. aumentando la capacità dell'Unipne Sovietica di 'fornir,e importanti articoli di esportazione ai paest meno;,,sy~– lù.ppati; in concorrenza coi fornitori capitalistici occi:– dentali (per esempio nelle regioni-chiave dell'India e nel Medio Oriente). L'attuale divisione del mondo in due settori, quello capitalistico e quello comunista (in mezzo ai quali. Sus.:.. sistono aree contese da entrambe Jè parti), crea al s~ ciaffsmo non-comunista dei problemi molto gravi; giac~ chè ·se si mette a combattere il comurlismo si trova alleato contro di esso col capitalismo - soprattutto col capitalismo americano. Questo fatto, considerata la concentrazione di potere che è nelle mani. degli Stati Uniti, rende molto difficile la lotta socialista, sia nei paesi. occidentali avanzati, come nei paesi sottosvilup– pati, che sono il campo di battaglia dei due blocçhi ri– vali. 11 socialismo occidentale si trova nella impellente necessità di spezzare le catene che lo tengono legato al .capi~alismo e di cercare di accordarsi coi movime1_1ti rivoluzionari dei paesi sottosviluppati. E' quindi suo interesse che si' rompano le barriere tra l'Est e l'Ovest e si giunga ad accordi coll'Unione Sovietica e con la Cina per una politica di sviluppo sulla base di una cooperazione mondiale, posto che i paesi comunisti siano disposti ad accettare una· tale politica. Ci sono ad ogni modo alcuni indici che fanno ritenere ch'essi si stiano muovendo verso questa posizione: ne è una prova la recente ammissione dei capi sovietici che ci possorw essere molte vie che contj.ucono verso .il socialismo, at– teggiame11to molto diverso da quello tenuto in altri tempi dal Co:rriintern. La politica socialista deye essere dunque una politica che promuove la distensione e il disarmo, e che mira ad impiegare parte de11e risorse economiche che il disarmo lascerebbe disponibili per una ,guerra comune contro il bisogno, .possi-bilmènte sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Certo, molti osta– coli si frappongono all'attuazione di una· tale politicél, e specialtnente alla sua accettazione da parte dell'Ame– rica, dato che l'aiuto americano su lai-ga scala è, ~I momento, strettamente legato ad obiettivi militari e non Sarà facile persuadere nessun Congresso ·americano ad incoraggiare lo sviluppo econ"omico di paesi socialisti, o potenzialmente socialisti, e tanto meno comunisti. N~ndimeno il tentativo merita di esser fatto, giacchè l'assistenza delle Nazioni Unite molto ·più facilmente dell'assistenza americana o di que:tla fornita _~irétùi– _mente da qualsiasi altra. nazione, potrà vincèie i• na– turali sospetti dei paesi meno sviluppati, sospetti che possono fin troppò facilmente degenerare da legittimo anticapitalismo in isterica xenofobia. NOVITÀ Italia e Stati Uniti di H.. STUART H U G HE S Lo Hughes vede l'Italia con occhio di politico, con animo di amico, con mente di storico. I suoi giudizi e le sue osservazioni sono giudi– zi e osservazioni validi per qualsiaSi italiano. Di particolare interesse la diffusa trattazione degli elementi geografici come fattori di limi– tazione dello sviluppo del paese; l'analisi re– trospettiva del fascismo e dell'antifascismo in Italia e .in esilio; la tràttazione. della teoria e della prassi del corporativismo; lo studio della seconda guerra mondiale non dal pun– to di vista consueto della strategia alleata, ma piuttosto sotto l'aspetto dei suoi effetti sul po– polo italiano; la dettagliata disamina del pro– blema delle relazioni fra Chiesa e Stato e delJa posizione della Chiesa cattolica nella vita italiana, con particolare riguardo all'in– fh!sso economico. socia le e intellettuale di più di dieci anni di governo democristiano, * L VIII-256, con 12 tavole f. t. - Lire 1500 flRENZF. LA NUOVA ITALIA EDITRICE -----'

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